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Autore: Anthy    28/02/2010    8 recensioni
Luca odiava San Valentino. Lo odiava veramente tanto.
Lui, per quella domenica, aveva programmato di non fare nulla: starsene sotto le coperte e magari alzarsi solo per fare qualcosa di decisamente poco faticoso.
Ma qualcuno non la vedeva allo stesso modo.
Qualcuno che risultava essere il suo migliore amico, rozzo, invadente e fastidioso.
Anche bello, ma era un dettaglio.
Fra risvegli drastici, abbracci ambigui e smarrimenti in luoghi sconosciuti, Luca passerà un San Valentino decisamente particolare.
Ma, per la prima volta, sarà veramente piacevole.
[3° classificata al contest "Love me tender" indetto da LadyMarion88 su Efp Forum]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
Venice





Capitolo 2 - Smarrimenti previsti... ed imprevisti.
Ah, l'amour!

"Per certo amore
è pena."

Andrea Cappellano



Arrivarono in stazione con cinque minuti di ritardo rispetto al previsto: si erano come fermati come minimo tre volte prima di attraversare tutto il ponte che conduceva a Venezia. Per non parlare della sosta alla stazione di Mestre.
Appena smontati, si erano subito resi conto della situazione che li aspettava: già dai binari, si poteva notare che non sarebbe di certo stata una giornata tranquilla. Luca ascoltava in silenzio Christian e le sue imprecazioni contro il caos di gente presente, ma la sua mente ripensava a quanto si erano detti in treno: dopo quel breve scambio di battute, non si erano più parlati. Tuttavia, ore sembrava che il suo amico fosse tornato il solito casinista ed idiota di sempre.
O almeno, lo sperava.
Si trascinarono fuori dalla stazione spintonando ed evitando turisti, fermandosi solo una volta giunti alla scalinata che portava in basso, sul piazzale.
Davanti a loro, una bolgia di gente impressionante. Una delle tante cose che Luca odiava, era la confusione e il dover sgomitare per camminare. E là, di fronte a sé, la vedeva dura passeggiare serenamente senza ricevere pugni o pestoni dalla massa.
« Bene, il programma della giornata prevede di raggiungere Piazza San Marco e da lì decidere cosa fare».
Chris aveva parlato con convinzione, già pronto a partire, se il suo compagno d’avventura non l’avesse fermato, un sopracciglio che svettava pericolosamente verso l’alto.
« Come sarebbe a dire? Tu vuoi portare me...», e si indicò. « ... in mezzo a quella confusione...», ed indicò la piazza. « ... fino al posto più incasinato della città?»
« Bravo Einstein! Allora non dici frottole quando sostieni di essere intelligente». Il tono palesemente sarcastico andò ad aumentare la voglia di strozzarlo che aveva.
Calmarmi. Devo solo calmarmi. E prendere la decisione più saggia.
« Perfetto. Io torno indietro», e si era voltato realmente, pronto ad andarsene, se una mano non l’avesse trattenuto.
Senza sapere come, Luca si ritrovò stretto fra le braccia di Christian. Sentiva le guance andare a fuoco, mentre il profumo di colonia dell’altro gli solleticava le narici. Poco importava che attorno a loro ci fossero altre persone, che probabilmente li osservavano, magari additandoli con disgusto, semplicemente ignorandoli o fissandoli interessati. In quel momento, sentiva solo quanto intimo fosse quel contatto.
E per un attimo, la sua mente – troppo poco collaborativa in quel giorno – aveva pure contemplato di aggiungere l’aggettivo “piacevole” a quell'abbraccio.
« Aspetta Lu», si sentì sussurrare all’orecchio, la presa che aumentava sulla sua vita. « Assecondami, per favore. Desidero vedere Venezia e desidero farlo con te. Fammi contento...»
Si sentiva smarrito, Luca. E lo era ogni volta che usciva la parte seria o dolce di Christian. Non sapeva mai come comportarsi in quei casi! Oltretutto, quelle parole gli avevano provocato una serie di contrazioni allo stomaco – ed era quasi certo che non fosse per il mal di pancia – oltre che ad un diffuso calore in tutto il suo corpo.
Si era sentito... importante, oltre che desiderato.
Decise però di camuffare quelle sensazioni così... – improvvise, strane, eccitanti? – sì, insomma, preferì nasconderle in una risposta burbera, relegando come assurda la reazione spropositata del suo corpo – brividi lungo la schiena compresi. « D’accordo, solo per non sentirmi in colpa. Ma se mi arrivano spintoni o pestoni, ti mollo su due piedi ovunque siamo».
Lo sentì ridacchiare, alle sue spalle. E anche a lui venne da sorridere, senza motivo, contagiato dall’allegria dell’altro.
Era appurato: San Valentino aveva proprio un brutto effetto su di lui.
« Non ti preoccupare, ti difenderò con il mio corpo. Il prode cavaliere non permetterà che la sua donzella venga importunata da nessuno».
« Ehi!», proruppe infastidito dall’essere paragonato ad una femmina. O almeno, avrebbe voluto essere infastidito, ma era difficile quando la voglia di sorridere si faceva strada in lui prepotentemente.
Soprattutto, quando quel “sua” – nonostante il genere non fosse propriamente corretto – gli aveva procurato non pochi brividi.
E si scoprì quasi dispiaciuto, quando il loro contatto fu spezzato dal moro. Ma era meglio così: non era ancora metà giornata e si era fatto fin troppi viaggi mentali. Doveva smetterla di leggere romanzi quando andava in bagno.
« Allora, dove andiamo?», chiese, tentando di mantenere tranquillo il tono di voce.
Osservò Christian farsi pensieroso, mentre gli occhi percorrevano lo spazio davanti a loro.
Alla fine, indicò alla loro sinistra. « Di là».
Effettivamente, era la risposta più ovvia, visto che la fiumana di persone si stava dirigendo da quella parte. Scesero gli scalini, guardando curiosi la gente che si faceva truccare nei banchetti appositi là davanti, guardando pittori ai lati della piazza o ascoltando qualche artista che intratteneva la gente con la chitarra.
Si aspettava di salire su per il Ponte degli Scalzi, che, dalle – poche – cognizioni che aveva sulla città, conduceva alla via più conosciuta per raggiungere San Marco e Rialto; ma il suo compagno, stupendolo, proseguì, andando dritto.
« Scusa, ma perché non abbiamo girato?»
L’altro si limitò ad alzare le spalle, lanciandogli un’occhiata divertita. « Semplice, voglio prendere una strada diversa rispetto a quelle convenzionali!»
Ora: Luca, di suo, era una persona molto scettica. Venezia non la conosceva molto bene e, da quanto ne sapeva, neppure Christian era così esperto. Il sapere di fare una strada, a detta dell’altro, anticonvenzionale, l’aveva... come dire... messo in agitazione.
Oltretutto, non vedeva nelle mani del moro nessuna cartina, né, magari, un navigatore portatile.
« Chris, per favore, non possiamo fare l’altra strada? Così, per essere più sicuri di...», ma non potè finire la frase, venendo interrotto dal suo compagno.
« Suvvia, Luchino! Qua tutte le strade portano a San Marco, perciò non ti devi preoccupare, non corriamo mica il rischio di perderci. Basta seguire la gente ed i cartelli», asserì il moro, sicuro di sé.
Peccato che Luca fosse tutto, tranne che convinto.
Aveva una brutta, bruttissima sensazione.

***

Tutte le strade portano a San Marco.
Certo, illuso lui che ci aveva creduto a quelle parole! Era da una mezzoretta che camminavano, e della famosa Piazza neppure l’ombra. Cominciava ad essere stanco ed aveva male ai piedi, non essendo lui un tipo molto atletico. Ma preferiva rimanere chiuso in un serrato silenzio, che sapeva di offesa e risentimento, piuttosto che continuare a lamentarsi come il suo ormai ex – strana la vita, si faceva più “ex” a San Valentino che negli altri giorni – migliore amico.
Su cui, ovviamente, ricadeva la colpa per essersi persi.
« Uff, cavolo comincio ad essere stanco. Tu, Lu, sei stanco?»
Non rispose, continuando a camminare, tentando di adocchiare sui muri possibili cartelli gialli indicanti il nome di quella stramaledetta Piazza.
« Ehi, sto parlando con te!». A quell’ennesimo richiamo, sentendo subito dopo una mano sulla spalla, si voltò, dando sfogo a tutta la sua frustrazione.
« Sì, sono stanco, molto stanco. Decisamente stanco. Perché? Perché il mio coinquilino ha avuto la brillante idea di venire a Venezia senza portarsi dietro una guida o quant’altro. Ah, e oltretutto ha deciso di frequentare una strada meno frequentata. “Non corriamo il rischio di perderci”, aveva detto. Eppure, da mezzora giriamo in tondo, senza venirne fuori. E di turisti non se ne vede neanche l’ombra. Sì, Christian, sono stanco, incazzato ed irritato. Odio San Valentino e tu mi hai voluto trascinare fuori lo stesso, pur sapendolo. Volevo starmene a casa, io. E invece no, sono qui, perso chissà dove, con te!»
Si concesse un momento di pausa, mentre riprendeva fiato dopo il suo sfogo.
Fu così che vide un’ombra di dispiacere calare sul volto dell’altro; tutta la precedente allegria, che aveva mantenuto nonostante le lamentele, persa di colpo. E la cosa non gli dava la soddisfazione che aveva pensato di provare una volta averlo zittito.
No, non stava affatto provando soddisfazione.
« Hai ragione, ho rovinato tutto. Io che volevo farti passare una bella giornata, ho combinato solo un guaio». Lo vide passarsi una mano fra i capelli, scompigliandoli, un gesto che faceva spesso quando era nervoso. O triste. « Sì, lo sapevo che tu avresti preferito passare questo giorno a casa. Come sapevo del tuo odio per questa ricorrenza. Credo di essere uno dei pochi a conoscerti veramente bene. Solo... solo che volevo che questo giorno fosse speciale, per entrambi. Perché oggi è un giorno speciale. E volevo festeggiarlo, con te», lo aveva fissato in volto, lo sguardo serio.
Ma Luca li aveva evitati, quegli occhi. Aveva paura che Christian vedesse quanto le sue parole lo avessero toccato. Quanto rimorso gli avevano provocato. Non aveva neanche preso in considerazione che il moro avesse organizzato tutto per distrarlo, per stare in sua compagnia.
Aveva preferito credere che cercasse di indispettirlo, con una delle sue provocazioni.
Si dispiacque di ciò.
Ma il problema più grande, in quel momento, era il suo orgoglio, che lo portava a parlare senza pensare alle conseguenze.
Lo portava a proteggersi dal tono dolce, ma rammaricato, che aveva sentito.
Forse era idiozia, la sua. Ma non riuscì a frenarsi in tempo.
« Ah sì? E cosa dovremmo festeggiare, mh? Il fatto che sono stato tradito? O mollato in questo stesso giorno? Dimmi tu», spalancò le braccia per enfatizzare le sue parole.
Sapeva di stare sbagliando reagendo in quel modo.
Glielo diceva lo sguardo nocciola dell’altro, che sembrava quasi... ferito.
« Volevo festeggiare i due anni della nostra conoscenza».
Sì, Luca capì di aver sbagliato su tutto il fronte. E si sentiva una merda.
Non aveva pensato a quel motivo. Non l’aveva neppure sfiorato.
Come poteva non essersene ricordato? Come poteva aver dimenticato la nascita della loro amicizia – o del suo “supplizio”, come spesso amava definire il loro rapporto.
Ma era facile la risposta: troppo preso a vittimizzarsi, troppo intento a leccarsi le ferite di storie ormai concluse, aveva sempre guardato al passato limitandosi ad osservare – e ricordare – le cose più brutte della sua vita.
E l’amicizia con Chris era una cosa talmente ovvia, talmente scontata, che non le aveva mai dato la giusta importanza. La presenza del moro era sempre stata costante: quando piangeva, quando si arrabbiava, quando si chiudeva in sé stesso... c’era sempre. La verità era che Luca non aveva mai dato la giusta importanza al loro incontro, perché a lui importava solo che il suo migliore amico gli fosse accanto. Finché rimaneva, finché lo supportava, nient’altro era importante.
E se ne vergognava, perché in pratica lo aveva sempre usato per sfogare i suoi stati d’animo, ma in sostanza non gli aveva mai dato la riconoscenza che meritava.
« Proviamo ad andare avanti. Se magari troviamo qualcuno, possiamo chiedere la strada per la stazione».
Sussultò nel sentire la sua voce. Una voce triste, fin troppo pacata, così diversa da quella sempre allegra e spensierata a cui era abituato.
Lo vide allontanarsi, consapevole di averlo fatto star male. No, Luca non voleva deludere le sue aspettative, non dopo tutto quello che il moro aveva fatto per lui in quegli anni.
Guidato dall’istinto e cacciando l’orgoglio in un angolo del suo animo, l’aveva seguito, abbracciandolo da dietro: lo stesso gesto che Chris aveva fatto a lui, appena arrivati. La differenza d’altezza lo portava ad affondare il volto sulla sua schiena, poco più in basso delle spalle. Ma non gli importava, sentiva lo stesso il suo profumo. Quel profumo che spesso lo aveva cullato nelle notte d’insonnia, o quando Christian decideva di intrufolarsi nel suo letto senza permesso.
« Scusa», mormorò contro il suo cappotto, sentendolo irrigidirsi a quell’abbraccio. A quella reazione, credette di averlo infastidito e si ritrovò a stringere maggiormente la presa. Non voleva, non voleva che se ne andasse! « Non voglio tornare indietro. Voglio andare a Piazza San Marco, con te. Voglio andare a vedere la laguna, le maschere, le gondole. E voglio festeggiare l’anniversario del nostro incontro. Scusa se sono stato egoista».
Sapeva, Luca, che ci sarebbe stato molto altro da aggiungere. Ma più di quello non riusciva: ogni sua parola, tuttavia, era stata proferita con sincerità, che sperava fosse stata sentita.
E così era stato: l’altro era andato ad accarezzargli le mani, con una delicatezza che aveva fatto sussultare il suo cuore.
« Per questa volta ti scuso. Ma sappi che è anche colpa tua se ci siamo persi!»
Per un attimo, il biondo si ritrovò boccheggiante, stupito per quel cambio improvviso di conversazione.
Fu così che lo vide l’altro, mentre si girava: gli occhi verdi sgranati, le labbra socchiuse, un’espressione stupita – per non dire ebete – in volto.
Inevitabile scoppiare a ridere.
Luca fu seriamente deciso a chiedergli se soffriva di personalità multiple. Ma poi capì: Christian voleva fargli capire che era tutto a posto, voleva salvare quella giornata cominciata in maniera disastrosa. Voleva dirgli che non si era offeso e che l’aveva perdonato.
Ma, in quel momento, ogni domanda ed ogni possibile risposta passarono in secondo piano, mentre contemplava il volto dell’altro ridere divertito.
E, ormai, non stupendosi nel trovarlo bellissimo.

***

Arrivarono a San Marco verso le undici e venticinque. Esausti.
Erano riusciti a trovare la giusta via chiedendo aiuto in un negozio e trovando, per loro fortuna, una persona che non si divertiva a fargli fare un giro più lungo ed inutile – come era invece successo in precedenza.
C’era un sacco di gente, tante maschere e, come Luca aveva temuto, coppie che si sbaciucchiavano ovunque.
Ma decise di ignorare la cosa. Voleva godersi quella giornata: basta vittimismo, basta piagnistei da femminuccia isterica. Lui era un uomo.
Cominciarono a farsi largo fra le persone; doveva spintonare per passare, proprio come aveva predetto, ma in quel momento lo preoccupava di più perdere di vista la schiena di Christian.
Sussultò stupito, quando l’altro gli prese la mano.
« Così non ti perdo d’occhio, principessa», lo prese in giro, strizzandogli l’occhio.
Certo, Luca avrebbe dovuto arrabbiarsi e come minimo mandarlo a quel paese.
Ma non ci riuscì, troppo concentrato sul calore che sentiva partire dalla mano e che lo faceva sentire... completo.
Sì, completo.
Strinse con forza le dita dell’altro, per un puro desiderio di avere un contatto maggiore con lui. Riuscirono a passare la Piazza, lasciandosi alle spalle la maggior parte della calca. Ma le loro mani non si staccarono.
Proseguirono così, in silenzio, fino a giungere ad un ponte e lì si fermarono, incuranti delle persone che li attorniavano, osservando la laguna ed un’isola di fronte a loro con un alto campanile.
Luca si sentiva felice, in quel momento. E calmo. Sentiva di poter sopportare quella giornata, senza fantasmi di ex ragazzi a perseguitarlo.
E il merito andava tutto ad un altro ragazzo, quello che ora lo stava abbracciando da dietro, facendolo deglutire imbarazzato.
« Christian...»
« Shh, lascia parlare me», fu un sussurro, che lo fece rabbrividire di aspettativa. « Per quanto io ti consideri a volte noioso, intransigente e pesante, non riesco a vederti solo come un amico. Sono attratto da te, Luca, molto attratto. Dai tuoi silenzi, dal tuo sguardo serio, dai sorrisi che ogni tanto ti lasci scappare. E mi piacciono pure i nostri battibecchi, mi piace farti arrabbiare, mi piace tutto di te. E volevo portarti qui, per dirtelo. Ora, non mi aspetto una risposta. Credimi, mi ci è voluto molto tempo per elaborare la cosa ed accettarlo: insomma, bello come sono, potevo trovare di meglio». Lo sentì ridacchiare, alle sue spalle, e fu molto tentato di mollargli una gomitata, ma decise di aspettare, mentre sentiva il cuore scoppiargli in petto, pian piano che quelle parole si facevano strada in lui. Erano parole forti, quasi strane se a pronunciarle era quello che, fino a poco prima, risultava essere solo un caro amico.
O forse non era mai stato solo quello?
No, stava complicandosi la vita con quei pensieri. No gli stava chiedendo di sposarlo o altro.
Lo sentì continuare e mise a tacere la propria mente per ascoltarlo.
« Però, desideravo che tu sapessi dei miei sentimenti. E volevo chiederti ufficialmente se ti andava ti uscire con me, uno di questi giorni, non come coinquilini o migliori amici, ma come possibili... ecco insomma... sì hai capito».
Fu il turno di Luca di ridacchiare divertito.
Si girò nel suo abbraccio e sorrise.



Christian non si aspettava una risposta subito.
Insomma, anche lui non aveva ancora ben capito quando si fosse innamorato di Luca, quel biondino così rompiscatole e spesso indisponente.

Era successo.
E, finalmente, era riuscito a liberarsi di quello che portava dentro. Non voleva che l’altro continuasse a fraintendere i suoi gesti, scambiandoli per semplici giochi o per provocazioni.
Luca non era uno qualsiasi. Luca era il suo piccoletto sempre imbronciato e acido.
Spesso si era ritrovato a paragonarlo al limone: così acido a volte, ma indispensabile per dare sapore a certi piatti o cibi.
Proprio come Lu.
Perciò attese, attese con il cuore che batteva a mille, rimporverandosi mentalmente per la sua dichiarazione strampalata e senza senso alcuno. E dire che si era fatto un discorso, quella stessa notte. Ed era altrettanto ovvio, se non scontato, che si fosse dimenticato ogni singola parola, quando si era ritrovato a guardare la laguna, con la schiena e la testa di Luca appoggiate al suo petto.
Improvvisamente lo sentì muoversi; abbassò lo sguardo, vedendolo girarsi nel suo abbraccio.  Poté vedere i suoi occhi brillare divertiti, illuminati dal sole, di un verde stupendo.
La bocca piegata in un sorriso così strano, visto nel suo volto; sembrava quasi... timido.
Sì, aveva capito ormai di aver perso completamente la testa per quel piccoletto.
E tutto il buon senso.
Ma seppe che la sua fine era arrivata quando lo vide allungarsi verso di lui; sentì il cuore perdere un battito, quando avvicinò le labbra alle sue, baciandole dolcemente.
Un contatto lieve, dolce... E le sue braccia andarono ad allacciarsi da sole alla vita dell’altro.
Solo in quel momento, si ricordò che non aveva ancora ottenuto risposta, ma non se ne crucciò.
Per le parole ci sarebbe stato tempo.
Ora andava benissimo così.





Fine (?)



***



Giudizio di LadyMarion88, ideatrice e giudice del contest “Love me tender” sul forum di Efp

Autore anthy_90
Titolo Venice
Tipologia Long-fic
Parole 1° 2669 2° 2328 (nota autrice: non avendo presentato lo schema con cui avrei diviso la storia, è stata la giudice a dividire in due parti a sua discrezione)

Lessico, grammatica e sintassi:11/15
Grammatica e sintassi generalmente buone: sono presenti errori di concordanza genere-numero, causati forse dal fatto che tu non sia riuscita a rileggere bene la storia (so che mi hai avvisato di questo problema, ma gli errori devo segnalarteli comunque!). Hai scritto sempre sé stesso: prima di stesso, sé non va mai accentato. Hai commesso qualche errore di consecutio temporum nelle forme verbali, ma niente di eccessivamente grave (ad es. “ La reazione non si fece attendere, seppure era avvenuta con discreto ritardo” - meglio fosse arrivata)
Il lessico è appropriato e corretto: purtroppo ho notato che spesso tendi a ripetere parole o espressioni in frasi contigue (ad esempio ho contato 13 decisamente, ripetuti di frequente a distanza di poche parole).

Rispetto obblighi-divieti:10/10
Tutti gli obblighi sono stati rispettati.

La tua storia conta 4999 parole e non è esplicitamente divisa in capitoli: tuttavia l’hai “spezzata” più volte con degli asterischi e mi hai detto che avevi intenzione di dividerla in due capitoli ma non ne hai avuto tempo. Non ti ho tolto dei punti perché mi hai avvisato in extremis. L’ho divisa io in due capitoli arbitrari.

Originalità e coerenza:8,5/10
Storia romantica ed originale: Venezia mi è sembrata uno sfondo perfetto per una dichiarazione d’amore! I personaggi sono approfonditi al modo giusto e sei riuscita a creare uno modo di fare particolare per ciascuno. Mi è sembrata un po' eccessiva l’ingenuità di Luca: se per un anno un ragazzo si infila nel mio letto, mi palpa ad ogni piè sospinto e ci prova spudoratamente con me, un dubbietto che si sia innamorato dopo un po' mi viene!
Il tuo stile è davvero particolare: fresco ed ironico al punto giusto (ho veramente adorato alcune battute!)
L’unica pecca è che ogni tanto hai dato troppo per scontato i soggetti: in alcune frasi non si capiva bene chi svolgeva l’azione (anche perché con due soggetti maschili è più difficile differenziare, visto che non puoi aiutarti con le desinenze femminili), in particolare nel finale (ho adorato anche quello, romanticismo allo stato puro, ma ho dovuto rileggerlo più volte per capire chi baciava chi ecc!)

Punti extra:1,5/3
Ho apprezzato molto il clima che sei riuscita a creare: anche senza troppe smancerie, l’atmosfera romantica era palpabile e gradevole. Molto teneri quegli abbracci improvvisi e particolari e, soprattutto, il finale davvero da diabete che ho amato alla follia!

Totale: 31/35+3

***

Note: Eccomi qua. ^^
Allora, vorrei ricordare che questa storia è stata scritta il giorno stesso in cui il contest scadeva e non ho potuto rileggerla: quindi, ribadisco, sono più che soddisfatta del risultato. E non parlo solo della classifica, ma anche di quello che sono riuscita a creare. In un giorno solo non è facile; purtroppo, causa impegni, non ero riuscita a scrivere nulla prima.
Poi... Nel giudizio si parla di “sé stesso”, che andrebbe scritto senza accento: come ho riferito alla giudice, ho trovato che la forma con accento è corretta, per questo l’ho adoperata nonostante la correzione.
Sul rapporto di Luca e Christian, pone una domanda giusta? “Ma Luca non si accorge di Christian?”. Io ho immaginato di no, che lo vedesse un po’ come un “provolone” e per questo Luca non si è mai posto troppe domande.
Nel finale, anche se si baciano, non significa che siano già innamorati persi o altro: e poi, se mi capita uno come Chris che mi dice cose del genere, pure io ci faccio un pensierino. ^^ Pure più di uno, se è per quello =P
Sempre parlando del finale, avrei voluto scriverlo in maniera diversa – non so, far capitare qualcosa (leggasi come acqua alta: questa storia ha molto di biografico, anche se con me non c’era nessuno pseudo corteggiatore barra ammiratore barra gran figaccione -.-‘ Sono arrivata dopo non so quante ore a San Marco e ho pure trovato l’acqua alte =.=’).
Ma visto che era un contest per San Valentino, mi va pure questo finale pieno di zucchero che va ad attaccare i miei denti e che sembra uscire da una soap opera.
Siate clementi però nel giudicarlo. ^^’
Ah, il pov di Christian, nel finale, l’ho aggiunto ora: non c’era nella versione giudicata.

Ringrazio LadyMarion88 per avermi mandao una mail con alcune correzioni da apportare: gentilissima!

Piccole informazioni tecniche per chi non fosse mai stato a Venezia.
Piazzale Santa Lucia è quello che si affaccia davanti alla stazione, che ne prende il nome. Andando verso sinistra, si trova: dopo pochi metri, sulla destra, il Ponte degli Scalzi, che attraversa il Canal Grande; andando dritti, sempre dritti, si procede invece per prendere il Ponte delle Guglie, quello che i signorini hanno preso (e poi, si seguono i cartelli per raggiungere San Marco u.u); andando a sinistra... beh, si prende la scorciatoia per la mia università, ma credo non interessi a nessuno =P
Se dalla stazione si va a destra, invece, ci si dirige verso Piazzale Roma, dove arrivano gli autobus e dove c’è il ponte della Costituzione.
L’isola che vedono da Piazza San Marco, quella con il campanile, è San Giorgio Maggiore (nella foto in alto, è in basso a sinistra).

Ho messo un punto interrogativo nel finale. Perché? Perché magari in un futuro potrei riprenderli in mano questi due personaggi. Far vedere un loro possibile appuntamento o quant’altro (la mia mente viaggia già a rating rosso *ç*)(NdVoi: Maniaca -.-‘).
Chi lo sa...

Vi ringrazio per la fiducia che avete mostrato nel primo capitolo! Spero di non avervi deluso in questa ultima parte.
Risposte ai commenti:

Cry_chan: ti ringrazio dei complimenti! Eh, lo so pure io che quei due sono... sono...
Vabbè, evitiamo. ^^’
Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
Un bacione!!!

The illlusionist: chi lo sa, magari in un futuro, quando avrò terminato un po’ di storie, potrei pure parlare ancora di Luca e Christian. Ci sarebbe tanto da dire...
Spero che le risposte siano state trovate e gradite, sebbene la parte di Chris sia minore. ^^
Grazie dei complimenti!
Un bacione!!!

Cristy8: sono felice che la storia ti sia piaciuta. ^^
Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative!
Un bacione!!!

Emerald_01: grazie dei complimenti! Devo dire che mi è venuta naturale, il che è tutto dire.
Però era da un po’ che ronzava nella mente l’idea di scrivere una slash. Et voilà, scritta per un contest addirittura! Ahahah, Luca è uno di quello burberi ed antipatici ma poi si scioglie con niente. ^^
Un bacione!!!

Leti10: eh, Christian ha fatto strage di cuori ormai. ^^ Povero Luca (*me se lo prende e spupazza tutto*). Eheh, e dire che a me non piace scrivere in terza persona: di solito uso o la prima o la seconda perché mi permettono una maggiore introspezione. Quindi sono felice che tu abbia apprezzato lo stile. ^^ E sì, mi piace usare l’ironia. Ci vuole un po’!
Un bacione!!!

Nemo from Mars: ti ringrazio dei complimenti, collega di concorso! Sì, devo ammettere che c’ho dato dentro con la dolcezza, ma per San Valentino ci voleva proprio.
Credo che l’ironia sia importante in un racconto, ma non essenziale, quindi non preoccuparti se non viene: dipende tutto dal tema!
È un piacere recensirti, la tua storia è veramente molto bella! Quindi non ringraziarmi, anzi ringrazio io te per questo commento!
Un bacione!!!

HermioneForever92: figurati, collega, è stato un piacere leggere la tua shot! Molto, molto carina! Sono felice che trovi i personaggi caratterizzati, sebbene io sia la prima ad ammettere che la storia è stata scritta velocemente. Di solito, tendo ad usare la prima o la seconda persona per narrare, proprio perché secondo me danno una maggior introspezione rispetto alla terza.
Grazie dei complimenti!
Un bacione!!!

Katevie: ammetto che non me l’aspettavo un tuo commento. ^^
Sono felice che ti sia piaciuta! No, io sono andata su sabato, con l’acqua alta -.-‘
Ti ringrazio per i complimenti e vedrai, per lo shopping troveremo tempo (spero, ormai non ho un attimo di respiro).
Un bacione!!!

Rebecca73: e io ti ringrazio di essere di parte! Ahahah, scherzo ovviamente!
Sono felice che anche questa ti piaccia; è la prima slash che scrivo e l’ho adorata in ogni singola parola *_*
Sì, succede spesso, più che di ignorare, di dare per scontato chi ci è vicino. Oppure di dar loro etichette, magari non vedendoli più come effettivamente uomini o donne, ma solo come amici. Non so se mi spiego: è la classica storia del migliore amico innamorato, che uno continua a vedere asessuato finchè questi non si dichiara. E là nasce la tragedia. ^^
Bacioni!!!

_lOve_MeH_: sì, non è una storia molto complessa; è volutamente leggera (volutamente... parola grossa, visto che di più non potevo fare sennò non riuscivo a consegnare -.-).
Ho preferito concentrarmi su Luca anche in questo, lasciando a Chris l’ultima parte: a mio avviso, breve ma significativa.^^
Spero ti sia piaciuto pure questo capitolo.
Un bacione!!!

Ringrazio inoltre i 6 che preferiscono e i 23 che seguono questa storia! Ringrazio già da ora coloro che commenteranno quest’ultimo capitolo ed i nuovi lettori che leggeranno, seguiranno, preferiranno, ricorderanno o quant’altro questa storia.
Un bacione a tutti

Anthea




   
 
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