Sto
camminando lungo una stradina lastricata. Non vedo niente, sono
circondato da una folta nube rossa. Un acre odore di fumo mi stimola
le narici, ne seguo la scia, giocando con i minuscoli puntini di
pulviscolo che mi sono attorno. Passeggio lentamente, girando intorno
ad una ruota. Sopra, una ragazza ansima, trema, m’implora.
Faccio finta di non sentirla, mentre aspetto impaziente il ritorno di
Alastair? Dove diavolo si è andato a cacciare? Perché
mi ha lasciato qui? In tutto questo tempo, questa è la prima
volta che sono completamente da solo. E mi spaventa.
Abbasso
lo sguardo, incapace di alzare gli occhi verso quell’anima
straziata. Non ho il coraggio di osservare il risultato del mio
lavoro; buffo, no?
Finalmente,
torna.
“Era
ora, dove cavolo eri?” Smetto di muovermi all’improvviso,
mentre aspetto una sua risposta. Tra le mani, ha una scatoletta color
marrone scuro. La indico e lo guardo indagatorio: “che roba
è?”
Sorride.
Mi apre il palmo della mano e ce l'appoggia sopra.
“Aprila
e lo scoprirai.” Aspetto qualche attimo, fisso quell’aggeggio
quadrato titubante. Non voglio immaginare cosa ci sarà dentro,
anche se non è molto difficile. Siamo all’Inferno, che
cosa mai potrà contenere questa cosa? Sabbia?
“Aprila
tu” dico, rimandando il presente al mittente.
“Andiamo,
Dean! Abbiamo ripreso ad avere paura? È soltanto un regalo per
San Valentino!”
San
Valentino? Ma si è fatto di crack infernale per caso? Meglio
non rispondere, prima che riprenda l’abitudine di farmi a
pezzi. Prendo coraggio. La apro.
“Alastair,
ma che accidenti!” Rido, prendendo in mano qualcosa che
assomiglia ad una rotula. Mi prende sotto braccio, esortandomi a
camminare: “che fai, non ricambi il mio regalo?” Tiro
fuori velocemente il mio bisturi: “andiamo.”