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Autore: Selhin    10/02/2010    9 recensioni
E se in realtà, la tredicenne Nihal si fosse presa una piccola cotta per Sennar? [- Perché l’hai fatto Sennar?- Gli occhi azzurri si posarono su di lei, fissi in quelli viola. Sorrise. - Perché avrei dovuto non farlo, Nihal?- ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nihal, Sennar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di due ragazzini: un mago e una guerriera'
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Amore, per un giorno

 

Amore, per un giorno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Rigirò fra le mani il piccolo fiore delicato.

Era parecchio tempo che se ne stava seduta lì a fissarlo, nemmeno lei sapeva dire da quanto. Voleva solo restare lì, a guardare quei petali candidi e delicati ricordargli la giornata; il perché del suo battito del cuore affrettato, la morsa al petto che la assaliva continuamente ogni volta che ritornava col pensiero a lui, il rossore sulle guance. La voglia matta che la costringeva a ridere all’improvviso o a piangere subito dopo, sospirare, desiderare. Non si era mai sentita così e non capiva cosa le stesse succedendo. Sapeva di odiarlo, l’aveva odiato da subito ne era certa. Eppure adesso era altrettanto sicura del contrario. Ma perché improvvisamente provava quelle strane emozioni?

Alzò per un istante lo sguardo verso il sole che tramontava, ne ammirò il leggero tepore rosso sul viso, assaporò l’aria che si faceva via via più fresca e pulita. Una leggera brezza le scompigliò i capelli blu e dovette ripararsi gli occhi contro la polvere alzata dal vento.

Tornò a rimirare la semplice margherita che le sembrava in quel momento la cosa più bella di tutto il Mondo Emerso.

Era strano che lei, Nihal, solitamente scatenata e ribelle, se ne stesse tranquillamente seduta a guardare un fiore di campo come se non ne avesse mai visto uno. Eppure al contempo, quel fiore era unico e mai visto prima.

Si strinse le ginocchia al petto, pensierosa, e tornò con la mente all’inizio di quella giornata primaverile.

 

*~*~*~*~*

 

  Quando si svegliò il sole era già abbastanza alto da farle capire quanto fosse tardi. Scese dal letto in fretta, si lavò velocemente il viso e indossò i primi abiti che trovò.

Non era molto che viveva nella foresta, circa due settimane, ma aveva imparato che Soana non ammetteva ritardi. E lei era sempre in ritardo.

Di Sennar invece non c’era traccia.

Il giaciglio che si era improvvisato la sera dell’arrivo di Nihal era in ordine, non pareva nemmeno che l’avesse utilizzato. Sempre se aveva dormito quella notte.

Nihal aveva imparato a conoscere un po’ il ragazzo, lei non faceva molte domande ma a lui piaceva parlare. Dalla loro prima chiacchierata ne erano seguite molte altre: era vero, parlava praticamente solo lui, ma a Nihal non dispiaceva stare ad ascoltarlo.

Sennar passava molte ore della giornata chino su dei libri, non voleva essere disturbato troppo e di conseguenza lei aveva capito che quando c’era di mezzo un libro per Sennar non esisteva altro. Era capace di starsene tutta la notte a studiare e il giorno dopo essere pimpante e pieno di energia come se nulla fosse. La ragazzina si chiedeva spesso come potesse essere possibile una cosa del genere, persino lei aveva bisogno di dormire per riprendere le energie.

Sennar era intelligente, sveglio, ma soprattutto era un mago formidabile questo Nihal doveva ammetterlo. Non a lui ma a se stessa ovviamente. La storia del pugnale non le andava ancora giù, ma doveva imparare a farsene una ragione. Quel ragazzo era stato il primo a sconfiggerla nella sua vita e lei non l’avrebbe mai mandata giù.

Doveva anche ammettere che Sennar era sempre gentile e disponibile, nonostante lei pareva facesse di tutto per farsi detestare. Tirando le somme, Nihal decise che avrebbe cercato d’ora in avanti, di sembrare meno antipatica. Se doveva imparare la magia avrebbe avuto bisogno anche dell’aiuto di Sennar e non poteva permettersi d’inimicarselo, altrimenti la vendetta non sarebbe mai arrivata.

Scese al piano di sotto e le arrivò alle narici un invitante profumo di pane caldo. Le venne immediatamente fame.

Arrivò in cucina e trovò il ragazzo preso dai fornelli.

  - Cosa stai combinando?-

Sennar si voltò di scatto spaventato, non l’aveva sentita arrivare. - Buongiorno... - si voltò e riprese il suo lavoro. La ragazza gli si avvicinò.

  - Che profumo... - il suo stomaco brontolò per l’ennesima volta e Sennar la guardò fra il divertito e il preoccupato. - Hai fame?-

Nihal alzò le spalle. - Un po’... - gli occhi le si posarono sulle pagnotte calde sotto di lei. Il mago sospirò.

  - D’accordo, prendine una... ma le altre sono per Soana.-

Gliene mise una fra le mani e lei l’addentò come se non mangiasse da giorni. Poi sembrò capire la frase di Sennar. - Dov’è Soana?-

  - Oggi non si sente bene.-

Lei lo guardò preoccupata e smise di mangiare. Il ragazzo notò il suo sguardo e gli scappò un sorriso. - Sta tranquilla, si riprenderà subito.- le appoggiò una mano sulla testa e le scompigliò i capelli con un gesto quasi affettuoso. Poi prese un piccolo vassoio con le pagnotte e una tazza dal contenuto fumante ed entrò nella camera della maga, ovviamente dopo aver bussato.

Nihal si sedette su una sedia e sentì dall’altra parte della porta esclamare qualcosa come “Oh, Sennar, che gentiluomo che sei.seguito da una risata imbarazzata di lui. Ormai Nihal ne era certa, i suoi dubbi si erano dissolti: era ovvio che il mago fosse innamorato di Soana!

Già pregustava l’idea di stuzzicarlo ad ogni occasione e dargli fastidio come meglio potesse. Rise fra sé e ricominciò a mangiare soddisfatta.

 

 

  Poco prima di pranzo i due se ne stavano seduti ai capi del tavolo al piano di sotto. Sennar concentrato su uno dei suoi noiosissimi libri, Nihal sfogliava senza impegno il suo molto più semplice ed elementare. La stanza era immersa nel silenzio tranne che per il continuo fruscio delle pagine. Era più di due ore che se ne stavano lì così e sebbene Sennar fosse instancabile nello studio, Nihal perdeva subito la pazienza, si annoiava e le ci voleva proprio un momento di pausa. Soana non glielo concedeva mai, ma adesso la maga era chiusa nella sua camera: Nihal era libera di uscire per un po’.

Si alzò dal tavolo senza dire una parola, prese la spada che aveva avuto in prestito da Livon prima di partire e raggiunse la porta d’ingresso.

  - Dove pensi di andare?- la voce di Sennar la bloccò prima che potesse aprirla.

Si voltò a guardarlo, lui non aveva alzato gli occhi dal suo libro. - Ad allenarmi un po’, ho bisogno di respirare.-

  - Siediti, sai che la mattina è dedicata ai testi e alla magia.-

Nihal s’irritò, che diritto aveva lui d’impedirle di allenarsi? - Ma è una noia mortale. E poi Soana non lo verrà mai a sapere.-

Sennar alzò gli occhi azzurri e i due passarono interminabili momenti a fissarsi con astio, almeno da parte della ragazzina. Quello scambio di sguardi era un sfida, lo sapevano entrambi, e a vincere fu Sennar, per l’ennesima volta. Il mago non cambiò espressione e restò immobile a fissarla negli occhi viola, tanto intensamente che a un certo punto lei si sentì intimorita. Controvoglia tornò a sedersi al tavolo.

Il mago non trattenne un sorriso compiaciuto, Nihal lo notò.

  - Sia chiaro, io non prendo ordini da te!- disse lei in un tono che non ammetteva repliche.

Sennar sospirò e lasciò perdere a quella provocazione, possibile che quella ragazzina lo odiasse così tanto per uno stupido pugnale?

Dopo due settimane ancora non si capacitava di questo astio nei suoi confronti. Lui si sentiva la coscienza pulita, in quei giorni aveva fatto di tutto per cercare di calmarla e instaurare un rapporto di reciproco rispetto. O non considerazione, come aveva sperato di ottenere. Il detto “ Vivi e lascia vivere” Nihal non l’aveva mai sentito? Lui la trattava gentilmente e lei lo fulminava con lo sguardo, la aiutava a studiare e la risposta era sempre tagliente, le parlava cordialmente e lei lo trattava con sufficienza.

  - E poi lo so perché lo fai... -

Il ragazzo tornò a fissarla. - Perché faccio, cosa?-

Nihal fece spallucce. - Tutto ilcarino’... questo tuo essere serio e giudizioso, aiutarmi, parlarmi con gentilezza... -

  - E perché lo farei?- chiese lui interessato alzando un sopracciglio.

La ragazzina puntò i gomiti sul tavolo con aria di sfida. - Soana.-

  - Eh?- Sennar non capì.

  - Mia zia, hai presente?-

  - So chi è Soana, quello che non capisco è: cosa c’entra lei?-

Nihal ridacchiò divertita, gustandosi la sua espressione smarrita. Ovviamente fingeva perché sapeva benissimo a cosa lei alludesse, ma era ovvio che non poteva rivelarlo così. - Ovvio, ti stai facendo bello ai suoi occhi, per questo mi tratti bene. Perché sono sua nipote, e non potresti mai trattare male la nipotina della donna di cui sei innamorato mio caro.- lo canzonò alla fine.

Sennar restò immobile a fissarla, basito e incapace di decidere se mettersi a ridere o piangere. Optò per la prima. - Ma sei impazzita? Certo che voi ragazzine ne avete di fantasia.-

Lei si sentì irritata. - Non ridere, è inutile che cerchi di fingere. L’ho capito, sono furba.-

  - Certo, come no.-

Il mago sembrava non riuscire a smettere di ridere e Nihal restò interdetta. Sembrava davvero divertito dalla sua affermazione, eppure era così, non c’era altra spiegazione!

  - Altrimenti perché lo faresti scusa?-

  - Forse perché mi va di farlo.- rispose lui smettendo di ridere. - Forse perché dopotutto io non ti odio, come invece sembri fare tu. O forse è semplicemente perché sono fatto così. Sono uno stupido mago, ma sono un gentiluomo. -

La ragazzina si stupì di quelle parole.

  - Non sono innamorato di Soana, forse mi consideri uno stupido ma non lo sono così tanto da innamorarmi di una donna che non mi guarderebbe mai. O forse sì.- restò in silenzio per un istante. - E comunque, è ora di pranzo.-

Appena finirono di mangiare e dopo che Sennar portò il pranzo nella camera della maga, Nihal lo vide prepararsi una borsa abbastanza grande con dentro un libro e una fiasca d’acqua.

  - Dove vai?-

Lui si girò a guardarla. - Devo andare a raccogliere delle erbe mediche per Soana.-

Nihal annuì. - Capito.-

Si voltò per tornare sul suo libro già annoiata al pensiero di passare l’intero pomeriggio chiusa in casa a studiare, da sola. Sennar la vide sedersi scocciata e sfogliare il libro senza davvero averne voglia. Le parole gli uscirono da sole. - Vuoi venire con me?-

Nihal lo guardò più che stupita. - Davvero?-

  - Bè, tanto senza di me non riesci a combinare nulla sui libri.- il ragazzo tentò di nascondere il rossore sul viso. Era gentile per natura, ma alcune volte questa sua gentilezza lo imbarazzava come non mai.

Lei si tirò su senza pensarci troppo. - Grazie, Sennar.-

Il mago sorrise impacciato maledicendosi e chiedendosi se quella ragazza fosse davvero così lunatica naturalmente o lo facesse apposta per farlo impazzire. - Su su, muoviti adesso.-

Nemmeno il tempo di dirlo che Nihal aveva già afferrato la sua spada ed era pronta al suo fianco sulla porta.

  - Porti solo la spada?-

Lei alzò le spalle. - C’è bisogno d’altro?-

Sennar non rispose e si limitò ad uscire di casa seguito da lei. - Non lamentarti di avere fame o sete però... -

  - Ricevuto!-

 

 

  La spada al fianco, Nihal avanzava di un passo avanti a Sennar, decisa e orgogliosa.

Sennar la guardava chiedendosi cosa le passasse per la testa, pareva dovesse scendere sul campo di battaglia da un momento all’altro.

  - Dov’è che siamo diretti?-

Lui sospirò. - E’ la terza volta che te lo dico... stiamo cercando delle erbe.-

  - Sì, ma dove sono queste erbe?-

  - Non lo so, sono piante rare Nihal... -

Lei sbuffò e riprese a camminare senza nemmeno sapere bene cosa cercare. Dopo alcuni passi, uno strano frusciare alle loro spalle li costrinse a voltarsi di scatto. La mano di Nihal già pronta sull’elsa della spada.

Dai cespugli videro apparire improvvisamente una palletta di capelli colorati.

  - Nihal!-

Il folletto raggiunse la ragazzina e le volteggiò intorno felice.

  - Phos, ci hai spaventati.-

Nihal lasciò che il piccolo amico le si posò sul palmo della mano. - Scusatemi, non volevo.- si voltò verso il ragazzo. - Ciao Sennar.-

L’altro rispose al saluto. - Cosa ci fai qui, Phos?-

  - Vi ho visti e ho pensato di venire a giocare un po’ con Nihal. Ci alleniamo?-

La ragazzina guardò il folletto, poi Sennar, poi ancora il folletto. - Mi spiace, Phos. Ma adesso non posso giocare con te.-

Phos iniziò a volteggiarle davanti al viso. - Perché no?-

  - Sto cercando delle erbe con Sennar. Soana non sta bene e ne ha bisogno... -

Il folletto si voltò verso Sennar. - Che erbe sono?-

Il mago tirò fuori il libro dalla borsa e lo aprì alla pagina segnata. Phos analizzò le immagini poi scattò felice davanti al naso del ragazzo. - Se ti dico dove sono poi mi fai giocare con Nihal?-

Sennar annuì, felice di aver già trovato la risoluzione a quel pomeriggio che vedeva interminabile. Si fece dire dal folletto dove poteva trovare le tanto sospirate erbe, dopodichè lo ringraziò e partì alla loro ricerca lasciando lì Nihal.

  - Sicuro che non vuoi che venga con te?- gli aveva chiesto lei impensierita. Sennar aveva annuito e si era allontanato senza dire altro.

Non era passata nemmeno un’ora che Nihal si sedette stanca sull’erba fresca. - Abbiamo già finito l’allenamento, Nihal?- le chiese Phos volandole vicino.

Il piccolo folletto era preoccupato, solitamente era lui il primo a stancarsi, Nihal sembrava sempre avere delle risorse infinite quando si trattava di combattere. Ma adesso, di punto in bianco, si era seduta a guardare il cielo pensierosa, sospirando ogni tanto. Si voltò e gli sorrise. - Scusa Phos, oggi sono un po’ fiacca.-

  - Cosa c’è che non va?-

Il folletto conosceva bene l’amica, ma chiunque si sarebbe accorto del suo strano comportamento. - Bè... - Nihal faticò a trovare le parole giuste. -... è che non mi piace l’idea di aver lasciato Sennar da solo.-

Phos era stupito. - E perché mai? E’ grande ed è un bravo mago, e qui non c’è alcun pericolo. E poi non lo odiavi? Dovresti essere felice come al solito di essertene liberata... -

  - Vedi Phos, non è che io odi Sennar... - evitò di guardare il folletto direttamente. Era la prima volta che ammetteva di non odiare il mago e non credeva di aver detto davvero quelle parole. -... è solo che lui oggi è stato gentile con me.-

Phos sorrise. - Come tutti i giorni.-

  - Appunto.- Nihal s’accorse di essere leggermente arrossita per l’imbarazzo. - Ma oggi lo è stato di più, anche con mia zia Soana che non si sentiva bene. Se l’ho accompagnato questo pomeriggio è stato perché lui me l’ha chiesto sapendo che mi sarei annoiata a morte a stare a casa a studiare.-

Il folletto non capiva dove la ragazzina volesse arrivare. - E allora?-

  - E allora... mi sento in colpa, ecco. Mi sembra di non essere stata altrettanto cortese a mandarlo da solo.-

  - Questa è bella!- esclamò Phos volandole davanti al viso. - Tu non sei mai stata carina con lui, e te ne preoccupi adesso?-

Lei abbassò lo sguardo, si sentiva davvero meschina. - Lo so, e vorrei rimediare perché ho capito adesso... no, l’ho sempre saputo, che Sennar è un bravo ragazzo. Solo, ero troppo orgogliosa per ammetterlo. Secondo te cosa posso fare per cercare di sistemare le cose? E’ troppo tardi, forse.-

  - Non è mai troppo tardi, Nihal. Raggiungilo e lui capirà senza che tu gli debba spiegare nulla. Fidati di me!-

Detto questo la costrinse ad alzarsi e la spinse fino a che lei non partì correndo per la foresta all’inseguimento del mago.

 

 

  Correva e correva, non aveva più fiato, la spada le rimbalzava sul fianco e la fronte era imperlata di un leggero sudore. Non si sarebbe fermata prima di averlo trovato, avergli chiesto scusa e aver cercato di recuperare un qualsiasi rapporto amichevole con il ragazzo.

Stanca per la corsa, le gambe doloranti, andò a sbattere contro qualcosa. L’impatto la fece cadere a terra dolorante e, quando sentì la voce familiare chiederle scusa e chinarsi per aiutarla, alzò lo sguardo ritrovandosi davanti proprio Sennar. Gli occhi azzurri del mago la osservarono confusi e sorpresi, la sua mano si tese verso di lei per aiutarla ad alzarsi e la voce gentile si scusava e le chiedeva cosa ci facesse lì. Nihal vide come se fosse una spettatrice la scena, la sua mano accettare quella del ragazzo, i suoi occhi viola fissare quelli di lui ancora più sorpresi.

Sennar era incredulo, Nihal aveva accettato il suo aiuto con gentilezza per la prima volta da quando si conoscevano.

Tra di loro calò il silenzio interrotto solo dai rumori della foresta che li circondava.

  - Allora, come mai sei qui?-

Nihal lo guardò di nuovo. - Phos aveva altro da fare e mi ha piantata. Così sono venuta a cercarti... -

  - Ah ecco, non ti andava di restare sola.-

La ragazzina capì a cosa alludesse il ragazzo. - No, cioè... -

Sennar le sorrise. - Va bene Nihal, adesso però io stavo tornando a casa. Ci vediamo più tardi, va bene?-

  - E le erbe?- chiese lei sperando che lui le rispondesse di non averle ancora trovate.

  - A posto, sono nella borsa.-

Nihal sospirò evidentemente delusa e Sennar lo intuì subito.

Possibile che finalmente si fosse decisa di provare a essergli amica? Che quello fosse un tentativo di essere gentile, Sennar non lo sapeva, ma sicuramente non era una cosa da lei dati i risultati. Lei calciò un sassolino annoiata e il mago capì che doveva trovare un modo per spezzare quel suo guscio se voleva davvero essere suo amico. Inaspettatamente gli venne un’idea, frugò nella borse per un po’, poi si avvicinò a lei nascondendo qualcosa dietro la schiena.

  - Cosa nascondi, Sennar?-

Lui sorrise enigmatico. - Chiudi gli occhi, Nihal.-

La ragazzina sospirò e obbedì. Sentì la mano di Sennar avvicinarsi al suo viso e posarle qualcosa sopra l’orecchio, a sfiorarle la pelle e i capelli. Qualcosa di soffice e profumato.

Istintivamente corse con la mano all’oggetto e ne scoprì un piccolo fiore. Aprì gli occhi e se lo portò davanti al viso assaporandone il profumo. Era una margherita, semplice e bellissima.

Nihal alzò lo sguardo su Sennar e lui non disse niente, le sorrise e lei seppe che lui aveva capito. Poi il mago si voltò e, come se nulla fosse accaduto, si allontanò diretto verso casa lasciando Nihal incantata a guardarlo.

Quando si accorse che lui era già scomparso tra gli alberi si rilassò rendendosi conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento. Guardò ancora il fiore e non s’accorse del fruscio dietro di lei.

  - Allora, Nihal, com’è andata?-

Phos le volteggiò intorno allegro, poi si soffermò sul suo viso. - Ehi, stai bene? Sei tutta rossa.-

Nihal si portò le mani sulle guance, erano bollenti. La sua pelle era calda fino alla punta delle orecchie. Il battito del cuore le aumentò vorticosamente non appena avvicinò la margherita e ne sentì il profumo delicato. Quella era stata la prima volta che qualcuno le regalava un fiore. Sapeva di non essere una di quelle ragazzine tutte miele che ricevevano decine di fiori al giorno e aveva sempre saputo di non voler mai essere così. Però, quel gesto, le aveva fatto un infinito piacere.

E per la prima volta nei suoi tredici anni, si rese conto di essere innamorata.

 

*~*~*~*~*

 

  - Ehi, cosa fai qui da sola?-

Una voce familiare la portò via dai suoi ricordi. Sennar le si avvicinò e senza dire altro si sedette al suo fianco sul tronco secco davanti alla casa di Soana. Da quella angolazione si riusciva a vedere l’ampia steppa su cui si ergeva la città torre, Salazar, imponente ancora di più colorata dalle tinte rosso acceso del sole al tramonto. I due restarono in silenzio, non sapendo come romperlo.

Sennar si chiedeva cosa potesse avere la ragazza, aveva capito le sue intenzioni di provare a essergli amica e di conseguenza lui aveva cercato di aiutarla, ma probabilmente era riuscito a ottenere solo l’effetto opposto.

Nihal invece non riusciva a capacitarsi di ciò che si agitava dentro di lei. Possibile che fosse andata fuori di testa per un misero fiorellino? Bastava così poco per farla cedere a tutte quelle sciocchezze romantiche di cui aveva sentito tanto parlare dalle sue coetanee a Salazar? Più ci pensava meno ci capiva, quello di cui era certa era che in quel momento tremava. Si sentiva la pelle scottare e le mani le sudavano. Non riusciva a spiccicare parola e meno che mai a guardarlo, cosa che invece a lui riusciva benissimo visti gli sguardi che le lanciava. Tutta la parte destra del corpo di Nihal, quella vicina a Sennar, era completamente paralizzata.

Come poteva piacerle quel ragazzino così diverso da lei, studioso, per niente agile e guerrigliero, e con quella zazzera rossa e spettinata?

Tornò a guardare il fiore, per nulla appassito, e Sennar fece la stessa cosa.

  - Come mai lo hai ancora?- la sua voce ruppe finalmente quel silenzio pesante.

Nihal non rispose, poi si voltò e disse. - Perché l’hai fatto Sennar?- gli chiese indicando la margherita. Gli occhi azzurri si posarono su di lei, fissi in quelli viola. Sorrise. - Perché avrei dovuto non farlo, Nihal?-

Lei si accorse di essere arrossita ancora ed abbassò lo sguardo. - P-Però... nessuno mi aveva mai offerto un fiore prima di oggi... grazie. Ma perché me lo hai regalato?- disse timidamente.

Poi, inaspettatamente, Sennar scoppiò a ridere rompendo l’atmosfera. La ragazzina lo guardò fulminandolo. - Che diavolo c’è di così divertente?-

  - E’ che, sembri una ragazza come tutte le altre oggi! E’ strano... - dopo un momento interminabile, il mago smise di ridere ma non di sorridere divertito. -... la margherita è un fiore di campo, semplice. La si vede nei prati a primavera, ed è forte, perché non ha bisogno che qualcuno gli bagni le foglie con l’acqua, la ripari dal sole estivo. Lei cresce da sola con i soli doni che le fa la Terra... per questo te l’ho data. Perché ti assomiglia, non trovi?-

Nihal era rimasta affascinata da quelle parole e non si rese subito conto del complimento fattole dal ragazzo. Sentì una forte pressione al petto e una voglia di dirgli cosa provava l’assalì. No, sarebbe sembrata stupida, non poteva essere così incauta. Eppure sentiva il desiderio di abbracciarlo e di farsi stringere, anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno. Sì, era innamorata di quel ragazzino, adesso ne era certa.

Si voltò di scatto a guardarlo fisso negli occhi azzurri, talmente chiari da far apparire l’iride quasi trasparente. Amava quegli occhi, lo sapeva. Prese fiato, pronta a dirglielo, fregandosene dell’essere cauta e orgogliosa per una volta. Doveva e voleva solo liberarsi di quel peso.

Vide Sennar sorridere divertito e dire inaspettatamente una frase che mai si sarebbe aspettata. - E va bene, non è solo per questo motivo che te l’ho regalata... -

Il cuore di Nihal sembrò impazzito, che anche lui provasse i suoi stessi sentimenti? Lei trattenne il fiato aspettando che lui finisse la sua frase. E la finì. -... la verità è che l’avevo colta per Soana, per farla rallegrare un po’. Ma poi, mi sono ricordato che odia le margherite, poi sei passata tu e... - Sennar si voltò verso la ragazza e la guardò negli occhi. - Nihal, va tutto bene?-

Una rabbia improvvisa mosse veloce la mano della ragazza verso la guancia di Sennar.

Il sonoro ceffone riecheggiò per tutta la steppa.

Nihal si alzò e se ne andò dentro casa sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Poi uscì di nuovo e urlò. - Sei un’idiota Sennar! Ti detesto!-

La porta si chiuse con un colpo secco lasciando il ragazzo confuso e con la guancia rossa, inconsapevole di quanto si meritasse davvero quello schiaffo.

Dall’altra parte, Nihal aveva completamente cancellato i sentimenti provati solo pochi istanti prima, certa che mai più avrebbe fatto lo stesso errore nella sua vita. Sicura che avrebbe odiato il mago per l’eternità. Prese la margherita e la ficcò in un libro, chiuso come il suo cuore.

Chissà, forse se quel giorno Sennar si fosse tenuto per sé quel segreto, la storia sarebbe stata ben diversa.

Forse.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

******************************

Note autrice: Ehilà gente, ecco un’altra fic partorita su questa coppia. Devo dire che l’idea di partenza era stata diversa, molto più bambinesca, ma poi l’ho trasformata in un qualcosa che ancora non so bene definire, ma che mi piace abbastanza.

Devo soprattutto ringraziare la mia nee-chan, Seiko, per tutto. Questa fic è anche merito tuo tesoro, quindi, anche se non la leggerai, te la dedico, perchè sei speciale e perchè ti voglio un mondo di bene. Mi scolti, mi capisci, mi fai morire dal ridere e mi rendi anche triste perchè non siamo vicine e non posso vederti come vorrei. Spero che la vita ti porti tante cose belle ( me esclusa! ) te le meriti e ti faccio un pò di pubblicità xD Ti voglio bene tata! ^-^

Spero sia stata una lettura di vostro gradimento.

Ci terrei a ringraziare tutte quelle persone che hanno recensito le mie ultime due fic postate su questo fandom : “Rivelazioni” e “Com’è dura la vita del miglior nemico!”.

Grazie, siete stati tutti davvero carinissimi *-* scusate se non vi ringrazio singolarmente ma devo scappare a dormire visto che è l’una passata ^^’

 

Alla prossima, ho altre due fic in mente per loro =3

 

Baci,

Selhin

 

 

 

 

 

 

   
 
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