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Autore: nes95    10/02/2010    7 recensioni
Sono stato un idiota a svenire così, dai, che sarà mai un … oh mio dio, prima di risvenire di nuovo, calmati. Su, due respiri, ispira, espira, daccapo dai, non è difficile. Ispira, espira. Va bene, cioè, se dimentichiamo il piccolo particolare per il quale la dona che amo è andata via di casa. Ok, allora, ispira, espira. ispira, espira. Ecco calmato. Tanto ci voleva? MM di I’ll Be There For You. Spero vi piaccia
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nick Jonas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Wow, primo MM della mia saga, che emozione! Sappiate che è una mezza schifezza, ma a mia discolpa dico che ho trentanove e mezzo di febbre e quindi deliro! Comunque, questo MM si può ricollegare al capitolo cinque, capirete alcune cose poi nel capitolo sette, che posteremo tra pochissimo! Ora vorrei dedicare un momento alle pubblicità: vi consiglierei di leggere On The Line, una fan fiction scritta a due mani e mezzo con maggie_lullaby pubblicata nel suo account. Inoltre vi consiglio di leggere la storia da cui è tratto questo MM, I’ll Be There For You. Bene, ho finito! Un bacione a tutti, spero che vi piaccia.

 

L’uomo che sa scegliere vive veramente bene la vita e la gioca pienamente.

- Oreste Benzi -

 

Quando mi alzo mi accorgo che è notte fonda,ho un forte mal di testa e senti che la casa è molto, troppo silenziosa. Lei è andata via, e ha fatto bene. Sono stato un idiota a svenire così, dai, che sarà mai un … oh mio dio, prima di risvenire di nuovo, calmati. Su, due respiri, ispira, espira, daccapo dai, non è difficile. Ispira, espira. Va bene, cioè, se dimentichiamo il piccolo particolare per il quale la dona che amo è andata via di casa. Ok, allora, ispira, espira. ispira, espira. Ecco calmato. Tanto ci voleva? Il cellulare prende a squillare, lo afferro e controllo il display, sperando che sia lei. O anche no, è la cara nonna. Alle … tre e mezzo del mattino. Oddio.

“Cos’è successo?” chiede senza troppi preamboli mia nonna, con voce scocciata.

“Cosa?” rispondo grattandomi la nuca.

“Perché la finestra di casa tua è spalancata e c’è la luce accesa?” va bene, sono ufficialmente terrorizzato da questa donna.

“Nonna, ma tu come …?” comincio a chiedere, interrotta poi da lei, che mi ordina di aprirgli il citofono.

“Ma sei qui?” le chiedo spaesato.

“Certo, mica me lo invento che hai la luce accesa e la finestra spalancata” mi risponde ovviamente, premo due volte il tasto del citofono e socchiudo la porta d’ingresso, poi corro a chiudere la finestra e mi infilo una felpa pesante, dato che, non ricordo perché, ero solo con una maglia a mezze maniche. Quando rientro in soggiorno trovo la porta chiusa e la borsa e la giacca della nonna appoggiati sul divano.

“Nonna?” chiamo incerto.

“Qui!” risponde la nonna dalla cucina. Quando entro la trovo tutta occupata a mettere su il thè, prende dei biscottini e li posa in un piattino, poi zucchero e dolcificante. Mi siedo allo sgabello dell’angolo colazione e poggio la testa sulle braccia, cercando di far passare il mal di testa. La nonna intanto finisce di fare le sue faccende e si siede di fronte a me, porgendomi una tazza.

“Dov’è la tua ragazza?” chiede, intingendo un biscotto nel thè. Eh, dov’è la mia ragazza? Rimango in silenzio senza alzare nemmeno la testa.

“Nicholas …” m riprende mia nonna.

“Non lo so … non lo so, ok? E’ tutto un casino, non ce la faccio” rispondo sfogandomi, la nonna mi prende la mano poggiata sul bancone e mi sprona ad alzare gli occhi dalla tazza. Faccio un sospiro e alzo gli occhi, finalmente. Ora, dire tutto o fingere che no non sia successo nulla? La nonna è la persone che mi copriva nelle marachelle a scuola o quando marinavo le lezioni per andare al parco con i miei amici. Ma qui non si tratta di saltare le lezioni per una mattinata.

“Avanti” mi dice facendo una buffa espressione che mi convince a cominciare a parlare. Le racconto della sera prima della partenza di Amalia, le racconto di quanto ci stavo male quando non potevo sentirla se non per telefono quando capitava, le racconto della sua visita, le racconto del pomeriggio, le racconto … tutto il resto. La nonna non mi interrompe e mi lascia parlare, mentre mangiamo un biscotto dopo l’altro.

“Sono stupita, tesoro” mi dice quando finalmente giungo al termine del mio racconto, di cui prima nessuno era a conoscenza.

“Lo so nonna, quella sera è stato tutto così … non so spieg …”

“Ma che dici, lo sai che non sono mai stata a favore di quegli stupidi aneli, se ti sentivi pronto non è certo un cerchietto che ti deve fermare” comincia interrompendomi “anche se te la potevi evitare proprio. Ma dico, è mai possibile che … guarda, a tuo padre lo dici tu, non mettermi in mezzo” mi dice poi incrociando le braccia al petto.

“MA nonna!” mi lamento. Io? A mio padre? Ma quello mi uccide, mi squarta, mi mozza la testa, mi impicca, mi brucia vivo, mi scortica la pelle, mi …

“Ma nonna un corno, non meriti il io aiuto, se quando lei ti ha dato questa notizia tu sei svenuto. Svenuto!” mi dice, sospiro un po’ più rilassato e mi poggio meglio sul bancone.

“Nonna ero … frastornato. E lo sono ancora adesso. Ero, strabiliato, spaventato. No, anzi. Più che terrorizzato. Nonna non ho nemmeno diciannove anni” rispondo con lo sguardo nuovamente perso. Non posso fare qualcosa del genere. Oh dio mio in che casino che mi trovo … sono uno sfigato.

“La ami?”mi chiede a brucia pelo la nonna, dopo qualche secondo di silenzio che avevo passato a insultarmi mentalmente.

“Nonna!” esclamo sorpreso, lei fa un gesto con la mano come a liquidare la mia esclamazione.

“Allora?” chiede ancora.

“Nonna, è la persona più … dolce, bella, intelligente e fantastica che io abbia mai incontrato, certo che la amo” rispondo d’un fiato, diventando rosso come poche volte in vita mia.

“E allora perché sei spaventato?” mi chiede. Bella domanda.

“Per questo nonna. Lei è perfetta, sarà una madre eccezionale mentre io sarò un fallimento. Non posso paragonarmi a lei”

“Secondo il tuo cervellino bacato lei non è terrorizzata almeno il doppio di te?” mi chiede nuovamente. Non ci avevo mai pensato “sarà lei che avrà le nausee mattutine, che avrà una mongolfiera al posto della pancia e che passerà l’inferno durante il parto. Non è terrorizzata? Con l’unica differenza che è una ragazza, ha bisogno di un uomo forte che la protegga e la tranquillizzi, di un uomo che sia pronto a prendersi le sue responsabilità e che le possa regalare una vita tranquilla e piena d’amore” mi dice. Certo, vorrei poterglielo dare ma non credo di essere all’altezza. Che casino!
“E se non dovessi essere all’altezza?” le chiedo sconsolato. Mia nonna mi guarda per un secondo con gli occhi verdi come quelli di mio fratello.

“Quando immagini il tuo futuro … a cosa pensi?” mi chiede. E ora che c’entra?
“Io … ehm, non lo so. Prima Amy si deve diplomare alla Juliard, poi vedremo” rispondo.

“Pensi che la vostra relazione possa finire?” chiede.

“No!” esclamo convinto ridendo “la nostra più che una semplice relazione è … non lo so, nonna. Qualcosa di magico. come se siamo stati creati per stare insieme” rispondo sinceramente, mettendo fuori i miei pensieri come non avevo mai fatto. La nonna sorride, poi si guarda le mani.

“Ascolta” mi dice sfilando un anello dall’anulare “questo è quanto di più prezioso possegga. Me lo ha regalato tuo nonno quando mi chiede di sposarlo. Ricordo che non potette pagare la benzina del suo motorino per quasi due anni. Ci sono molto affezionata” mi spiega mettendomelo nelle mano destra “voglio che lo teniate voi. Il matrimonio con tuo nonno è durato più di quarant’anni. Penso posti fortuna” aggiunse sorridendo. Lo strinsi nella mano, capendo le sue parole.

“Nonna …”

“Nonna nulla, adesso vai da lei, e fai l’unica cosa intelligente della giornata” mi ordina. Io annuisco convinto e mi alzo in fretta, prendendo il telefonino e le chiavi dell’auto. So dov’è, l’ho sempre saputo, sto per uscire di casa quando mi giro e trono in casa.

“Nonna?” chiedo.

“Cosa c’è?” mi risponde lei mettendo a posto le tazze.

“Sono le tre e mezza, che ci fai in giro alle tre e mezza?” chiedo stranito. La nonna scoppia a ridere.

“Sai che non lo so? Non riuscivo a dormire e ho deciso di fare una passeggiata” mi risponde. Annuisco un’altra volta e faccio per uscire dalla cucina.

“Nonna?” la chiamo un’altra volta.

“Cosa c’è ancora?” mi chiede scocciata, ma con un sorriso bonario sul volto.”Grazie, ti voglio bene” rispondo, poi senza più perdere tempo mi fiondo in auto e comincio a correre, scalando le marce velocemente. Quando dopo un quarto d’ora arrivo nella nostra spiaggia la vedo, seduta che cerca di darsi calore con le gambe raggomitolate. Fissa l’oceano e non l’ho mai vista tanto perfetta. Stringo quello che nella tasca e finalmente mi decido a correre fino a lei. Sicuro di quello che devo fare.

  
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