Salve!
Prima
di tutto, fatemi dire che questo è solo metà del prologo, in
realtà. L’altra arriverà, se lo desiderate.
Secondo,
i personaggi, probabilmente saranno OOC, quindi, uomo
allertato, mezzo salvato.
Terzo,
nessuno di questi personaggi mi appartiene.
Quarto
la citazione delle “Bene Gesserit”
appartiene al mondo di Dune, di Frank Herbert.
Ci
vediamo giù!
Symbiosis
Prologo
Il rosa fa paura
Era stato un anno
stupendo per Namine, sia con la scuola che in
famiglia. Si era addirittura iscritta al club di arte, dove, invece che
disegnare di soppiatto sui quaderni di matematica durante l’orario di
lezione, aveva tutto il tempo e la pace che voleva per dedicarsi ai suoi
schizzi.
Andava tutto
così bene quell’anno perché, finalmente, lei e Ventus erano
riusciti a interrompere la simbiosi che li
accompagnava da sedici anni. Ora Terra non li prendeva più in giro(alleluia).
Ma Namine era
veramente felice anche per il fatto di avere trovato un ragazzo, con cui stava più o meno dall’inizio dell’anno.
Ora che era aprile
e che la scuola era agli sgoccioli, si sentiva la ragazza più fortunata
del Mondo: stava con un ragazzo dolcissimo, con capelli castani e occhi chiari,
per intenderci, suo fratello Terra non la prendeva più in giro e lei e Ventus
erano liberi di pensare, ridere, arrossire senza che
l’altro provasse le stesse sensazioni in momenti poco adatti.
Certo, sentire Ventus così come lo sentiva lei gli mancava, erano gemelli, in fondo. Ma lo sarebbero sempre stati, con o meno quella strana e per nulla
gradita, anzi fastidiosa simbiosi che non rispettava la privacy di nessuno dei
due. Meglio così, davvero.
Aveva litigato di
nuovo con il suo ragazzo:”Sei sempre con i tuoi
fratelli, non usciamo mai da soli!” o una cavolata del genere.
Come pensava di
potersi permettere? Terra, il suo fratellone di due anni
più grande di lei e Ventus, e proprio Ventus, suo gemello. Erano
stati nove mesi nell’utero materno da soli, in totale simbiosi, per Dio!
Era naturale che
stesse con loro, erano la sua famiglia, con la mamma.
Come faceva a dire
queste cose? Forse perché era un solitario e viziato figlio unico?
…forse si.
Probabilmente in
questo non l’avrebbe mai capita, ma… non era vero che non erano mai
da soli! Era da aprile che lei andava a casa sua per le coccole e… non
era vero, ecco.
Forse doveva
essere solo più comprensiva. In effetti lui era
veramente un figlio unico…
Avrebbe cercato ti
tagliare più tempo per loro, in effetti il club
gliene portava via parecchio, anche se, al solo pensiero di rinunciarvi le si
stringeva il cuore.
Va be’, per
lui avrebbe fatto questo sacrificio. Ma non avrebbe
passato meno tempo con i suoi fratelli. A loro non poteva rinunciare.
Sperò solo
che lui potesse capirla.
Non poteva
crederci. L’aveva lasciata. Il suo unico amore l’aveva lasciata,
con la scusa che per lui, uomo di Mondo, Namine era troppo infantile, sempre a
disegnare cose senza senso, a leggere montagne di libri e manga, sempre
attaccata a i suoi fratelli.
E di li a una settimana si era trasferito con la famiglia
all’Isola Centrale.
Namine,
abbandonata a giugno su una torrida Destiny Island era
riuscita ad elaborare una sola ed una teoria(purtroppo dopo essersi consumata
gli occhi dal troppo piangere): era uno stronzo.
Terra si era
già preparato all’omicidio dello stronzo,
ma il trasferimento l’aveva fregato.
Ventus era
più preoccupato per la sorella che alla vendetta.
Sua madre non
sapeva che fare: l’aveva catalogata sin dall’inizio come cotta
adolescenziale, per cui non si era stupita più di tanto, ma questo non
le impediva di stare in pena per la sua unica figlia.
Per
cui, non solo Namine
stava male per conto suo, ma si obbligava anche a fare finta che la cosa non la
toccasse più di tanto, per non fare preoccupare troppo i suoi cari. Non
che la cosa funzionasse particolarmente.
Poi, si era anche
presa un insolazione con i fiocchi(c’era
veramente caldo e il sole picchiava parecchio), per cui aveva delle continue
nausee, capogiri e cose così.
Certo che
però la nausea andava avanti da più di una settimana, seguita da
una voglia di fragole che la lasciava senza fiato.
Ma non ci avrebbe fatto troppo caso. Era
sicura che fosse solo colpa della tristezza e del colpo di sole maledetto.
Finalmente la
scuola era finita.
Meno male, ultimante era sempre stanca, senza contare che la nausea e
la voglia di fragole persistevano.
Il problema era
che le era venuto un dubbio… ma non poteva essere. No, lo stronzo era
sempre stato attento. Non c’erano
possibilità che… no. No, assolutamente no.
Ti prego, fa che
sia no!
Comunque, per
scaramanzia era meglio controllare, giusto? Giusto.
Ecco il motivo per
cui si trovava nel bagno di casa sua un test di gravidanza in mano.
La scritta era in
rosa. Si rese conto di avere una paura sconsiderata del rosa, per non parlare della
scatolina, o meglio di ciò che conteneva.
Però, doveva tranquillizzarsi. Non poteva
vivere nel dubbio! Ma quale dubbio! Era solo per
curiosità! Si, si!
Si diede della
stupida da sola.
Namine aprì
la scatolina, seguì le istruzioni.
Nessuno si chiese
perché stesse così tanto nel bagno,
visto l’incredibile mole di tempo trascorsa li di recente.
Camminò su
e giù per la stanza per dieci minuti, prima di avere il coraggio di
avvicinarsi al lavello sul quale aveva abbandonato il test.
Lo prese in mano
ad occhi chiusi. Calma, si disse. Fai come le Bene
Gesserit. Cos’è che dicevano, con la litania sulla paura?
Anche se tentava
di ricordarselo, non ci fu storia.
Dopo altri dieci
minuti ad occhi chiusi con il test in mano, decise di
piantarla, e che naturalmente sarebbe andato tutto bene.
Aprì gli
occhi e… oh no. Nonono. Non andava affatto bene!
Per
chi a avuto voglia di arrivare fin qui…
Benvenuto!
Allora, come ho
già anticipato, questo è la prima parte
del prologo. L’altra arriverà, se lo desiderate!
Comunque, volevo
dirvi, di cose importanti, s’intende… i personaggi sono stati
scelti e arruolati per i ruoli che ricoprono in base a
mia ispirazione. Per cui, sicuramente saranno OOC.
Spero che nella loro diversità riusciranno a farvi ricordare i veri
personaggi di Kingdom Hearts.
È la prima
storia che scrivo per questo fandom! Spero vi possa piacere, e… boh. Non ho più nulla da dire, presumo.
Ah, si! Vi prego
di recensire! Vi prego!
Ah, perdonate i
miei errori di battitura, la mia tastiera è mezza monca(devo esercitare una certa pressione sulla lettera r, per
esempio, se voglio che compaia in una parola).
Be’, per ora
è tutto!
Arrivederci!! O almeno spero…
Bonza Corrotta