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Autore: aras95    25/02/2010    0 recensioni
Dopo due minuti Mikeru disse – Potevi atterrarmi un po’ più dolcemente. – E tu potevi essere più delicato -. Scoppiarono entrambi a ridere e Arya aiutò Mikerù ad alzarsi. Andarono a raccogliere le spade. La spada di Arya era spezzata a meta diagonalmente aveva ceduto a un battuta a due mani e quel poco della lama rimasta era tutta graffiata. Quella di Mikeru era messa meglio ma andava affilata e riparata era quasi stata spezzata a metà. Arya si avvicinò a Mikeru e gli disse – Mi devi un’altra spada-.
Genere: Azione, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

Dopo aver parlato un po’ con Reian Arya e Eric s’incamminarono verso una zona della montagna. Arya scoprì presto che la montagna in cui si trovava era il doppio del farthen dur e ospitava molti vampiri o angeli vampiri come lei. Nella montagna era completamente buio ma per loro poteva essere anche mezzogiorno, vedevano tutto molto chiaramente. Arrivarono all’entrata di un corridoio completamente avvolto dalle tenebre, lo attraversarono e si fermarono davanti a delle case. Eric la condusse davanti ad una di esse e la salutò con la promessa di tornare quando avesse finito il turno di guardia. Arya entrò in quella che per i prossimi mesi sarebbe stata la sua casa. Era una casa a due piani più mansarda e cantina. Al piano terra c’era il bagno il salotto e una biblioteca ,al piano di sopra c’era la camera da letto lo studio e una stanza vuota. Nella cantina c’era una parete con un mobile per contenere le armi attuali e una parete vuota dove mettere le prossime, per il resto era un laboratorio attrezzato. La mansarda invece aveva una finestra molto grande in cima sul tetto che si apriva e fungeva da pista. Dopo qualche minuto Eric tornò ed entrambi si sedettero in salotto. – Allora ora ti spiego un po’ di cose. Punto 1 il fatto che Reian ti abbia chiamata angelo vampiro, mi dispiace per la sua maleducazione,ma lui chiama tutti con la classificazione della specie ciò messo trent’anni a insegnargli a chiamarmi con il mio nome. Gli angeli vampiro sono quelle creature che sono angeli ma nascono vampiri o lo diventano, l’unica differenza e che avete le ali. Punto 2 il tuo lavoro: esso consiste nell’uccidere le persone scomode a chi ci commissiona l’omicidio, abbiamo due regole in questo caso: non uccidiamo le persone importanti dei Varden  gli immortali e i draghi e non uccidiamo donne vecchi e bambini. Man mano che andrai avanti nel lavoro avrai nuove armi che potrai tenere nell’armeria. Il laboratorio ti servirà per creare miscele di veleni o studiare malattie, la stanza vuota è per la meditazione e se vuoi allenarti con le armi non esitare a chiamarmi abito qui accanto-. – Grazie -  -Prego. Senti tu puoi stare alla luce del sole? - - Si, com’è che me lo chiedi? - - Curiosità, ce l’hai un compagno?- - Si, e sono anche sposata con due figli gemelli di 3 anni- - ho peccato come si chiamano i bambini e qual è il tuo vero nome?- - Come fai ha sapere che Gemel non è il mio vero nome?- - Facile grazie al mio potere speciale posso sapere quando la gente mente o ha cattive intenzioni tu menti ma non hai cattive intenzioni, la tua è una missione sotto copertura solo che noi vampiri non lavoriamo per Galbatorix anche se un gruppo di noi abbiamo il sospetto che collabori con lui- . – Va bene mi chiamo Arya anche se il mio vero nome quello che mi hanno dato i miei veri genitori è Gemel. Sono la nipote della regina degli elfi e erede al trono angelico, sono sposata con Mikeru il figlio di Galbatorix  è un vampiro e lavora per i Varden dallo stesso tempo in cui ci lavoro io faceva da spia per noi fino a quattro anni fa in cui Galbatorix lo restituì a noi, ho 2 figli maschi gemelli  di cui uno è un angelo vampiro e uno è un vampiro normale si chiamano Alec e Evandar, manca qualcosa?- disse lei – No è tutto. Hai sete?- - Si grazie dov’è il bosco più vicino?- - Tu forse sei immune al sole ma io no se aspetti stasera ti porto a caccia-.- Ok grazie-. Si salutarono e Arya andò in biblioteca per rilassarsi e fece trascorrere così la giornata appena cominciò a far buio Eric bussò alla sua porta e la portò a caccia, quando tornarono Eric la guardava con adorazione  le aveva fatto i complimenti per come cacciava che era molto aggraziata e non aveva mai un capello fuori posto nonostante avesse lottato contro un puma. Quando arrivarono a casa Erik le chiese se voleva allenarsi e lei gli rispose che era un ottima idea. – Ok vai a cambiarti e indossa gli abiti da lavoro poi prendi le armi, ti aspetto qui-. Arya si cambiò, i suoi abiti da lavoro consistevano pantaloni e un corpetto con sopra un copri spalle con un foro per le ali stivali con il tacco una fascia per togliere i capelli da davanti gli occhi tutto in pelle nera lucida. Sulla schiena aveva una faretra e una spada, in mano un bastone in arent un materiale uguale all’argento ma molto più resistente, uscì e quando Eric  la vide rimase a bocca aperta. – Sei meravigliosa una vera e propria cacciatrice, vieni andiamo al campo di addestramento. Le fece vedere tutta la montagna dalle botteghe alle scuole per i giovani vampiri. – Scusa se mi permetto di chiedertelo quanti anni hai?- - Dipende dal modo di contare per gli angeli io ho 24 anni per gli umani ne ho 104 e secondo il computo dei vampiri il mio aspetto è quello di una 17 enne-. – oh hai molte età! Guarda siamo quasi arrivati- e le indicò un enorme costruzione a 50 metri da loro. La giornata passò tra gli allenamenti e quando la riaccompagnò a casa le promise che il giorno dopo l’avrebbe portata a fare spese. I soldi le spiegò sono come quelli che si usano nell’impero e che lei aveva in abbondanza e poi avrebbe guadagnato altri soldi quando le sarebbe stato affidato un incarico. Poi si salutarono. Erano passati mesi da quando Arya era arrivata tra i vampiri, la conoscevano tutti e i suoi colleghi cacciatori più volte ci provavano con lei ma erano sempre rifiutati con cortesia naturalmente la vista degli anelli faceva capire che lei era sposata e con famiglia e quindi nessuno la importunava più. Come ogni Cacciatore che si rispetti anche lei con i suoi incarichi aveva un gran numero di cicatrici che segnavano la sua pelle, spesso molti compagni venivano a farle compagnia visto che era da sola, tutti sapevano chi era e quindi sapevano come potesse mancarle la sua famiglia. Arya era abbastanza felice aveva trovato nuovi amici e la sua missione andava avanti, teneva sotto controllo il gruppo che lavorava per Galbatorix e riferiva tutto a Nasuada. Aveva saputo che pochi mesi dopo essere partita, Elis era tornata indietro portando notizie funeste. Quel giorno Arya era andata a fare quattro chiacchiere con Reian e Eric parlavano di tutto. Con Reian parlavano di qual era la tecnica migliore per forgiare armi e conciare le pelli mentre con Erik parlavano di combattimenti e missioni. Stavano discutendo sulle qualità dell’acciaio luce e quelle dell’arent quando Noriu arrivò di corsa – Noriu cosa c’è ?- chiese Arya – Una missione per te Arya, per me è un suicidio ma non puoi rifiutarla- rispose Noriu con una faccia contrariata. Arya aprì il messaggio e sbianco di colpo cosa quasi impossibile ora si che era bianca, sembrava un lenzuolo lavato con la candeggina. – Cosa c’è scritto?- chiesero Eric e Reian che avevano visto la reazione dell’amica – Devo uccidere Galbatorix – disse Arya. Tutti strabuzzarono gli occhi, nell’aria c’era un silenzio di tomba. – Ragazzi io vado a prepararmi - disse Arya e corse come un fulmine a casa, dove radunò la sua roba e raccolto tutto torno dagli altri per salutarli. Davanti all’uscita c’erano tutti erano venuti a salutarla e a farle gli auguri. Naturalmente il gruppetto che lavorava per Galbatorix non c’era così disse – Ragazzi probabilmente per un po’ di tempo non ci vedremo sia che io porti a termine la missione, sia che venga ferita e quindi arrivederci e se non c’e la facessi questa volta ci rivedremo per l’ultima battaglia- tutti risposero con un sì e lei volò via lontana fino a divenire un puntino all’orizzonte. Volò per giorni e arrivò nei pressi di Ura Bean. Doveva aspettare la notte per attaccare, ma aveva molte cose da fare per prima imparare i turni di guardia per entrare e uscire senza essere vista e poi imparare a memoria la pianta del castello. Per una settimana con i suoi poteri aveva osservato la vita della città era quasi pronta aspettava solo il segnale che i tempi fossero maturi. Intanto si esercitava e cercava vie di fuga sempre più rapide da raggiungere se fosse stata scoperta, naturalmente spesso faceva uso delle sue visioni e quello che vedeva non le piaceva per nulla e da questo dedusse che Galbatorix era stato avvertito che lei stava per attaccare. Un’ora dopo il tramonto di due settimane dopo Arya capì che era arrivato il suo momento le difese si erano abbassate e la città si era rilassata. Si coprì con il mantello e si preparò ad entrare in città da un passaggio segreto che aveva scoperto, percorse un lungo corridoio fio ad arrivare ad una porta che poteva essere aperta solo da chi aveva un’indole buona e doveva pronunciare il suo vero nome per aprire la porta Arya aveva passato settimane a cercare il suo vero nome che dopo le sue due trasformazioni era sicuramente cambiato. – Freohr – pronunciò e la porta si aprì.  Arya pensò a quanto fosse divertente, prima il suo nome era Garjzla, e ora era l’esatto opposto. Sbucò in una stanza in cui c’era un piedistallo con sopra una pietra bianca, Galbatorix era riuscito a trovare un altro uovo di drago. – Beh visto che ci sono - penso Arya, e infilò l’uovo sotto il mantello dentro una bisaccia che si portava sempre dietro. S’incamminò verso la camera di Galbatorix muovendosi come il suo nome indicava, arrivò davanti alla porta e si meravigliò a trovarla aperta, di solito a quest’ora il vecchio dormiva alla grande invece da dentro si sentivano delle risate, poi la porta si aprì. Arya si nascose in un piccolo anfratto buio da dove poteva vedere bene chi usciva dalla camera. Dopo poco, infatti, uscì un uomo ad Arya familiare esso si voltò e capì perché l’era così familiare era Tein. Arya, lo aveva conosciuto tra i vampiri era uno di quelli che doveva osservare. Dietro di lui uscì anche una donna uguale identica a lei tranne per i capelli biondi e gli occhi azzurri di fisico erano uguali come due gocce d’acqua. L’uomo se ne andò con uno schiocco grazie ai suoi poteri e la donna si voltò e Arya avrebbe giurato che guardasse proprio lei e con le labbra mimò una richiesta di aiuto, ma prima che Arya potesse fare qualcosa Galbatorix uscì dalla stanza e la sbatte al muro cominciando a baciarla. Arya non sopportando quello che vedeva scese silenziosa e avvicinandosi alle palle dell’uomo si preparò a colpirlo ma Galbatorix si girò e la colpì con un pugno ben assestato mandandola a sbattere contro il muro si rialzò e cominciarono a darsele di santa ragione fino a che Arya non lo mando al tappeto con una ginocchiata proprio li. Galbatorix cadde a terra contorcendosi, ma ormai era troppo tardi per ucciderlo se volevano uscire vivi da la dovevano sbrigarsi a scappare, ma la donna la prese e la condusse nelle prigioni davanti ad una cella, Arya intuì che c’era qualcuno in quella cella e buttò giù la porta essa era fatta per sopportare la magia non un vampiro e cedette di schianto. In fondo alla cella c’era un uomo che la donna si affrettò a aiutare e Arya grazie alla sua memoria raggiunse un passaggio segreto che dalle prigioni portava alla sala dove aveva trovato l’uovo da li fu semplice scappare e corsero a perdifiato fino al giorno seguente.

 

 

  
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