Epilogo
I fuochi della festa risplendevano alle pendici della collina… luci di gioia, fra le bancarelle ricolme delle più varie meraviglie… nel profumo inebriante del famoso cinghiale arrostito di Moonearth, e dei dolci al miele e alla frutta…
Il
Concilio era terminato. La città ora stava celebrando l’avvenimento con una
festa vivace e grandiosa… e forse… forse c’era più ragione di festeggiare di
quanto ciascuno dei pacifici abitanti di Miilun potesse anche lontanamente
immaginare… perché la ‘malattia misteriosa’ che tutt’ora costringeva il Gran
maestro a letto, lontano dalle luci della ribalta, aveva rischiato di
trasformarsi in un morbo letale, assassino…
…diffuso…
C’erano
tante cose di cui dubitavo, a quel punto… ma avevo pochi dubbi sul fatto che Ilmund
il Verde ed i sopravvissuti del Concilio, dopo quella esperienza, ci avrebbero
pensato due volte prima di reimbarcarsi in un impresa del genere…
…
certo… se mai Ilmund avesse riacquistato la ragione…
Sospirai.
Me
ne stavo sdraiata sul lieve pendio che declinava fino alle mura della città,
dove risuonavano le musiche della festa… L’intero centro traboccava
letteralmente di persone, per me era stato complicato persino giungere fino a
lì dalla locanda… ma era appena fuori dalle mura che i festeggiamenti raggiungevano
il loro culmine… Le delegazioni delle diverse città si erano impegnate per
organizzare l’allestimento di stand e spettacoli, e i visitatori, incantati,
nel camminare fra di essi vivevano per una notte il sogno di visitare in poche
ore l’intero continente…
Era
bello poter osservare quello spettacolo in tranquillità… e una fortuna, che la
taglia sulla nostra testa fosse stata rimossa… un ‘regalo’ del vice Gran
Maestro… molto probabilmente, una garanzia per il nostro silenzio… Silenzio…
dovetti trattenere una risata… Lo spirito di uno stregone di nuovo in vita, un
mago esperto d’armi che desidera farsi successore di un Signore dei Demoni… chi
diavolo avrebbe creduto a quella storia…?
Già…
Galdiar –san… avevo ripensato a mente fredda a ciò che gli era accaduto…
chissà… cosa dovevo pensare di lui… di fronte ad Amelia ero giunta alla
conclusione che la responsabilità di ciò che aveva fatto era stata solo sua… ma
ora il tarlo del dubbio mi attanagliava… Galdiar aveva detto di essere in
possesso di materiale che era appartenuto a Van… e se gli fosse accaduto
qualcosa di simile a quanto era avvenuto a me…? Se il mio antenato avesse
tentato di plagiarlo, per portarlo a compiere i suoi interessi…? Ma ciò che
lasciava in me molti dubbi… era che Van non mi aveva parlato di quella storia…
e tante cose potevo dire di lui… ma di certo non che non si trattava di una
persona schietta… crudamente… schietta…
Sospirai,
nuovamente. Quanto è facile costruirsi delle illusioni… potevo pensare ciò che
volevo… la realtà era che non sarei mai stata a conoscenza della verità… quella
era morta… insieme al mio maestro…
Chiusi
gli occhi… improvvisamente… le luci dei fuochi… avevano preso a farli bruciare
terribilmente…
Uno
scoppio. Suoni di risa.
‘I
fuochi d’artificio…’
Aprii
nuovamente gli occhi, al cielo di Miilun… erano anni, forse, che non assistevo
a quel genere di spettacolo… i colori, le forme nel cielo, mi ricordavano le
notti di quando ero bambina… una pace… in grado di calmarmi…
La
stelle… i fuochi magici…
…una
bottiglia…?
“Eh?”
Battei le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto che non si
trattava di traveggole…
“Visto
cosa ho trovato?” Un volto più che noto si affacciò alla mia vista, salutandomi
con il solito, tranquillo, sorriso…
“Gourry…”
Il
mio amico si sedette al mio fianco, porgendomi un sottile calice di vetro… “Era
allo stand del tuo regno, Lina… non ho potuto non prenderlo… sarà già un anno
che non ne assaggiamo, eh?”
“Vino
di Zephilia!!!” Esclamai, guardando stupita l’etichetta… “Non pensavo proprio
di trovarne qui!” La mia regione natale, Zephilia, ed in particolare la sua
capitale, da cui io provenivo, erano note per i loro produttivi vigneti… e per
l’ottimo vino, ovviamente… Gourry ed io ci eravamo recati lì, poco meno di un
anno prima, in occasione delle festività per la vendemmia… e il mio amico aveva
mostrato di apprezzare quanto me le ‘specialità locali’…
Lo
spadaccino me ne versò un mezzo bicchiere, sorridendo… “Quantità ridotta, per i
bambini…” Spiegò, con una strizzata d’occhio.
Gli
feci la lingua. “Pensa per te… non sono stata io ad ubriacarmi, l’ultima
volta…”
“Ma
senti che impertinente…” Il mio amico mi pose una mano sulla testa, e arruffò i
miei capelli con malagrazia, facendo sì che la mia frangetta oscurasse
improvvisamente il mondo di fronte a me… “Sarò stato io l’ubriaco che la
mattina dopo non si ricordava più di nulla, ma chi è che ti ha riportata a
casa?”
“Gourry!!!
Finiscila!!!” Lo allontanai, con altrettanta poca gentilezza… “Guarda come hai
ridotto i miei poveri capelli…” Mi lamentai.
“Oh,
sono certo che nessuno noterà la differenza…” Osservò lo spadaccino, con aria
innocente…
Gli
rivolsi la peggiore delle mie occhiate… “Come ti permetti di…”
Non
ebbi il tempo di terminare. Un bicchiere venne improvvisamente premuto contro
il mio naso. “Alla salute.” Fu la sua unica replica, accompagnata da un
sorriso…
Sospirai,
sollevando il mio bicchiere, e facendolo tintinnare contro il suo. “Alla
salute… e speriamo che duri…” Aggiunsi, prima di appoggiare le labbra al bordo
del calice a saggiare il sapore del vino, con la loro superficie… il liquido
rosso intenso le accarezzò, forte e dolce, come sempre…
Quella
bottiglia… conteneva buoni ricordi…
Il
bicchiere del mio amico venne poggiato al suolo dopo un solo sorso… “Ehi, ehi…
che cos’è questa ondata di pessimismo…?” La mano tornò ad essere appoggiata
sulla mia testa, ma stavolta in modo estremamente gentile… “Mi pare così fuori
del personaggio… non vorrai tradire le aspettative dei tuoi fan, vero…?”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Smettila di dire stupidaggini…” Anch’io poggiai il
bicchiere, e tornai a sdraiarmi sull’erba… “E poi… chi ha parlato di
pessimismo? E’ solo che qualcuno lassù si degna troppo poco di ascoltare le
preghiere di una povera fanciulla indifesa che vorrebbe solo un po’ di pace… e
quella fanciulla finisce sempre nei guai…” Assunsi un tono melodrammatico…
Il
mio amico si unì a me, sul prato. “Qualcuno potrebbe replicare che quella
sedicente fanciulla indifesa i guai se li va anche a cercare…”
Lo
guardai storto… “Perseguitata e anche abbandonata dagli amici… che destino
ingiusto, potrei decidere anch’io di gettare il mondo nel Caos…”
Gourry
rispose al mio sguardo, senza lasciarsi scomporre. “Non credo proprio lo
faresti… troveresti il mondo un posto decisamente noioso… senza più nessuna
faccenda in cui immischiarti…” La sua mano batté lievemente sul mio stomaco…
Uh,
uh, molto spiritoso…
Sospirai.
“Ad ogni modo… che ci fai, qui?”
Lo
spadaccino batté le palpebre… “In che senso…?”
Mi
strinsi nelle spalle. “Avevi detto… che volevi parlare con tuo fratello, se non
sbaglio…”
Lo
spadaccino mi guardò per un momento, in silenzio… quindi sospirò… “Bé… la
conversazione si è esaurita in fretta… il ritorno ad Elmekia è previsto per
domattina…” La sua mano riprese ad accarezzare il mio stomaco, piano…
“Oh…”
Potei solo commentare… Avrei voluto chiedere di più su quella conversazione… ma
stranamente… la mia lingua pareva, per una volta, essersi seccata in gola…
“…capisco…”
Un
silenzio pesante cadde su di noi… ed era una cosa che accadeva raramente… Cioè,
non che noi due avessimo continuamente parlato da quando avevamo cominciato a
viaggiare insieme quattro anni prima, però… quel silenzio… era stato qualcosa
di diverso… qualcosa di più… confortevole…
“E…
allora…” Iniziai, stanca io stessa del mio mutismo… “Come hai fatto a trovarmi?
Non avevo detto a nessuno che sarei venuta fino a qua…”
A
quella domanda, il mio amico sorrise. “Vuoi saperlo…?” Le sue dita si
sollevarono un momento, ad indicare le bancarelle, in fondo al pendio sul quale
ci trovavamo. “Il vento tira da valle… direzione nord- est… verso di noi.” La
sua mano tornò a poggiarsi sul mio stomaco… “La città è totalmente piena di
persone… il paradiso del mago che desidera fare affari, certo…” Mi rivolse un
mezzo sorriso… “… ma non del mago reduce da una dura battaglia, che vuole
riposarsi…” Annuì, a conferma di quanto egli stesso stava dicendo… “Nonostante
ciò…” Si piegò maggiormente verso di me… “… ci sono alcune persone che, anche
dopo aver lottato con la Signora del Caos in persona, non troverebbero
interessante il riposo, se non offrisse l’occasione di gettarsi in mezzo ad un
po’ di confusione in cui si possa ficcare il naso…”
“Ehi…”
Lo squadrai. “Di chi staresti parlando, scusa…?”
Il
mio amico mi ignorò… “… e le colline appena fuori dalle mura sono il posto
migliore per godersi la città indisturbati… il posto migliore per questo genere
di persone…” Mi strizzò l’occhio.
Inarcai
un sopracciglio, scettica. “Ok, genio… ma FORSE tu ti sarai accorto che Miilun
è TOTALMENTE CIRCONDATA da colline…”
Il
mio amico assunse un’espressione saggia… “Certo… ed è a questo punto che entra
in gioco il vento…”
Battei
le palpebre. “Il vento…?”
“Te
l’ho detto, Lina, direzione nord –est… ed il tuo inconscio deve essersi
automaticamente reso conto che questo è il punto strategico in cui si
incontrano tutte le correnti ascensionali…” Il suo indice sinistro raggiunse la
punta del mio naso… “… che trasportano gli effluvi dalle cucine dei migliori
regni del continente…”
“Eh?”
Inarcai un sopracciglio.
Ora
che ci pensavo… la prima cosa che mi era venuta in mente, quando mi ero seduta
lì… era che dalle
bancarelle
in basso si spandeva un buonissimo odore…
Sospirai.
“Che mente deduttiva, Gourry Gabriev… stai sviluppando un cervello, per caso…?”
Il
mio amico mi rivolse un sorriso allegro. “Oh, no, Lina, sei solo tu ad essere
molto prevedibile per me, per certe cose…” Ridacchiò lievemente… “Almeno quanto
sei imprevedibile per tutto il resto…”
“Ehi,
ehi, penso che ora potrei offendermi…”
“Non
si trattava di un critica…” Mi rivolse un sorriso che mi fece lievemente
arrossire… il suo naso si trovava a non molti centimetri dal mio, ora…
“Um…
umph…” Mugugnai, distogliendo lo sguardo. “Ad ogni modo… non dovresti startene
qui, ma a raccogliere le tue cose… domattina devi ripartire presto, lo sai…”
“C’è
tempo… c’è sempre tempo…” Rispose il mio amico, in tono calmo… “… e poi, prima
di partire… avevo bisogno di chiederti una cosa, Lina….”
“Eh…?”
Mi volsi nuovamente verso di lui. Il tono della sua voce era insolitamente
serio, ora… “Che… cosa, Gourry…?” Inarcai un sopracciglio.
Il
suo volto si avvicinò in modo IMBARAZZANTE al mio… ma non ci feci al caso, al
momento… la sua espressione, per una volta, era seria… decisamente, seria…
“Solo questo…” Sospirò. “…tu… ora sei tranquilla, Lina…?”
Battei
le palpebre. “Tranquilla…? Che intendi dire…?”
Il
mio amico sorrise. “Da quando ci conosciamo, Lina, tu mi hai procurato guai di
ogni tipo.” Fece spallucce. “Abbiamo lottato contro mostri di ogni genere,
contro Signori dei Demoni… anche se non ricordo con esattezza le occasioni…”
Sai che novità… “…e ci sono state diverse volte in cui siamo stati veramente
vicini… a perdere la vita…”
Deglutii.
“Uhm… Gourry…”
Il
sorriso non scomparve dal suo volto, quando mi interruppe. “… certe volte molto
stressante, probabilmente… ma un tipo di vita… interessante… dubito che vorrei
mai cambiarlo…”
Eh…?
“Ma
sai qual è una cosa che mi ha colpito particolarmente, nella nostra
convivenza…?” Proseguì il mio amico, lasciando scorrere gentilmente l’indice
lungo la mia guancia… “Il modo in cui… tu… hai reagito a tutto questo…”
“Io…?”
Lo
spadaccino annuì. “… Non c’è stata una volta, Lina, in cui io non ti abbia
visto lottare con tutte le tue forze… e alla fine di tutto, ripartire con il
sorriso sulle labbra…” L’ammirazione… nel sua voce… in qualche modo mi
lusingava… “Per quanto fosse stata dura, per quanta paura, o dolore tu
provassi… l’energia per reagire non ti veniva di certo mai a mancare…” Sorrise.
“… un’energia che sapevi trasmettere a tutti, Lina… tutti coloro che ti
circondavano…”
“Gourry…”
“Quello
che voglio chiederti ora, Lina, è…” La sua espressione tornò a farsi seria. “…
anche adesso… è lo stesso…? Io… ho visto… la tua espressione… quando abbiamo
incontrato il tuo maestro… e ho visto la tua paura, anche dopo che siamo usciti
da quel sotterraneo…” Il suo volto si avvicinò al mio… “Per questo voglio
chiedertelo, Lina… Dopo quello che hai vissuto qui… sei tranquilla come
sempre…?” La sua fronte si appoggiò alla mia, facendomi arrossire nuovamente…
Adesso
capivo…
Ciò
che gli avevo detto nel sotterraneo… Galdiar, e Van Goldgleam… e forse… anche
il mio nervosismo nei confronti di Xellos…
Quello
zuccone… si stava preoccupando per me…
Tirai
un sospiro, prima di rispondere… “Bé… E’ un discorso un po’ complicato,
Gourry…” Ma forse… dato che riguardava me… noi… forse… sarebbe stato in grado
di comprenderlo… “Vedi… io sono una persona decisamente diffidente, penso che
te ne sarai accorto…”
Il
mio amico annuì. “Non escludiamo nessun sospetto prima che l’indagine sia
terminata… non è così, Lina…?” Mi rivolse un mezzo sorriso…
Già…
quello era stato il mio motto, in tante delle situazioni che avevamo
affrontato… a partire dalla questione di Rezo, sino all’esperienza con
Phibrizo… e in seguito ancora di più… dopo quello che la mia scarsa diffidenza
nei confronti di un bambino mi era costata…
“Il
fatto è che…” Sospirai. “Noi cosa abbiamo degli altri, Gourry, se non le loro
parole…?” Lo fissai negli occhi azzurri, in quel momento tanto vicini ai miei…
“…gli esseri umani… sono creature inafferrabili, spesso incoerenti, o peggio…
di una coerenza superficiale disarmante, a volte inspiegabile, di fronte alla
varietà della loro esperienza, e delle loro interazioni…” Premetti la mia
guancia contro la sua mano, che non si era ancora allontanata dal mio volto… il
suo calore era così… confortante… “…Ma…” Proseguii. “…possediamo solo le loro
parole, le loro azioni, per capirli… le nostre più approfondite ipotesi sulle
motivazioni che possono spingerli non avranno mai la garanzia dell’assoluta
certezza…”Mi strinsi nelle spalle. “Gli esseri umani fuggono… fuggono
continuamente… come è possibile essere certi di capire…? E come è possibile
fidarsi di qualcosa che non si può dominare… nemmeno con la mente…?”
“Però…”
Fece il mio amico, lievemente interdetto. “… dominare qualcuno… completamente…
significherebbe semplicemente controllarlo, non necessariamente fidarsi di lui…
non è così, Lina? Avere fiducia non significa invece… almeno un piccolo salto
nel vuoto…?” Mi guardò, con quell’aria un po’ ingenua che vestiva quando non
coglieva esattamente il senso di un discorso… ed io non potei impedirmi di
sorridere…
Gourry…
“Credo
che tu abbia ragione, sai?” Scossi la testa. “Stranamente…” Gli rivolsi un
sogghigno.
“Che
vuol dire stranamente…?” La mano che si trovava al mio viso scese nuovamente al
mio stomaco… e pizzicò, fastidiosamente.
Sussultai.
“Gourry!!!” Scalciando, lo obbligai a rimuovere la mano.
Il
mio amico mi rivolse un ampio sogghigno. “La grande Lina Inverse soffre il
solletico…? Buono a sapersi…”
“Gourry…”
Gli rivolsi la migliore delle mie occhiate minacciose…
“Come
la mettiamo con la fiducia, ora che conosco uno dei tuoi punti deboli…?” Il suo
sogghigno si allargò.
Gli
feci la lingua. “Non ho mai detto che non mi fido di te…”
Il
sogghignò gli morì sulle labbra… per tramutarsi in un sorriso… “E allora… cosa
significava il discorso di prima…?”
Gli
sorrisi, a mia volta. “E’ quello che penso, Gourry… niente più, niente meno…
tuttavia…” Mi strinsi nelle spalle… “…come hai detto tu, si tratta di un salto
nel vuoto… qualcosa che io, per quel che riguarda ciò in cui voglio credere,
difficilmente scelgo di compiere… e nonostante questo…” Mi grattai il lato
della testa, interdetta. “…nonostante questo, io, solo dieci minuti dopo averti
incontrato, Gourry… ti avevo già rivelato il mio vero nome…” Feci spallucce,
nuovamente. “Per quel che ne sapevo potevi essere un criminale o un rapitore, o
una delle persone che mi stavano inseguendo per la statuetta… ma mi è venuto
talmente naturale lasciare cadere la prudenza con te, che ho pensato solo in
seguito a come in teoria il conoscere la mia identità avrebbe potuto aumentare
il tuo potere nei miei confronti…” Scossi la testa…
Il
mio amico mi sorrise. “Lina…”
“Ora
che ci penso, forse la mia diffidenza e la mia avventatezza non vanno troppo
d’accordo l’una con l’altra, o forse…” Il mio sorriso si allargò… “…forse ho
davvero un buon occhio nel giudicare le persone, e le mie difese cadono da sole
quando giudicano inutile la propria presenza…” Strizzai l’occhio… “…e non è
assolutamente qualcosa di razionale… chiamiamolo piuttosto… intuito femminile…”
Sogghignai, lievemente… “Qualunque cosa sia, però, sono contenta che in quel
momento sia avvenuta…” Sorrisi. “…perché è stato bello riscoprire quanto sia
piacevole una intera mezza nottata di sonno profondo, trascorsa senza dovere
tenere costantemente un occhio aperto, anche se si è nel cuore di una foresta…
è stato bello scoprire la sensazione del combattere schiena contro schiena con
qualcuno e sentirsi totalmente al sicuro… ed è stato bello… avere per tanti
anni la consapevolezza di avere al fianco una persona che non mi avrebbe mai
tradita… semplicemente perché non restava con me con un particolare scopo, o un
obiettivo finale a cui condurre la nostra relazione… ma esclusivamente per il
piacere di farlo…” Esiste un altro motivo, altrettanto valido… che possa tenere
insieme due persone…? Io pensavo proprio di no… Quello che stavo dicendo era
probabilmente molto scontato… forse per noi più che mai, perché avevo la
sensazione che quella fosse una consapevolezza che ci aveva sempre
accompagnati, da quando avevamo iniziato a viaggiare insieme… ma sentivo
comunque la necessità di darvi voce, una volta per tutte…
“E
sai…” Proseguii “…sai qual è il motivo del mio atteggiamento, quello che tu
stesso hai descritto, nei confronti della mia vita e delle mie battaglie…?” Gli
sorrisi. “E’ semplicemente il fatto che io credo fortemente che anche per la
vita sia così, Gourry… la vita è una compagna, un po’ capricciosa, forse… una
compagna che raramente ci rivolgerà un sorriso, se noi non siamo i primi a
regalarglielo… una compagna… che bisogna tenersi stretti non per qualche motivo
a noi estraneo… ma semplicemente perché anche essa può regalarci… gioia…” Feci
spallucce. “…forse è vero… che a noi esseri umani non molto è possibile… forse
è vero… che non ci è concessa alcuna certezza… ma io credo che proprio grazie
alla vita, a noi venga offerta una possibilità enorme…” Fissai per un momento i
suoi occhi, che in quel momento apparivano stranamente illuminati di
comprensione… “…quella di cercare.” Conclusi, sorridendogli. “E forse è proprio
questo, il non avere già tutte le risposte pronte… a rendere la vita tanto
interessante…” Mi protesi lievemente verso di lui… “Però… se fosse tutto qui,
chissà, forse un giorno non mi basterebbe più… ma la vita non è solo un viaggio
continuo e faticoso di ricerca… al di là delle risposte che si possono trovare…
io sono convinta che abbia qualcosa di bello… di incredibilmente… bello… in
SE’…” Il mio naso sfiorò il suo mento… “… e credo di dover ringraziare proprio
quella fiducia che ripongo in te, Gourry… e quella che ripongo nei nostri
amici… perché mi hanno aiutato a scoprirlo… ogni giorno sempre di più…”
“Lina…”
Al
suono della sua voce, sollevai il volto per fronteggiare quello del mio amico.
“… Perciò evita le tue domande stupide, cervello di medusa…” Conclusi, in tono
provocatorio… “E’ OVVIO che sono tranquilla… perché qualunque cosa dovesse
accadere… io non mi arrenderò alla rassegnazione… e non smetterò mai… di
lottare per la felicità… mai…”
Credevo
che il mio amico avrebbe raccolto la provocazione e che avrebbe sollevato una
delle nostre solite, scherzose, liti… ma tutto ciò che rispose fu…
“Lo
so…”
Battei
le palpebre. “Eh…?”
Il
mio amico mi sorrise. Un sorriso… dolce… “Lo ho sempre saputo…” Il suo volto
affondò nel mio collo, mentre le sue braccia si allungavano a rinchiudermi in
un abbraccio gentile… “…da quando ti conosco… è proprio questo che non ha mai
smesso… di affascinarmi, di te…”
“Gourry…”
Il mio volto doveva essere incandescente, a quel punto…
“Certo,
Lina… non è… solo questo… però… quando sono al tuo fianco… io ho l’impressione
di poter arrivare ovunque…” Le sua braccia mi strinsero più forte… “Ogni volta
che ti vedo sorridere… la tua allegria… e la tua forza… mi rendono… felice… è
anche per questo, Lina… è anche per questo che io… io ti…” Il cuore mi si fermò
in gola… che… che stava cercando di dire… ora…?
Il
mio amico sollevò il volto… fronte a fronte con il mio. “Lina… io…” Batté le
palpebre. “…uh… Lina…?” Si bloccò. E temevo decisamente di sapere il motivo…
…in
quel momento, stavo andando a fuoco. Non dovevo avere più un centimetro di
pelle del volto del suo normale colorito… Ma il punto era un altro… cioè che,
per una volta, non ero l’unica. Al momento, avevo tutta l’impressione di
riflettermi in uno specchio… perché Gourry, dal mento sino alla punta delle
orecchie, riluceva come un pomodoro maturo appena lavato…
Ci
fissammo in silenzio per qualche secondo, e poi… e poi fu troppo per noi…
…
ed ebbi l’impressione che le nostre risate corali potessero risuonare fino a
miglia dal luogo dove ci trovavamo…
“Oh,
dei…” Commentai, quando finalmente riuscii a ritrovare il respiro, e la forza
di aprire bocca… “… che coppia di cretini… mi chiedo se ci capiterà mai di
concludere un discorso seriamente…”
“Temo
che sarebbe chiedere troppo… ho rinunciato quattro anni fa alla mia serietà…
come tutti quelli che ti incontrano, del resto… “ Concluse il mio amico, con
l’aria di chi la sa lunga…
“EHIEHIEHI,
e questo che significa? NON SONO IO il cervello di medusa, qui… Chi è il meno
serio fra di noi???”
“Chissà…”
Rispose enigmatico il mio compagno, tornando a sorridermi… La sua mano destra
tornò al mio volto, ma l’altro braccio non aveva mai abbandonato la mia vita…
come del resto lui non si era spostato di una virgola…
Repressi
un sorriso. “Uh, uh… lo sai che pesi, Gourry…?” Con scarso impegno, cercai di
farlo spostare di lato… “Anche senza la sua armatura, un tizio con la forza di
un troll e il cervello di un mollusco dovrebbe fare attenzione a non
schiacciare col suo dolce peso una fanciulla delicata…”
Lo
spadaccino sogghignò. “D’accordo, allora farò attenzione… non appena vedrò una
fanciulla delicata…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Ti conviene tenere a freno la lingua, Gourry… sono
già abbastanza arrabbiata con te…”
Il
mio amico batté le palpebre, perplesso. “Uh…? E perché…?”
“Perché
sei un maledettissimo bugiardo…” Il mio sguardo non si fece più promettente…
Il
mio amico mi fissò per qualche istante con l’aria di non avere idea di cosa
stessi parlando… ma furono solo pochi secondi… quindi, un sorriso si disegnò
sulle sue labbra. “Come… lo hai capito…?”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Chiama anche questo… intuito femminile…”
Il
mio amico scosse la testa. “Ma io non sono bugiardo, perché…” Il suo naso
premette contro il mio. “Io ho detto che Derek sarebbe partito domattina, ma…
non che io sarei partito con lui.”
Non
sapevo… cosa esattamente gli avesse fatto cambiare idea… ma me ne ero resa
conto. Gourry non se ne sarebbe andato. Non se ne sarebbe andato… perché
altrimenti… non avrebbe permesso alla conversazione che era avvenuta fra di noi
di avere luogo… Gourry era ingenuo e zuccone… ma capiva piuttosto bene i sentimenti
delle persone… e dopo quello che ci eravamo detti… anche un sasso si sarebbe
reso conto che per noi sarebbe stato molto più difficile… separarci…
“Che
cosa ti ha convinto, Gourry…?” Chiesi, dopo qualche istante di esitazione… “Che
cosa ti ha convinto a non andare con lui…?”
Il
mio amico si strinse nelle spalle, e sospirò lievemente… “Come ti ho detto, ho
parlato con lui, Lina… gli ho parlato, e gli ho detto le mie intenzioni…” Mi
rivolse un sorriso… triste… “Immaginavo già che avrebbe opposto resistenza, ma…
lui mi ha detto una cosa, Lina… ha detto… che io ho il suo rispetto, ora…” Mi
fissò, intensamente.
Derek…
Derek aveva ammesso questo…?
“Tuttavia…”
Gourry sospirò. “Ha aggiunto una cosa, a questo… lui ha detto che ho il suo
rispetto, ma… che non ho… il suo perdono…” Il suo sguardo si incupì…
Gourry…
“Ha
detto… non ora… forse mai… ma… ha bisogno di stare lontano da me… per capire…”
La sua espressione assunse una sfumatura amara… “Ed ha aggiunto… che comunque
rimane lui il legittimo erede del potere di mio padre…” Sospirò. “Forse… forse
temeva che se fossi tornato… avrei rivendicato dei diritti su di esso, a causa
della Spada di Luce…” Il mio amico fece spallucce…
Già…
forse… Però… però c’era qualcosa che non mi convinceva, in questa spiegazione…
Gourry non mi aveva detto di avere restituito a Derek la spada… ciò significava
che il fratello gliela aveva deliberatamente lasciata… e allora… perché…
“Chissà…”
Iniziò il mio amico, come se mi stesse leggendo nel pensiero… “Forse però
possiamo trovare un altro motivo per l’agire di Derek…” Mi strizzò l’occhio.
“Ad esempio… io sono convinto… che mio fratello avesse una gran fifa di te,
Lina…”
Mi
accigliai. “E questo cosa dovrebbe…”
Ma
non mi fu dato il tempo di terminare… Perché proprio mentre stavo per
rilanciare con una MIA ipotesi sulla decisione di Derek, una ipotesi che
implicava cervelli vuoti ed esasperazione fraterna… due labbra intervennero ad
interrompere il mio discorso… due labbra dolci, gentili…
…ed
inequivocabilmente premute contro le mie…
Mi
irrigidii. OVVIAMENTE mi irrigidii. Vi pare carino fare una cosa del genere
all’improvviso??? Al di là del fatto che… non era… male… Vi pare carino???
Ero
ancora immobile, quando lo spadaccino si allontanò lievemente da me e mi fissò
con l’aria del condannato a morte in attesa della sua pena…
“Uh…
Lina…?”
Fu
allora che decisi. Se dovevo morire di vergogna… sarebbe stata una morte
piacevole.
E
fu forte di questa consapevolezza che lasciai scorrere le braccia attorno al
suo collo… e che risposi.
“Li…
Lina…”
“Non…
dire… niente…”
Un
mormorio, forse una velata minaccia…
E
per qualche secondo, l’oscurità ed il silenzio coprirono totalmente al mondo la
nostra presenza in quel luogo… Silenzio… avremmo davvero avuto bisogno
d’altro…? Perché quella sera ci eravamo detti molto… ma non tutto… e allo
stesso tempo… sapevo che… ogni cosa che fosse stata taciuta… era già nota alle
nostre menti, più di quanto esse forse avrebbero mai ammesso… non importava…
non importava che fosse nascosto… quello che ci bastava trasmetterci con uno
sguardo, per capire…
Le
labbra dello spadaccino si allontanarono dalle mie, per andare a riposare sulla
mia guancia, e la mia tempia… “Lina…” Ripeté, con un filo di voce…
Sospirai,
e non potei reprimere un sorriso, abbandonandomi contro di lui… “Quattro anni…”
Mormorai, semplicemente…
“Quattro…”
Ripeté Gourry, in un sussurro… “… cinque… o sei… che importanza può avere…? E’
così che doveva andare… perché è così che è andata, in modo del tutto naturale…
nessuno ci corre dietro, Lina… questa… è una cosa che riguarda soltanto noi…”
Un altro bacio, lieve, sulla mia mascella…
Sogghignai.
“Attento a quello che dici… in un futuro potresti pentirtene…”
“Oh,
non c’è alcun problema…” Il tono dello spadaccino era divertito… “Alla peggio…
dirò di non ricordarmene…”
“Io
non metterei a repentaglio la mia vita in modo così stupido, sai…?”
Lo
spadaccino ridacchiò. “Di QUESTA frase vedrò di ricordarmi…”
Chissà…
chissà se Derek aveva immaginato come sarebbe andata a finire, impedendo a suo
fratello di tornare con lui… forse… probabilmente… si trattava solo di un
illusione piuttosto stupida, visto il tipo di persona… però era bello pensare…
che potesse averlo fatto… per la felicità (modestamente…) di Gourry… una
stupidaggine… ma nessuno poteva impedirmi… di sperarlo…
“Lina…”
Mi apostrofò lo spadaccino, a bassa voce… “E… per quella faccenda… del tuo
ritorno a Zephilia…?”
Sogghignai.
“Te ne ricordi ancora…? Che miracolo…”
“Lina…”
Ridacchiai.
“La sai una cosa, Gourry? Io… non credo che mi fermerò… non credo che mi
fermerò mai…”
Lo
spadaccino sospirò. “Questa… è una buona notizia…”
Le
musiche della festa stavano già cessando di risuonare nell’aria fresca della
notte estiva di Miilun… i fuochi già cominciavano a spegnersi, mentre
l’oscurità avanzava… ma anche fra le tenebre più accecanti… ormai sentivo che
la mia luce mi era accanto… e l’avrei tenuta ben stretta… perché era ciò che di
più importante avevo…
Una risposta interessante… nipote…
…
…
…
Quando
mi svegliai, la luce insistente dell’alba di Miilun parve voler offendere i
miei occhi…
‘Uuuuuuuuuuh…
ci siamo addormentati qui…?’
Il
mio corpo era avvolto da un piacevolissimo tepore… fatta eccezione per il mio
naso, esposto all’aria del mattino, da cui pensai per un attimo di poter vedere
pendere delle stalattiti… Tuttavia mi bastava spostare lievemente il braccio,
per sentire come il mio mantello fosse totalmente impregnato della rugiada
della notte… forse… per le mie ossa non era stata un’ottima scelta, quella di
fermarsi lì…
“Ma
guardala… ed io che mi stavo preoccupando per lei…”
Spalancai
gli occhi. Un’ombra era improvvisamente calata a privarmi del mio sole
mattutino… Un’ombra dalla forma terribilmente familiare…
“Ve
la state prendendo comoda… o sbaglio?”
“Zelgadiss!!!”
Colta di sorpresa, raccolsi tutta la mia dignità, nel tentativo di rialzarmi…
Ma il braccio dello spadaccino, che ancora mi cingeva la vita, mi impedì
qualsiasi movimento… con il risultato che ricaddi sul biondo addormentato con
un tonfo pauroso, che tuttavia parve non turbare minimamente il suo sonno…
“Gourry, accidenti a te!!!” Sbottai rossissima in
volto...
La
chimera mi rivolse un sorriso, al colmo del divertimento… “Oh, ma fate con
calma… volevo solo avvisarti, Lina, che questa mattina Amelia, Sylphiel ed io volevamo
partire, ma non immaginavo che Gourry fosse con te… non volevo certo disturbare
i due piccioncini…” Il suo ghigno si allargò.
“PICCIONCINI
UN ACCIDENTE!!!” Aaaaaaaaah, quel maledetto si stava vendicando di quello che
lo avevo costretto a fare per uscire dal sotterraneo!!! Non lo avrei mai
perdonato!!! “Gourry, dannazione, apri quegli occhi!!!”
Lo
spadaccino, scosso improvvisamente dal suo sonno, batté le palpebre un paio di
volte, per mettere a fuoco il mio volto… e quindi…
“Uh…
nonna… solo altri cinque minuti…”
“COME
MI HAI CHIAMATO????????????”
“Ok,
ok…” La chimera ridacchiò, agitando la mano in segno di noncuranza… “A questo
punto direi che ve la lascerò sbrigare da soli…” Era da tempo… che non lo
vedevo così divertito… “Noi altri siamo alla locanda… raggiungici… appena avrai
finito di sventrarlo…” Con un ghigno, da orecchio a orecchio, la chimera si
allontanò, lasciandomi fumante di rabbia, accanto al mio compagno…
“Uh…
Lina…” Lo spadaccino mi lasciò andare, per prendersi la testa fra le mani…
Allungando
la mano, rimossi le dita dai suoi occhi, e gli rivolsi la peggiore delle mie
occhiate… “E così ora mi riconosci, mmm…?”
Gourry
sospirò… “Bé… non vedo chi altri potrebbe mettersi ad urlare in quel modo, di
prima mattina…” Un lieve sorriso… gli si disegnò sulle labbra…
“Cervello
di medusa…” Sospirai, a mia volta. “Coraggio, gli altri ci aspettano… senza
contare che al momento ho decisamente FAME…” Stiracchiandomi, mi alzai in
piedi.
Lo
spadaccino, alle mie spalle, mi imitò, ripulendosi dall’erba che gli si era
attaccata ai pantaloni… Quindi, quando già mi stavo avviando lungo il sentiero
che discendeva lungo la pendice della collina… “Ehi… Lina…” Mi apostrofò.
“Che
c’è…?” Mi voltai, battendo le palpebre.
Ma
Gourry non mi rispose. Si limitò a raggiungermi e… imprevedibilmente ,
inaspettatamente, si chinò per darmi un bacio.
‘Eh?’
Non
fu molto lungo, per la verità… non ebbi nemmeno il tempo di reagire in qualche
modo…
…ma
quando si allontanò da me, restammo per qualche secondo, in piedi, a fissarci…
Battei
le palpebre… “Bé?” Chiesi, interdetta… che gli prendeva, adesso…?
Lo
spadaccino tirò un profondo sospiro di sollievo. “Ah, bene…” Replicò in tono
decisamente sollevato. “Se si fosse trattato solo di un sogno… ora sarei già
morto…”
Ed
una GROSSA goccia di sudore scese lungo la mia tempia…
“Accidenti
a te…” Potei solo commentare… “Per un momento ho pensato che ti fossi scordato
tutto…”
Lo
spadaccino si avvicinò nuovamente e mi stampò un bacio affettuoso sulla fronte…
“Oh, no… ci sono cose che non potrei mai dimenticare…” Replicò, in tono
allegro. “… Anch’io ci tengo a sopravvivere, sai…?”
Venti
minuti dopo, ci trovavamo di fronte alla locanda, pronti per i saluti…
Le
braccia piene del cibo che mi ero fermata ad acquistare in una bancarella sulla
strada, mi guardai attorno, studiando perplessa i volti dei miei compagni di
viaggio… mancavano due persone, all’appello…
“Derek
–san è partito questa mattina all’alba, Lina –san…” Mi spiegò, Sylphiel, che mi
si era avvicinata, sistemando i legacci della borsa che portava in spalla… La
ragazza aveva deciso all’ultimo momento di tornare insieme ad Amelia verso la
città di Sailune, e stava radunando le sue cose in tutta fretta, per evitare di
ritardare la partenza della principessa… “Ha detto che aveva già parlato con
Gourry e non voleva incontrarlo…” Mi lanciò un’occhiata… “Però…”
Sollevai
lo sguardo sullo spadaccino, che stava aiutando Zel a caricare alcune borse sui
cavalli che gentilmente la guardia reale di Sailune aveva concesso ai nostri
amici… offerta che io e Gourry avevamo declinato… da viaggiatori senza meta che
eravamo, i nostri piedi erano più che sufficienti…
“Io…
credo che sia tutto a posto, Syplhiel…” Replicai. Ero convinta di quanto
sostenevo… non potevo pensare che a Gourry facesse piacere che suo fratello se
ne fosse andato senza una parola di saluto… ma lo spadaccino quella mattina era
calmo e sereno… lo stesso Gourry che avevo sempre conosciuto prima dell’arrivo
a Miilun…
“Ma…”
Iniziò la sacerdotessa.
“E
Amelia che fine ha fatto, Sylphiel…?” La interruppi. “Da quando sono arrivata
qui non la ho vista da nessuna parte…” Mi guardai attorno, nuovamente…
“Amelia
è andata a congedare la Guardia Reale…” Fu Zel a rispondermi. Lui e Gourry si
erano avvicinati alle mie spalle, i cavalli ormai pronti…
Sylphiel
annuì. “Ha detto che doveva dare alle guardie qualche ultimo ordine, prima di
lasciarle andare… ma credo tornerà presto…” Rivolse un sorriso, a me e Gourry.
“Se volete posso andare a chiamarla per voi, mentre vi sistemate…”
Ricambiai
il sorriso. “Grazie, Sylphiel, sei gentile…” Mi rivolsi alla chimera, con aria
interdetta. “Ma perché Amelia avrebbe deciso di non tornare insieme alla sua
scorta…?”
Zelgadiss
si strinse nelle spalle. “Ha deciso che preferisce non essere scortata da un esercito
di guardie che la farebbero riconoscere ad ogni angolo, e fare il viaggio con
Sylphiel e me, come la volta scorsa…”
Inarcai
un sopracciglio, con un sogghigno. “Oh… a quanto pare qui QUALCUNO ha deciso di
tornare a Sailune…”
La
chimera mi indirizzò un’occhiataccia. “Le accompagno e basta, Lina… le
accompagno, e poi… si vedrà…” Fece spallucce.
Gli
sorrisi. “Si vedrà cosa?”
La
chimera sospirò. “Credo… di dover dare un po’ di ordine alla mia vita…” Si
strinse nelle spalle. “E di dover pensare definitivamente a che cosa voglio
fare… per questa faccenda della cura…”
Già…
Zel doveva essere perfettamente consapevole… di quanto scarse fossero le sue
possibilità di ritrovarla, ormai…
“Nessun
rimpianto, Zel…?” La mia espressione era seria, ora…
La
chimera mi fissò, per un secondo. Quindi scosse la testa. “E’ andata a questo
modo… perché era l’unica soluzione possibile…” Incrociò le braccia al petto. “E
poi…” Proseguì. “…c’è una cosa, di cui mi sono reso conto, in tutta questa
faccenda…” Mi rivolse un’occhiata… gentile… “Non sono l’unico… ad avere
problemi… il mondo è PIENO di problemi… anche se…” Sogghignò. “Dovete
concedermi che io risalto… per il mio fascino da eroe tragico…”
Una
goccia di sudore scese lungo la mia guancia… “Se hai voglia di fare dello spirito
non devi stare poi tanto male, Zel…”
La
chimera ridacchiò. “In realtà… penso solo che sia ora di finirla di piangermi
addosso… se cominciassi a godermela un po’ di più, forse… la mia vita da
chimera comincerebbe ad apparirmi decisamente migliore…”
Sorrisi.
Sapevo che quella non era una rinuncia… e mi faceva piacere… sentire da lui
quelle parole…
“Alla
peggio, se cambi idea, basterà fare qualche ricerca nell’albero genealogico di
Lina, Zel…” Una mano mi batté lievemente sulla testa. “Voglio dire, non può
essere UN SOLO parente, se è ridotta a questo modo…”
Rivolsi
un’occhiataccia al colpevole. E il maledetto era serio, mentre diceva quelle
cose… “Gourry… DIECI MINUTI… ti chiedo
solo DIECI MINUTI senza stupidaggini…”
La
chimera ridacchiò… “E tu, Gourry?” Passò lo sguardo da me allo spadaccino...
“Nessun rimpianto? Perché ho idea che tu ti sia preso una bella gatta da
pelare…”
Rivolsi
la PEGGIORE delle mie occhiate allo sciamano, arrossendo come un peperone. “A
CHE COSA TI STAI RIFERENDO???”
La
chimera ghignò. “A nulla di particolare… perché, ti sei sentita chiamata in
causa…?”
Accidenti
a lui!!!!!!!!!!!!!
Anche
lo spadaccino ridacchiò. “Immagino…” Mi fissò. “…che il gioco valga la
candela…” Concluse poi, rivolgendomi un sorriso…
Inarcai
un sopracciglio, con un sogghigno. “Un consumo di cera indubbiamente prezioso,
il tuo, Gourry Gabriev… attento a non scottarti…”
“Non
credo.” Replicò il mio amico, con calma. “Ormai ho fatto troppo il callo alle
Palle di Fuoco…”
E a
quella replica io ed i miei amici ci guardammo reciprocamente in volto… e
scoppiamo a ridere come tre cretini… Fino alle lacrime… fino a che non mi
sembrò che il mio stomaco volesse uscirmi dalla bocca, per i sussulti…
Amici…
Non avrei trovato altre persone… con cui gioire a quel modo…
“Ehi…
che prende, a voi tre…?”
Battei
le palpebre, volgendo le spalle per incontrare… “Amelia!!!”
La
principessa mi sorrise. “Lina –san… è giunto il momento, eh?”
Annuii.
“Decisamente… e, personalmente, ho idea che non vorrò rivedere questa città per
un po’ di tempo…”
A
quell’affermazione, Amelia si accigliò. Eh…? Che le prendeva…? “Lina –san…”
Iniziò la mia amica in tono contrariato… “… il fatto che tu non voglia tornare
a Miilun NON SIGNIFICA che dobbiamo perderci di vista, capito??? Se io ho retto
alla energia del Caos, tu potrai anche resistere per una settimana fra le mura
impestate di Magia Bianca della mia città…” Condì l’affermazione con
un’occhiata minacciosa che ricordava una delle mie…
Scossi
la testa, con un sorriso… Amelia… “D’accordo, d’accordo…” Agitai la mano,
mascherando alla meglio il sogghigno che si stava allargando sul mio volto… “Ma
sappi che le cucine reali dovranno essere PRONTE ad accogliermi…”
Un’espressione
di puro terrore si disegnò sul volto della principessa… “Uh… cercherò di tenerlo
presente…” Commentò con voce un po’ tremolante…
“Povera
Amelia… è brutto ereditare un regno senza più risorse finanziare…” Commentò una
voce alle mie spalle…
Ed
io non evitai un calcio nello stinco allo spadaccino fautore di quella poco
delicata osservazione…
“Amelia…”
Esordì Zelgadiss… “Quando vuoi andare, i cavalli sono pronti…”
La
principessa sorrise alla chimera. “Grazie, Zel… non vedo l’ora di arrivare a
casa…” Ci rivolse un ultimo sorriso… “Allora…”
“…
a presto…” Terminai per lei, stringendola in un abbraccio…
“E
voi due… voi due che farete…?” Zel ci squadrò, l’ormai perenne sorriso alla
Xellos stampato sul volto…
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata… ma fui io a rispondere. “Domanda sprecata
Zel…” Gli strizzai l’occhio. “Come al solito… non ne abbiamo la più pallida
idea!”
La
chimera sorrise. “Qualunque cosa sia…” Fece spallucce… “Spero che ci faccia
rincontrare presto…” Ci pensò un po’ su… “Ok… se riguarda qualche Signore dei
Demoni magari no…”
Gli
sorrisi. “Sarai il primo della lista, Zel…” Mi limitai a commentare…
Quella
che suonava DECISAMENTE come una minaccia…
In
silenzio, Gourry ed io restammo a guardare i nostri compagni allontanarsi… Solo
quando furono spariti all’orizzonte, mi decisi a prendere la parola…
“Che
aspetti…?” Strizzai l’occhio allo spadaccino, dandogli una sonora pacca sulla
schiena. “La marcia aspetta anche noi, forza!”
“Ehi,
ehi…” Una mano posta sulla mia testa frenò il mio entusiasmo. “E allora, dov’è
che andiamo questa volta?”
Una
goccia di sudore scese sulla mia tempia. “Ho appena risposto alla stessa
domanda da parte di Zel, cervello di medusa, ma mi ascolti quando parlo?”
Il
suo volto si avvicinò al mio, un ampio sorriso stampato sopra. “Oh, certo che
ti ascolto, Lina, ma la frase con cui hai risposto a Zel è stata pronunciata
con l’espressione del tipo ‘nella mia chioma rossa sta frullando qualche idea
MOLTO avventata di cui non posso ancora metterti al corrente…’” Mi diede un
lieve bacio sulla punta del naso, che ovviamente mi fece arrossire… era inutile,
non ci avrei mai fatto l’abitudine…
“Uh,
uh…” Mi grattai la testa. “Effettivamente… una mezza idea circa la nostra
destinazione ce l’avrei… un certo posto di cui Zel mi ha parlato…anche se non
ne sono pienamente convinta… perché ho idea che per noi umani si tratti di un
luogo piuttosto pericoloso…” Già… il Confine… un luogo misterioso… ma
decisamente interessante, alle orecchie di un mago…
Lo
spadaccino sorrise. “Il luogo migliore in cui andare a ficcare il naso,
insomma…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia… “Apprezzo molto la tua ironia… davvero…” Sospirai. “Ad
ogni modo…” Mi strinsi nelle spalle. “Suppongo che potremo anche decidere
strada facendo…” Gli strizzai l’occhio.
“Come
sempre…” Annuì lo spadaccino.
“Come
sempre.” Confermai, con un sorriso.
Alcune
porte ci si erano chiuse alle spalle, altre aprivano strade immense di fronte a
noi… ma non avevo più paura di perdermi… qualunque cosa fosse accaduta, adesso
sapevo a cosa appigliarmi… appigliarmi, senza fermarmi… perché la vita
continuava… e così la speranza… la speranza che, di quel fiore meraviglioso che
si trovava di fronte a me, alla fine del viaggio…
…avrei
scoperto un giorno il nome…
Fine
^^