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Autore: candidalametta    01/03/2010    8 recensioni
“avanti dormiglione non puoi rimanere lì a poltrire tutto il santo giorno!” urlò Shannon alla massa di lana e plaid vicino al rigonfiamento che sembrava essere la testa del chitarrista. Una violenta frenata determinò il risveglio del croato. Shannon per controbilanciare il colpo afferrò il materasso trascinandolo con sé in una spettacolare caduta verso la moquette rossa. Le risate isteriche del batterista furono presto coperte dalle urla selvagge di Tomo che ancora incastrato nelle coperte cercava di aggredirlo. “E POI TI CHIEDI PERCHÉ TI CHIAMINO SHANNIMAL!!!”.
Genere: Drammatico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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19

Tomo guidava la sua wolswaghen con distratta disinvoltura, lanciando occhiate insistenti al posto del passeggero.
“Tomo, il ‘guido e ti guardo’ era una specialità del biondissimo fesso di fast end furios, non mi dirai che vuoi emularlo!”.
Il croato si lasciò scappare una risata troppo simile ad un latrato, “volevo solo controllare come stavi!”.
Shannon si allentò la cintura di sicurezza sul petto, “come vuoi che stia? Come uno che viaggia sulla macchina di un amico diretto verso un luogo sconosciuto”.
Tomo ridacchiò tornando a scrutare la strada, “ non è poi così sconosciuto” si lasciò scappare senza aggiungere altro e Shannon si lasciò cadere sulla spalliera del sedile osservando Los Angeles alla luce perfetta di metà pomeriggio di un giorno di Marzo.
Quel giorno di Marzo, il 9.
Ironia della sorte, qualcuno aveva deciso che poteva essere dimesso dalla clinica in tempo per il suo compleanno e Jared non si era fatto sfuggire l’occasione per preparargli una festa a sorpresa. Sapeva che tutti gli invitati lo credevano partito in Europa, a cercare qualche nuovo musicista nella sua nuova veste di talent scout.
Chi avesse mai suggerito a Jared di proporre una simile balla Shannon preferiva non saperlo, lui che cercava nuovi talenti era fattibile quanto vederlo suonare il clarinetto.
In ogni caso il dolce fratellino non si era fatto vivo quel pomeriggio lasciando a Tomo l’ingrato compito di prelevarlo e trascinarlo per il centro della città senza chiedergli il permesso.
Ma Shannon era dell’umore giusto per fare qualsiasi cosa, si sentiva in pace con se stesso e la soddisfazione era palese.
Aveva visto il volto dei suoi incubi, e anche se questi non sarebbero mai spariti del tutto avrebbe saputo controllarli.
E mai più sarebbe stato un pericolo per gli altri.
Si stiracchiò intorpidito nell’abitacolo lanciando un’occhiata al sorriso indelebile di Tomo.
“santo cielo Tomislav, sembra che ti abbiano appena dato il premio nobel per la musica! Si può sapere perché sei così felice?”, il croato preferì scuotere il capo, con i capelli un po’ troppo lunghi che gli cadevano sul viso. “vedrai …”.
Shannon si decise a stare zitto e buono nell’angolo dell’abitacolo.
Forse non sarebbe stato poi così terribile assecondare la pazzia del fratello per i festeggiamenti del suo compleanno. Sorrise all’idea di tutti quelli che Jared gli aveva organizzato nella loro vita insieme.
Come per il suo trentacinquesimo compleanno, quando aveva affittato una discoteca intera per permettergli di fare il dj per una notte.
O quella festa assurda, qualche anno prima, che era finita con la sua torta alla crema palmata su metà degli invitati, e mentre Paris Hilton, con i capelli scuri di cioccolato, urlava isterica che tra lei e Jared era finita i fratelli si dilungavano in una battaglia di schizzi con le bottiglie di champagne.
Belle feste, in cui gli anni finivano trascinati via dalle risate e spezzavano quella corsa verso l’adultità che i Leto avevano sempre mal sopportato.
Persino Costance, sua madre, aveva problemi a dichiarare la sua età con allegria e distacco.
Doveva esserci qualcosa di geneticamente sbagliato, una perenne sindrome di Peter Pan ereditaria.
Tomo con un mezzo sorriso sulle labbra posteggiò accanto a quella che Shannon, scendendo dall’auto, riconobbe come la migliore galleria per esposizioni di tutta L.A. aggrottò le sopracciglia confuso, “Tomo, sei sicuro che ….” Il croato non gli diede modo di discutere sospingendolo, non senza fatica, verso l’entrata. “ne parlerai con Jared una volta dentro, ora datti una mossa festeggiato!”.
Si lasciò trascinare fino all’ascensore mentre Tomo sceglieva il piano, abbastanza confuso da non poter fare nulla, tranne passarsi una mano distratta tra i capelli come a ravvivarli sotto lo sguardo divertito dell’altro.
Il pigolio tenue dell’ascensore gli intimò l’arrivo e prendendo un’immensa boccata d’aria si preparò ad affrontare l’incontenibile fantasia del fratello.

La sala era enorme, bianca e luminosa, calda e compatta, la luce filtrava dai grandi lucernari senza ferire, le fotografie ingrandite di uno dei suoi fotografi preferiti appese alle pareti e l’autore degli scatti esattamente davanti a lui.
Al batterista mancò il respiro mentre sorrideva ebete di rimando, “buon compleanno Shannon”, il festeggiato sbatté le palpebre entusiasta mentre usciva dall’ascensore, Tomo sembrava essersi dissolto nel nulla.
L’uomo gli allungò la mano in un saluto mentre lo faceva uscire dall’ascensore, avvicinandolo alla gigantografia alla sua destra, sorridendogli affabile, “allora, che cosa ne pensi di questa foto?”.

Shannon non sapeva quanto tempo avessero passato insieme a commentare gli scatti, a discutere di infiniti dettagli e scambiarsi aneddoti, ne quando gli amici si fossero materializzati intorno a loro salutando il festeggiato con naturale semplicità, seguendoli nel tour o accodandosi a parlare con altri invitati. Sapeva solo che mancava una sola foto nella sala ormai gremita di gente sorridente, una musica di discreto sottofondo non copriva il brusio delle persone. Era tutto perfettamente incastrato senza che Shannon sentisse il panico dell’improbabile scivolargli addosso.
Andava tutto bene.
“questa non l’ho scattata io, ma credo che tu la conosca benissimo” sorrise il fotografo, Shannon si sporse a controllare e un sorriso gli tirò un angolo delle labbra. Era una sua foto, il classico autoscatto con il braccio teso, fatta quando Jared e lui avevano iniziato a suonare, due adolescenti strani con insane passioni. Sullo sfondo un po’ in ombra la sua prima batteria e il manico della chitarra del fratello. Gli scatoloni di un garage ormai dall’altra parte del paese.
Shannon si ritrovò a scacciare una lacrima prima che due braccia lo stringessero inaspettatamente e Jared al suo fianco gli sussurrasse, “buon compleanno fratellone”.
Sua madre, lo abbracciava con smania senza lasciargli lo spazio per respirare mentre il resto degli invitati li guardava sorridendo.
Era davvero tutto perfetto.
Le ore passavano, e c’era complicità nelle persone, giochi di sguardi che Shannon mise troppo tempo ad interpretare, qualche alcolico che girava nonostante il riserbo di Jared, e troppe persone che in un modo o nell’altro stavano aspettando.

“allora Shan, com’è andato il tuo viaggio in Europa?”.

Jared si materializzò in un perfetto turbinio al centro del capannello formato dagli amici, “meravigliosamente bene, vero fratellone?”, Shannon si limitò ad annuire.
“avanti, raccontaci i dettagli, con tutto il tempo che hai passato li non dirmi che non hai nulla da raccontarci!” sbottò un amico prima di lasciarsi andare in una risata, e Shannon vide Jared stringere i denti dietro il suo abbagliante sorriso.
“sapete com’è, la piccante Spagna, la piovosa Inghilterra, non credo che sia poi così interessante, e poi Shan deve mantenere il segreto professionale, era li per lavoro in fondo!” e fece l’occhiolino a due ragazze vicine che presero a ridacchiare. “oh, a voi sembrerà normale, ma per noi che non ci siamo mai state l’Europa ha un fascino così esotico!” esclamò la biondina lasciando la spalla dell’amica, “ti prego Shannon raccontaci qualcosa!”.
Jared rinunciò a prendere la parola e guardò eloquente il fratello cercando in lui un brandello dell’attore che era stato in gioventù, “ecco … io …” il gruppo di amici lo fissava sorridente, aspettandosi qualcosa che non era mai avvenuto, “dunque, la pizza in Italia è davvero buonissima, e … nessuna birra è buona come quella tedesca, insomma … direi …”, “… che ti sei rimpinzato come un animale Shannon, ma cos’era, una gita di lavoro o un tour gastronomico?” e le risate di un vecchio amico surriscaldarono l’ambiente, Jared cercava il suo superbo controllo della situazione evitando di guardare qualcuno in particolare, masticando rabbia mentre tutti trovavano divertente la battuta.

“suvvia ragazzi, stiamo parlando di Shannon, credete davvero che ci racconterà qualcosa del suo viaggio che non sia la cucina, così a cuor leggero? Per certi argomenti serve il copyright, e per altri … insomma c’è sua madre in sala!” e gli invitati scoppiarono nuovamente a ridere mentre la rabbia del cantante scemava e Shannon respirava meglio.
Tomo con aria annoiata e la battuta sulle labbra era ancora poggiato indolentemente alla parte, “che ne dite di mettere un po’ di musica? Non ho mai visto una festa senza”, e facendo un cenno al dj dall’altra parte della stanza disperse gli invitati verso la pista.

I fratelli Leto gli si avvicinarono riconoscenti, “grazie Tomo” bisbigliò Jared gettandogli le braccia al collo, e il croato lo lasciò appeso a lui qualche secondo mentre gli accarezzava leggermente la nuca chiara, “dovere”, i suoi occhi incontrarono lo sguardo imbarazzato di Shannon a pochi passi da loro e Tomo non poté trattenere un sorriso.
Come facesse a sembrare così innocente con quello sguardo infantile sarebbe rimasto per sempre un mistero.
Jared sciolse la sua presa alle sue spalle tornando con i piedi per terra, una ragazza stretta in un abito troppo corto passò di corsa portandosi via il più giovane dei fratelli lasciando Tomo e Shannon a guardare la folla ondeggiante alla musica un po’ più alta, alcuni gruppi si lasciavano andare alla conversazione e videro Costance ridere con il fotografo di chissà quale storia.
Tomo sorrise, “sembra piuttosto riuscita come festa”, Shannon si limitò ad annuire approfittando della distrazione del croato per lasciarsi andare anche lui in un abbraccio, stringendo forte il torace magro, lasciando l’altro confuso e stupito. “grazie Tomo”, e il chitarrista sorrise, constatando ancora una volta quanto i fratelli fossero uguali nonostante tutto, “buon compleanno Shan”.


E la serata si era conclusa come sempre, con scene spettacolari perché Shannon si rifiutava di fare un discorso serio davanti la torta e una battaglia immotivata di chi gli avesse fatto il regalo più bello.
Assolutamente inutile , visto che, come sempre, aveva vinto Costance.
Ci sono cose che una madre non può non sapere, persino se si tratta di un figlio quasi quarantenne; e poi avere Jared come spia informatrice tornava sempre comodo.
Così adesso la copia autografata del primo album dei ‘the cure’ era al sicuro nella sua borsetta, ultimo luogo al riparo dagli schizzi di panna di Jared.
Perché suo figlio si ostinasse a fare casino per ogni compleanno del fratello non lo sapeva davvero, pur di evitare di rispondere alle domande degli amici sul viaggio di Shannon, Jared si era trasformato nella peste che era a quattro anni.
Le sarebbe piaciuto sapere qualcosa di quei mesi di assenza e silenzio.
L’unica cosa certa era che Shannon non era andato in Europa, i francobolli delle sue lettere avevano il timbro di L.A. e lei non era ancora così vecchia da non accorgersene. Ma ci sarebbe stato tempo per metterli sotto torchio e farli confessare, per ora erano entrambi troppo stanchi per fare qualsiasi cosa se non farsi accompagnare a casa da un Tomo evidentemente stanco.
L’unico in grado di portarli nella villetta alla periferia dalle città, senza combinare danni.
Lei avrebbe dormito come sempre nella camera di Shannon, la più piccola delle due, lasciando che i fratelli si tirassero calci nell’enorme letto del figlio più piccolo.
Guardò i figli salire le scale con aria barcollante di sonno e stanchezza e si rivolte a Tomo, ancora in piedi nell’ingresso, “vuoi un caffè caro? Non vorrei che ti venisse un colpo di sonno tornando a casa …”.
Il croato sorrise davanti a tanta gentilezza, constatando di essere distrutto, d’altronde difficilmente si rientrava sani dopo una festa dei Leto, eppure ci erano andati leggeri, anche per rispetto alla madre che comunque li aveva incitati a divertirsi.
Sorridente e affabile con tutti gli amici di vecchia data dei figli e persino qualche intima amica capitata li per un abbraccio dell’ultimo minuto.
“si grazie” riuscì a mormorare, ma la donna era già in cucina a riempire la macchinetta di polvere scura. Si sedette su uno sgabello guardando l’anziana signora muoversi con destrezza nella piccola cucina, sapeva esattamente quello che stava facendo, con energia modulata, proprio come doveva aver cresciuto i suoi figli. Polso fermo e tanto amore.
Tomo sorrise, gli ricordava la sua di madre che non vedeva da diversi mesi e si sentì in colpa.
“so che ultimamente la vita dei miei figli è stata un po’più … complicata del normale Tomislav” esordì versando il caffè nella tazza si Shannon e porgendogliela, Tomo si riscosse dalle sue fantasie ringraziandola con un cenno del capo, “e so anche che senza di te non avrebbero superato questo brutto momento, l’ho capito dalle telefonate di Jared e le lettere di Shan … no, non ti sto chiedendo di raccontarmi cosa è successo” continuò intuendo l’espressione preoccupata del ragazzo, “me lo racconteranno loro quando sarà il momento, mi fido dei miei figli … e anche di te” il chitarrista si limitò a bere imbarazzato, “volevo solo ringraziarti Tomislav” bisbigliò Costance prendendo la sua tazza.
Tomo sospirò abbandonando il suo caffè, “mi hanno ringraziato troppe volte stasera per meriti che forse non ho nemmeno” si lasciò scappare in un sospiro.
La donna lo imitò lasciando la tazza sulla penisola e prendendo Tomo per mano, lo trascinò al piano di sopra fino alla camera di Jared e aprì lentamente la porta fino a creare uno spiraglio di luce.
Il lettone al centro della camera attraversato da un raggio di luce del corridoio permetteva di scorgere le sagome raccolte dei fratelli. Si riusciva persino a intravedere l’espressione corrucciata tipica del sonno di Shannon e Tomo si limitò a sorridere guardando i fratelli addormentati.
Stremati dalla serata, eppure vicini.
Una mano di Jared stringeva la maglia consunta di Shannon in una presa ferra, quasi timoroso che qualcuno glielo portasse via.
Che scappasse nuovamente in preda ai suoi incubi.
E Tomo si ritrovò a promettere a se stesso che avrebbe fatto di tutto pur di farli restare insieme, per sempre.
“ti ringrazio per volergli così bene Tomislav, niente di più, niente di meno”, gli sussurrò Costance vicino a lui, prima di chiudere la porta perchè i sogni dei figli non si disperdessero nella notte.


Jared gli strinse il polso cerchiato da un bracciale un’ultima volta prima che bussasse a quella porta. Le solite camere d’albergo dove riposare dopo un concerto. Una storia sempre uguale.
“mi hai capito? Appena si addormenta devi andartene, subito!”.
La groupie lo guardò incollerita, “possibile che non possa nemmeno rilassarmi? Insomma per una volta che ha scelto me …”, “credimi, lo dico per il tuo bene” gli sussurrò il cantante senza lasciarla.
La ragazza si mosse verso di lui con incedere ondeggiante, dimenticando la stizza di pochi secondi prima, sorridendo con gli occhi visibilmente truccati, “magari sei solo geloso”, il viso del cantante si gelò in una maschera di compassione e disgusto, “no, ma ti conviene darmi retta, anche perché in caso contrario ti verrò a prendere io”.
I capelli scuri di lei scesero davanti agli occhi inclinando il viso, spostandoli con dita leggere in una mossa sensuale, “vuoi forse spiarci? Non ti credevo un depravato Leto …”, finì la frase passandosi la lingua sul rossetto provocante.
Jared sospirò paziente, “tu fai solo quello che ti dico e i miei gusti sessuali saranno l’ultimo dei tuoi problemi stanotte … oh, un’altra cosa … non chiamarlo mai baby, lo detesta”. La ragazza gli sorrise amabilmente e il cantante le lasciò il polso, fece per salutarlo ma non gliene diede il tempo, infilandosi subito nella camera vicina chiudendo silenziosamente la porta lucida dietro di lui.
Si strinse nelle spalle delusa e bussò alla camera a fianco a quella dove era appena entrato il frontman, con dolcezza, aspettandosi di trovarla aperta. “avanti” invitò una voce nella stanza e la ragazza sospirando felice, armata del suo miglior sorriso entrò nella stanza semi buia.
Un paio di bacchette sul mobile vicino la porta, una vecchia canon nella custodia aperta e un batterista nudo già steso sul letto.
Sorrise facendo scendere la zip del vestito per lasciarsi ammirare appena sfiorata dall’intimo di pizzo.
L’uomo eccitato ringhiò.
“buona sera Shannimal”.



FINE




Benvenuti alla fine.
Chi di voi è sopravvissuto a tutto questo ha tutto il mio incondizionato affetto, stima e una settimana gratuita al mio analista (non vi curo direttamente io per evitarvi altri problemi)
Mi mancano due parole prima di dire definitivamente addio a questa storia malata e sperare che riusciate a dimenticarla.
Inizio con le scuse.
Mi scuso per il lungo periodo di attesa prima di questo assurdo finale.
Mi scuso sopratutto per l’assurdo finale, of course.
Mi scuso per non aver tenuto fede alle vostre aspettative
E mi scuso anche con i poveri personaggi, quelle miniature di Jared Shannon e Tomo che ora siedono sul bordo del computer con aria minacciosa del ‘cosa abbiamo dovuto sopportare’
Ma questa è un’altra storia.

Ma soprattutto ringrazio.
Ringrazio quelle meravigliose persone che si sono prese la briga di leggere questo pastrocchio.
Per non dire di aggiungerlo ai preferiti e alle seguite.
- ablasy
- artemide82
- bluelilith
- July28
- Miss_Fefy
- shanna_b
- Shigure 90
- _Sophy__xX
- anna_freud
- Blue_moon
- luxu2
- Nemo from Mars

Per non parlare delle anime sante (e completamente ammattite, credetemi) che hanno avuto il fegato di commentare.
Nemo from Mars
shanna_b
artemide82
bluelilith
per_aspera_ad_astra
luxu2
floriana333
Lady echelon
Blue_moon

Ringrazio tutti.
Davvero.
Perché questa storia è stato un parto difficile, una gestazione lunga che ha dato vita ad un racconto strano di cui neanche io riesco a parlare.
Ma è parte di me, vi ho messo brandelli di anima in ogni parola.
E l’affetto per chi si è preso la briga di leggere non sarà mai abbastanza.
Come sempre per commenti critiche spiegazioni e quant’altro basta contattarmi o lasciarmi una recensione. E io farò del mio meglio per essere esauriente.
Detto questo, con la speranza che non siano le ultime rispondo alle recensioni del cap scorso
A prestissimo.

Floriana333 ; si, Tomo cercava solo di dimostrare il suo affetto per Jared, anche se lo stava rinchiudendo in casa di biscotti.. una cosa un po’ sconveniente in realtà! Ma a quanto pare il suo prendersi cura di una persona comprende anche questo. Grazie come sempre ;)
Luxu2; benvenuta tra i pazzi! ;P sono felicissima che la storia ti piaccia, anche se ho paura della maratona che hai fatto per finirla presto, sei ancora tutta intera vero cara? ;) ho scritto questa storia proprio perché volevo qualcosa di diverso, e si, la profondità dei personaggi era proprio quello a cui puntavo ;) fammi sapere cosa ne pensi di tutto il resto! Ciao!!!!
Per_aspera_ad_astra; spero di non aver fatto marcire le ciliegie aspettando tanto, semplicemente non trovavo l’ispirazione per finire la storia. Credimi è stato un infermo! C’è stato un momento in cui ho detto “ora li uccido tutti” sperando di risolvere il problema. solo che io odio lo splatter -.- spero che il finale non sia stato troppo deludente! Fammi sapere!
Artemide; ad una mia amica dico sempre che può fare quello che vuole, correre fino a ruzzolare e farsi male, io non la fermerò mai, l’unica cosa che potrò fare, se me lo permetterà, sarà stare in attesa con kit del pronto soccorso, pronta a fasciargli le ferite. Credo che questa sia una cosa che ne Jared ne Tomo abbiano mai capito. Il loro Amore è così profondo e intenso da diventare soffocante, eppure non si può biasimarli, perché è una degli aspetti di questo sentimento. Grazie infinite per avermi seguito fino a qui, e anche della precedente ispirazione … anzi, me ne servirebbe ancora un po’! ;P
Shanna: amica mia, puoi prenderti tutto il tempo del mondo per commentare lo sai… basta che poi mi dici cosa ne pensi! ;p
  
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