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Autore: Tynuccia    04/03/2010    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] La tedesca dovette combattere contro un sorriso soddisfatto che insisteva per piegarle le labbra all'insù: quella era sicuramente la donna più divertente che avesse mai incontrato.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aneddoti

 

*

 

 "Ehi."

Shiho alzò lo sguardo e spalancò leggermente gli occhi trovando davanti a sé un Yzak sorridente. Scosse il capo, come se quella fosse stata una visione, ma, vedendo che non era ancora scomparsa, si risolse a mettersi in punta di piedi e mettergli una mano sotto la frangia chiara. "Hai la febbre?" domandò, apprensiva.

 "MAGGIORE!" esclamò lui, esasperato. Incrociò le braccia sul petto e la spinse delicatamente in avanti, esortandola a continuare a camminare. "Per una volta che mi comporto gentilmente… valle a capire le donne!"

Lei ridacchiò, soppesando la scatola rosa che reggeva nell'altra mano. Se la portò davanti agli occhi e, quasi distrattamente, sorrise. "Grazie. Si vede così tanto che sono nervosa?"

 "Mettiamola così: non ti sono mai tremate le dita," precisò Yzak mentre aggrottava la fronte. "Ti piace Martius?"

 "Hm! È una bellissima colonia, quasi più di Aprilius. Più naturale, nonostante non regga il paragone con la Terra," rispose Shiho, lanciando un'occhiata al mare alla sua destra. Il pensiero che il suo innamorato era cresciuto lì le riempiva il cuore di una calda sensazione.

 "Tra le colonie, Martius è stata costruita per terza, Aprilius per quarta. È ovvio che sia più avanzata e, se possibile, più appagante per la vista. Non siamo mica su Junius," ritorse l'albino, ghignando davanti allo sguardo indispettito della sua sottoposta.

 "Ti informo che anche quel posto è carino! Solo il fatto che ha partorito me dovrebbe farti felice," s'imbronciò la ragazza, improvvisamente patriota.

Yzak si mise le mani in tasca, ridacchiando. "Sapevo che tua madre avesse sviluppato il sistema di agricoltura per Junius, ma che fosse così avanzato da rimanere incinta di te…"

 "Non scherzare sull'operato di quella poveretta," sospirò Shiho con un sorriso. "Se non avesse avuto me, a quest'ora, potrebbe essere una delle tue colleghe, lo sai."

 "Comandante Kokoro Hahnenfuß, ovviamente. Chi non la conosce in ZAFT?" l'albino scrollò le spalle. Aveva sentito elogiare la donna da un sacco di superiori; gli stessi che, una volta appreso della sua gravidanza, l'avevano cortesemente rispedita nei laboratori da cui era emersa, anni prima, per intraprendere la carriera militare. "Ti manca?"

Contrariamente alle sue aspettative, Yzak vide Shiho tamburellare l'indice sul mento con fare pensieroso prima di scrollare le spalle. "L'incidente su Junius Seven è stato ampliamente vendicato."

 "Non parlavo di quello."

 "Lo so. Solo che non lo so neanche io. Mia madre è stata molto presente durante la mia infanzia; poi, quando ha iniziato a lavorare su quella colonia e sulla sua agricoltura la vedevo sì e no un paio di giorni al mese. Mi sono abituata alla sua assenza, involontariamente."

 "Se è un problema che stiamo andando…"

 "Yzak," lo interruppe lei mentre si fermava. Lo guardò qualche secondo prima di sospirare, quasi stancamente. "Va tutto bene. L'unica cosa che mi preoccupa e mi rende pensierosa è che tua madre possa mangiarmi la testa in un sol boccone."

L'albino roteò gli occhi. "Ti prego. Sarà stata anche una povera bastarda nei confronti dei Naturals ed ora non può lasciare la nostra casa per una sanzione del tribunale, ma tu sei una Coordinator, per cominciare, e poi sei anche la mia… fidanzata."

Shiho notò il rossore sulle sue guance e sorrise, precedendolo sul marciapiede. "Bene. Perché ormai mi hai chiesto di sposarti e io non voglio tornare indietro."

Il ragazzo grugnì e le corse dietro. Per il resto del tragitto non dissero nulla, ma l'ansia del Maggiore si ripresentò quando si trovarono davanti alla porta della villa dei Joule. "Andrà tutto bene. Tutto bene."

 "Ecco, brava. Ripetitelo, almeno la smetti di comportarti come una mocciosa."

 "Idiota," rise lei, colpendolo leggermente sul braccio. "Potresti consolarmi."

 "Ci ho già provato, ma non è servito a nulla," le ricordò Yzak, premendo il campanello. Attesero qualche secondo ed un maggiordomo con la divisa addosso aprì la porta. Appena vide chi era arrivato sorrise, quasi commosso.

 "Signorino! È da una vita che non vi vedo!"

 "Pierre," disse Yzak con voce piatta ed un ghigno appena accennato. "Spero di non essere in ritardo."

 "Oh, non lo siete. Madame ha appena finito la sua lezione di cucina e vi aspetta in salotto," spiegò l'uomo, chiaramente eccitato. Shiho ridacchiò, trovando strano che un sottoposto del suo fidanzato potesse essere così felice di rivederlo: a ZAFT erano in tanti a temerlo e gliene dicevano dietro di tutti i colori. Non che lui non lo sapesse, comunque.

 "Cos'hai?" abbaiò l'albino, lanciandole un'occhiataccia.

Lei sospirò, scoccando un sorriso gentile al maggiordomo. "A volte mi chiedo come faccio a volergli bene. Suppongo sia lo stesso per lei, monsieur."

Pierre scoppiò a ridere, inchinandosi. "Mademoiselle Hahnenfuß, suppongo."

 "Shiho andrà bene, la prego," lei arrossì, mentre lui le faceva il baciamano.

 "Non potrei mai prendermi certe confidenze. Il signorino mi frusterebbe."

 "Sa che non fatico a crederlo?"

Yzak battè il piede per terra, stizzito. "Vorrei ricordarvi che sono ancora qua! E tu, Pierre, non fare il cascamorto. Shiho potrebbe essere tua nipote. Nonché la tua futura datrice di lavoro!"

Il rossore sulle gote del Maggiore s'intensificò mentre il maggiordomo le toglieva di mano la scatola rosa e li guidava all'interno della casa. "Ne sarei onorato, signorino. Comunque bisogna ancora vedere la reazione di Madame."

 "Non spaventarmela ulteriormente," sibilò l'albino. "O finisce che scappa a gambe levate prima ancora di averla incontrata."

Pierre scosse il capo, iniziando ad elogiare la sua signora, nella speranza di sollevare l'animo alla tedesca. Dopo non molto furono davanti ad una stanza illuminata dalla luce del tramonto ed arredata secondo il gusto vittoriano. Su una poltrona vicino alla vetrata era seduta, comodamente, Ezalia Joule e, quando Shiho la vide, sentì il cuore accelerare. Per un attimo dimenticò la paura e fu in qualche modo affascinata da quella donna che sembrava una regina sul suo trono e che, nonostante fosse ridotta ad un niente dopo le follie commesse durante la prima guerra, appariva fiera, orgogliosa e bellissima; era come se volesse a tutti i costi avere la sua approvazione.

 "Andiamo," sussurrò Yzak, distogliendola dai suoi pensieri. Le prese la mano ed avanzò nel salotto con lei mentre Pierre si dirigeva in cucina. "Madre?"

Ezalia alzò gli occhi e li posò sulla coppia. Immediatamente sorrise, mite come un animaletto da compagnia, e scattò in piedi. Abbracciò il figlio e sospirò. "Quanto tempo, bambino mio!"

 "M-madre!"

 "Che c'è? Sono mesi che non ti vedo, mi sei mancato!"

 "Lasciamo stare. Comunque questa è Shiho Hahnenfuß, la mia fidanzata."

La ragazza arrossì furiosamente, incontrando lo sguardo di Ezalia. Finalmente il momento della verità era arrivato. "Mademoiselle Shiho," la donna le afferrò la mano, stringendola. "Ricordo che tuo padre mi diceva quanto carina fosse la sua bimba, ma mai ho immaginato che potesse avere così ragione."

 "L-la ringrazio, Madame," Shiho fece una piccola reverenza, memore dei balli dell'Alta Società e dell'Etichetta che, nell'esercito, era utile quanto un flacone di smalto.

 "Ezalia," la corresse lei, tornando a sedersi sul suo trono. Indicò il divano lì vicino ed i due si accomodarono.

 "Come desidera."

 "Molto bene. Ah, è proprio una disdetta che non possiate fermarvi a cena, miei cari! Non che il tè delle cinque non mi piaccia, ma il tempo è limitato."

Yzak sospirò stancamente. "Ti ho già spiegato che abbiamo un impegno con Dearka e la sua compagna."

 "Quella… ahem… deliziosa Natural?"

 "Madre…"

Ezalia alzò le braccia al cielo, esasperata. "Una passa una vita a pensare di essere nel giusto e finisce per essere prigioniera della propria casa. Il mondo è cambiato."

 "Almeno l'ha presa con ironia," si permise Shiho, tesa. Si rilassò, comunque, quando la sentì ridere ed annuire. Se non avesse saputo che quella era davvero Madame Joule avrebbe iniziato a credere all'esistenza di una gemella buona.

 "Tu sì che sei veramente deliziosa, Shiho. Non mi stupisco che Yzak si sia innamorato di te. Già il fatto che tu oggi, per venire qua, abbia indossato i pantaloni…"

La ragazza si girò a guardare il suo superiore e scrollò le spalle. "Le gonne non le ho mai potute sopportare."

 "Rivoluzionaria," la prese in giro Ezalia mentre una cameriera arrivava con tre tazze di tè ed un vassoio. "Che magnifica torta! L'hai cucinata tu, cara?"

Shiho scosse il capo, accettando il suo tè con un sorriso. "L'abbiamo comprata in città."

 "Un pensiero molto accorto, vi ringrazio," replicò la donna, sorseggiando la sua bevanda. Allontanò la tazza dalle labbra e posò gli occhi sulla coppia. "E ditemi… quando potrò viziare un bel nipotino?"

Yzak, che stava bevendo a sua volta, sputò il tè nella tazza, ma qualche goccia gli andò di traverso e cominciò a tossire furiosamente. Shiho, scarlatta in volto, cominciò a battergli poderose pacche sulla schiena nella speranza di non diventare vedova ancora prima di sposarsi. Sapeva che la sua quasi-suocera li stava osservando divertita e si chiese se il quasi-morto avesse ereditato il suo caratteraccio dal padre defunto. "Stai bene?"

L'albino non rispose, ma annuì e si premette una mano sul petto. "Perdonatemi, devo andare in bagno."

 "Prego, tesoro," sorrise Ezalia, chinando il capo. "La strada la conosci, vero?"

Con un grugnito Yzak si allontanò, lasciando le due donne da sole.

 "Ancora niente bambini," spiegò Shiho dopo qualche secondo di silenzio. "Per ora preferiamo…" si fermò ed arrossì ulteriormente. "Lasci stare."

 "Siete tanto giovani," sospirò Ezalia con voce nostalgica. "Immagino che mio figlio ti abbia chiesto la mano. Se così non fosse il mondo sarebbe davvero cambiato."

La tedesca rise ed alzò proprio la mano sinistra. Si stupì quando la donna squittì e si sedette vicino a lei, esaminando l'anello da vicino. "Che meraviglia! Avete già fissato una data?"

 "Non ancora, stavamo aspettando d'incontrarla."

 "Che gentili," Ezalia scattò in piedi e si diresse verso la libreria. "Comunque ti dovrebbero fare santa, mia cara. Sono poche le persone che riescono a vivere al fianco del mio bambino senza staccargli la giugulare a mani nude."

Shiho strinse le mani in grembo. "Ma… ma io lo amo, penso sia per questo."

 "Sei talmente dolce che mi farai cariare i denti, tesoro," la donna si posizionò alla sua sinistra. Reggeva un album tra le dita. "Se dovesse farti esasperare, almeno, potrai ricattarlo a dovere."

 "Prego?"

 "Oh, lascia che ti mostri una foto o due…"

La tedesca dovette combattere contro il sorriso soddisfatto che insisteva per piegarle le labbra all'insù: quella era sicuramente la donna più divertente che avesse mai incontrato.

 

*

 

Yzak dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non bestemmiare tutti i santi del Paradiso quando tornò nel salotto.

Perché la scena che gli si parò davanti agli occhi avrebbe scatenato i peggiori sentimenti anche del più mite degli uomini: sua madre, seduta vicino alla sua promessa sposa, con un album aperto in grembo. Sentì la faccia andargli a fuoco per la rabbia e l'imbarazzo.

 "…ah, sì. Qua eravamo in vacanza su Januarius Four! Ricordo che Yzak amava andare al mare e non si separava mai dal suo salvagente con la paperella. Lui lo chiamava 'Ducky'. Non è adorabile?"

 "Decisamente. Non sembra neppure quel mastino per cui lavoro, qui."

 "Signore!" sbottò il diretto interessato. Le vide alzare gli occhi, ma senza smettere di ridere. "Non è educato parlare degli assenti!"

 "Eri così carino quando avevi due anni," si limitò a dire Shiho mentre si alzava. "Poi hai cominciato a parlare: una catastrofe."

Yzak serrò la mascella, concentrandosi solo sulla dolce, dolcissima vendetta. Cinse la vita della ragazza, attirandola a sé, e le sfiorò le labbra con l'indice. "Perché, adesso non mi trovi carino, Shiho?"

Ezalia ridacchiò, continuando a sfogliare l'album, e la giovane diventò di tutti i colori per la vergogna. Poi, inaspettatamente, infilò una mano in tasca e sventolò una foto sotto il naso del giovane. "Non vedo l'ora di mostrarla a tutti, lunedì in ufficio. E stasera a Dearka e Miri."

Yzak alzò un sopracciglio e guardò l'immagine. "NON OSERAI!"

Shiho ghignò ed annuì, lanciando una sporadica occhiata alla fotografia tra le sue dita. "Spero non ti dispiaccia."

Esasperato, l'albino incrociò le braccia sul petto. "Siete due vipere! Una che mi ha partorito e l'altra che mi sposerà! Vi siete proprio trovate, non c'è che dire!"

 "Lo prendo come un complimento, figliolo," rise Ezalia. "Ma guardate che ore sono… è tardissimo e voi avete un altro appuntamento. È stato bello conoscerti, Shiho. Spero di rivederti presto."

 "Certo, il piacere è stato mio. Non si preoccupi, porterò qui il suo piccolo dono del cielo più spesso."

 "Non contarci troppo!" abbaiò il diretto interessato mentre si lasciava baciare sulla guancia dalla madre. Afferrò il polso della sua sottoposta e la trascinò via dal salotto, senza neanche prendersi la briga di salutare Pierre, che ghignava divertito sulla soglia della porta.

L'unico pensiero che martellava nella testa di Yzak era come sottrarre a Shiho la foto che lo ritraeva completamente nudo, alla tenera età di un anno, mentre reggeva stoicamente un pannolino, sporco, davanti a sé.

  
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