«Sì mi basta, per
sempre».
Chiusi il libro e spensi la luce.
Era una tiepida sera di marzo... No aspetta!
Guardai
meglio l'orologio della sveglia.. Era l'alba di una tiepida mattina, di
marzo!
"Ecco, lo sapevo, ho passato un'altra notte senza
chiudere occhio..."
«Buongiorno!» Disse mamma
entrando e alzando la tapparella
«Dormito bene?»
«Ah benissimo» le risposi
sarcasticamente scendendo i
gradoni del letto a castello.
Si vedeva lontano un miglio che ero rimasta
sveglia per
tutta la notte.
Mi guardai allo specchio e vidi due gonfie
occhiaie
schifose..
«Aaaah!!» Urlò
entrando nel bagno quella simpaticona di
Janet, mia sorella «Ma che bell'aspetto che abbiamo
stamattina, eh Juliet?!»
Disse mentre faceva scorrere veloce il suo sguardo
su e
giù dalla mia testa ai piedi.
Quando faceva così non la sopportavo;
non le risposi. Dopotutto
lo sapeva anche lei il motivo delle mie notti insonni.
«Te l'ho detto, July,» Si fece
seria «Non devi più
pensare a ciò che é successo con Phil..
Piuttosto, hai letto il libro che ti ho
dato?»
«Sì, l'ho letto..»
Con Phil avevo passato dei bei momenti, ero stata
bene
con lui.. Solo poco più di un mese, ma ero stata bene.
Erano passati pochissimi giorni da quando entrando
in
discoteca lo vidi con quella ragazza...
Ed io che mi girai dietro, con le lacrime agli
occhi, e
che venni presa per la mano da qualcuno mentre avevo incominciato a
correre..
«Ferma! Guarda che non è come
credi! Vedi io..» «Sta'
zitto!» Lo interruppi.
E mi tolsi dalla sua forte presa, uscendo dalla
discoteca.
Ma tutto ciò era ormai nel reparto
"dimenticare" della mia testa.
Janet mi accarezzò i capelli
«Guarda che non devi essere
triste,» Sospirò «Ce ne sono di migliori
là fuori.. Ti stanno solo aspettan..»
«No Janet! No! Io amavo lui! E di me lui
se ne frega, se
ne è sempre fregato,» Abbassai lo sguardo
«mi ha sempre presa in giro..» Scoppiai
a piangere, e lei mi abbracciò.
In quel momento entrò mamma, ma Janet
le fece segno di
uscire.
«Forza adesso dobbiamo andare a
scuola,» sorrise «che si
fa tardi».
Spalancò la porta e uscì dal
bagno.
Janet era sempre stata più matura di
me, sebbene fossimo
sorelle gemelle.
Non che fossimo proprio uguali identiche, ma
alcune
persone, soprattutto chi ci conosceva da poco, non riusciva a
distinguerci
molto spesso.
Lei era appena un po' più magra di me
e, a mio contrario,
aveva degli ottimi voti a scuola. Non è che avevo grandi
lacune, solo che un
Scendemmo le scale ed arrivammo alla fermata della
corriera.
«Janet» guardai davanti a me.
«Spara July» Si
scostò i capelli da un lato.
«Grazie.. Grazie per prima..»
La fissai e lei mi guardò
sorridendo, come suo solito.
La corriera arrivò in un lampo e giunte
a scuola ci
separammo; infatti mente lei faceva il liceo classico, io avevo deciso
di fare
quello scientifico, sempre nello stesso istituto.
Ero al secondo anno in una classe di venti alunni:
sette
ragazzi e tredici ragazze. In netto vantaggio direi!
La mia compagna di banco era Nicky, la mia
migliore
amica.
«Sempre con la testa fra le nuvole eh
Nicky?!» Le urlai
spalancando la porta della classe vuota.
«Oh no July.. Stavo solo guardando fuori
dalla
finestra..» Mi fece la linguaccia ridendo «Sarebbe
meglio che tu non urlassi
comunque,» Indicò dietro «disturberesti
gli altri..».
"Quali altri?!" Seguii con lo sguardo dove
aveva puntato il dito.
«Ah già, c'è anche
Kan..» Bisbigliai.
«Ehm..No July..lui si chiama Kevin, tu
non conosci
nessuno, se non mi sbaglio, che si chiami Kan..»
Aveva ragione... Kevin, si chiamava Kevin...
Era già il secondo anno che ero in
quella classe, ma con
molta gente non avevo mai avuto modo di parlare, o semplicemente non mi
interessava pararci.
«Ah sì Kevin»
Risposi a Nicky, o meglio, urlai a Nicky.
Il ragazzo alzò lo sguardo per un
attimo, per poi
ripuntarlo sul libro che stava leggendo.
Nel frattempo arrivò Jhon, un altro dei
ragazzi della
nostra classe, che però io avevo avuto occasione di
conoscere poiché lo scorso
anno condividevamo lo stesso pc ad informatica..
Nicky accennò un sorriso arrossendo
«Ciao Jhon..»
«Ah ciao Nicky!» Sorrise alla
mia amica.
"Ma mi sono forse persa qualcosa?!"
Seduti dai banchi si lanciavano sguardi complici,
intanto
notai che Kevin si sedette accanto a Jhon.. Forse erano compagni di
banco,
forse erano amici..
"Ma cosa mi importa!" Non ci avevo fatto caso
per tutto l'anno scorso, perché pensarci ora?!
Mi sedetti seccata dal mio stato d'animo
incomprensibile,
intanto altri alunni entrarono, e la campana annunciò
l'inizio delle lezioni.