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Autore: Mue    13/02/2010    8 recensioni
La squadra di Quidditch di Katie Bell ha bisogno urgente di sponsor e quando il suo manager riesce a trovarne uno a Katie sembra quasi un miracolo.
Peccato che lo sponsor sia il viscido, odioso e sadico Principe delle cravatte a cui lei ha fatto un terribile dispetto ai tempi di Hogwarts.
Una storia divertente su due personaggi insoliti.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Katie Bell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo III


9 maggio, Londra.

Katie Bell si presentò nell’ufficio di Zacharias “Il Principe” Smith il giorno seguente. Teneva in mano una copia della Gazzetta del Profeta e sembrava, per lo standard dei rapporti tra lei e Zacharias, particolarmente conciliante.
«Buongiorno, Smith» salutò –quasi con cortesia- quando entrò nella lussuosa stanza arredata con divani bianchi di pelle d’idra albina e una scrivania in legno di betulla rossa.
Zacharias, sprofondato in una comoda poltrona fluttuante all’avanguardia, alzò lo sguardo dagli schizzi per la nuova linea di cravatte estive e la vide.
«Buongiorno, Bell. A cosa devo l’onore di averti qui?»
«A te stesso» rispose lei gettandogli il giornale sulla scrivania.
Zacharias sorrise. «Mi ricorderò di ringraziarlo quando avrò il piacere di vederlo, allora.»
Katie sbuffò. «Smith, non sei divertente. Cosa significa quell’intervista?»
«Quale delle tante che mi hanno fatto ieri?» chiese lui, sornione.
Katie sentì le mani prudere in maniera irresistibile: quello smorfioso era già fin troppo arrogante e supponente a Hogwarts, e certamente la ricchezza –non meritata, a parere di Katie- e la bella vita non l’avevano reso meno sgradevole.
«Voglio sapere cosa stai tramando, Smith. Stai prendendo in giro le Faihris Fury o sei davvero interessato a sponsorizzarci e farti una barca di soldi attraverso di noi?»
Zacharias fece una smorfia indignata. «Bell! Ma come osi, dopo esserci conosciuti così a lungo a Hogwarts, dubitare dei miei intenti? Hai davvero letto quello che ho detto al giornalista della Gazzetta del Profeta
«Sì, l’ho letto» disse lei, contrariata. «E non sono riuscita a capire se hai un senso degli affari molto sviluppato o se invece sei il più abile paraculo che abbia mai incontrato.»
«Una cosa esclude l’altra?» insinuò lui, divertito.
Katie fremeva di rabbia. «Smith, non sono venuta qui a giocare con te! Dimmi la verità, una volta per tutte: hai finanziato le Faihris Fury per vendicarti di quella volta, a Hogwarts, che ti feci una Fattura Denundante davanti a tutta la scuola o sei davvero interessato alla mia squadra?»
Per un attimo il volto di Smith parve irrigidirsi al ricordo più che imbarazzante. Solo per un attimo, però, perché subito aprì la bocca in un ampio sorriso.
«Sono infido, non vendicativo. E per quanto possa essere dolce la vendetta, non lo sarà mai quanto la montagna di galeoni che posso guadagnare con le tue compagne.» Si alzò in piedi e, mani dietro la schiena, aggirò la scrivania per raggiungerla e fronteggiarla.
Smith era sempre stato piuttosto magro e allampanato, e il fatto che guardasse Katie dall’alto in basso la rendeva ancora più irritabile.
«Ho visto come giocate tu e le tue compagne di squadra: non siete male, ma vi serve una spintarella in più per tirare fuori il massimo di voi. Come una bella arrabbiatura.»
Katie spalancò la bocca, sbalordita. «Allora ci hai fatto mettere le cravatte apposta? Sapevi che ci avrebbero prese in giro e ci saremmo arrabbiate?»
«Lo supponevo.»
«E quelle belle parole ai giornalisti te le eri già preparate in caso di vittoria?»
Zacharias sorrise. «Una pubblicità efficace, vero? Sono rimasti tutti toccati dal mio discorso.»
Katie lo fissò immobile per qualche istante. Poi sospirò. «Avresti dovuto finire tra i Serpeverde, non tra i Tassorosso.»
Zacharias allargò le braccia, indicando un enorme quadro di Tosca Tassorosso appeso alla parete. «Temo che le mie origini me lo abbiano impedito.»
Katie scosse il capo. «E va bene. Ma attento, Smith! Se proverai ancora a metterci in imbarazzo…»
«Credo che mi limiterò a comprarvi delle scope migliori. Per ora penso che possiate rimontare la classifica solo con le vostre forze e mezzi migliori. Quando nemmeno delle Firebolt basteranno… dovremo inventare qualcos’altro.»
Katie ringhiò, ma per il momento sapeva che non poteva avere di meglio. «Spero per la tua salute fisica, Smith, che quel giorno non arrivi mai.» E gli diede le spalle, dirigendosi verso l’uscita dell’ufficio: prima di arrivarci, però, colse con la coda dell’occhio un gigantesco quadro, dalla parte opposta di Tosca Tassorosso, che illustrava tutti i nodi inventati da Zacharias e le istruzioni per farli. Erano più di cento, e tutti con nomi diversi: unicorno, mano del re, fiore del deserto, Iperione…
«Dimmi una cosa» disse, voltandosi verso Smith, incuriosita suo malgrado. «Quel nodo che facevano le cravatte, ieri… come si chiamava?»
Zacharias sorrise. «Era nuovo. L’ho creato il giorno prima della partita, apposta per l’occasione. Non hai visto la pagina pubblicitaria della Gazzetta del Profeta
Katie si accigliò: quella mattina si era fermata a leggere agli articoli sportivi. Tornò indietro a grandi passi, prese la copia del giornale che aveva portato a Zacharias e la sfogliò fino alla pagina indicata dall’uomo.
E il giornale le cadde di mano.
La pagina pubblicitaria era interamente occupata da un’enorme foto di una Katie ammiccante con una divisa di Quidditch molto ridotta e la cravatta della partita che faceva oscillare tra due dita, seducente.
Sotto, a grandi lettere, c’era scritto: Nodo “La Vergine”: quale uomo non vorrebbe provare a scioglierlo?
 «E’ straordinario come si riescano a manipolare le fotografie magiche» osservò Zacharias in tono incurante.
Katie alzò lo sguardo su di lui, muta per l’orrore.
Zacharias sorrise sorrise. «E’ vero, sono infido, non vendicativo. Ma a volte, per quanto possa essere dolce una manciata di galeoni tra le mani, non lo sarà mai quanto una ripicca pubblica.»
 

Fine.



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Ma come, già finita?
Eh, sì, temo proprio di sì. Io l'avevo detto che era una storia stupida xD Se scriverò ancora di questi due? Non so, ma qualcuno mi ha già proposto di fare un seguito. Io non prometto niente, per ora, ma se avrò un altro impulso di stupidità acuta, chissà...
Per ora grazie a chi ha letto e, soprattutto, a chi ha recensito.
Arrivederci alla prossima storia!

   
 
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