Raindrops
[...'Cause nothin' lasts forever
And we both know hearts can change
And it's hard to hold a candle
In the cold November rain...]
Cadi.
In ginocchio questa volta, graffiandoti la pelle.
Il terreno è fangoso e scuro sotto di te, e ti senti affondare, ma sai che non succederà.
Quelle
non sono sabbie mobili.
Il fango è solo acqua e terra.
E
il male al centro del tuo petto è solo dolore.
Vivo e
pulsante, ma pur sempre dolore.
Quello che hai sentito tante volte
straziarti il cuore.
Quello che ogni volta cerchi di nascondere
dietro ad un sorriso.
Affondi
le dita nel terreno viscido e poi le richiudi a pugno.
Stringi la
fanghiglia fredda che ti sporca le mani e si infila sotto le
unghie.
Le maniche stracciate del kimono si macchiano, ma non
importa.
Sei nata sporca.
Di polvere.
Di fango.
Di sangue.
Eppure
non ti è mai importato.
Agli sguardi altezzosi e schifati
hai sempre risposto con linguacce e ripicche.
Contro chi ha provato a picchiarti hai usato i denti e le unghie.
Pensavi di affrontare la vita sempre in quel modo.
Sempre di petto.
Lo sguardo fiero e la testa alta.
Sicura
che mai ti saresti piegata.
Che mai avresti mollato.
Lentamente
sollevi lo sguardo e fissi a lungo le tre piccole strutture di
legno.
Robusti rami di alberi fissati nel terreno del
promontorio.
Simili a tre colonne solitarie che si affacciano
sull' abisso.
Un abisso che conosci bene e che ha un solo
nome.
Rukongai.
C'è
voluto del tempo perché riuscissi a imparare che quel luogo
non piega.
Semplicemente spezza.
Le ossa.
Il cuore.
La
mente.
Lo fa lentamente, logorandoli anno dopo anno.
Incrinando,
penetrando e poi rompendo.
Fino a che tutto si frantuma e cade in
pezzi.
E i pezzi poi diventano cenere, che il vento porta via.
[...We've been through this such a long long time
Just tryin' to kill the pain
But lovers always come and lovers always go
And no one's really sure who's lettin' go today
Walking away...]
Ti
rialzi lentamente, riuscendo a non barcollare.
Loro non vorrebbero
mai vederti così.
I tuoi piedi affondano nel fango, passo dopo passo.
E
il freddo che senti intorno alle caviglie è sempre più
pungente.
Quasi anestetizzante.
Vorresti tanto che congelasse
il tuo dolore, permettendoti di respirare come facevi una volta,
quando nessuno dei quei rami era conficcato nel suolo.
Eri
abituata alla morte nel Rukongai.
Ma quando ti ha colpito, hai
capito che credevi solo di esserlo.
È stato Renji a scavare quelle tombe.
Sempre lui a segnarle con quei piccoli paletti di legno.
Ogni volta, mentre tu guardavi e non piangevi.
Ogni anno, mentre iniziavi a spezzarti sotto i suoi occhi.
E
quando siete rimasti solo voi due hai tremato, pensando che l'abisso,
presto, avrebbe inghiottito anche lui.
Non ti importava di morire.
Ma di finire di spezzarti, vedendo scivolare via anche lui dentro una di quelle fosse.
Quell'attaccabrighe
del tuo migliore amico sotto terra...
No, non eri pronta a
vederlo.
Accarezzi
con lo sguardo i tumuli,mentre la tua mente richiama a sé i
ricordi.
Avresti voluto rimanere una bambina per
sempre.
Continuare a correre per le strade polverose e cercare di
cacciare pesci nel fiume.
Non
sei diventata uno Shinigami perché lo desideravi.
Volevi
solo salvarti e salvare lui con te.
Scappare via da quel luogo che
ti ha strappato via gli amici di una vita.
Rinchiuderlo dietro uno
spesso muro senza porte o finestre.
Per una volta hai desiderato
tracciare tu stessa il confine fisico del dolore.
Non capendo però
che recintare il proprio cuore è impossibile anche per uno
Dio.
[Della Morte].
[...Do you need some time...on your own
Do you need some time...all alone
Everybody needs some time...on their own
Don't you know you need some time...
all alone...]
Per un attimo tutto si ferma.
Il vento si spegne, e il cielo rigonfio di nubi è grigio e nero, ma immobile.
La
calma prima della tempesta.
Il silenzio assordante
che
precede il tuono.
Ecco ciò che è stato l'addestramento da Shinigami.
Un lungo e silente istante per far riposare le membra.
In cui il tempo era scandito da una rassicurante monotonia.
Sveglia.
Appello.
Allenamento.
Pranzo.
Allenamento.
Appello.
Letto.
E da capo.
Ogni giorno e ogni ora, sempre lo stesso.
Movimenti automatici e parole superflue.
Un isolato limbo in cui ti sarebbe piaciuto perdere coscienza.
Il
vento si alza d'improvviso, portando con sé le prime,
invisibili e gelide gocce di acqua.
La tempesta è vicina, e il freddo si fa più intenso.
Eppure è quasi meglio stare lì, sotto il famigliare gelo degli elementi.
Meglio lì che nell'ampia dimora di ghiaccio che ha ospitato intere generazioni di Kuchiki, forgiandoli come letali lame di acciaio.
Senza pietà e senza calore.
Privi di sentimenti e debolezze.
Visi vuoti dietro maschere di neve, dall'inafferrabile bellezza e grazia.
Dalla inarrivabile perfezione e compostezza.
La
pioggia continua a cadere, frustandoti il volto.
Sode
no Shirayuki è sguainata e macchiata di sangue.
Al tuo fianco quasi tintinna, quando le gocce si infrangono sulla sua lama.
E a te quel suono ricorda la risata della bambina che eri e non tornerai.
Non oggi che il sole è scomparso per sempre, inghiottito dalle nubi.
Mai più da che il sorriso di Kaien si è dissolto, divorato dal filo della tua Zampakuto.
[...I know it's hard to keep an open heart
When even friends seem out to harm you
But if you could heal a broken heart
Wouldn't time be out to charm you...]
Dal promontorio vedi il Rukongai brulicante di vita,
anche sotto quella pioggia incessante.
Oltre una spessa muraglia il Seireitei continua ad esistere,
nonostante
quel giorno sia vestito di lutto.
Dal primo sei scappata,
illudendoti di poter fuggire il dolore,
cercando un modo per salvare chi amavi,
diventando
ciò che non volevi essere.
Nel secondo hai finito di
spezzarti,
sotto la fredda indifferenza di un fratello che non hai chiesto di avere,
lontana dall'unico amico che avresti voluto fosse al tuo fianco,
perdendo per sempre l'unica persona che ti ha teso la mano quando ne avevi bisogno.
E
adesso, Shinigami?
La lama mondata dalla pioggia non è
più sporca del sangue di Kaien.
La rinfoderi con un gesto
ampio e automatico.
E ora, Kuchiki?
La pioggia ha coperto le lacrime, la tua compostezza è intatta.
Nii-sama ne sarebbe fiero... no, probabilmente no, ma l'importante è che così sia.
Cosa farai, Rukia?
Una farfalla nera sfida la pioggia, e tu tendi la mano per farla posare.
Un nuovo ordine.
Partire
Un nuovo nome.
Karakura.
Asciuga le lacrime, bambina.
Allontana i fantasmi.
Nascondi il tuo dolore.
È il momento del dovere.
E chissà che la strada che sei stata costretta a seguire
non ti porti più vicina a ciò che eri
di quanto tu non immagini.
[...So never mind the darkness
We still can find a way
'Cause nothin' lasts forever
Even cold November rain.]
Breve raccolta di one-shot e flashfic dedicate a vari personaggi di Bleach
Niente di speciale a dire il vero, avevo solo bisogno di scrivere qualcosina che riflettesse il mio umore, quindi è venuta fuori questa di Rukia ( che allegria ragazzi).
Dato che tratterà di momenti particolari di personaggi singoli, in cui tali poveri characters sono immersi nel loro mondo di ricordi e seghe mentali varie, ho dato alla raccolta quel nome strano e un po' lungo.
Accetto commenti,critiche e pomodori...gli ultimi soprattutto perché ho il frigo vuoto.
Ps: Non credo di doverlo specificare, ma November Rain è una canzone dei Guns'n Roses, come la maggior parte degli esseri pensanti del pianeta sa.
Owari.