Avventura a Durango
Inspiro profondamente e mi riempio i
polmoni d’aria pura: presto passerà il carro, e non voglio certo
farmi cogliere impreparato.
Mi scosto una ciocca castana dalla
fronte madida di sudore: il tartan fa un caldo pazzesco, ma devo assolutamente resistere.
Finalmente dal sentiero sterrato
sbuca la carrozza: imbraccio la mia cornamusa e comincio a soffiare con tutto
il fiato che ho, sperando che Lei possa
sentire la musica.
La melodia malinconica risuona
potente nell’aria, echeggiando sicura giù per il pendio,
giù, fino a quel dannato calesse che la sta conducendo verso paesi
certamente più caldi che però le raffredderanno sicuramente il
cuore.
Le due ombre di fianco a me
m’imitano alla perfezione, finché una scosta le labbra
dall’imboccatura: gli occhi turchini piangono calde lacrime, mentre il
corpo è scosso da tremiti.
Un impeto di rabbia mi assale: Lui, il preferito, colui che ha il suo cuore! Lui la ama, Lei lo ama! Che bisogno c’è
di comportarsi così? Se solo Lei
fosse qui, lo spronerebbe a non mollare, a tener duro! E lui che fa? Si mette a
piangere, ovvio, rendendoci le cose ancor più difficili!
La voglia di sferrargli un ceffone
muore a fatica, la reprimo con forza.
«Non piangere, Anthony:
continua a suonare, per piacere.»
dico con voce stranamente ferma, marcando volutamente le ultime parole.
Lui mi fissa con gli occhi
spalancati, fissandomi riluttante, per poi abbassare il capo, sconfitto.
«Se Candy fosse qui, credi che
le farebbe piacere vederti in queste condizioni? Ricordati che lei ha patito le
pene dell’Inferno, eppure non ha mai rinunciato a sorriderci, ha sempre
nascosto il suo dolore! Sono sicuro che, pur essendo distante, lei senta la tua
tristezza e soffra ancor di più: suoniamo e mandiamolo al diavolo,
questo benedetto signor Dolore!» urlo fuori di me, stringendo la
cornamusa con foga, per non scoppiare in lacrime.
Stear mi fissa stupefatto, così
come Anthony: avrò anche esagerato ma sapere che lui, che ha tutto a
portata di mano, si comporti così, mi manda veramente su tutte le furie.
E non esagero.
Silenziosamente, imbracciamo di nuovo
gli strumenti e riprendiamo la canzone da dove l’avevamo interrotta,
mentre il carro diventa un punto sempre più lontano che
all’improvviso scompare, lasciandosi dietro solo polvere e sassi smossi
dalla strada.
«Verrò in Messico, aspettami…» mormora mio cugino, gli occhi pieni
di lacrime che gli rigano il volto, correndo rapide sulle guance.
Messico, tsk.
Non è di certo dietro
l’angolo; nemmeno per te, Anthony.
L’Amore distrugge ogni ostacolo
che incontra sul proprio percorso, ma a tutto c’è un limite.
Anche per chi nasce già
avvantaggiato rispetto ad altri, sappilo.
Addio, Candy; addio, Amore mio.
“Tu sorridi voltandoti
verso Lui,
verso Lui.”
Sì, ok, sono tragica, ma questa
scena mi fa sempre morire: nel manga è ancor più triste di quanto
possa esserlo nell’anime.
E sì, è brevissima, ma mi
sentivo veramente in dovere di buttar giù un paio di righe per omaggiare
questi splendidi istanti.
E adoro Archie,
un personaggio secondo me complesso, anche se non troppo menzionato.
In questa breve Fanfiction
ho cercato d’immedesimarmi in lui, al momento della partenza di Candy per
il Messico, cercando di far emergere anche il suo lato “oscuro”.
La frase finale è di “A Chi
Mi Dice” dei Blue, mentre per il titolo mi sono
ispirata all’omonima canzone di De Andrè, dato che Durango è una cittadina messicana.
Spero vi piaccia, mi piacerebbe sapere
che ne pensate :)
Grazie in anticipo a tutti.