Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: bonza corrotta    07/03/2010    9 recensioni
Salve!
Questa farsa racconta di Sora e Roxas, due gemelli di quasi quindici anni alle prese con una simbiosi particolare: per esempio se uno ride, l'altro, non importa dove si trovi e in che contesto, anche. La mia sadica persona prevede che i nostri eroi dovranno districarsi fra l'imbarazzo di uno e dell'altro, il dolore e le cotte...Questa simbiosi, però somiglia di più a una maledizione che ad una semplice empatia fra gemelli...
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve

 

Salve!

Prima di tutto, fatemi dire che questo è solo metà del prologo, in realtà. L’altra arriverà, se lo desiderate.

Secondo, i personaggi, probabilmente saranno OOC, quindi, uomo allertato, mezzo salvato.

Terzo, nessuno di questi personaggi mi appartiene.

Quarto la citazione delle “Bene Gesserit” appartiene al mondo di Dune, di Frank Herbert.

Ci vediamo giù!

 

          Symbiosis       

 

Prologo

 

 

 Il rosa fa paura

 

Era stato un anno stupendo per Namine, sia con la scuola che in famiglia. Si era addirittura iscritta al club di arte, dove, invece che disegnare di soppiatto sui quaderni di matematica durante l’orario di lezione, aveva tutto il tempo e la pace che voleva per dedicarsi ai suoi schizzi.

Andava tutto così bene quell’anno perché, finalmente, lei e Ventus erano riusciti a interrompere la simbiosi che li accompagnava da sedici anni. Ora Terra non li prendeva più in giro(alleluia).

Ma Namine era veramente felice anche per il fatto di avere trovato un ragazzo, con cui stava più o meno dall’inizio dell’anno.

Ora che era aprile e che la scuola era agli sgoccioli, si sentiva la ragazza più fortunata del Mondo: stava con un ragazzo dolcissimo, con capelli castani e occhi chiari, per intenderci, suo fratello Terra non la prendeva più in giro e lei e Ventus erano liberi di pensare, ridere, arrossire senza che l’altro provasse le stesse sensazioni in momenti poco adatti.

Certo, sentire Ventus così come lo sentiva lei gli mancava, erano gemelli, in fondo. Ma lo sarebbero sempre stati, con o meno quella strana e per nulla gradita, anzi fastidiosa simbiosi che non rispettava la privacy di nessuno dei due. Meglio così, davvero.

 

 

Aveva litigato di nuovo con il suo ragazzo:”Sei sempre con i tuoi fratelli, non usciamo mai da soli!” o una cavolata del genere.

Come pensava di potersi permettere? Terra, il suo fratellone di due anni più grande di lei e Ventus, e proprio Ventus, suo gemello. Erano stati nove mesi nell’utero materno da soli, in totale simbiosi, per Dio!

Era naturale che stesse con loro, erano la sua famiglia, con la mamma.

Come faceva a dire queste cose? Forse perché era un solitario e viziato figlio unico?

…forse si.

Probabilmente in questo non l’avrebbe mai capita, ma… non era vero che non erano mai da soli! Era da aprile che lei andava a casa sua per le coccole e… non era vero, ecco.

Forse doveva essere solo più comprensiva. In effetti lui era veramente un figlio unico…

Avrebbe cercato ti tagliare più tempo per loro, in effetti il club gliene portava via parecchio, anche se, al solo pensiero di rinunciarvi le si stringeva il cuore.

Va be’, per lui avrebbe fatto questo sacrificio. Ma non avrebbe passato meno tempo con i suoi fratelli. A loro non poteva rinunciare.

Sperò solo che lui potesse capirla.

 

 

Non poteva crederci. L’aveva lasciata. Il suo unico amore l’aveva lasciata, con la scusa che per lui, uomo di Mondo, Namine era troppo infantile, sempre a disegnare cose senza senso, a leggere montagne di libri e manga, sempre attaccata a i suoi fratelli.

E di li a una settimana si era trasferito con la famiglia all’Isola Centrale.

Namine, abbandonata a giugno su una torrida Destiny Island era riuscita ad elaborare una sola ed una teoria(purtroppo dopo essersi consumata gli occhi dal troppo piangere): era uno stronzo.

Terra si era già preparato all’omicidio dello stronzo, ma il trasferimento l’aveva fregato.

Ventus era più preoccupato per la sorella che alla vendetta.

Sua madre non sapeva che fare: l’aveva catalogata sin dall’inizio come cotta adolescenziale, per cui non si era stupita più di tanto, ma questo non le impediva di stare in pena per la sua unica figlia.

Per cui, non solo Namine stava male per conto suo, ma si obbligava anche a fare finta che la cosa non la toccasse più di tanto, per non fare preoccupare troppo i suoi cari. Non che la cosa funzionasse particolarmente.

Poi, si era anche presa un insolazione con i fiocchi(c’era veramente caldo e il sole picchiava parecchio), per cui aveva delle continue nausee, capogiri e cose così.

Certo che però la nausea andava avanti da più di una settimana, seguita da una voglia di fragole che la lasciava senza fiato.

Ma non ci avrebbe fatto troppo caso. Era sicura che fosse solo colpa della tristezza e del colpo di sole maledetto.

 

 

Finalmente la scuola era finita.

Meno male, ultimante era sempre stanca, senza contare che la nausea e la voglia di fragole persistevano.

Il problema era che le era venuto un dubbio… ma non poteva essere. No, lo stronzo era sempre stato attento. Non c’erano possibilità che… no. No, assolutamente no.

Ti prego, fa che sia no!

Comunque, per scaramanzia era meglio controllare, giusto? Giusto.

Ecco il motivo per cui si trovava nel bagno di casa sua un test di gravidanza in mano.

La scritta era in rosa. Si rese conto di avere una paura sconsiderata del rosa, per non parlare della scatolina, o meglio di ciò che conteneva.

Però, doveva tranquillizzarsi. Non poteva vivere nel dubbio! Ma quale dubbio! Era solo per curiosità! Si, si!

Si diede della stupida da sola.

Namine aprì la scatolina, seguì le istruzioni.

Nessuno si chiese perché stesse così tanto nel bagno, visto l’incredibile mole di tempo trascorsa li di recente.

Camminò su e giù per la stanza per dieci minuti, prima di avere il coraggio di avvicinarsi al lavello sul quale aveva abbandonato il test.

Lo prese in mano ad occhi chiusi. Calma, si disse. Fai come le Bene Gesserit. Cos’è che dicevano, con la litania sulla paura?

Anche se tentava di ricordarselo, non ci fu storia.

Dopo altri dieci minuti ad occhi chiusi con il test in mano, decise di piantarla, e che naturalmente sarebbe andato tutto bene.

Aprì gli occhi e… oh no. Nonono. Non andava affatto bene!

 

 

Per chi a avuto voglia di arrivare fin qui… Benvenuto!

Allora, come ho già anticipato, questo è la prima parte del prologo. L’altra arriverà, se lo desiderate!

Comunque, volevo dirvi, di cose importanti, s’intende… i personaggi sono stati scelti e arruolati per i ruoli che ricoprono in base a mia ispirazione. Per cui, sicuramente saranno OOC. Spero che nella loro diversità riusciranno a farvi ricordare i veri personaggi di Kingdom Hearts.

È la prima storia che scrivo per questo fandom! Spero vi possa piacere, e… boh. Non ho più nulla da dire, presumo.

Ah, si! Vi prego di recensire!  Vi prego!

Ah, perdonate i miei errori di battitura, la mia tastiera è mezza monca(devo esercitare una certa pressione sulla lettera r, per esempio, se voglio che compaia in una parola).

Be’, per ora è tutto!

Arrivederci!! O almeno spero…

Bonza Corrotta

 

 

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: bonza corrotta