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Autore: Kalix_89    28/02/2010    4 recensioni
Tutti avevano sempre considerato Echo una bambola senz'anima, un semplice burattino nelle mani di Vincent priva di volontà propria. Eppure, anche se non riusciva a crederci nemmeno lei, per la prima volta in vita sua aveva disubbidito al suo padrone.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Echo, Vincent Nightray
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Namida_chan, la donna della mia vita.

 

Echo-chan era seduta in un angolo della sua stanza da letto, la schiena appoggiata contro la parete e le gambe strette contro il petto.

Rannicchiata nell’oscurità, rifletteva su ciò che aveva fatto poco prima:non riusciva a crederci nemmeno lei, ma per la prima volta in vita sua aveva  disubbidito al suo padrone.

Tutti l’avevano sempre considerata una bambola senz’anima, un semplice burattino nelle mani di Vincent priva di volontà propria.

Eppure, poco prima, quando Vincent stava per gettare dalla terrazza la boccetta di antidoto che avrebbe dovuto salvare la vita di Sharon, lei si era precipitata contro di lui ed era riuscita ad afferrare la bottiglietta prima che cadesse dalle sue mani e si frantumasse a terra.

Non ricordava di aver mai visto Vincent cosi furioso con lei: solo l’intervento tempestivo di Break aveva evitato che la colpisse.

Ora pero, Vincent era ancora arrabbiato e lei si era chiusa nella sua stanza quasi a punirsi da sola per il proprio comportamento.

Sospirò, e proprio in quel momento, sentì la porta della stanza aprirsi lentamente.

“Echo-chan, sei qui?”

Trasalì. Era la voce di Vincent.

Rimase in silenzio mentre lo sentiva entrare dentro e camminare verso la grande finestra a pochi passi da lei. Vincent aprì le pesanti tende, e un fascio di luce lunare illuminò il corpo esile di Echo raggomitolato in un angolo.

“Ti ho trovata, finalmente” disse lui ridendo.

Si sedette sul divano di fronte alla finestra, battendosi una mano sulle ginocchia.

“Vieni qui” le disse, facendole cenno di sedersi  su di lui.

La ragazza esito qualche istante.

“Avanti”

Lentamente, Echo si alzò dal suo angolino e andò verso Vincent. Quando era a pochi passi, lui la prese per un braccio e l’attirò a sedere sulle sue gambe.

“Brava”

“Il signore è ancora arrabbiato?” chiese con un filo di voce.

Vincent le poggiò un dito sulla bocca.

“Sei stata davvero cattiva, sai?” disse scendendo con il dito a disegnarle in contorno della mandibola,  per poi proseguire giù lungo l’incavo del collo.

“Vi chiedo perdono, Vincent- sama”sussurrò lei, fremendo mentre la mano di Vincent scendeva sempre più in basso.

Attraversò  tutto il suo corpo soffermandosi qualche istante di più sul seno, fino ad arrivare al bordo della gonna.

Automaticamente, Echo apri le gambe permettendo a Vincent di accarezzarle l’interno della coscia.

“Cosi va meglio” disse lui a quelle parole di scusa “Nient’altro?” chiese poi mentre senza nessuna fatica la sollevava dalle sue gambe, depositandola sul divano.

Si mise a cavalcioni sul suo bacino, poi si chinò avvicinando il viso a quelle della ragazza, in attesa della riposta.

“Le prometto che non lo farò mai più” continuo lei.

La risposta piacque a Vincent, che con un sorriso soddisfatto si sbottonò i pantaloni.

“Molto bene. E poi?”la incitò a continuare mentre con lentezza le sfilava le mutandine.

“E che le resterò  fedele..per tutta la vita..perche lei è il mio unico e solo padrone” prosegui Echo stringendo gli occhi quando sentì Vincent entrare dentro di lei.

“Brava ragazza..”mormorò il ragazzo biondo spingendo a fondo “cosi mi piaci..”

La ragazza dai capelli argentati sotto di lui si morse il labbro inferiore mentre questi aumentava l’intensità delle spinte all’avvicinarsi del culmine del piacere.

Si tirò fuori da lei solo qualche attimo prima di venire, sporcando la coscia candida della serva.

Si rivestì in fretta, mentre lei rimase stesa lì in silenzio, con le gambe ancora aperte.

Vincent si diresse verso l’uscita, fermandosi solo quando la mano era già sulla maniglia della porta.

“Echo-chan”sussurrò.

“Si, signore?”

“Non azzardarti a farlo mai più”

 

 

 

 

 

   
 
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