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Autore: ilenia23    13/02/2010    4 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Perdono, perdono, perdono. Chiedo umilmente perdono per il ritardo, per non aver avvertito e per avervi abbandonato per un pò ma tranquilli sono tornata!! E ci terrei a ribadire con forza che non ho alcuna intenzione di lasciare in sospeso questa storia...il problema è che quest'anno sono di maturità e non è per niente facile tenere tutto sotto controllo! Per quanto riguarda il chap...beh...breve ma intenso! godetevelo fino al prossimo aggiornamento. Mi raccomando recensiteeee!! Baci, Ile.

Grimmauld Place n. 12 – Novembre 1995

 

Sirius Black

 

“Scacco matto”gongolai soddisfatto,mettendo KO il re di Aryana, per l’ennesima volta.

Si lasciò andare sul divano accavallando le gambe e mettendosi a braccia conserte.

“Sono stufa di giocare”sbuffò, guardando distratta fuori dalla finestra del salone cupo di Grimmauld Place.

“Forse sei stufa di perdere..”ghignai,lanciandole un sorriso malizioso. Non lo notò neanche.

“Cosa c’è che non và?” chiesi paziente.

“Quello che non andava esattamente cinque minuti fa quando me lo hai chiesto:niente”dichiarò annoiata.

“Ah si? E da quando ti lasci battere per tre volte di fila a scacchi? E soprattutto da quando non ti infuri quando perdi? Dovresti saperlo che la finzione con me non funziona..”.

Mi lanciò un’occhiata scocciata e chiese come se nulla fosse: “Dov’è James?”.

Risi di gusto.  “Aspetta, fammi indovinare…tuo padre…”esclamai sarcastico.

“Sono già due settimane di silenzio..”mormorò preoccupata.

“Forse non ha niente da dirti riguardo quella faccenda…”.

“O magari è successo qualcosa che non vuole dirmi…qualcosa che ha a che fare con un certo Severus Piton..”disse con una chiara espressione di disgusto stampata in viso.

“Non sono certo un grande fan di Mocciosus ma forse non è con lui che devi prendertela…”borbottai, mettendo da parte gli scacchi.

“Ah già, secondo la tua prospettiva dovrei litigare ancora con mio padre, giusto? Guarda cosa è successo l’ultima volta..”.

“Allora non lamentarti se ti tiene nascoste le cose! Sei tu che hai un problema di fiducia con lui o è il contrario? ”.

“Io comunque non lo cercherò per prima..”ribatté testarda.

“È incredibile…” ridacchiai mentre mi accoccolavo accanto a lei.

“Cosa?”.

“Quando si tratta di tuo padre diventi una bambina capricciosa e testarda…”.

“Tu invece lo sei sempre testardo e orgoglioso..”.

“La smetteremo mai di punzecchiarci io e te?”chiesi mentre le davo un leggero pizzicotto sul braccio per la battuta precedente.

“Non credo..è troppo divertente vincere contro di te”disse dopo avermi restituito il pizzicotto. Sfrecciò via prima che potessi aggiungere altro.  Il suo profumo rimase nell’aria per un po’. Odorava di felicità. 

Una leggera inquietudine smuoveva il mio animo.   

 

Aryana  Silente

 

“Lunastorta, perché non ti fermi a cena?Resta anche Ninfa..ehm..Tonks..”rettificai notando l’occhiataccia che mi stava lanciando.

“Si, dai, sarebbe inutile aver fatto un viaggio a vuoto..”insistette Sirius.

Remus e Ninfadora erano venuti per parlare con mio padre ma all’ultimo momento quest’ultimo aveva mandato un gufo per disdire. E non era raro di quei tempi.

Sirius mi lanciò uno sguardo eloquente. Sapeva che ero preoccupata per la delicata situazione con mio padre ma quello che non sapeva era che la mia maggior preoccupazione era lui.

Era strano, molto strano, troppo strano.

E io facevo finta che andasse tutto bene nonostante dentro di me sapessi che dentro Sirius stava cambiando qualcosa, irreparabilmente.

Riuscii a scrollarmi quei pensieri dalla testa solo quando fummo seduti tutti a tavola di fronte ad un piatto di roast beef,accompagnato da pane elfico, l’ultima specialità di James. In mancanza di Harry&co. una delle poche cose che lo rallegrava era dilettarsi in cucina, oltre che provare incantesimi su incantesimi in compagnia di suo padre.

Lo guardai per un attimo.

A volte mi chiedevo se non fosse il caso di rimandarlo a Shantaram ma lui non voleva.

Voleva rimanere con noi nonostante tutto.

“Prigione per prigione..almeno sono con la mia famiglia”.

Erano queste le parole che aveva usato.

Sapevo che voleva essere un’ affermazione carina detta in tono sinceramente affettuoso ma mi dilaniava in due sapere di aver messo in una situazione del genere mio figlio.

Ricordo che in quel periodo pensavo che mi odiasse nonostante lui non facesse assolutamente nulla che desse adito a quella mia fissazione. Mi sorrise interrogativo, notando la mia espressione assorta. Scrollai la testa per tranquillizzarlo e mi intromisi nella discussione tra gli altri commensali.

“Qualcuno deve pur fermarla…sta mettendo le mani su tutta Hogwarts..”disse accalorato Sirius.

“Di chi parlate?”esordii, dopo aver fatto l’occhiolino a James.

“Della Umbridge, mamma. In che pianeta eri?”mi rispose a mo di rimprovero mentre portava alla bocca il bicchiere.

Nello stesso momento Sirius fece la stessa identica cosa.

Nello stesso identico modo.

Una strana inquietudine attanagliò il mio stomaco.

Perché non riuscivo a sorridere di fronte ad una scena simile? Perché invece sentivo che c’era qualcosa di incredibilmente malinconico e allo stesso tempo fatalistico in tutto quello?

“Oh, mi sono dimenticata di dirvi una cosa importantissima!”esclamò quasi affocandosi Tonks. “Ho incontrato Mundugus prima di arrivare qui, alla testa di porco. Ha detto che poco prima Harry, Ron, Hermione e altri ragazzi del suo corso stavano organizzando una specie di esercito..”.

“Esercito?”chiese sorpreso James.

“No, non proprio un esercito. Quello era solo il nome…più che altro una specie di Club segreto. Dato che la Umbridge ha bandito ogni genere di iniziativa di questo tipo, hanno pensato bene di infrangere le regole”.

Sul volto di Sirius apparve un sorriso malandrino.

“L’ intento è quello di creare un gruppo di difesa…”.

“AH! È tutto suo padre!”esclamò entusiasta Sirius.

“Già, peccato che i ragazzi manchino di un po’ di furbizia. Insomma, la testa di porco…andiamo…”proruppe Remus.

“Noi sapevamo aggirare meglio questo genere di ostacoli, eh vecchio lupo?!”.

Forse le mie paranoie su Sirius non erano poi così fondate…sembrava essersi rianimato.

“Ad ogni modo, qualcuno dovrebbe fargli sapere di essere più prudenti…”.

“Ci penserò io..”rispose Sirius.

Mi voltai verso di lui sorpresa.

“Tanto era da un po’ che non sentivo Harry, per cui, quale migliore occasione di questa, no?”.

“Ah si? E sentiamo come vorresti fare con la Umbridge che controlla la posta a scuola?”gli chiesi a metà tra l’infuriato e il sarcastico.

Sirius non aveva ancora capito che doveva starsene buono.

“Tu non ti preoccupare. Ho i miei metodi…e non uscirò da qui, stai tranquilla”mi precedette, scoccando un’occhiata d’intesa a James.

Decisi di lasciar correre. Qualsiasi cosa che rendesse James un po’ più coinvolto era un bene per lui.

 

                                                                         ************

 

Sirius Black

 

“Si, papà,per l’ennesima volta, ho capito: devo stare fermo immobile qui a fare la guardia prima che la mamma sappia cosa stiamo combinando”sbuffò impaziente il mio James.

“La parte più importante…”chiesi impaziente.

“E soprattutto non devo mettere per nessun motivo la testa dentro il caminetto con te. Posso soltanto stare a guardare..”.

“Bene, possiamo incominciare..”dichiarai estatico.

Non era solo il fatto che di lì a poco avrei parlato con Harry.

Stavo facendo qualcosa con James, solo io e lui.

Nonostante da quando eravamo arrivati a Grimmauld Place non avessimo fatto altro che stare insieme, non mi ero ancora abituato al nostro rapporto.

Ero ancora troppo scosso per capire che ero diventato padre.

Cullato da questi pensieri, mi accucciai accanto al fuoco scoppiettante, pronto per ricongiungermi seppur limitatamente al mio figlioccio. Non avevo idea di che rischio stessi per correre…

 

                                                                             

 

                                                                                *********

 

 

James Albus Black

 

Fissavo insistentemente la porta socchiusa del salone da un quarto d’ora. 

Come se lo smalto del ciliegio scrostato fosse riuscito a convincermi.

Cosa stavo facendo? Avevo fatto una mezza promessa a mio padre..lui si fidava di me.

E adesso ero ad un passo dal tradirlo.

Ma in fondo era per lui che lo facevo..anzi..per noi.

Sbirciai per l’ennesima volta dentro la stanza cupa. La scena non era cambiata: mia madre era sempre accovacciata sul divano, con un grosso tomo impolverato sulle gambe e l’aria concentrata.

Immobile  da più di un quarto d’ora.

Io invece mi dondolavo nervosamente sui piedi, torcendomi le mani, in attesa di qualche segno.

Che non arrivava.

Mi feci coraggio.

In fondo non c’era molto da pensare: o sarebbe andata male o molto male.

Sarei caduto in entrambi i casi.

L’ unica cosa che avrei potuto controllare era l’atterraggio.

Presi un respiro profondo e entrai.    

“Ah, finalmente ti sei deciso..”esclamò mia madre, cogliendomi di sorpresa.

“Dovevo immaginarlo…”sussurrai in elfico.

“Allora, che cosa hai combinato stavolta?”disse in tono irritantemente paziente,mentre riponeva il volume nell’imponente libreria.

“Perché avrei dovuto combinare per forza qualcosa per venirti a parlare?”tergiversai malamente.

“James…”cantilenò,venendo più vicina.

Maledizione. Sapeva che non avrei mai potuto resistere al suo sguardo…

“Senti, non so se posso dirtela questa cosa…”esclamai, voltandole le spalle.

“Ah, provo ad indovinare: si tratta di tuo padre..”dichiarò in tono sarcastico.

“Questa cosa è diversa..”mi giustificai. “Gliel’ho promesso..”.

“Se sei venuto fin qui a dirmela, rompendo la sacra coalizione padre/figlio contro la mamma cattiva, significa che è qualcosa di importante,no?”.

“Prometti che non ti arrabbi?”supplicai tentennante.

“James, andiamo, non sei più un bambino..”.

“D’accordo..beh..hai presente che papà cercava un modo per contattare Harry?”.

Annui, perplessa.

“Beh, l’ha trovato..e prima di oggi..l’aveva già fatto…e tutto era filato liscio…solo che questa volta è sopraggiunto un problema..e lui non voleva che te ne parlassi..perché pensa che sia una stupidaggine ma io credo che finga e che sia preoccupato anche lui solo che non può dirtelo perché ha paura che tu o il nonno vi infuriate e gli leviate anche quel minimo di autonomia che gli resta..e..”.

“Ehi, aspetta…rallenta un attimo. Innanzi tutto quale sarebbe questo metodo di comunicazione? E soprattutto che problema sarebbe sorto?”mi interruppe subito allerta.

“Non so cosa sia di preciso…so solo che avviene attraverso il camino, un po’ come la Metropolvere. Lui ha detto che ad Hogwarts lo faceva spesso..”.

“Si, si ho capito..vai avanti”disse più cupa che mai.

“Beh, come ti dicevo, l’altra volta era andato tutto bene..Io l’ho ammonito lo stesso,però. Gli ho spiegato che è rischioso e tutto quanto. Poi però lui era così entusiasta…e anche io..insomma ci siamo un po’ lasciati prendere e allora abbiamo ritentato ieri sera. Solo che..”.

“Solo che, cosa?”chiese incalzante.

“Ecco, dopo un po’…è successa una cosa strana…si sono sentiti dei rumori esterni, come un’interferenza e una mano è apparsa dal nulla..nel fuoco…ed è stato come se volesse afferrare la testa di papà..”.

“Cosa?”esclamò turbata.

“Si, esatto. Era una mano di donna..tozza e aveva molti anelli..Poi, ovviamente, abbiamo chiuso subito il collegamento con Hogwarts e lui mi ha fatto promettere di non dirti niente e che non c’era di che preoccuparsi, che poteva capitare…”.

Prese a passeggiare perplessa per tutta la stanza. Sembrava infuriata ma il suo cervello stava elaborando i dati…e prima di fare una sfuriata contro mio padre, voleva scoprire cosa era successo davvero. Sembrava davvero preoccupata…

Subito mi sentii meglio per aver svelato il segreto. C’era qualcosa di terribilmente pericoloso in quella faccenda..non potevo mettere in gioco la mia nuova vita per l’orgoglio di mio padre.  

All’improvviso la porta del salone si aprì e fece il suo ingresso un raggiante Sirius Black.

 

Aryana Silente

 

“Remus è appena andato via, ha detto che Hagrid e Madame Maxime hanno appena dato loro notizie e..”.

La voce gli morì in gola, non appena vide il mio sguardo furioso.

“No io vorrei solo sapere come ti è venuto in mente!”gli inveii contro.

Parve rendersi conto tutto d’un tratto di essere finito nelle sabbie mobili.

“James!”esclamò irritato.  Per tutta risposta quello si defilò in camera sua, cosa che aveva imparato a fare da tempo ormai durante le nostre liti.  

“Non provare a dare la colpa a lui! Sei tu l’irresponsabile…”

“L’incosciente, l’impulsivo, che non pensa, che non capisce, che non si rende conto…”mi fece il verso prima che potessi completare la frase. “Tutte queste cose me le sento dire da un’eternità. Non ne posso più. Tu non sai, non c’eri…non era pericoloso, era incredibilmente geniale!”.

“Così geniale che ti sei fatto beccare da Dolores Umbridge. Dì un po’, ti è mai passato per la testa che controlli la posta di Harry, o semplicemente i camini di Hogwarts?”.

“Oh, e anche se fosse? Valeva la pena provare”.

“No, invece. Quando lo capirai? Quando capirai che la nostra sicurezza non è qualcosa che può essere messa in gioco?”.

“E tu quando capirai che non me ne frega niente della sicurezza? Non me ne frega niente di morire. Perché io sto già morendo! Non mi rimane niente, non ho altro se non quel briciolo che posso rischiare”sbraitò esasperato.

Le sue parole mi arrivarono dritte al cuore come lame.

“Non hai niente? Io e James saremmo niente?”chiesi sconvolta.

“Oh, andiamo, hai capito che cosa volevo dire..”ringhiò brusco.

Almeno aveva abbassato la voce.

Forse aveva capito che aveva sbagliato. Ma non sapeva ancora quanto.

“Te lo giuro, Sirius. Un’altra serata come questa, e ti accorgerai davvero che cosa significa non avere niente”sibilai minacciosa mentre il portacarte di cristallo dietro di noi andava in frantumi magicamente.

Uscii dalla stanza furibonda.       

Quanto ancora avrei dovuto sopportare i suoi malumori e i suoi sbalzi d’umore?

Per quanto ancora avrei dovuto far finta che tutto stesse andando bene?

La mia mente conosceva già la risposta: quando sarebbe finita quella maledetta guerra.

Già, ma se fosse successa qualcosa prima?    

 

  
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