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Autore: Tetide    17/02/2010    4 recensioni
I pensieri di un personaggio controverso e romantico: Ludwig II Wittelsbach, cugino di Sissi, nella sua ultima notte, prima della drammatica e misteriosa fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Il tormento di un re







IL TORMENTO DI UN RE
 

Nessuno mi conosce davvero.
Nessuno sa chi realmente io sia.
Perché nessuno osa guardare oltre quella maschera chiamata corona.
Essa è tutto ciò che gli altri vedono, e nulla più.
Per tutti, sono il loro re e basta.
Stolti!!
Voi ignorate che oltre il re, c’è l’uomo.
Un uomo che vuol essere Eroe. E’ solo questo che avrei voluto essere.
Allora, forse, avrei posseduta la cosa più preziosa che un’anima possa possedere: IL SACRO FUOCO DELL’ARTE.
Esso è la linfa della vita, è ciò che anima quello che è inanimato! Cosa può essere un’anima senza l’arte?
L’Arte è il bello. L’Arte è il tutto. L’Arte è la vita stessa.
Ed IO lo so bene. IO ho creato il mio sogno, gli ho dato vita.
L’ho reso vivente.
Il Bello è tutto: non è il Bello a doversi abbassare alla vita, bensì la vita ad elevarsi al Bello, al Sogno. E’ questo che io ho cercato di fare per tutta la durata della mia esistenza terrena: elevare la vita al Sogno.
Perché un genio crudele vuol continuare a tormentarmi, inquinando la Bellezza perfetta che IO ho costruito con lo squallore delle umane miserie?
Io ho reso vivente la leggenda, per vivere dentro di essa, ogni giorno e per sempre.
E per preservarla vergine dalle impurità del mondo, ho scelto la solitudine.
La solitudine.
I miei unici interlocutori erano i Divini Eroi di quel mondo perfetto di Sogno e Bellezza.
Non ho voluto altro umano contatto.
E loro, stolti, mi hanno dichiarato pazzo!
Tutto, tutto ciò che ho costruito è follia pura, per loro: i palazzi dove vive il Sogno, dove la Bellezza palpita sono soltanto assurde follìe, per loro! Essi non vedono oltre il denaro, lo sperpero, lo spreco!! Stolti, stolti!
Non sanno vedere lo Spirito del Bello che li abita!
IO l’ho materializzato! L’ho reso vivo!
Ed il mio compito è stato quello di proteggerlo, per sempre.
Mi aggiro tra le grotte ed i laghi, nelle tenebre appena squarciate da qualche stella lontana. La sua luce fioca è il solo occhio che sorride e comprende cosa sia il Sogno.
Percorro gli eterni corridoi, rischiarati dallo scintillìo degli ori e dal bagliore dei cristalli silenti, proteggendo lo Spirito del Bello, che si aggira invisibile per queste sale: non temere, nessuno profanerà questo tuo sacro tempio!
IO ne sono l’eterno guardiano, ormai parte inscindibile di esso. E tale rimarrò, in eterno.
Perché, lungo questi corridoi che si perdono nel tutto, per queste sale che guardano verso  gli eterni boschi e le cascate, vive il Divino, l’Eterno, il Sublime.
E da sempre, IO vivo di lui.
Come può l’umana miseria sciupare tutto questo? Sacrilegio, sacrilegio!
Meglio la solitudine, allora, che la rovina di ciò che è bello ed eterno!
E sopporterò la solitudine, mia eterna e sola compagna.
Qui, da questa loggia che guarda verso l’infinito, sui boschi e le sacre cime ove vive lo Spirito dell’Eterno, adesso osservo le stelle: ho fatto di tutto per proteggere il Divino, fino al mio ultimo atto.
Ma esso, alfine, è arrivato.
Mi hanno deposto, rinchiuso, come un pazzo. Non sono più il loro re, ma solo un pazzo.
E la miseria umana inonda e fa scempio di ciò che è Divino: no, questo non posso sopportarlo.
Ecco perché è il mio ultimo atto: domani, mi immolerò per il Bello, per proteggere quel che di Divino e Bello ancora rimane in me.
Guardami ora, Re Sole, ora che sto per raggiungerti, io, il Re Luna, ancorché mondato dalle umane miserie!
Domani, saremo vicini; per ora, c’è solo una notte tra noi.
Una notte soltanto.

Nota dell’autrice: il controverso personaggio del re Bavarese Ludwig von Wittelsbach (1845-1886, tra l’altro cugino dell’imperatrice Sissi), è passato alla Storia per il suo amore incontrastato per il Bello ed il Sogno, che si concretizzava nelle leggende e saghe Germaniche; ed in quel mondo leggendario egli volle vivere, costruendo fiabeschi e bellissimi castelli ispirati a tali leggende (Neuschwainstein e Hohenscwangau, antico castello di famiglia, fatto poi restaurare da Ludwig stesso; un progetto ancor più grandioso, Falkenstein, che nelle intenzioni di Ludwig avrebbe dovuto ricalcare Neuschwainstein, ma in forme ancor più grandiose, rimase sulla carta a causa della prematura e tragica morte del re) .
L’altro suo grande mito fu il Re Sole, al quale si ispirano altri suoi magnifici castelli (Linderhof ed Herrenchiemsee): Ludwig amava paragonarsi a lui, definendosi  “il Re Luna”.
Herrenchiemsee vuole riprodurre nelle forme Versailles; ma, a differenza di questa, contiene alcune innovazioni del tempo di Ludwig (come la dinamo), che non erano ancora presenti all’epoca di Luigi XIV.
Aspirando continuamente ad un Bello ideale (fu amico e protettore di Wagner), Ludwig rifiutava quelle che giudicava le bassezze della vita quotidiana, e questo lo portò ad isolarsi completamente dalla sua corte e dal mondo intero, rifugiandosi, solo, nei castelli che lui stesso aveva fatti costruire, abitati dai suoi eroi leggendari: la sua Arcadia mitologica.
A causa di ciò, e per aver dilapidato buona parte delle casse della Corona, fu ritenuto pericoloso dalla Corte, e dichiarato pazzo; quindi, venne arrestato e rinchiuso nel suo castello di Neuschwainstein nella notte tra il 12 ed il 13 Giugno 1886; in quella notte, ho immaginato la mia fic, una sorta di dialogo interiore del re, affacciato alla loggia di Neuschwainstein, che fa un bilancio della sua vita, ormai prossima alla fine.
Il mattino successivo, il re venne trasferito nel castello di Berg, in stato di arresto; quella stessa sera, lui ed il suo medico vennero ritrovati morti nel lago antistante il castello.
All’epoca si parlò di suicidio, gesto che sarebbe peraltro stato consono alla personalità eccentrica ed impetuosa del sovrano; ma recenti scoperte ritengono possa essersi trattato, invece, di omicidio: Ludwig, con le sue follie, era amato dal popolo, e quindi pericoloso.
Ovviamente, ho solo voluto dipingere un ritratto “romanzato” di questo personaggio, in  base a come esso viene descritto dalla storiografia, senza cercare di tracciare un ritratto realistico, cosa che, peraltro, non mi sarebbe possibile fare, non avendolo conosciuto (per ovvie ragioni) di persona.
Spero che questa piccola one-shot sia piaciuta: d’altronde, da un po’ di tempo ho la mania degli esperimenti…
Attendo i vostri commenti!!
Tetide.


 



  
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