Fiocco di neve
Piccola introduzione
A chi dice che le poesie classiche son vecchie e barbose:
Antico inverno
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
cercavano il miglio di uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole:
un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.
(Salvatore Quasimodo)
Piccoli fiocchi leggeri come piume, volano portati
dal vento…
cullati
dalla brezza, non sanno dove questa la porterà,
dove
andranno, quale sarà la loro meta.
Se ne stanno a occhi
chiusi
aspettando
la loro sorte
aspettando
un giorno che il primo raggio di luce li dissolva nel nulla e allora di loro
non resterà la ben che minima traccia,
allor
che tutti ne gioiranno, perché la fine della neve significherà l'arrivo della
primavera, una temperatura più mite, qualche pallido sole.
Nessuno più si ricorderà del piccolo fiocco di neve
che volava nel vento.
Me ne sto in questo luogo deserto, il niente a
farmi compagnia.
La neve tutto attorno a me, alberi, frasche, e
cespugli.
Solo dove i rami sono più fitti, posso trovare
terra umida ma priva del manto bianco che ricopre tutto.
In questo giorno di dicembre
in
questo giorno di natale.
Sono qui nel mezzo al bosco come una stupida!
no…come
un'innamorata.
Questo manto bianco, ricorda tanto il pallore della
tua pelle, la sua freddezza, la sua dolcezza
il
vento sulla pelle, è come il tuo alito freddo, che incontrava il mio.
Una folata mi accarezza con dolcezza il collo,
come facevi tu, il tuo respiro, che si insinuava su di
me, dentro di me, mi regalavi sensazioni mai immaginate prima.
qualcosa
che non sono mai riuscita a spiegarmi, era vita, era possessione, era
elettricità.
Piango
me ne
accorgo solo quando una lacrima raggiunge le mie labbra.
Non sai quanto mi manchi,
ma so anche che non è colpa tua, la colpa è tutta mia, io non sono abbastanza,
io non potrò mai esserlo.
Tu, qualcosa di
oltre, tu una creatura della leggenda, etereo, più bello e dolce di ogni Romeo.
Cosa
speravo, che sarebbe rimasto con me?
si
ci avevo sperato, un sogno dolce, che speravo eterno, ma sempre un sogno.
eppure
tutti quei TI AMO
quelle
promesse, io credevo nelle promesse, chissà se anche quelle fatte nei sogni
hanno egual valore.
Forse no, sono io quella che si è montata la testa.
Volto la testa, mi guardo
ancora intorno.
Ho rinunciato ancora una volta a
una coperta soffice, a un caminetto acceso, un termosifone, un maglione caldo..
per
il freddo, il mio freddo.
La sensazione di un ricordo.
Ho paura, paura delle mie emozioni, paura delle mie
reazioni, paura di quello che non riesco più ad
essere.
Ho paura che il primo sole possa sciogliermi.
Conclusione.
E’ sconclusionata, complessa, sembra
senza senso.
Ebbene
si.
E’ questo quello che
apparentemente volevo fare, il giorno del natale il giorno, per eccellenza che
vorresti passare con chi, ami la tua famiglia, gli affetti, bella si trova
sola. Ancora in quel suo stato catodico, di non accettazione,
di non vita.
Ho pensato, che i suoi pensieri, e la piccola one-shot, poetizzata (non mi accingo neanche a chiamarla
poesia, non ne ho ne il diritto ne le capacità)
potessero essere altrettanto intrecciati, un insieme di sensazioni e ricordi,
insieme a un appena accennato analisi dl mondo esterno, bella si accorge a
malapena di quello che le succede attorno.