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Autore: speranza19    22/02/2010    2 recensioni
Questa shot partecipa all'iniziativa 2010: A year together del Collection of Starlight. Tutto quello che narro nella storia mi è realmente successo anni e anni fa col mio amore dell'epoca non corriposto *che allegria, lo so ^^*
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And the pain will make you crazy

Era un lunedì mattina normale, come tanti.

A Isabella piacevano i lunedì, perché riprendeva le sane abitudini che la facevano stare bene: i compiti, le ripetizioni, le chiacchierate fuori dal liceo dopo l’uscita, le piccole agitazioni per gli esercizi di matematica che non le riuscivano quasi mai.

Era al solito posto fuori al cancello, seduta sulla striscia di pietra fredda e rideva a crepapelle mentre una sua compagna copiava frettolosamente inglese dal suo quaderno. Isabella era la classica secchiona, ma era estremamente disponibile con tutte, passando intere traduzioni di latino alle amiche o andando volontaria alle interrogazioni di storia per coprirle se non avevano studiato.

Non aveva ancora visto Edoardo. Era un fatto davvero molto strano.

Di solito lui le passava davanti ogni santa mattina, accompagnato dai suoi amici dopo aver fatto colazione al bar all’angolo della strada. Aveva sempre un’aria molto felice e sorrideva.

Quel sorriso faceva morire Isabella ogni santa volta. Dio, quanto era bello quando sorrideva…

All’improvviso si avvicinò Giulia, una compagna che si era unita quell’ anno alla sua classe. Aveva una faccia a dir poco sconvolta. Lo stomaco di Isabella si serrò in una morsa d’ansia.

Ragazze, è morto Sandro- sussurrò.

Isabella sentì distintamente il silenzio calare per tutto il cortile del suo liceo, mentre la tragica notizia si spargeva a macchia d’olio tra tutte le ragazze.

I ragazzi al liceo erano pochissimi, visto che era a maggioranza femminile;  Isabella, o di persona o di vista, li conosceva uno ad uno.

Sandro era stato rappresentante di istituto per tanti mandati. Un ragazzo alto e secco, politicamente impegnato, comunista fino al midollo, bocciato una marea di volte ed inchiodato in secondo. Un po’ pesante alle assemblee, ma si faceva voler bene da tutti quanti, coetanei e professori.

Era davvero genuino e spontaneo.

Sapere della sua morte fu un vero e proprio colpo al cuore per Isabella. Piccole lacrime iniziarono a scendere sul suo viso, incessantemente. Lo aveva visto l’ultima volta tre giorni prima, a una riunione tra rappresentanti di classe, combattivo come al solito.

E il cuore si straziò quando si ricordò, all'istante, che Sandro era uno dei migliori amici di Edoardo, nonché suo compagno di classe; li vedeva sempre assieme a fumare e a discutere fraternamente.

Fu un doppio dolore. Isabella non poteva sopportare che Edoardo potesse soffrire a quel modo.

Per lei era come una fucilata in pieno petto.

Dopo poco,i cancelli neri e pesanti si aprirono e la fiumana di liceali entrò nelle proprie classi, in religiosa calma. Il silenzio era irreale, allucinante.

Gli occhi lucidi, i singhiozzi, le mani intrecciate per farsi forza che Isabella intravide erano segni tangibili che la sofferenza stava lasciando una ustione indimenticabile in molti cuori quella mattinata.

Non appena entrò nel suo padiglione, Isabella vide una scena che non dimenticò più, per il resto della vita.

Edoardo era seduto sulla sedia accanto alla scrivania vicino l’ingresso dell’edificio principale del liceo, dove si sistemavano i bidelli.

 I suoi occhi scuri erano persi nel vuoto, saturi di un supplizio talmente forte che Isabella non riuscì nemmeno a piangere. Lo guardava e non riusciva a capacitarsi di non potergli stare vicino per consolare quel tormento che lo stava mangiando vivo, nell’anima.

Avrebbe voluto avvicinarsi, porgergli un fazzoletto e farlo sfogare, ma decise di star ferma e tacere.

Non toccava a lei. Anche se lo strazio era suo a tutti gli effetti, perché lo amava, sarebbero state ben altre le braccia in cui Edoardo avrebbe potuto manifestare quella tempesta che lo stava assalendo e portando sempre più giù, davanti a lei.

E’ tremendo quando la persona che ami prova una disperazione e un vuoto così grande e non puoi nemmeno stargli vicino ed impedire che il peso di tutto ciò lo schiacci e lo soffochi.  E’ come un incubo a occhi aperti da cui si sa che non ci si potrà mai svegliare.

Quella sensazione di impotenza entrò nelle vene di Isabella in modo talmente potente da segnarla profondamente.

Niente al mondo fa crescere come il dolore.

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Angolo dell'autrice

Questa shot è stata scritta per l'iniziativa "2010: a year togheter", indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 } ed è basata sul prompt 317 - La scelta di tacere. 

E' basata interamente su una mia esperienza personale, accaduta proprio in questo periodo nel 2003. Isabella è il mio alter ego quando scrivo riguardo me stessa ed Edoardo... bè... anche lui esiste ^^ [ovviamente i nomi usati non sono quelli reali]. Anche Sandro è esistito e ormai sono, purtroppo, tanti anni che ha lasciato questo posto chiamato Terra. R.i.p. caro. 

Il titolo è tratto da un verso di Too Much Love Will Kill You, canzone spettacolare dei Queen *-*

  
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