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Autore: Sokew86    10/02/2010    1 recensioni
Una scuola,un gruppo segreto. Un fico della scuola che nasconde un segreto. Un ragazzo occhialuto che si sente il Genio del male? Cosa altro posso dirvi?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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M4

 

 

 

4 Capitolo

Marguerite Duras

 

La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.

 

La mattina per Simone era un supplizio.

Odiava svegliarsi, per lui era una cosa intollerabile, soprattutto per andare a scuola.

Forse Simone non si era mai reso conto che per tutti era così,ma dall’altra parte il ragazzo era un tantino egocentrico e quindi era normale per lui sentirsi l’unico così abbattuto dal risveglio.

Prese la borsa e si avviò,il freddo gli punse le guance e il ragazzo ci passò una mano sopra,tra un paio di giorni avrebbe dovuto farsi la barba:una scocciatura.

Nonostante le difficoltà Simone era riuscito a scrivere un racconto,non lo convinceva per niente.  Ammetteva di essersi  parecchio ispirato agli ultimi film che aveva visto,sperava solo che gli Scrittori pazzi non se ne accorgessero.

Ma in fondo che cosa c’era di male?Anche L’imitatrice ,cioè Flavia, scriveva cose ispirate ad altre opere.

Quindi era tutto in regola,no?Ma allora perché si sentiva così maledettamente nervoso?

Simone era fuori la porta,si era seduto sulle scale :una vecchia abitudine acquisita dalle medie.

Sentiva il suo batticuore iper-veloce.

Non era solo emozione,la sua era paura di essere giudicato.

I membri non l’aveva cacciato fuori ,ma lui non ce l’aveva fatta ad assistere ad altre persone che leggevano  e commentavano il suo scritto.

L’imitatrice posò una sua mano sopra la spalla del ragazzo facendolo voltare di colpo,gli occhi spenti della ragazza si incontrarono con i suoi carichi di stress.

Nella stanza Simone trovò i membri del giuria seduti al grande tavolo centrale,l’unico posto libero era quello a capo-tavola.

<<  Respinto.  >>   dura e crudele senza fronzoli di giri parole, la verità risuonò nella testa del ragazzo che non ebbe neanche la forza di chiedere il perché.

<<  Simone questo racconto … bhe d’accordo che è il primo,ma … come posso dire… sì è confuso quasi come se non sapessi cosa dire.  > >   il metallaro guardò sott’occhi Simone,per lui era difficile  fare le critiche.

<<  Forse ti abbiamo dato fretta e non ce ne siamo accorti … >>  Veronica lesse velocemente le prime righe del racconto che stavano criticando

 Roberto fissò gelidamente i due colleghi che si zittirono immediatamente,il messaggio era chiaro:una delle prime regole degli scrittori pazzi era che la critica doveva essere feroce.

< <   Non da’ nessuna sensazione,sembra una lista della spesa. E’ vagamente ispirato o forse il termine giusto è copiato dal film trasmesso in TV la settimana scorsa. E’ la prima volta che utilizzo questo termine, è patetico.   >>

Patetico,era una parola che mai era stata rivolta a Simone e di certo il ragazzo era contento della cosa.

Patetico era un termine così cattivo che se  fosse stato per  Simone, andava eliminato dai vocabolari di tutti il mondo,lo scrittore patetico si alzò dalla sedia: << Prova a ripeterlo!  >> disse a bassa voce minacciosa.

<<  Si sieda e non faccia l’idiota.  >>

<<  Non mi siedo.  >>

Mr Tronky restò seduto:  <<  Qui non sei a scuola,dove i professori per non sporcarsi le mani le permettano di fare tutto ciò che vuole. Si sieda immediatamente. Dannato ”VIP” da strapazzo.  >>

Gli altri membri degli Scrittori pazzi erano spaventati,Roberto non si era mai tanto alterato. Eccetto l’imitatrice che sembrava interessata al nuovo catalogo d’espressioni da memorizzare e da imparare a imitare.

L’Imitatrice in realtà aveva un atteggiamento molto più positivo alla vita di quello che dimostrava,quando succedeva qualcosa di brutto cercava di rimanere lucida e di trovare il lato costruttivo. Quale era il suo migliore lato costruttivo, se non quello di imparare a imitare qualche nuova espressione? Quindi si sistemò meglio sulla sedia e osservò eccessivamente incuriosita la scena.

<<  Prego.  >>   ironizzò Simone con una mano invitando l’altro a parlare.

<<  Lei può fare di più,lei potrebbe davvero scrivere qualcosa di meglio se avesse il coraggio di farlo.  >>

 

<<  Cosa diavolo stai dicendo.?  >>  Simone fissò il capo senza capire,aveva la vaga impressione che il discorso stesse prendendo una strana piega personale.

<<  Lei ha paura di essere giudicato signor Caccavale. Una paura così forte che trattiene i suoi pensieri più anticonformisti nella sua mente e che non osa di riportarli sulla carta. Lei è così preso dal giudizio degli altri ,che è sempre lì con l’orecchio teso pronto ad ascoltare le maldicenze della gente, ma vuole sapere la vera differenza tra uno scrittore e un non scrittore? Lo scrittore,se non è corrotto, se ne frega dell’opinione degli altri anzi ostenta con arroganza ingiustificata la sua,anche se questa è uguale alla maggior parte delle persone. Uno scrittore osa,osa immaginare una vita,delle persone con il loro aspetto e carattere,osa. Questo è l’azione principale di uno scrittore.

Un vero scrittore scrive e basta. Certo se gli arriva la fama e la ricchezza non la rifiuta. Lo scrittore è  anche umano. E come tale anche lui può sbagliare e questo racconto è uno sbaglio imperdonabile, per le capacità che ha!Cosa stava pensando quando scriveva ? Anzi meglio ancora,che cosa provava quando scriveva?  Uno scrittore scrive perché vuole scrivere , perché si sente bene quando scrive!  >>

Era una lezione di scrittura oppure una lezione di vita?

<<  Questo discorso non ha senso,lo sai che mi sembra signor Franco?Soltanto un unione di banali luoghi comuni di un intellettuale che si crede superiore a tutto e a tutti!  >>

<< Di certo superiore  a lei signor Caccavale.  >> ringhiò Mr Tronky.

Veronica si alzò di scatto, abituata come era a  gestire le assemblea d’istituto di quella scuola,che a volte finivano con le porte rotte della palestra: avvertì il pericolo imminente di uno scontro tra i due scrittori e trascinò fuori dalla stanza Simone.

La rabbia aveva sconvolto il bel viso del giovane che, Veronica quasi non riconobbe.

<<  COME PUOì SOPPORTARLO?  >> un urlo demoniaco uscì  dalla bocca del ragazzo.

Veronica lo colpì con uno schiaffo,lo stupore offuscò totalmente la rabbia.

La rappresentante d’istituto teneva le spalle del ragazzo bloccate con le mani:  <<  Ti sei calmato?  >>

Prima che Simone potesse dirgli qualcosa,Veronica lo fissò:  <<  Devi imparare ad accettare le critiche.  >>

Veronica gli indicò le scale:  <<  E anche i consigli. Adesso vai a casa fatti una doccia e rilassati. Chiaro?  >> ordinò la ragazza con voce chiara e autoritaria.

E mentre il Vip della scuola scendeva le scale, Veronica gli urlò:  <<  Per rispondere alla tua domanda!Io a Roberto  voglio bene!  >>

Giorno seguente,Simone si trovò in classe l’imitatrice. I suoi occhi vuoti lo fissarono a lungo   <<  Ti voglio portare in un posto. Avverti i tuoi genitori,ci vediamo a fine lezione.  >>

L’imitatrice non era un tipo socievole,non ti permetteva neanche di sentirti a tuo agio: guardava dritto davanti a sé ,soltanto ogni tanto lanciava una occhiata fugace dietro alle sue spalle, per vedere che chi era con lei la stesse seguendo.

Simone cercava di tenere il passo senza riuscirci,era troppo veloce persa in un mondo, che lei non permetteva a  nessuno di entrarci,forse neanche a se stessa.

C’era una chiesa davanti a Simone, una chiesa piccola. Il ragazzo indicò perplesso l’entrata.

La ragazza annuì semplicemente,per lei era ovvio.

Simone entrò, un improvvisa sensazione di freddo lo pervase.

Una lungo corridoio con due sbocchi laterali formavano una croce: era in una chiesa romanica.

L’imitatrice si sedette su una panca e il ragazzo la imitò:  <<  E qui che scrivo.  >>

Simone fissò la ragazza per un lungo istante,una chiesa gli sembrava un posto troppo spettrale per scrivere.

Flavia fissò Simone:  <<  Questo è anche un posto ottimo per piangere quando si ha fallito,nessuno ci fa tanto caso se qualcuno piange in chiesa, soprattutto se si è silenziosi.  >>

Simone rise nervosamente,quella ragazza aveva la capacità allarmante di stupirlo, di farlo sentire a disagio:lui che tutta la sua vita aveva venduto pezzi della sua anima per essere accettato per non sentirsi mai un pesce fuor d’acqua.

 <<  Fallito?  >> domandò scioccamente.

<<  Fallito.  >>   lo sguardo della ragazza tornò a vagare per la chiesa:  <<  Per me significa che sei caduto ma cerchi di risalire e di non cadere più nella stesso errore.  >>

<<  Ah.  >>

<<  E’ patetico significa “che è mesto e malinconico e desta tristezza e commozione.” Quindi il tuo racconto non è una lista della spesa, perché da’ una sensazione patetica ma da’ una sensazione. Uno scrittore quando scrive deve pensare a quale sensazione vuole dare al lettore:paura,allegrie e ecc. Per me quando hai scritto quel racconto hai pensato che era patetico ed è quella sensazione che hai dato.  >>

L’imitatrice si alzò e fece una vago inchino:  <<  Adesso vado,ci vedremo in sede scrittore.  >>

Perplesso sia per le parole della ragazza che per il comportamento non troppo educato ,Simone riuscì a bofonchiare qualcosa come ah.

Sentì solamente un leggero sbattere della porta d’ingresso.

Era una tipa strana l’imitatrice eppure in qualche modo riusciva quasi ad apprezzare la sua strana personalità,Simone guardò il soffitto della chiesa concentrandosi sui particolari.

Effettivamente … quando aveva scritto quel racconto, non era sicuro della sua bellezza,anzi per tutto il tempo, si ero preoccupato della possibilità che la  commissione  si sarebbe accorta dello scopiazzamento del film spunto.

Ma si era davvero concentrato sulla storia?Sui personaggi?Anzi a dire la verità Simone non ricordava neanche che cosa avesse scritto,come poteva pretendere che un racconto che lui aveva scritto e che non gli piaceva minimamente, potesse arrivare nel cuore di un lettore?Non aveva senso.

Un piccolo risata trattenuta uscì dalle labbra del ragazzo,no non aveva senso ,come non aveva senso rimanere lì a fissare un soffitto di una chiesa,però …

<<  Adesso come vado a casa?  >>

Non aveva la più pallida idea di dove fosse, nel tentativo di stare a passo con la ragazza, non aveva dato neanche un’ occhiata alla strada che stavano percorrendo.

Si era perso e di brutto.   

Era riuscito a prendere di corsa la metropolitana e Simone stava recuperando fiato per lo sforzo appena compiuto.

Simone riaprì gli occhi,

una donna gli era di spalle,aveva i capelli raccolti  in una treccia alla francese lunga fino al sedere.

Sembrava un elfo:

donne con i capelli così lunghi non si vedono così spesso  in Italia.

La donna attirava gli sguardi degli uomini e delle donne alcuni semplicemente curiosi,altri invidiosi.

Il ragazzo iniziò a guardala sott’occhio e poi piano piano prese una penna.

Scrisse una breve descrizione sulla donna dai capelli lunghi,all’inizio era solo fisica.

Simone tornò a guardala,che tipo di donna porterebbe i capelli così lunghi?Un’esibizionista? Di sicuro una donna paziente:c’era la madre di Simone che si lamentava perché ci metteva “troppo” tempo ad asciugare quei quattro spaghetti che aveva in testa. Quella signora minimo mezz’ora ci metteva per asciugare i suoi.

Una donna paziente,

Simone riprese il foglio dove aveva appuntato la sua descrizione.

Alla fine si pensa che scrivere sia una cosa difficile invece no,per scrivere ci vuole solo un minimo di interessamento agli altri ed imparare ad osservare,solo questo chiede la scrittura.

Soprattutto imparare a non farsi beccare a fissare fisso qualcuno.

L’elfo di Simone lo guardava con uno sguardo che non prometteva niente di buono.

<<  Maleducato.  >>

 Simone passò alcune notti insonne prima di dichiarare:  <<  Finito.  >>

Sfogliavano con assoluta lentezza il racconto di Simone,quasi come volessero studiare a tatto la consistenza della storia.

C’erano di nuovo tutti gli Scrittori pazzi,nel viso di ogni membro un’espressione indecifrabile ma  il VIP della scuola si sentiva sicuro di sè anche se gli avrebbero detto rimandato,lui avrebbe sorriso comunque fiero e orgoglioso del suo primo racconto.

<<  E’ bel racconto fantasy.  >>

Tutto qui,alla fine uno scrittore non vuole sentirsi altro, basta così poco per rendere felice uno scrittore.

L’Imitatrice guardò Simone per un lungo istante.

Il metallaro e Veronica sorrisero.

Ognuno ebbe la propria reazione naturale.

C’è l’aveva fatta, ci era riuscito,aveva scritto il suo primo racconto.

La sua mente sembrava in costante lavoro, pronto a cogliere ogni frammento di vita per descriverlo.

Simone si sentiva bene,in pace,si divertiva un mondo nella sede degli scrittori pazzi e non aveva rinunciato alla sua vita mondana,anzi come gli aveva spiegato Roberto,la maggior parte degli scrittori aveva la vita da Vip come la sua.

Come Balzac che era sempre immischiato in problemi di donne e di gioco

L’imitatrice era al tavolo con l’espressione vagamente accigliata, i suoi occhi erano carichi di rabbia,quegli occhi senza vita si erano finalmente accessi per qualcosa.

Quel qualcosa era la firma della madre di Simone Caccavale che come aveva definito la ragazza:  <<  Queste non sono lettere. Queste è un incrocio tra l’alfabeto arabo,cirillico,latino e con gli ideogrammi cinesi!Dì a tua madre ,da parte mia, che non ci sarà mai nessuno capace di copiare la sua grafia! Se così la vogliamo chiamare per intenderci.   >>

Il metallaro si avvicinò alla amica nel tentativo di calmarla:così arrabbiata non sarebbe mai riuscita a falsificare la firma della madre del nuovo membro!

<<  Per favore signorina Caputo non si alteri,una firma non perfetta basterà per far uscire il signore Caccavale prima.  >>

Mr Tronkie mangiucchiò un lato della sua merendina,composto e con il suo solito atteggiamento da adulto irritante,come sempre.

<<  E’ una fortuna Simone!Stiamo per andare a vedere il tuo scrittore preferito!  >>

Veronica sorrise.

Era tutto tranquillo,perfetto?

Simone,il nuovo membro degli Scrittori pazzi,rimase incantato dal cielo azzurro mentre mostrava l’autorizzazione,con la firma faticosamente copiata dall’imitatrice, d’uscita alla portinaia.

Tra meno di un’ ora sarebbe andato a sentire il suo scrittore preferito … e c’era anche qualcuno con cui condividere la sua passione per la letteratura.

<<  Su,signor Caccavale andiamo.  >>  Simone si voltò verso la voce di Roberto  Franco sorridendo.

Il genio del male sembrava in quel momento, data la posizione, immerso in quel cielo limpido,il suo sguardo e la mano che indicava a Simone di sbrigarsi, sembravano accennargli un nuovo mondo infinito:la letteratura

Un modo che anche lui,avrebbe contribuito come meglio poteva nel suo piccolo.

Simone aumentò il passo e raggiunse il colonnello dalla faccia d’insetto,anche se tra di loro non scorreva buon sangue erano pur sempre colleghi.

Anche se Simone aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai scritto lo stesso genere di Roberto.

In fondo era meglio evitare la competizione con quello strano ragazzo.

<<  Senti Roberto avevo pensato di scrivere questa storia parla …  >>

 

FINE

 

 

 

NOTE DELLO SCRITTORE PAZZO:

 Spero che questo sciocco racconto vi sia piaciuto,mi dispiace immensamente per i continui errori di ortografia ma ho preferito lasciarlo intatto come corpo da reato,da osservare per rendersi conto degli errori passati. Comunque sia auguro a tutti di diventare uno scrittore pazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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