EPILOGO
La tua
virtù è la mia sicurezza.
E allora non
è notte se ti guardo in volto,
e
perciò non mi par di andar nel buio,
e nel bosco non
manco compagnia perché per me tu sei l’intero
mondo.
E come posso dire
d’esser sola se tutto il mondo è qui che mi
contempla?
William
Shakespeare.
Il vento
mi scompigliava i capelli, leggero, delicato, fresco. Il cielo ero
sepolto da
una coltre di nuvole grigie e l’unico rumore udibile, oltre
la ghiaia sotto i
nostri piedi, era lo stormire delle foglie, sopra le nostre teste.
Le mie
dieta erano intrecciate alle sue ed il mio cuore palpitava frenetico,
galoppava come un cavallo in corsa, mentre con lo sguardo mi perdevo
nelle
meraviglie di Kensington Gardens.
Non vi
era posto più bello, più magico di quello.
Il posto
in cui lui era cresciuto.
«E’
magnifico.» dissi ammaliata guardando un albero secolare
ergersi dinanzi ai
miei occhi.
«Lo
so.» mormorò al mio orecchio, circondandomi
l’addome con le braccia e
poggiando il mento sulla mia spalla.
«Sono
cambiate così tante cose.» sussurrai perdendomi
nei mille colori del
corteccia.
«Si,
è vero. Ho te, finalmente.»
Mi voltai
per guardarlo in volto, corrugando la fronte, confusa. Lui fece un
risolino, scuotendo il capo e costringendomi a voltarmi, per guardarlo
negli
occhi.
«Mi
sorprende che tu non te ne sia mai accorta, Kris, ma alla fine
è stata una
buon cosa.»
Inclinai
il capo. «Ancora non capisco.»
Mi
baciò un lembo di pelle sotto l’orecchio.
«I miei occhi sono stati rapiti
dai tuoi sin dal primo momento, signorina Stewart. Le notti insonni
nella mia
roulotte, le notti fra caramelle e cioccolata, le notti consumate e
ripetere le
nostri parti, un cellulare non
perduto in un bosco… » mormorò al mio
orecchio.
Sgranai
all’istante gli occhi, e mi allontanai per guardarlo in
volto, prima di
puntarli un dito contro e riducendo gli occhi a due fessure.
«Eri stato tu!
L’avevi nascosto!» esclamai, ignara di una cosa che
in quel momento sembrava
così ovvia.
«Si.»
disse in un risolino. «Tutta opera mia.», e si
picchietto sulla tempia.
Lo
guardai per un istante, poi un sorriso di dipinse sul mio viso.
«Potevi
dirmelo prima, sai. Mi avresti risparmiato una quasi visitina da uno
psicologo.
Mi stai facendo uscire dai gangheri.» dissi fingendomi
imbronciata.
Lui
sorrise, baciandomi a fior di labbra. «Non eri
l’unica, allora.»
«Non
credi che, per certi versi, l’amore sia un po’ come
Peter Pan?» chiesi
giocherellando con i suoi capelli, mentre lui mi stringeva di
più a se, facendo
combaciare perfettamente i nostri corpi, come forgiati per incastrati
l’uno
all’altro.
«Non
saprei… matura di giorno in giorno.» disse
arricciando le labbra perfette.
«Ma
è dispettoso, audace, allegro, gioioso… giocoso.
Vive fra alti e bassi e
delle volte non ha paura di nulla.» sussurrai.
«Giusto.»,
la sua voce era miele, bassa e melodiosa.
«Forse
se uniamo i nostri cervelli uno intero e decente ne verrà
fuori.»
osservai ironicamente prende nomi il mento fra l’indice ed il
pollice.
Lui rise
sommessamente ed il suo petto vibrò. «Sei
incredibile.»
«E
mi ami per questo.»
«E
ti amo per questo.»
Posò
piano le sue labbra sulle mie, plasmandosi su esse.
«Sei
il mio presente, Rob.» mormorai col cuore scoppiettante ed il
fiato corto.
«Voglio
essere il tuo futuro.», la voce gonfia d’emozione.
I suoi occhi
ardevano, come fiamme azzurre e verdi.
«Oh,
Robert, tu sei il mio futuro.»
Catturò
con immenso ardore le mie labbra, e sentii il mio corpo quasi fondersi
con suo, diventare un tutt’uno. Citando Aristotele: eravamo
un’anima sola
divisa in due corpi.
Nessuno
ci avrebbe separato. Non avevamo paura del mondo. Finché
saremmo stati
insieme tutto sarebbe passato, ed i nostri visi sulle più
importanti riviste
avrebbero perso, prima o poi, il loro successo.
Non
contava nessuno… né gli i curiosi, né
la summit, né le nostra regista, né
gli i conoscenti, né i fan.
Si quella
era la verità.
Lui era
mio presente.
Lui era
il mio futuro.
Perché
insieme eravamo invincibili.
The greatest thing
you’ll ever learn
is just to
love
and be loved
in return.
*
Ed
eccomi qui, alla fine di questa tanto travagliata storia. Che dire?
Mi mancherà, questo è certo. Il motivo, non lo so
nemmeno io.
Non voglio restare qui ad annoiarvi con stupide chiacchiere.
Ci tengo molto a ringraziare le tante persone che hanno inserito questa
fan
fiction fra i preferiti, chi fra le seguite e chi ha letto senza
recensire.
Grazie davvero, dal profondo del cuore.
E grazie a voi che avete commentato l’ultimo capitolo.
Grazie a ladyang. Non importa se
non
hai recensito gli altri. Il solo sapere che l’hai comunque
seguita mi rende
felicissima.
Grazie e Xx_scrittrice_xX, che
anche
se non ha capito un ciufolo di Jackson ha comunque apprezzato il
capitolo
scorso. Per averla seguita, per aver contribuito alle
immagini… per essere qui.
Grazie a Nessie93 che nonostante
tutto continua a seguirmi, per oscuri ed ignoti motivi. Lei felice del
lieto
fine, lei che mi dà la giusta dose di carica
nell’ultimo periodo. Grazie per il
sostegno.
Grazie a KeLsey, la mia piccola
Eri.
Grazie per l’appoggio, per aver diviso con me tutto questo.
Sì, Eri, lei è sua.
Grazie a Herrucane881, che sembra
aver apprezzato il capitolo con le sue imprecisioni ed errori di
battitura
dovuti al poco tempo a disposizione. Grazie per averla
seguita… grazie di
cuore.
E
grazie a lei, alla mia dolce e stramba Dà,
che mi manca tanto.
Per te, tesoro.
Ti voglio bene.
Grazie
davvero a tutti voi per averla seguita.