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Autore: Pandora_    26/02/2010    1 recensioni
La pioggia continua a cadere, frustandoti il volto.
Sode no Shirayuki è sguainata e macchiata di sangue.
Al tuo fianco quasi tintinna, quando le gocce si infrangono sulla sua lama.
E a te quel suono ricorda la risata della bambina che eri e non tornerai.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: Raccolta, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Raindrops















[...'Cause nothin' lasts forever

And we both know hearts can change

And it's hard to hold a candle

In the cold November rain...]










Cadi.

In ginocchio questa volta, graffiandoti la pelle.

Il terreno è fangoso e scuro sotto di te, e ti senti affondare, ma sai che non succederà.


Quelle non sono sabbie mobili.
Il fango è solo acqua e terra.
E il male al centro del tuo petto è solo dolore.
Vivo e pulsante, ma pur sempre dolore.
Quello che hai sentito tante volte straziarti il cuore.
Quello che ogni volta cerchi di nascondere dietro ad un sorriso.


Affondi le dita nel terreno viscido e poi le richiudi a pugno.
Stringi la fanghiglia fredda che ti sporca le mani e si infila sotto le unghie.
Le maniche stracciate del kimono si macchiano, ma non importa.


Sei nata sporca.

Di polvere.

Di fango.

Di sangue.

Eppure non ti è mai importato.
Agli sguardi altezzosi e schifati hai sempre risposto con linguacce e ripicche.

Contro chi ha provato a picchiarti hai usato i denti e le unghie.

Pensavi di affrontare la vita sempre in quel modo.

Sempre di petto.

Lo sguardo fiero e la testa alta.

Sicura che mai ti saresti piegata.
Che mai avresti mollato.


Lentamente sollevi lo sguardo e fissi a lungo le tre piccole strutture di legno.
Robusti rami di alberi fissati nel terreno del promontorio.
Simili a tre colonne solitarie che si affacciano sull' abisso.
Un abisso che conosci bene e che ha un solo nome.
Rukongai.


C'è voluto del tempo perché riuscissi a imparare che quel luogo non piega.
Semplicemente spezza.
Le ossa.

Il cuore.

La mente.
Lo fa lentamente, logorandoli anno dopo anno.
Incrinando, penetrando e poi rompendo.
Fino a che tutto si frantuma e cade in pezzi.
E i pezzi poi diventano cenere, che il vento porta via.






[...We've been through this such a long long time

Just tryin' to kill the pain

But lovers always come and lovers always go

And no one's really sure who's lettin' go today

Walking away...]







Ti rialzi lentamente, riuscendo a non barcollare.
Loro non vorrebbero mai vederti così.

I tuoi piedi affondano nel fango, passo dopo passo.

E il freddo che senti intorno alle caviglie è sempre più pungente.
Quasi anestetizzante.
Vorresti tanto che congelasse il tuo dolore, permettendoti di respirare come facevi una volta, quando nessuno dei quei rami era conficcato nel suolo.


Eri abituata alla morte nel Rukongai.
Ma quando ti ha colpito, hai capito che credevi solo di esserlo.

È stato Renji a scavare quelle tombe.

Sempre lui a segnarle con quei piccoli paletti di legno.

Ogni volta, mentre tu guardavi e non piangevi.

Ogni anno, mentre iniziavi a spezzarti sotto i suoi occhi.



E quando siete rimasti solo voi due hai tremato, pensando che l'abisso, presto, avrebbe inghiottito anche lui.
Non ti importava di morire.

Ma di finire di spezzarti, vedendo scivolare via anche lui dentro una di quelle fosse.

Quell'attaccabrighe del tuo migliore amico sotto terra...
No, non eri pronta a vederlo.


Accarezzi con lo sguardo i tumuli,mentre la tua mente richiama a sé i ricordi.
Avresti voluto rimanere una bambina per sempre.
Continuare a correre per le strade polverose e cercare di cacciare pesci nel fiume.

Non sei diventata uno Shinigami perché lo desideravi.
Volevi solo salvarti e salvare lui con te.
Scappare via da quel luogo che ti ha strappato via gli amici di una vita.
Rinchiuderlo dietro uno spesso muro senza porte o finestre.
Per una volta hai desiderato tracciare tu stessa il confine fisico del dolore.
Non capendo però che recintare il proprio cuore è impossibile anche per uno Dio.

[Della Morte].






[...Do you need some time...on your own

Do you need some time...all alone

Everybody needs some time...on their own

Don't you know you need some time...

all alone...]







Per un attimo tutto si ferma.

Il vento si spegne, e il cielo rigonfio di nubi è grigio e nero, ma immobile.

La calma prima della tempesta.
Il silenzio
assordante che precede il tuono.

Ecco ciò che è stato l'addestramento da Shinigami.

Un lungo e silente istante per far riposare le membra.

In cui il tempo era scandito da una rassicurante monotonia.

Sveglia.

Appello.

Allenamento.

Pranzo.

Allenamento.

Appello.

Letto.

E da capo.

Ogni giorno e ogni ora, sempre lo stesso.

Movimenti automatici e parole superflue.

Un isolato limbo in cui ti sarebbe piaciuto perdere coscienza.



Il vento si alza d'improvviso, portando con sé le prime, invisibili e gelide gocce di acqua.

La tempesta è vicina, e il freddo si fa più intenso.

Eppure è quasi meglio stare lì, sotto il famigliare gelo degli elementi.

Meglio lì che nell'ampia dimora di ghiaccio che ha ospitato intere generazioni di Kuchiki, forgiandoli come letali lame di acciaio.

Senza pietà e senza calore.

Privi di sentimenti e debolezze.

Visi vuoti dietro maschere di neve, dall'inafferrabile bellezza e grazia.

Dalla inarrivabile perfezione e compostezza.




La pioggia continua a cadere, frustandoti il volto.
Sode no Shirayuki è sguainata e macchiata di sangue.

Al tuo fianco quasi tintinna, quando le gocce si infrangono sulla sua lama.

E a te quel suono ricorda la risata della bambina che eri e non tornerai.

Non oggi che il sole è scomparso per sempre, inghiottito dalle nubi.

Mai più da che il sorriso di Kaien si è dissolto, divorato dal filo della tua Zampakuto.





[...I know it's hard to keep an open heart

When even friends seem out to harm you

But if you could heal a broken heart

Wouldn't time be out to charm you...]




Dal promontorio vedi il Rukongai brulicante di vita,

anche sotto quella pioggia incessante.

Oltre una spessa muraglia il Seireitei continua ad esistere,

nonostante quel giorno sia vestito di lutto.
Dal primo sei scappata,

illudendoti di poter fuggire il dolore,

cercando un modo per salvare chi amavi,

diventando ciò che non volevi essere.
Nel secondo hai finito di spezzarti,

sotto la fredda indifferenza di un fratello che non hai chiesto di avere,

lontana dall'unico amico che avresti voluto fosse al tuo fianco,

perdendo per sempre l'unica persona che ti ha teso la mano quando ne avevi bisogno.



E adesso, Shinigami?
La lama mondata dalla pioggia non è più sporca del sangue di Kaien.
La rinfoderi con un gesto ampio e automatico.

E ora, Kuchiki?

La pioggia ha coperto le lacrime, la tua compostezza è intatta.

Nii-sama ne sarebbe fiero... no, probabilmente no, ma l'importante è che così sia.

Cosa farai, Rukia?

Una farfalla nera sfida la pioggia, e tu tendi la mano per farla posare.

Un nuovo ordine.

Partire

Un nuovo nome.

Karakura.






Asciuga le lacrime, bambina.

Allontana i fantasmi.

Nascondi il tuo dolore.

È il momento del dovere.












E chissà che la strada che sei stata costretta a seguire

non ti porti più vicina a ciò che eri

di quanto tu non immagini.









[...So never mind the darkness

We still can find a way

'Cause nothin' lasts forever

Even cold November rain.]

































Breve raccolta di one-shot e flashfic dedicate a vari personaggi di Bleach

Niente di speciale a dire il vero, avevo solo bisogno di scrivere qualcosina che riflettesse il mio umore, quindi è venuta fuori questa di Rukia ( che allegria ragazzi).

Dato che tratterà di momenti particolari di personaggi singoli, in cui tali poveri characters sono immersi nel loro mondo di ricordi e seghe mentali varie, ho dato alla raccolta quel nome strano e un po' lungo.

Accetto commenti,critiche e pomodori...gli ultimi soprattutto perché ho il frigo vuoto.


Ps: Non credo di doverlo specificare, ma November Rain è una canzone dei Guns'n Roses, come la maggior parte degli esseri pensanti del pianeta sa.


Owari.






  
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