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Autore: RBlaine    15/02/2010    3 recensioni
[SasuNaru]
A Sasuke non era mai importato molto del 14 febbraio.
Non lo odiava, né lo amava. Semplicemente, lo riteneva un giorno come tutti gli altri.
Ma vedendo il suo sorriso, preferì accantonare la questione.
[ShikaTema]
Temari non era mai stata un tipo romantico.
Anzi, si poteva dire esattamente il contrario. Aveva faticato a sopportare quei pochi incoscenti che avevano avuto il coraggio di dichiararsi a lei con frasi sdolcinate e fiori profumati.
[Sasu/Saku/Naru]
- Lo sapete che giorno è oggi? - domandò, con incredibile calma.
Le ossa del collo di Naruto scricchiolarono in modo sinistro quando cercò di abbassare ancora più il capo verso il basso. Sasuke le scoccò una breve occhiata di sufficienza, prima di tornare a guardare di lato.
Nessuno dei due osò fiatare.
- Pensavo che stasera sarebbe stata una serata migliore delle altre. Dopotutto, è San Valentino. La festa degli innamorati. La nostra festa. - strinse i pugni, ma non mutò il tono della voce, incredibilmente e spaventosamente lieve. - Credevo che almeno per stasera non avreste combinato disastri. Che per una volta vi sareste contenuti. Almeno per fare piacere a me. Ma a quanto pare mi sono sbagliata. -
[SuiKa]
- Buon San Valentino, arpia - sussurrò contro il collo, e poi, previdente, le tolse la possbilità di rispondere all'insulto.
Spoiler dell'utimo capitolo! soltanto nell'ultima flash.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Suigetsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco qua. Una piccola raccolta di flash-fic per San Valentino. Per me questo giorno non ha mai avuto molta importanza, ma volevo fare qualcosa comunque xD Buona lettura!


Question

A Sasuke non era mai importato molto del 14 febbraio.
Non lo odiava, né lo amava. Semplicemente, lo riteneva un giorno come tutti gli altri.
Di certo i suoi nervi non la pensavano allo stesso modo, grazie a qualcuno che ogni San Valentino sembrava trasformarsi in una furia demoniaca e che, giusto per l'occasione, diventava incredibilmente furba, pronta a sorprenderlo nell'attimo in cui avesse abbassato la guardia.
Per questo, solo per la voglia di avere le stesse idee dei suoi nervi, aveva deciso di adottare un medoto infallibile: trovare qualcuno con cui stare che non lo assillasse continuamente e con cui non avrebbe dovuto avere obblighi di nessun tipo. Una copertura, insomma.
E fu per questo che, a quasi due anni da quel fatidico giorno, si ritrovò a chiedersi perchè mai avesse scelto il suo rumoroso ed esaltato compagno di team, dato che non era servito né ad allontanare le indemoniate, adesso ancor più esaltate di prima - avrebbero potuto tranquillamente gareggiare con Jiraya in certi campi - né a poter stare tranquillo per concentrarsi sulla sua vita di ninja.
Ma vedendo il suo sorriso, preferì accantonare la questione.



Exceptions
Temari non era mai stata un tipo romantico.
Anzi, si poteva dire esattamente il contrario. Aveva faticato a sopportare quei pochi incoscenti che avevano avuto il coraggio di dichiararsi a lei con frasi sdolcinate e fiori profumati - doveva ancora capire dove li avessero presi, fra l'altro, in un posto come Suna -.
Non che disdegnasse un altro tipo d'attività, ma non si era mai innamorata di nessuno, né aveva intenzione di farlo presto. E non tanto per l'amore in sé, che non gli era mai dispiaciuto, ma semplicemente per il fatto di non aver trovato nessuno da poter essere preso in considerazione. Gli sembrava che gli uomini fossero o idioti, o poco interessanti, e quei pochi che rispettava decisamente non la attraevano.
Per questo rimase sopresa lei stessa del "sì" che gli uscì dalle labbra in risposta alla svogliata e psicotica dichiarazione di Shikamaru, forse più di quanto lo fosse stato lui.
A Temari non piaceva neanche stare ferma.  
Non lo odiava, ma né avrebbe fatto a meno, escludendo i momenti in cui era particolarmente stanca.
Di certo non le sarebbe mai venuto in mente di sdraiarsi nell'erba a guardare le stelle, e ancor meno se ci fosse stata l'occasione di punzecchiare il genio di Konoha.
Ma per una volta, decise semplicemente di poggiare il capo sul suo petto e restare in silenzio.



Laugh

Sakura sospirò, osservando demoralizzata la cucina semi-distrutta, con i ripiani ricoperti di farina e di macchie di cioccolato.
Passando in rassegna la stanza, si sistemò minuziosamente i guanti, lisciandoli e accarezzandoli con cura, prima di voltarsi verso i due ragazzi in piedi sulla soglia.
Naruto guardava il pavimento, grattandosi nervosamente la nuca. Sasuke sbuffava ed evitava di guardare dalla sua parte.
Erano buffi, bianchi da capo a piedi a causa della farina ed entrambi con il grembiule da cucina.
Sakura gli avrebbe definiti adorabili, se non fosse stato per la stanza disastrata alle sue spalle, vittima di una delle loro solite liti, che, dopo una giornata estenuante passata all'ospedale, decisamente non era quello pensato per la serata.
- Lo sapete che giorno è oggi? - domandò, con incredibile calma.
Le ossa del collo di Naruto scricchiolarono in modo sinistro quando cercò di abbassare ancora più il capo verso il basso. Sasuke le scoccò una breve occhiata di sufficienza, prima di tornare a guardare di lato.
Nessuno dei due osò fiatare.
- Pensavo che stasera sarebbe stata una serata migliore delle altre. Dopotutto, è San Valentino. La festa degli innamorati. La nostra festa. - strinse i pugni, ma non mutò il tono della voce, incredibilmente e spaventosamente lieve. - Credevo che almeno per stasera non avreste combinato disastri. Che per una volta vi sareste contenuti. Almeno per fare piacere a me. Ma a quanto pare mi sono sbagliata. -
Prese un gran respiro, prima di avanzare verso di loro.
Naruto serrò gli occhi, pronto al colpo, ma non avvertì nulla se non il leggero spostamento dell'aria accanto a se. Quando si azzardò ad alzare il capo, sorpreso, Sakura era già all'inizio delle scale.
- Io me ne vado a letto - annunciò, asciutta. - Domattina non voglio vedere nemmeno un puntino bianco. -
E scomparve al primo piano.
Naruto stette immobile per un attimo, prima di voltarsi lentamente verso Sasuke.
Quello intercettò il suo sguardo e strinse le labbra.
- D'accordo - disse alla fine, in risposta alla muta richiesta. - D'accordo, andiamo. -
Naruto si lanciò su per le scale, seguito dal passo decisamente più flemmatico dell'altro. Spalancò la porta della stanza dove dormivano - e non solo - e si gettò al lato del letto, in ginocchio.
- Scusascusascusa Sakura-chan, non volevamo rovinare tutto! Stavamo cercando di prepararti una torta, per farti una sorpresa, sai, in realtà il teme voleva comprarti dei fiori, ma io gli ho detto che sarebbe stato banale e che fare una torta con le nostre mani sarebbe stato decisamente più carino e... -
- Idiota io che ti ho ascoltato - borbottò l'interessato, sopraggiunto a metà del monologo del compagno.
- Dillelo anche tu, Sas'ké, dillo che ci dispiace! -
- Cosa? - sbottò lui, prima di arrendersi davanti all'occhiata dei due occupanti abusivi della sua casa.
Ma che cosa aveva in testa quando aveva accettato di tornare in quello stupido villaggio?
Cercando di ingoiare la bile che stava salendo lenta dalla sua gola al pensiero di fare una cosa del genere, si passò una mano sul volto. - Scusa, scusa - borbottò, a bassa voce.
E poi sentì ciò che aveva tanto temuto.
Una risata.
Sakura stava ridendo, con una mano poggiata sulla spalla di Naruto e l'altra a coprirsi la bocca, in un vago quanto poco convinto tentativo di celare le risa.
- Oh - balbettò, tra una risata e l'altra - Non sai da quanto aspettavo questo momento! - E continuò a ridere.
Naruto sembrò riacquistare tutto il suo colore.
- Allora non sei arrabbiata? - chiese, estante.
Sakura si asciugò le lacrime e sorrise. - Se domattina sarà tutto a posto, no. -
Naruto balzò in piedi e corse verso la porta, afferando un Sasuke sull'orlo di una crisi nervosa per un braccio, ma fu fermato dalla voce di Sakura.
- Oh no. Voi stanotte avete ben altro da fare. Vi sveglierete prima domattina -
E mentre veniva trascinato verso il letto, Sasuke decise che il giorno dopo sarebbe sicuramente ripartito, per dove aveva poca importanza.
Ma quella notte poteva anche godersela.



Watermelon

- Come fa a piacerti ancora? - sbottò Suigetsu, sinceramente incapace di comprendere.
- C-chi?! - sbraitò Karin, reggendo con una mano il piatto appena preparato, da quanto Suigetsu aveva avuto modo d' intuire, e sistemandosi con l'altra gli occhiali.
- Quello a cui stai portando quel piatto. Sa'ké kun. Ti ha ferito a morte, non so se te lo ricordi -
- Non è per Sasuke - ruggì lei, premendo così forte sugli occhiali da rompere una stanghetta.
- E allora per chi è? - domandò Suigetsu, ironico.
- Per me, sirenetto - replicò lei, cercando di riacquistare un minimo di controllo e di sistemare gli occhiali in modo che non cascassero.
- Siamo narcisisti, eh? -
- Cosa vuoi dire? -
- C'è un biglietto sotto la fetta d'anguria, strega. Ti scrivi messaggi d'amore? -
- Cosa ti importa, scorfano?! - gridò lei, sguaiata, gettando alle ortiche ogni tentativo di controllarsi.
Non che ne avesse comunque molta voglia, con lui. 
- Mi chiedo soltanto quanto stupida tu debba essere per andargli ancora dietro -
- Non è per lui, ti ho detto! - strepitò lei, gettandogli contro il contenuto del piatto in un impeto di rabbia. - E' per te, razza d'idiota! -
Detto questo, come sempre alla fine di ogni loro discussione, le loro labbra si scontrarono con furia.
Karin, come sempre, lo morse con forza, fino a farlo sanguinare, e Suigetsu, come sempre, ghignò.
- Buon San Valentino, arpia - sussurrò contro il collo, e poi, previdente, le tolse la possbilità di rispondere all'insulto.
 




 
  
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