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Autore: Mue    11/02/2010    1 recensioni
La squadra di Quidditch di Katie Bell ha bisogno urgente di sponsor e quando il suo manager riesce a trovarne uno a Katie sembra quasi un miracolo.
Peccato che lo sponsor sia il viscido, odioso e sadico Principe delle cravatte a cui lei ha fatto un terribile dispetto ai tempi di Hogwarts.
Una storia divertente su due personaggi insoliti.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Katie Bell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non voglio essere denunciata per danni psicofisici permanenti, perciò prima che proseguite la lettura vi avviso subito: questa storia è stupida. Ma tanto, tanto stupida.
Io vi ho avvisati. Nemmeno la splendida betatura di Lady of Lorien/Alasse ha potuto ridurre il tasso di stupidità ai limiti consentiti dalla legge italiana (che sono già molto alti).
Perciò siete avvertiti.
Ah, è anche stata scritta per l'iniziativa "Carnevale a..." di Fanworld, anche se questo ha poco a che fare con la stupidità in questione.
Ancora qui? Beh, allora non ho altro da dire che buona lettura!
Disclaimer: I personaggi e gli elementi creati da J.K. Rowling presenti in questa fanfiction sono suoi e solamente suoi, il resto della storia è tutto una mia invenzione. Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
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Capitolo I



3 maggio, Sutcombe.

«Ragazze, abbiamo uno sponsor!»
«Katie, passami la maglietta!»
«Avete visto il nuovo Cercatore delle Vespe di Winbourne? E’ uno schianto!»
«Stasera andrò al concerto delle Sorelle Stravagarie con il mio ragazzo! Non sto più nella pelle!»
«Ragazze, mi avete sentito? Abbiamo uno sponsor!»
«Jenny! Stavi per calpestare la mia Nimbus!»
«Freya, smetti di riempire il mio armadietto con la tua roba!»
«Ragazze?»
«Oh, Neil» disse Freya, accorgendosi del suo ingresso. «Attento a…»
Troppo tardi.
Neil aveva fatto un passo avanti e il suo piede era incappato in una saponetta, finita chissà come proprio davanti all’ingresso dello spogliatoio in cui aveva fatto irruzione.
La terra sparì di colpo da sotto i suoi piedi e riapparve un istante dopo, dura e dolorosa, giusto giusto sotto il suo fondoschiena.
«Per tutti i demoni del Galles!» inveì Neil, massaggiandosi la parte lesa dalle mattonelle dello spogliatoio.
«Scusa, Neil!» esclamò Nadia, avvolta in un asciugamano sbiadito e con i capelli pieni di shampoo. «Ti sei fatto male?»
Neil bofonchiò qualcosa, rimettendosi in piedi aiutato dalle braccia nerborute di Freya: un’operazione non troppo semplice, considerato quanto era alto e grosso Neil. «Jenny ha stregato le saponette della doccia tre giorni fa» spiegò lei una volta che lo ebbe risollevato, lanciando un’occhiataccia alla colpevole in questione. «Non siamo ancora riuscite a impedire che corrano a nascondersi appena uno entra nelle docce.»
«Ehi, non è colpa mia!» si giustificò Jenny, agitando i pantaloni della sua divisa da Quidditch per aria. «L’idea è stata di Loreena! Io ho solo fatto l’incantesimo che mi ha suggerito.»
Loreena si sporse dalla seconda fila di armadietti, semivestita. «Se hai sbagliato la formula sono affari tuoi. E comunque era una vendetta più che meritata: Nadia ci aveva ammazzato di Bolidate solo per il gusto di farlo, l’ultimo allenamento.»
«Cosa?!» esclamò la ragazza chiamata in causa. «Guarda che io…»
«Va bene, va bene, ora basta ragazze… BASTA!» ruggì Neil, vedendo che le componenti della sua squadra di Quidditch si erano messe a bisticciare e non gli stavano dando retta.
Tutte si zittirono –o perlomeno finsero di farlo: Nadia e Loreena si stavano ancora punzecchiando a bassa voce.
«Che cosa volevi, Neil?» chiese Katie raccogliendosi i capelli biondi con una mano e legandoli in una coda.
Neil si schiarì la voce, cercando di darsi un contegno per la splendida notizia che doveva dare –che aveva già dato, a dire il vero, ma nessuna delle ragazze della Faihris Fury aveva sentito.
«Abbiamo trovato uno sponsor.»
A quelle parole tutte, persino Nadia e Loreena che erano passate quasi agli spintoni, si immobilizzarono e spostarono tutta la loro attenzione su di lui.
«Stai scherzando, vero?» fece Lara, incredula.
Neil scosse il capo, sorridendo fieramente. «No. E dovreste vedere che sponsor!»
«Sì, come no» sbuffò Nadia. «Come minimo sarà il Circolo delle Gobbiglie degli anziani di Brighton.»
«No, si tratta di una persona. Un uomo, molto ricco e molto giovane.»
Freya si illuminò. «Veramente? Chi è?»
«Ricco e giovane?» ripeté Lara. «Neil, che cosa gli hai promesso in cambio del finanziamento della nostra squadra?»
Neil si indignò. «Nulla di più di ciò che prometterei a qualsiasi sponsor: portare sulle vostre divise il marchio della sua ditta.»
«Devono essere un marchio o una ditta decisamente imbarazzanti se hanno accettato di pagare per le Faihris Fury» borbottò Jenny, cupa.
«Sciocchezze! E’ uno sponsor come un altro» ribatté Neil. «Dovreste fare i salti di gioia! Sapete anche voi che se non ne trovavamo uno entro il mese prossimo la squadra doveva sciogliersi, no? Ma ora potremo tornare all’attacco.»
«All’attacco di che cosa? Siamo praticamente le ultime in classifica, quest’anno» disse infastidita Irina, che era rimasta zitta per tutto quel tempo.
«Sciocchezze. Siamo alla trentunesima posizione» replicò ottimista Neil.
«Su trentatré squadre» puntualizzò Jenny.
«Ci rifaremo» fece Neil, asciutto. «E comunque volete sapere o no di chi si tratta?»
«Se proprio ce lo vuoi dire» ridacchiò Katie.
«Ebbene» annunciò Neil con fare cospiratorio, come se stesse per rivelare qualcosa di eccezionale. «E’ il Principe.»
La rivelazione fu seguita da un’esplosione di voci delle ragazze che si misero a parlare tutte insieme.
«Il Principe? Quel Principe?»
«Quello che è stato nominato discendente diretto di Tosca Tassorosso? L’unico discendente diretto ancora vivo di uno dei quattro fondatori di Hogwarts?»
«Quello che è diventato ricchissimo con la ditta di cravatte dei suoi?»
«Quello che detta la moda del momento inventando i nodi delle cravatte per ogni stagione?»
«Quello alto, biondo e affascinante?»
Le domande si susseguirono una dopo l’altra, entusiaste.
Solo Katie Bell, a cui erano cadute le braccia lungo i fianchi all’annuncio, non diede pari mostra di gioia.
Si limitò solo a chiedere, disgustata: «Zacharias Smith
 

   
 
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