Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Tramonto_Scarlatto    08/02/2010    0 recensioni
Questa storia non ha come protagonisti persone speciali o incredibilmente fortunate. è una storia che mi è stata raccontata e che mi ha talmente commossa che ho deciso di scriverla. Un'amica di Viola
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
l tempo scivolava rapido sul ghiaccio. Il caffè nero scendeva caldo nella gola di Johnny. Era già il terzo di quel giorno, ed erano solo le sette. Era stato veramente pesante per tutti quel mese. Avevano registrato il disco ma era costato loro molto. A livello di spesa e a livello di fatica. La scuola non dava certo una mano, era tutto così difficile. Il suo sguardo grigio si posò su uno di quei calendari costituiti da un foglietto per giorno, mania di sua madre, il numero rosso sembrava guardarlo in maniera impertinente: 28. Gianmaria Zarone era stato puntuale come la morte, purtroppo. L'appuntamento era fissato per le dieci. Strinse i pugni. Non gli piaceva, era unto di perbenismo e sotto nascondeva viscidume.
Il cellulare squillò nell'altra stanza. Era facile indovinare chi fosse. La voce di Giovanni trillò dall'altro capo del telefono:
"Hey mi passi a prendere?"
"Sono le sette"
"Appunto!"
Johnny si passò una mano tra i capelli neri.
"Alle nove sono da te"
"Ma..."
Click.

***
Viola si accese una sigaretta, il fumo denso si disperdeva nella nebbia mattutina che aleggiava fuori dalla suo balcone. Erano solo le otto e mezza eppure era già sveglia. La cenere cadeva giù dalla terrazza e si mischiava alla terra umida del giardino. Inspirò il fumo. Tra mezz'ora circa Johnny sarebbe stato lì. Le scappò un sorriso. Oggi era il gran giorno. E' brutto quando si fa il meglio e non si sa mai se sia abbastanza. I mezzi erano quelli che erano. Giochiamocela. Piacevoli ricordi le riaffiorarono in mente. Andò a farsi una doccia.

***
Giovanni era sveglio già da due ore. Dalle cinque non era più riuscito a chiudere occhio. Pensava a tante cose. Agli stadi colmi di gente che urlava il nome della band, a Michele che sparava assoli da una batteria professionale, Johnny un po' nascosto a suonare il suo basso e Viola, incantatrice di anime con la sua voce. Aveva una visione un po' distorta della realtà, come tutti gli infantili sognatori. Ma era così buono, sapeva sempre mettersi da parte. L'aveva fatto da sempre per Johnny. Non gli era pesato farlo neanche quest'ultima volta.

***
Michele aveva la bocca impastata dal sonno. Una ragazza bionda era avvolta nelle bianche lenzuola del suo letto e lui cercava di uscire lentamente senza svegliarla. Quale diavolo era il suo nome? Poco importava. Erano le nove e lui doveva ancora farsi una doccia. Scivolò silenzioso e salì in macchina. Alle dieci meno un quarto era alla Alien Records.

***
"Non siete eccitati? Non siete eccitati? Non è il massimo? Eh? Eh? Eh?"
"Ciao Giovanni" Viola sorrise.
Johnny si limitò ad alzare il volume dell'autoradio. L'agitazione del chitarrista gli metteva nervoso.
Erano quasi le dieci quando varcarono di nuovo la sede della Alien Records. Alle dieci in punto Zarone li accolse untuosamente nel suo studio minimal.
"Prego prego ragazzi, sedetevi"
Già così gentile? I Rotten People presero posto.
"Allora" sorrise, ancora "Avete il MIO disco?"
Johnny trattenne un'occhiata che avrebbe incenerito la loro possibilità di far colpo sull'untuoso omino che era seduto davanti a loro.
"Certo, certo" Giovanni porse il disco a Zarone, come un cane che riporta la pallina al proprio padrone.
Più lo stereo riproduceva le canzoni, più Viola sentiva che c'erano degli errori. Qui aveva cantato troppo di naso, lì si sentiva che non aveva intonato bene.
Quando il disco finì era già sicura che tra non meno di venti minuti sarebbe stata a casa, delusa.
Ma Gianmaria si inumidì le labbra, soddisfatto.
"E ci avete messo solo un mese, sono molto, molto sorpreso"
Si rivolse a Johnny:
"Come mai quella faccia scura ragazzo?" Gli porse la mano "Vi va di rifare la registrazione con apparecchiature più professionali, così posso lanciarlo sul mercato"
Johnny abbozzò un sorriso, magari non era tanto male quel tizio, strinse la mano.
Giovanni urlò di gioia. E di nuovo non la finiva più di ringraziare.
"Domani, stessa ora inziano le registrazioni. Non mi va di perdere tempo."
Zarone sorrideva, come sempre.
"Bhè potete andare"
Viola non ci credeva. Tutto così in fretta, avrebbe potuto fare quello che più le piaceva, così da un giorno all'altro.
Ma il tempo andava ancora più in fretta e i mesi passavano e il disco faceva successo. Il successo dà alla testa, cambia le persone. Illude di essere invicibile, ma l'uomo è carne e sangue, non diamante. Tutti avevano lasciato la scuola e la vita del tour è dura. Eppure a New York cadeva la neve. Ed era bellissima. Viola non l'aveva mai vista e dietro i vetri oscurati della limousine sembrava una bambina a Natale. Ormai erano conosciuti in tutto il mondo. E tutto era bello, il successo indora il mondo, anche se è solo una crosta, sotto rimane spazzatura.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Tramonto_Scarlatto