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Autore: ArtRevenge_M    04/03/2010    16 recensioni
Il ragazzo solare, col sogno di divenire il Re dei pirati,sembra improvvisamente aver perso la voglia di vivere. Nami, ancora incredula per quanto accaduto, non può far altro che donarsi completamente al suo capitano, divenendo L 'Ancora sulla quale sfogare tutto il suo dolore..e riportando a galla,vecchie ferite nel cuore della navigatrice. (Spoiler!)
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sentivo il freddo mattutino entrarmi nella pelle e il calore che per tutta la notte mi aveva accompagnata svanire.


La mia vista divenne lentamente più nitida e i capelli neri del capitano, furono la prima cosa che mi riportò completamente alla realtà.

Era successo..

Credevo fosse stato tutto un sogno, ma nonostante non potessi ancora crederci mi sbagliavo.

Mentre dormiva, sembrava essere il solito Rufy, l’ingenuo ragazzino che in svariate occasioni mi aveva salvato.

Lui, che portava sempre il sorriso sulle labbra e che si batteva fino allo stremo per ciò in cui credeva.

Lui…che ora sembrava essersi spento.

Come se la sua allegria e voglia di vivere fossero svanite.

Accarezzai distrattamente i suoi capelli, sentendomi, per la prima volta in sua presenza, insicura.

Ricordavo lo sguardo con cui mi aveva guardato poche ore prima, la sua presa solida.

Sentivo nuovamente il mio corpo vibrare contro di lui…ed ero stata impotente di fermare quell’assalto del tutto inaspettato.

Perché io ero sua.

Lo ero sempre stata.

Sapevo che per lui era stato uno sfogo, una sorta di lotta contro il dolore che lo stava uccidendo.

Forse era anche per questo che avevo lasciato le sue mani libere di percorrere il mio corpo.

Che avevo concesso le sue labbra alle mie.

-Nami..-la sua voce mi riportò alla realtà e senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai a perdermi in quelle pozze nere.

Era sveglio.

Vidi il suo sguardo vacillare un momento, mentre la consapevolezza di quanto successo li tornava alla mente.

Non disse nulla ed io nemmeno.

Forse perché entrambi non riuscivamo a spiegare quanto accaduto o forse perché quel silenzio fatto solo di sguardi, rappresentava tutto quello di cui avevamo veramente bisogno.

Lasciai scendere la mia mano, che non aveva smesso di accarezzare la sua testa, fino al viso.

Lui la fermò li, contro la sua.

Non mi accorsi del cambiamento del suo sguardo, concentrata com’ero nel ricordo di quella notte.

Fu solo quando scostò la mia mano osservando il livido violaceo che spiccava ben visibile nel polso, che mi concentrai su di lui: fissava  quel livido con tormento, rabbia, dispiacere e per un attimo, ebbi la spiacevole sensazione che ci fosse anche pentimento nel suo sguardo.

Quando poi i suoi occhi incontrarono i miei, smisi di pensare.

La sua mano, lasciò la mia che ritirai incerta, poi scostò leggermente le coperte, che avvolgevano il mio corpo nudo.

Scoprì le spalle, ed io sentì il freddo penetrarmi nella pelle.

Strinse i denti, quasi come se provasse un forte dolore nel petto.

Aveva visto un altro livido.

-Te ne ho fatto altri..?-domandò, il capo basso e la mano che aveva scostato la coperta stretta a pugno.

Sorrisi triste e in un certo senso anche stanca; perché ancora una volta mi chiesi come poteva..

Come poteva sentirsi in colpa quando era stato lui a farmi vivere…?

Era stato lui ad aiutarmi, a darmi una mano e a fidarsi anche dopo che lo avevo tradito…lui che aveva combattuto rischiando la propria vita..lui che non aveva mai smesso di proteggermi e di farmi ridere.

-Nami..?- mi richiamò ed io sorrisi di cuore, avvolgendomi nel lenzuolo e mettendomi seduta, le gambe scomposte.

-Non so..e non m’importa.-

Lo vidi sollevarsi, per incontrare i miei occhi, mentre le nocche

delle sue mani sbiancarono e il suo sguardo divenne furioso.

-Come può non importarti?! Io ho riversato tutta la mia rabbia e frustrazione su di te…io..-

-Ora stai meglio?- chiesi, sorridendo spensierata e interrompendo il suo delirio.

Lui incredulo mi fissò a lungo, per poi abbassare lo sguardo.

Non avevo alcun bisogno di chiederli cosa stava pensando, sapevo esattamente dov’era rivolta la sua mente in quel momento.

-Sai..-iniziai, sentendo i ricordi della mia infanzia tornare a galla.

-Quando hai salvato la mia isola da Arlong…tu non hai voluto sapere nulla del mio passato ..ne di quello che era accaduto.-

Lui non rispose, ma ero sicura che stesse ascoltando.

-Quindi..non sai che io non conosco la mia vera mamma e che quella che considero tale, è morta per proteggere me è mia sorella.-

Lo sentì sussultare e avvertì l’intensità del suo sguardo, verso il mio viso.

-Per molto tempo ho creduto di essere io, la responsabile..la  responsabile della sua scomparsa. E ogni notte, rivedevo il suo sorriso poco prima di morire…-

-Tua madre ha sorriso?- domandò Rufy, la voce ancora leggermente sorpresa, ma ancora spenta.

-si..poco prima che Arlong le sparasse..ha sorriso…non avevo mai capito perché l’aveva fatto..fino a quando non ho incontrato te.-

Non fiatò e per lunghi attimi nemmeno io parlai.

Sentivo nuovamente il dolore alla spalla destra e il terriccio contro le ginocchia.

Chiusi gli occhi, ricordando la presa solida con cui aveva afferrato la mia mano.

-Bellmere ha sorriso perché in quel momento era felice..- sentì i miei occhi inumidirsi, ma continuai comunque a mostrarli il mio sorriso.

Perché ora dovevo essere io la sua ‘Ancora.

Ora, era mio compito sorreggerlo, come lui aveva fatto con me.

-felice di aver sacrificato la sua vita..perché io e mia sorella potessimo vivere..-

Voltai leggermente il capo, guardando le lacrime del mio capitano cadere verso il lenzuolo e la sua mano, nascondere gli occhi.

Tremava, esattamente come me tanto tempo prima.

-quindi..devi smetterla di pensarci Rufy..-Lui non rispose, lasciando passare interminabili attimi, nei quali un senso di strana rabbia mi pervase..

-Lui ti ha donato la sua vita..vuoi veramente sprecarla così?!-esclamai, mettendo sicurezza in ogni parola che dicevo.

-Come posso vivere…con l’immagine della sua morte nella mente..dimmi come Nami!?- urlò le ultime parole, mostrando il viso coperto dalle lacrime, che offuscarono anche i miei occhi.

E la rabbia sfumò via..

-Devi farlo…per lui…-il mio sussurro sembrò espandersi nell’aria, fermando il tempo per un solo attimo…..

-Devi continuare a vivere, anche per lui…-

….poi riprese la sua corsa irrefrenabile.

Le sue mani scattarono in avanti, poggiandosi sulle mie spalle e il suo viso affondò sul mio seno.

Lo avvolsi come una mamma fa col suo bimbo, cercando di infonderli la forza, che un tempo lui stesso mi aveva trasmesso.

 

-Rufy, ascoltami molto bene..Ace desiderava tanto che tu vivessi, che realizzassi i tuoi sogni…perciò non devi pensare che la sua comparsa sia stata colpa tua..-

Sentì le mani stringere convulsamente la mia vita, aggrapparsi quasi con disperazione ad essa.

-Lui ti voleva bene, molto bene…ti ha dato la sua vita.. per amore…ora capisci?-chiesi, senza aspettarmi una risposta.

Il silenzio calò sulla stanza, interrotto solamente dal battere incessante dei nostri cuori, fin quando Rufy non rialzò il viso, posato fino a quel momento nel mio seno, scostandosi lentamente da me.

-Rufy..?-chiamai, sentendomi stranamente smarrita dalla sua lontananza.

Lui guardò i miei occhi, con espressione seria.

Sentivo l’agitazione di quel momento, dalla scelta che avrebbe preso….e trattenni inconscia mente il fiato.

Un borbottio proveniente dalla sua pancia, spezzò la tesa atmosfera e l’esclamazione che seguì subito dopo mi lasciò di stucco..

-Ho Fame!-

.. …. Facendomi esplodere come una bomba ad orologeria.

Senza calibrare minimamente la forza,spedì contro la sua testa bakata un pugno madornale.

Spedendo la sua faccia contro il materasso.

Lui rialzò immediatamente il viso, e con espressione ferita chiese:

-Posso sapere perché lo hai fatto?-

-È me lo chiedi ZUCCONE !?!-esclamai isterica, avvolgendomi meglio nel lenzuolo e uscendo dal letto.

-Io mi preoccupo e questo pensa al cibo..non lo sopporto!- borbottai, avanzando verso il bagno della stanza.

-Nami..- mi chiamò ed io con ancora un diavolo per capello domandai:

-Che c’è?!- voltandomi velocemente e ritrovandomelo a pochi centimetri.

Non mi ero accorta che si era spostato dal letto, ne che si fosse mezzo vestito, troppo concentrata com’ero nella frustrazione del momento.

Vidi il suo fedele cappello di paglia tra le mani e quando me lo posò nella testa, sentì il mio cuore sussultare.

Con la mano poggiata nel mio capo, mi avvicinò al suo petto, sussurrando con voce roca:

-Grazie… ..Nami. –

Sentì le mie guance divenire rosse e d’istinto abbassai il viso, sentendo uno strano calore invadere tutto il mio corpo.

Quando si scostò, lo vidi sorridere.

Sorridere come durante il nostro primo incontro e senza nemmeno accorgermene ricambiai.

-Bene..vado a prendere qualcosa da mangiare..una volta che ci saremo ricaricati, andremo alla ricerca degli altri…-mormorò, infilandosi la maglietta e avvicinandosi alla porta.

-E poi?-domandai, stringendo di più il lenzuolo sul mio corpo.

-..si riprende l’avventura, mi pare ovvio…- mi rispose, uscendo dalla stanza.

Sospirai, toccando il cappello di paglia nella mia testa, era tornato il solito Rufy…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono tornata...con una breve One Shot.. perciò mi dovete sopportare u_u Vi dico subito che lo scritta senza troppe pretese, era solo un modo per esprimere il dolore che Rufy ha dentro, dopo la morte di Ace.. Spero di esserci riuscita, che la storia vi piaccia e di sentire i vostri pareri. (negativi o positivi..) un kiss enorme e e alla prossima storia su questa mitica coppia..*-* RuNami x sempre!!by
  
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