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Autore: ChiaraBella    20/02/2010    0 recensioni
Per la mia prima fan fiction ho scelto la mia coppia preferita: Edward e Bella. In pratica loro si incontreranno e diventeranno amici, però in una città in cui sono entrambi momentaneamente. Non sanno però che una serie di intrecci li lega indiscutibilmente. Dal secondo capitolo: Solo allora mi accorsi di non conoscere il suo nome. "Ehm, come ti chiami?" chiesi titubante. "Isabella" "Edward" e ci stingemmo la mano. Nel momento stesso del contatto sentì una scossa percorrere il braccio e sembrava arrivare dritto al cuore. Sono tutti umani. Avviso: sospensione causa esami
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dico subito che è la prima volta che scrivo una fan fiction e ho una paura matta!

Se dovesse andare bene sarò contentissima, non mi aspetto niente da questo progetto.

Se aveste qualche domanda fate pure, sempre che qualcuno la legga.

Ciao a tutti, Chiara.

 

New York New York

 

Gita scolastica

 

Pov Bella

 

-Alice!!!- urlai inviperita alla mia pseudo migliore amica -Cosa diamine hai messo nella mia valigia! Siamo in gita, ok che rimarremo a New York una settimana, ma a cosa pensi mi possano servire tutti questi vestiti!- In quella valigia, che stava praticamente per scoppiare, risiedeva una quantità enorme di capi d'abbigliamento, alcuni davvero assurdi!

Alice entrò nella mia camera, prima era nel bagno, guardandomi con furbizia. Era davvero strana, a volte. Sembrava prevedere il futuro, molto intuitiva. Lei, una ragazza minuta, capelli corvini e un sorriso sempre stampato sul viso, era la mia migliore amica da quando mi ero trasferita da mio padre a Forks, l'anno scorso. -Ti serviranno tesoro, prima o poi! Fidati della tua Alice Cullen. Comunque per fare la valigia mi ha aiutato anche Rose. E anche quella di Angela è simile alla tua.- Sorrise compiaciuta della sua opera.

Rosalie Lilian Hale. L'altra mia amica formato modella, bionda, occhi azzurri e due gambe lunghissime. Del genere che sembra uscita dalla copertina patinata di un giornale di moda.

Angela Weber, invece era la più normale delle due. Capelli scuri, occhiali da studentessa chic, riservata e grande ascoltatrice.

Io, Isabella Marie Swan, castana di capelli, occhi cioccolata e pelle diafana. Non si direbbe che sono di Phoenix.

In realtà sono nata a Forks, poi mia madre mi ha portato via da quella minuscola cittadina.

Attualmente mi trovo nella camera d'albergo che dividerò con Alice, nella prima stanza che ha due letti, Rose e Angela, nella seconda.

Allarmate dal nostro tono di voce ci raggiunsero le ragazze.

-Cosa succede?- chiese Rosalie, mostrando il suo lato materno. Sembrava una ragazza chiusa e superficiale, ma se la sapevi prendere e ascoltare ti donava tutto l'affetto del mondo.

-Niente. A proposito di te: ti sei coalizzata con Alice per rifarmi il guardaroba? Introducendovi, oltretutto, capi molto corti e o scollati?- la presi in giro per vedere la sua reazione.

Fortunatamente, a loro insaputa, avevo messo dei jeans stretti e delle T-sirt normali.

Capi che, io e Angela, definivamo scherzosamente “clandestini”

-Diglielo Bella! Hanno giocato questo "scherzetto" anche a me- mi diede man forte Angie.

Rosalie, non sapendo come ribattere non parlò.

-Cambiando discorso, sai che i miei e il tuo fratellone sono qui?- chiese Alice a Rosalie.

Non avevo mai conosciuto i fratelli di Alice ne il gemello di Rosalie. A dire la verità nessuna conosceva i fratelli della altre. Arrivata io, Rose Angela e Alice avevano appena fatto amicizia e i fratelli erano partiti per una "vacanza studio", in giro per l'America. Non sapevo molto su di loro, solo i nomi e le parentele. Emmet 18 anni, il maggiore e Edward 17, come noi quattro, erano i fratelli di Alice. Invece conoscevo bene Claire, la sorellina bionda e adorabile di Alice, con cui spesso duettavo, più per farla divertire che per altro, al pianoforte o anche con semplici canzoni. Jasper, 17 anni era il gemello di Rosalie. Anche mio cugino era partito con loro. Lui ha sempre vissuto a Forks, cugino da parte di padre. Ben Cheney, cognomi diversi perché sua madre è mia zia di sangue.

Alice adorava indiscutibilmente i suoi fratelli e altrettanto Rose. Tutta la popolazione femminile di Forks "soffriva" la, cosiddetta, perdita dei "belli" della città. A quanto pare facevano battere i cuori di tutte le ragazze! Non avevo ancora avuto l'"onore" di conoscerli, a parte mio cugino, che non vedevo di tre anni. Pensavo, quasi certamente, che fosse molto cambiato.

-Allora, vestitevi che andiamo a fare un giro dell'albergo- ordinò, con la voce stile sergente, Alice mentre Rose annuiva.

Misi un paio di Jeans scuri e una camicetta blu. Qui me lo potevo permettere anche a marzo, a Forks sarei congelata!

Le altre si misero in ghingheri e mi obbligarono ad indossare una paio di stivaletti neri lucidi, innumerevoli braccialetti e una collana piena di ciondoli. L'insieme non era male.

Volevano andare a fare un tour per 'albergo, visto che avevamo un paio di ore per noi, per ambientarci. Non voglio pensare cosa mi avrebbero combinato gli ultimi due giorni, gli stessi in cui saremmo state lasciate libere di girovagare per tutta la città!

-Su ragazze! Siamo nella Grande Mela- ci incitò Rose, scuotendo la chioma bionda, mentre camminava su i suoi immancabili tacchi dieci. Poi, rivolta alla sua personale compagna di follie -Pensa, Alice, a tutti i negozi di alta moda che potremo visitare-.

-Più che visitare, io direi svaligiare!- commentò Angela, lanciandomi uno sguardo di intesa che mi fece scappare un risolino, entrambe eravamo memori delle loro pazzie.

Di solito le due maniache della moda trascinavano me e Angela in vere e proprie sessioni, a detta loro, o maratone, a detta nostra, di Shopping sfrenato.

Una volta avevamo saltato la scuola: con il permesso dei genitori, anche se non ho mai scoperto come fecero a ottenere ne il loro, ne il nostro permesso, per stare tutto il giorno a Seattle nel centro commerciale più grande.

Tornammo a casa sfinite e con un centinaio di buste, tutte caricate su un' enorme Jeep che, da quel che avevo capito, apparteneva a Emmet.

Nel garage dei Cullen risiedevano anche una porche giallo canarino, di Alice, una Volvo, quasi esclusivamente di Edward ma non era intoccabile quanto la sua Aston Martin. Non per metteva a nessuno di guidarla, da quanto sapevo.

Eravamo tutti ragazzi con famiglie agiate:

Esme e Carlisle Cullen sono lui, un dottore e lei, un arredatrice di interni ed esterni,

I signori Hale sono entrambi avvocati e gli Weber sono ricercatori, di non so cosa.

Mio padre, invece, è il capo della polizia, il più retribuito di tutta la città.

Scese nella hall vedemmo una decina di poltroncine rosse e divanetti su cui qualche persona leggeva o chiacchierava.

-Siamo in sella ragazze mie! Altro che un paesino sperduto come Forks, qui faremo follie- esclamò entusiasta Alice mentre Angela la guardava con gli occhi fuori dalle orbite, probabilmente allarmata dalla parola "follie". Ormai eravamo abituate.

Scendemmo giù nella hall e io decisi di fare una passeggiata da sola.

Percorsi un vialetto dietro l'albergo, ed arrivai a Central Park. Mi sedetti ammirando il paesaggio verdeggiante intorno a me.

Non che non fossi mai stata in un parco pieno di verde, anzi. Foks era tutta piena di piante! Ma non era la stessa cosa, lì dopo un po' il colore, prima così vivo, diventava quasi opaco e spento e anche l'aria prendeva quella tonalità. Qui, dove tutto è grigio, tra smog, palazzi giganteschi e automobili, entrare in un parco immenso come questo prendeva una nota quasi magica. Le foglie brillavano di un lucente verde, i boccioli di qualche fiore ancora chiuso di colori che andavano dal bianco al rosa e la rugiada mattutina di quelli già aperti lo rendeva magnifico.

Non so quanto tempo rimasi lì a fissare tutto quello che avevo attorno, so solo che mi straniai completamente da tutto. Non sentivo più alcun rumore, non avevo nessuno accanto e, per il momento, la pace nel mondo non mi importava molto.

Mi riscossi solo quando sentì l'improvvisa presenza i un essere umano, a me sconosciuto, sedermisi accanto. Mi voltai e annegai di nuovo nel verde, nei suoi magnifici occhi verde smeraldo. E io che avevo sempre considerato questo colore mediocre!

Si girò si scatto e io tornai in me. Solo allora potei notare la sua bellezza, capelli ramati e scompigliati, nessuna traccia di gel, e un viso ben delineato con la mascella squadrata.

Chissà che era quel bellissima ragazzo. Qualcosa però mi diceva che lo avrei rivisto spesso.

Se siete arrivati qua vi devo ringraziare.

Ditemi assolutamente se ci sono errori e soprattutto se vi è piaciuto.

Queste sono le immagini a cui mi sono ispirata scrivendo il capitolo, spero vi piacciano.

 

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/0a/Central_Park_New_York_City_New_York_23_cropped.jpg

 

http://hotelreservationdeals.files.wordpress.com/2009/01/central-park.jpg

 

http://www.windoweb.it/desktop_tour/foto_america_nord/foto_USA/foto_new_york/foto_new_york_003_central_park.jpg

  
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