Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Jokerette    14/02/2010    4 recensioni
Cosa farà mai l'affascinante signor Malfoy la mattina della festa degli innamorati?
Genere: Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Incolla qui il testo.

                                                     Attenti A Lucius

 

                           Erano i capei d’oro a l’aura sparsi,

                                                    che in mille dolci nodi l’avolgea,

                                                    e ‘l vago lume oltre misura ardea

                                                    di quei begli occhi (…)

                                                    qual meraviglia se di subito arsi?

                                                                                              -Francesco Petrarca, Canzoniere

 

Era la mattina di San Valentino, e il Mangiamorte dai lunghi capelli biondo platino si svegliò nel suo letto. Il raggio di sole che era solito colpirlo negli occhi tutti i giorni lo risparmiò, per una volta, e il Marchio Nero non bruciava più. Tutto ciò era semplicemente promettente.

Il 14 febbraio niente poteva andargli storto. Era il suo giorno sì, il momento dell’anno che aspettava con più ardore che mai… era più importante persino del Natale per lui. Era un po’ come il suo onomastico. Si stirò e si voltò verso la moglie, sdraiata accanto a lui: era già sveglia e bellissima come sempre.

Narcissa gli diede un bacetto sulle labbra:

-“Buon San Valentino, tesoro.”

-“Anche a te, Cissy, amore mio.” Sviolinò lui. L’ultima cosa a cui pensava era sua moglie, come sempre la mattina del fatidico giorno.

La preoccupazione primaria di Lucius Malfoy, la mattina di San Valentino, era di ricevere la posta, per controllare se il monopolio amoroso che aveva ormai stabilito su tutta Hogwarts e metà del mondo Babbano fosse ancora intatto. Passò quindi i minuti che separavano Narcissa dalla doccia mattutina in un puerile stato di sovreccitazione con tanto di tuffi allo stomaco, proprio come un bambino la mattina di Natale.

Finalmente la moglie si alzò e si diresse in bagno.

Il Mangiamorte non desiderava altro che rimanere solo: si mise seduto nel letto e spalancò la finestra con un ondeggiare di bacchetta.

Appena qualche attimo e poi il gufo di famiglia attraversò la stanza, lasciando cadere un consistente numero di lettere sulla trapunta.

Il biondo fece una carezza al gufo. Persino i pennuti gli facevano gli occhi dolci… trionfo o disgusto? Esaminò le lettere, pregustando la lettura e cercando di indovinare il mittente dall’aspetto e dall’odore.

Cinque buste, e solo per comodità si faceva spedire al Ministero tutte quelle delle fan: sudice Babbane, ma pur sempre dotate di gusto in fatto di uomini, ecco come la pensava.

Quando si sentiva giù non aveva che da mandare un attimo la mente alla schiera di ragazze che si liquefacevano in miele quando lo sentivano nominare.

Sorrise compiaciuto e prese delicatamente una busta color indaco. Aveva un profumo di violetta, intenso, selvaggio. Non fu sorpreso di aprirla e vedere la firma: Bellatrix.

 

Ehi, baby buona festa degli innamorati. Volevo solo dirti che… insomma, mi è piaciuto molto passare la notte con te, la settimana scorsa. Mi raccomando, non far intuire niente a mia sorella, o tenterà di ammazzarmi, sai anche tu com’è fatta Cissy, no? Quella donna è disturbata, e poi dicono di me. Comunque non ti scrivo per lamentarmi di Narcissa, ma per chiederti se hai voglia di ripetere l’esperienza.

E se sulle prime tu non avessi questa grande urgenza di vedermi, allego questa foto… tigre.

 

XXX Bellatrix.

PS: se dici qualcosa a tua moglie, ti uccido!!! Capito?

 

 

Il sorriso di Lucius si allargò, e le sue lunghe dita affusolate accarezzarono lievemente la carta della lettera. Estrasse l’allegato e ammirò per lunghi secondi una Bella in lingerie, rigorosamente nera, che gli faceva l’occhiolino dalla foto magica.  

-“Ah, questa non me l’aspettavo…” Sospirò, scuotendo la testa. Bah, avrebbe pensato più tardi a come scaricare La Pazza.

Si abbandonò sul cuscino, chiudendo gli occhi e assaporando quella meravigliosa sensazione che si prova quando si è un uomo sposato con molte, molte amanti…

Aprì una seconda lettera, di un piacevole rosa chiaro. La  busta era stata generosamente spruzzata con un profumo fruttato, indubbiamente poco costoso… ma sincero.

Oh, come amava la sincerità… era la cosa che lo faceva sghignazzare di più in assoluto, a San Valentino.

La calligrafia era ordinata e chiara, senza errori né cancellature… anche questa volta Lucius non aveva dubbi.

 

Caro  signor  Malfoy,

buon San Valentino… da un’ammiratrice che vorrebbe rimanere segreta, ma non può. Sa, tutte le volte che c’è  una partita di Quidditch, a scuola, che riguardi Serpeverde spero sempre che lei sia presente, e questa è una cosa orribile, sbagliatissima, perché  lei è un uomo… e io sono solo una ragazzina. Dati i miei poco nobili natali, dubito che mi vorrebbe anche se avessi la sua età. Resta solo il fatto che il mio povero cuore spezzato continua a sanguinare.  Non posso farci niente, è peggio di un filtro d’amore, perché è amore vero… La prego, signor Malfoy, mi risponda, anche solo per dirmi che ha gettato la mia lettera nel fuoco, ma mi dica qualcosa…

                                             sua per sempre,

                                                                  Hermione Granger

 

Lucius alzò un sopracciglio. Granger? La Nata Babbana? Certo che quella feccia diventava ogni anno più folle… si lasciò sfuggire una risatina e scosse la testa, perso in un miscuglio di divertimento e orrore, anche perché quel dannato profumo Babbano non ne voleva più sapere di scollarglisi di dosso.

Scrutò le altre tre lettere, sovrappensiero, poi decise per quella rossa. La carta era più spessa e mandava un forte odore di inchiostro.

 

 

Buon San Valentino, Lucius!

Ti ricorderai di me, immagino… dopotutto chi non si ricorda del Ragazzo-Che-E’-Sopravvissuto, eh?

E soprattutto ti ricorderai di quella splendida nottata insieme, vero? E pensare che credevo che tu fossi solo uno spocchioso frigidone… e, bè,spocchioso sì, ma frigidone per nulla… vero, diavoletto? Peccato che mi abbia bruciato la cicatrice per tutto il tempo, però. Fa niente, è stato bello comunque. Naturalmente io per il resto del mondo sono ancora vergine… non temere, il nostro segreto me lo porterò nella tomba, e se dovessero insistere, dirò che la mia prima volta è stata con Ron Weasley. Dovremmo rivederci, ogni tanto, non pensi?

                                             HP

 

Lucius fu svelto a togliersi quella lettera da sotto gli occhi con un brivido. Non ci voleva nemmeno pensare, a quella notte… era pieno di Whisky Incendiario fino agli occhi, e quel dannato ragazzino gli si era avvinghiato come una liana, che altro avrebbe potuto fare?

Sbuffò e afferrò la penultima busta.

Era nera come la notte e emanava un odore non troppo gradevole di sostanze chimiche.

 

Caro amico mio, buon San Valentino, che tu passerai con tua moglie o con una delle tue innumerevoli amanti, mentre io me ne starò a sospirare sulla tua foto. Sì, è inutile continuare a fingere di non avere sentimenti: è vero, Lucius, per quanto sembri impossibile, ho subito il tuo fascino. Non hai idea di quanto ti odio per questo, ma non posso farci niente, sei tutto per me.

Ti prego, vieni da me e parliamone. Mi odio per averti cacciato l’altra volta, ma ero fuori di me. Insomma, mi avevi promesso che avresti mollato almeno tua moglie, e invece salta fuori anche un’altra donna. Per dirla tutta… mi dispiace di averti tirato dietro quella fiala di spremuta di rospo. Torna dal tuo Severus, Lucius…

                                              Ti amo

                                                 (e tu sai quanto è difficile cavarmi queste                                                                                                                                                                

                                                                due parole di bocca)

                                                                             Tuo per sempre, Sev

 

Il Mangiamorte aggrottò la fronte, rileggendo le ultime righe. Forse per questo ultimo messaggio si sentiva un po’ più verme del solito…

Era stato un periodo strano, quello in cui aveva deciso che il suo migliore amico dovesse collaudare materassi insieme a lui… anche perché non ce lo vedeva per niente, il suo amico pozionista, a lasciarsi spalmare su un letto da un tipo come lui.

Evidentemente si sbagliava.

Il problema era proprio questo, però… Severus ci credeva, in quella relazione, e sarebbe stato deluso, ma molto deluso, se mai avesse scoperto la verità, e sarebbe stato infuriato, ma molto, molto infuriato… Lucius sapeva bene di essere forte quanto il professore, se non di più, ma non era mai tranquillo su questo punto.

Nervoso, afferrò l’ultima lettera.

Era bianca, anzi, leggermente giallastra, e non aveva odore. Se la rigirò tra le mani per un po’, poi l’aprì con cautela.

Estrasse un foglietto piegato, con le stesse caratteristiche della busta che lo conteneva.

La pressione delle sue dita sul biglietto aumentò leggermente, e subito una terribile lama di dolore bruciante gli serpeggiò nell’avambraccio sinistro.

Conosceva quel dolore. Era come se il sangue che scorreva nelle vene in quel punto del suo braccio si fosse trasformato in tizzoni ardenti.

Mugolò piano e si afferrò il braccio con l’altra mano, lasciando cadere la lettera sul copriletto.

Restò nella penombra a massaggiarsi l’arto dolorante, senza osare nemmeno sbirciare il Marchio. Lentamente allungò una mano e ghermì il fogliettino piegato davanti a sé.

Lo aprì febbrilmente e cominciò a leggere:

 

 

Salve, mio fedele Mangiamorte. Spero che tu riconosca il tuo Signore dalla scrittura… e dal bruciore al Marchio. Ti scrivo per informarti su cosa sia successo durante un tuo probabile vuoto di memoria. Se non ti ricordi cosa è successo ieri l’altro, sappi che eri con me, sotto la Maledizione Imperium. Mi dispiace informarti in questo modo brusco, ma ti ho scagliato la Maledizione perché temevo che tu non gradissi effusioni da parte mia…

Probabilmente ho ragione su questo punto, ed è stato meglio così, no?

PS: Se mai riaffiorasse un ricordo, non venirmi a dire che non ti è piaciuto, mia bella bionda.

 

Non credo di poter calcolare con esattezza la quantità di definizioni possibili per Voldemort passarono nella testa sconvolta del nostro affascinante ammaliatore, ma vi assicuro che erano tante, diverse e fantasiose.

 

-“Amore?” Fece Narcissa, avvolta in un asciugamano, sulla soglia della camera.

Lucius alzò la testa e la guardò con occhi opachi da branzino appena pescato (e vagamente nauseato).

-“Cosa sono quelle lettere?”

 

 

 

I Tre Manici Di Scopa era quasi vuoto. Dopotutto chi ha voglia di andare a ubriacarsi proprio la sera di San Valentino? Solo gli alcolisti incalliti e gli sfigati totali potrebbero fare una cosa del genere.

Bè, quella triste sera di sfigati ce n’era un tavolo intero…

 

-“Quel porco! Come ha potuto?” Singhiozzò Narcissa, per poi tracannare un lungo sorso del suo sofisticato drink alla menta.

-“Su, signora Malfoy- fece Hermione, mettendo giù il suo boccale di Burrobirra- non faccia così.”

-“Oh, cosa ne vuoi sapere tu, piccola mezzababbana...” Replicò la dolce Cissy, già sbronza per tre quarti. Oddio, pensò, solo Lucius potrebbe riuscire a  farmi sedere a un tavolo con questa insopportabile mocciosa.

-“Lasciala perdere, Mione.” Suggerì Harry, dando all’amica un amorevole colpetto sul braccio. Anche lui non era esattamente il ritratto della sobrietà, e la cicatrice bruciava in modo insopportabile, procurandogli un mal di testa di intensità raddoppiata.

-“Quello che non capisco- cominciò Voldemort, seduto al fianco del Ragazzo-Che-E’-Sopavvissuto- è come abbia fatto a tenermi nascosti tutti i suoi intrighi. Che abbia indebolito la mia Occlumanzia? Tu che ne dici, Severus?”

Anche Piton era lì, anzi, era arrivato praticamente insieme a Narcissa, ma non aveva bevuto un sorso dal bicchiere che aveva davanti. Fissava il tavolo, o al massimo faceva vagare gli occhi svuotati sugli improbabili compagni di sbronza.

-“Dico che è riuscito a distruggere la mia vita per la seconda volta. Non bastava tua madre, Potter, doveva mettercisi anche lui!” Detto ciò, sprofondò nel torvo silenzio di un uomo che contempla il suicidio.

Harry ridacchiò, completamente ubriaco.

A un certo punto il gufo della famiglia Malfoy entrò dalla finestra aperta, con gli occhi giallastri pieni di tristezza.

Andò a posarsi sulla spalla della padrona e immerse il becco in ciò che restava del drink alla menta, sperando che l’alcol avesse effetto anche sui pennuti.

 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jokerette