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Autore: miseichan    20/02/2010    6 recensioni
Un ragazzo, un amore, una canzone… E’ pur vero che ogni canzone ha una magia tutta sua. Alcune poi sono più importanti ed uniche, ma ce n’è sempre una che ci entra nel cuore. E rimane lì, legata a noi indissolubilmente… rare volte alla musica che ci suona nel cuore, si accompagna una persona, o almeno il suo ricordo, e in questi casi avrà un posto fisso. Per sempre.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Lacrime di cristallo'
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Your guardian angel

Your Guardian Angel

 

Ho sempre avuto una vera e propria adorazione nei confronti della musica.
Ci univa un rapporto unico, ne ero come dipendente.
La ascoltavo sempre, in continuazione: i pochi momenti in cui non avevo le cuffie ben piantate nelle orecchie, continuavo a sentirla nella mia testa.
Non sarei dove sono senza la musica.
E’ stato grazie ad essa che ho superato alcuni dei momenti più difficili.
Devo tutto ad alcune canzoni, senza le quali probabilmente ora sarei persa… in qualche posto orribile, buio e privo di musica.
Per qualche assurdo motivo infatti era con la musica che tutto si ridimensionava, tutto tornava a posto, tutto passava in secondo piano…
… e al primo posto c’era sempre e solo lei: la mia musica.
E’ stato grazie alla musica che ora sto studiando per un master in Inghilterra.
Ho imparato l’inglese quasi senza accorgermene: ascoltando e riascoltando canzoni straniere, cercando di canticchiarle; e così al liceo sapevo la lingua meglio del professore.
E’ stato grazie alla musica che ho vinto la mia macchina e poi viaggi gratis e decine di film con quiz o concorsi musicali a cui mi iscrivevo quasi per scherzo.
Ma la cosa più importante di tutte…
E’ stato grazie alla musica che ho conosciuto lui.
Pioveva a dirotto, e arrivai trafelata alla fermata dell’autobus.
Mi fermai sotto un minuscolo portico, piegata in due per via della corsa, cercando di riprendere fiato.
Quasi non mi accorsi dei piedi che si fermarono vicinissimi a me.
Mi risollevai piano, portandomi i capelli fradici dietro l’orecchio… e gli lanciai uno sguardo: lui.
Lui fermo accanto a me, che mi sorrideva coprendomi con il suo ombrello.
Mi ero persa in quegli occhi marroni, al punto da non rendermi quasi conto di come avesse allungato una mano verso di me, mimando con le labbra un:
-Posso?-
Non attese la mia risposta, togliendo delicatamente una cuffia dal mio orecchio e infilandola nel suo
Fu in quel momento che capii come mai aveva un’aria familiare: lo vedevo sempre alla fermata, e lo avevo notato sì, perché era bello da far male, ma più di tutto perché se ne stava anche lui sempre per conto suo, costantemente con gli auricolari lì, ad isolarlo dal resto del mondo.
Poi qualcosa cambiò.
In quel piccolo spazio…
… in quel minuscolo universo…
… isolati da tutto e da tutti…
… ora eravamo in due.
Avevamo tante canzoni noi: non una sola come tutte le coppie normali.
C’era quella del nostro primo bacio e quella del bacio più bello, che cambiava ininterrottamente, sostituita quasi subito da quella del bacio successivo.
Perché la passione non sembrava mai diminuire.
C’era quella della nostra prima uscita e quella che ci piaceva ascoltare e riascoltare quando dividevamo le cuffie.
E poi c’era quella che lui dedicava a me, quella che diventò la mia preferita: Your Guardian Angel.
“I will never let you fall. I stand up with you forever. I’ll be there for you through in all, even if saving’ you sends me to heaven”
Erano le parole che mi ripeteva sempre, canticchiandomele piano in un orecchio.
Con una dolcezza che traspariva da ogni sussurro.
Come solo lui sapeva fare.
Non le aveva mantenute però quelle promesse.
Non tutte almeno.
“I stand up with you forever”

Mi alzerò con te per sempre…
Non si alza più con me. Né lo farà più.
E’ morto due anni fa, investito da un’auto.
L’uomo al volante se la cavò dicendo che il ragazzo era distratto dall’aggeggio nelle orecchie.
I testimoni non furono d’accordo: insistevano a dire che lui stava attraversando sulle strisce, ben attento alla strada e che era la macchina ad avere la colpa.
Io naturalmente credevo a loro.
Non avevo nemmeno avuto bisogno di sentirglielo dire, per capire cha la colpa non era sua.
Sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Eppure l’uomo venne scagionato.
Non che la cosa mi dette fastidio più di tanto: se pure fosse finito in galera a vita, nessuno mi avrebbe più restituito lui.
Da allora non ascolto più la musica in continuazione.
Sono andata in Inghilterra per trovare una qualche distrazione, e rimetto le cuffie al loro posto solo nei momenti più bui.
Perché come ho detto, alcune promesse le mantenne.
“I will never let you fall”
Non ti lascerò mai cadere…
Anche ora che non c’è più in qualche modo riesce a salvarmi da me stessa.
E’ come se a volte lo sentissi al mio fianco, a sussurrarmi nell’orecchio quelle parole.
E anche quando sembra andare tutto male, quando tutto torna buio e l’unica cosa che mi va di fare è piangere… mi basta premere un tasto…
E con l’inizio della canzone torna anche lui.
“I’ll be there for you through in all”
Ci sarò per te in qualunque momento…
Sì, anche quella promessa aveva mantenuto.
… perché insieme al cantante, c’era anche lui vicino a me.
A stringermi forte, baciandomi sul collo… e sussurrando quelle parole che tanto odio quanto amo.
Il mio angelo custode…
… sempre con me.

 

 

 

   
 
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