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Autore: Bersa_95    08/03/2010    1 recensioni
Annegavo nei ricordi e anche se non volevo rievocarli, questi affioravano nella mia mente uno ad uno, ancora vividi: parevano vissuti solo pochi giorni prima e non quasi tre mesi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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al freddo e al gelo

Al freddo e al gelo

 

Lanciai uno sguardo fuori dalla finestra. Pioveva e le ultime foglie cadevano dagli alberi, spazzate via da un vento troppo forte e freddo. Ormai l’inverno era alle porte. Guardai la mia immagine sfocata riflessa sulla finestra, la mia espressione distrutta e abbattuta comunque ben riconoscibile. Da quando me ne ero andata via da lui mi si era aperta una voragine nel petto che pulsava ad ogni battito del cuore. Annegavo nei ricordi e anche se non volevo rievocarli, questi affioravano nella mia mente uno ad uno, ancora vividi: parevano vissuti solo pochi giorni prima e non quasi tre mesi. Quando me ne rendevo conto, la tristezza mi invadeva ancora di più prendendo del tutto possesso di me.

Era passato troppo tempo.

Troppo tempo dall’ultima volta, dall’ultimo saluto forzato, dall’ultima carezza, dal’ultimo bacio… e io non ne ero ancora uscita.

Era un contrasto tra orgoglio e amore: uno mi diceva che non potevo andare avanti così, l’altro che era una cosa normale. 

In fondo me lo meritavo. Avevo scelto io di vivere questa storia, di innamorarmi di lui anche con la coscienza che sarebbe durata poco e che avrei sofferto parecchio. Non me ne pentivo. Se non lo avessi fatto non sarei mai stata così felice come in quei giorni.

I ricordi continuavano ad affiorare; avevo voglia di urlare, ma in quel silenzio pesante sentivo solo la mia anima che urlava a squarciagola sotto la pioggia che ora cadeva scrosciante fuori dalla finestra.

Come potevo dimenticare? Sarebbe mai stato possibile farlo? Come avrei mai potuto dimenticare quella sera, quei baci, quelle risate?

Già…quella sera....

Come dimenticare quel nostro primo bacio sotto le stelle?

 

É sera, io cammino con lui, dietro a tutti gli altri, quando ad un certo punto rimaniamo da soli. Sembra quasi un sogno. Io e lui da soli che camminiamo vicinissimi, ogni tanto le nostre mani si sfiorano e tutte le volte che lo tocco una scarica elettrica mi attraversa tutto il corpo mandandomi in fibrillazione. C’è silenzio tra noi due, così decido di rompere il ghiaccio e quando mi volto per guardarlo, ci fermiamo. Prima che io inizi a parlare mi attira a sé e mi bacia.

È un bacio delicato, ma dietro c’è anche tanta passione.

Non so per quanto tempo ho bramato le sue labbra e adesso erano mie. Quella scossa che mi attraversava solo quando mi sfiorava ora viva in tutto il corpo. E rimaniamo del tutto soli, escludendo tutto il resto del mondo, in quell’attimo che rimarrà per sempre eterno, sotto a un cielo notturno, illuminato dalla luna e dalle stelle che ci guardano invidiose.

 

Mi chiesi dov’era andato a finire quel calore che sentivo dentro. Tutto era freddo, e dentro di me tirava un’aria gelida che preannunciava una bufera invernale.

Il mio sguardo si perse nuovamente in quell’immagine uggiosa e deprimente che si presentava fuori dalla finestra. Una foglia cadde da un albero ormai scheletrico, pronta per essere calpestata da tutti... proprio come la mia anima.

Continuava a piovere, e rannicchiata com’ ero in un angolino della mia camera, persa nei miei pensieri, non mi accorsi che le lacrime iniziavano a scendere da sole.

E così dopo tanto tempo, lasciai che le lacrime scendessero e che il mio dolore si disperdesse in quel pianto silenzioso.

  
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