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Autore: Kriss89    09/03/2010    3 recensioni
…sul balcone c’era un ragazzo che bussava al vetro… le sue labbra si muovevano in una silenziosa richiesta d’aiuto…
Genere: Romantico, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 15: Zodiac, Borderline & Cigarettes

 

“Levi portala in salotto per favore, mi rivesto e arrivo” dissi accartocciandomi su me stesso per evitare che la ragazza continuasse a guardarmi nudo come un verme.

“Ok capo ci penso io alla nostra ospte!” disse sorridendo Levi, che sembrava aver ripreso completamente il suo umore solito.

“Ma che stavate facendo voi due li dentr…” balbettò la ragazza aggrappata alle braccia di Levi.

“Su su tranquilla ora G. si riveste e ci raggiunge di là, non è vero stallone?”

“LEVI!!!”  li urlai contro tirandogli l’asciugamano che fino a poco prima era avvolto sui miei fianchi, il quadrato di spugna colpì con un tonfo la porta che si chiudeva e si afflosciò a terra  con un rumore  sordo.

Mi rialzai dalla posizione rannicchiata in cui ero e mi poggia per l’ennesima volta sul lavandino guardano la mia immagine riflessa sullo specchio, rividi per un momento la figura eterea della ragazza del mio sogno, le bende viola che fluttuavano nella nebbiolina, le spine intrise di sangue e la sua figura sensuale. Scocci la testa per liberarmi da quella visione.

“Su rivestiamoci!” mi dissi prendendomi la faccia con le mani abbastanza forte la fasciarmi due segni rossi sulle guance, credo che se lo avessi fatto ad un umano gli avrei spappolato le ossa del cranio… vedere pezzetti di  ossa occipitali, temporali e zigomatiche sparsi per casa non mi sembrava molto carino…

Mi avvolsi in un asciugamano un po più grande e affacciandomi prima dalla porta corsi in punta di piedi verso la camera da letto, dove con una rapida entrata nel guardaroba mi infilai tuta e maglietta bianca,  uscendo dalla porta  tirai giù le tapparelle perché sia Shik che Alex erano crollati sul letto e ora dormivano profondamente entrambi, certo vedere il mio fidanzato dormire sul mio letto con un altro ragazzo era un tantino fastidioso, ma non mi importava più di tanto, se il tradimento era la cosa peggiore che mi poteva capitare in quel periodo sarei stato felicissimo; invece la cosa peggiore che sarebbe potuta capitare ere la venuta dei quattro eserciti deominaci direttamente dagli inferi e la scomparsa del genere umano dalla faccia del pianeta, nonché la nostra morte, che presumo se inflitta da anche solo un rappresentante di tale esercito sarebbe stata dolorossissima e a dir poco umiliante.

Tornato in salotto vidi Levi alle prese con un barattolo di caffè nella cucinetta e la ragazza… com’è che si chiamava?... ah si!  Lycia, stava allegramente chiacchierando con mia sorella che nonostante tutto non aveva mosso un dito, non aveva neanche raccolto la maglietta che mi ero scordato, l’aveva semplicemente appallottolata e ficcata malamente dentro la mia libreria, giurai che se mi aveva sporcato anche solo una costa di un libro l’avrei trucidata!

“Ehm! Bene Lycia, cosa ci volevi chiedere?” feci io poco convincente.

“Si, scusi… posso chiederle una cosa?”

“Dimmi pure!” risposi io sorridendo.

“Cosa è successo esattamente in quel bagno… e… ehm… perché lei era nudo?” mi chiese quasi d’un fiato avvampando come una scolaretta, beh in effetti era una scolaretta, e quindi se avvampa non c’è niente di strano.

“Ah! Quello? Beh, insomma, niente di che una chiacchierata con il mio coinquilino!” balbettai io in preda alla confusione mentale.

“Chiacchierata? A me sembrava tutto fuorchè una chiacchierata… non che mi voglia immischiare sia chiaro!” disse sorridendo Lycia, leggermente imbarazzata.

“Lycia tutto bene? Che è successo?” la voce era maschile, bassa, veniva dal pianerottolo.

“Kemen entra non rimanere fuori ad aspettare!” disse piano Lycia guardandomi come per chiedere permesso, gli sorrisi gentilmente.

Un ragazzo alto dalla pelle ambrata e dai lunghi capelli castani entrò dalla porta con fare tranquillo e pacato. La cosa che mi colpì pochi secondi dopo erano le due ciocche bionde che gli ricadevano sulle spalle, i capelli erano raccolti in un coda molto bassa, portata in una maniera che oserei definire settecentesca, divisa sulle spalle.

“Lycia, lo sai che mi annoia girare per le case altrui, ho fame andiamo via?” disse il giovane sbuffando, sembrava un animale tenuto legato ad un palo; era come se scalpitasse.

“Kemen mi devi aiutare a fare questa cosa, sperando sempre che la direttrice non scopra che fuori dal collegio esco con un ragazzo!” disse un pochino acida Lycia.

Il ragazzo sbuffò e senza neanche chiedere il permesso si accovacciò a gambe incrociate, ai piedi della ragazza guardando fuori dalla finestra; Lycia con un gesto che voleva sembrare involontario gli poggiò una mano sulla testa e iniziò ad accarezzare i capello, il ragazzo inclinò la testa all’indietro come fanni gli animali quando li si carezza.

“Allora, Lycia, dimmi cosa dovevi chiedermi?” feci io per interrompere quel breve, ma imbarazzatissimo silenzio.

“AH! Si, allora, prima domanda: è credente?” la prima domanda, così semplice così difficile; proprio in quel momento della mia vita doveva chiedermelo?

“Ehm, allora, direi di si, se per Dio intendiamo una forza sopranaturale che non interferisce con i comuni mortali” risposi io, che in questo momento della mia vita ero tutto meno che mortale, anzi.

“Mh, si, bene, seconda domanda: Quale tra i sette vizi capitali sente di infrangere più spesso?” domanda strana, ormai non c’era più nessuno che li prendeva sul serio.

“Ah ecco, direi…” mi fermai a riflettere, involontariamente posai gli occhi sui glutei dell Adamo della Lempicka, Lycia lo notò e mi richiamò all’attenzione con un debole colpetto di tosse “AH! Si, scusa; allora direi la lussuria” mentivo spudoratamente ma non mi andava di fare la figura del verginello con una studentessa più giovane e disinibita di me.

“Me ne sono accorta…” bisbigliò Lycia, che accortasi della gaffe avvampò “Oddio, chiedo scusa, non volevo che insolente!” disse con una vocina strozzata.

“Oh non preoccuparti, almeno non c’hai offeso come fanno molti!” dissi io con un largo sorriso sul viso.

In quel momento il ragazzo alzò di colpo la testa, sganò gli occhi ed emise un suono simile ad un basso muggito.

“Sono arrivati.” Si limitò a dire alla ragazza.

Io alternavo Lycia a Kemen, non capivo cosa intendessero; anche la ragazza sembrava confusa guardava Kemen come se non lo conoscesse più.

“Kemen ma cosa dici? Ti senti bene, Dio mio sei bollente…” la ragazza ritrasse il braccio dalla testa del ragazzo che si stava alzando rapidamente…

Ormai avevo intuito che se non ci fossimo spostati velocemente sarebbe successo il finimondo, e avendo appena sistemato casa dopo l’attacco di Clara volevo evitare un’ennesima devastazione.

Corsi in camera a prendere Levi, Shik e Alex; Levi aveva percepito anche lui qualcosa che non andava e quindi era all’erta, gli altri due sonnecchiavano beatamente nel letto; li svegliai entrambi con uno scossone.

“Cosa diavolo… Greg ma che combini, stavo dormendo!” si lamentò Shik stropicciandosi gli occhi.

“Shik, Alex non c’è tempo sta succedendo qualcosa di sbagliato dillà!  Venite!” urlai in pieno panico.

Dal salotto proruppe un urlo.

“LYCIA!” ero nel panico, se una ragazzina ci rimetteva le penne per colpa mia non me lo sarei mai perdonato!

Accorremmo tutti e quattro in salotto, Lycia era stesa a terra , svenuta, la mia finestra era frantumata (per la seconda volta nel giro di pochi mesi)  e davanti alla finestra vi erano tre figure oscurate dal sole alle loro spalle.

Quando la fronda degli alberi del giardino dietro casa mia coprirono momentaneamente il sole, riuscimmo a distinguerli chiaramente.

Non riuscivo a credere ai miei occhi, il ragazzo che accompagnava Lycia era in piedi.

Il ragazzo ora sembrava una bestia, quelle che prima erano le due ciocche bionde che mi avevano colipito non appena era entrato ora si erano rizzate a formare un paio di corna scure da toro, il corpo era ricoperto da una fitta e corta pelliccia marrone, gli occhi erano diventati completamente neri e le orecchie che spuntavano dalla capigliatura ora scomposta e irregolare erano di chiara foggia taurina e si muovevano scattose, come se il proprietario fosse allarmato.

Il ragazzo fece un balzo afferrò Lycia e se la mise sottobraccio come se fosse stata un sacco privo di vita, le dita della ragazza strusciavano per terra e notando quel particolare mi focalizzai sugli arti  inferiori di Kemen erano diventati gli arti posteriori di un toro, forti  zampe muscolose che scaplitavano.

La figura di destra fece un passo e poggiò una mano sulla spalla di quello che ora sembrava di essere un minotauro e non più un ragazzo umano.

Anche questo personaggio non era poi così normale, era una ragazza orientale di piccola corporatura, i movimenti erano controllati e molto sensuali, la lunga chioma rosso fuoco pendeva immobile e si mischiava alla pelle di pecora che utilizzava come unico vestiario, sul lato destro della testa spuntava un corno convoluto come quello di un vecchio ariete.

“Buono non provochiamo più danni del dovuto…” mentre diceva ciò allungò due dita sulla palma che avevo vicino alla finestra, le foglie come sentirono il tocco della ragazza si accartocciarono e l’intera pianta venne avvolta in un enorme fiamma rossa, dopodiché la ragazza si portò la mano alla bocca e con un espressione schoccata finì la frase “…Ops, non volevo!” e si mise a ridere sonoramente.

“Brutta stronza!” sibilò Levi, io feci finta di niente più intento a controllare le fiamme che avevano ridotto la mia povera palma in cenere, c’è da dire che io ho un po’ la mania delle palme, mi piacciono molto e quella mi era piaciuta tantissimo nel vivaio; ora di lei rimanevano solo piccoli frammenti di cenere nera che svolazzavano nell’aria cocente, uno di questi frammenti mi cadde su una guancia; lo tolsi  e lasciò una scia di grigio sulla pelle.

Kemen sbuffò  girò sugli zoccoli e tirandosi appresso la figura che era rimasta dietro e che avevo osservato poco ma potevo dire che sembrava un uomo ben piazzato, la ragazza ancora ridendo saltò giù tirandoci un bacino e strizzandoci un occhi.

“Attenti al fuoco che consuma tutto ciò che tocca, specialmente il mio!” le urla della ragazza ormai erano solo una lontana eco dalla strada.

Io crollai sul divano e mi chiusi la faccia nelle mani,  non bastava che avevano distrutto , dinuovo, il mio salone, avevano bruciato metà tappezzeria e arredamento, e spaventato probabilmente metà degli abitanti della via, si erano anche portati via una liceale; di una scuola cattolica per giunta!

“… eg… reg… Greg!” rinvenni dallo stato catatonico in cui ero caduto, i miei occhi fissavano i fusti morti e anneriti della mia povera palme, mentre Shik mi scuoteva per entrambe le spalle.

“Eh!  Si ci sono, tutto ok, mi ero solo incantato.” Cercai di giustificarmi io.

“Ci mancavano solo questi adesso, da dove sono usciti?” fece Levi sbuffando come un ragazzino.

Alex era pallido, aveva il volto imperlato dal sudore.

“Lo so io chi sono, sono lo Zodiaco!” disse con un filo di voce tremante.

“Lo zodiaco? Vuoi dire quelle cazzate che si leggono sul giornale?” feci io scettico.

“Beh intanto dopo tutto quello che ti è successo dovresti rivalutare la tua definizione di cazzata, poi starei a sentire cosa ha da dire Alex!” mi riprese Shik.

“Hai ragione, Alex chi sarebbero questi appartenenti allo Zodiaco?” dissi con un tono piatto e monocorde.

“Sono i Segni, come quelli che voi attribuite alla nascita, loro sono la controparte demoniaca, o meglio loro SONO i segni zodiacali, che non si sa per quale motivo si sono schierati con i demoni! E quei tre che avete visto erano  Taurus, Aries e Cancer!” mi rispose Alex.

“Mh , bene abbiamo a che fare con lo Zodiaco, poi chi arriverà la Fatina dei Denti o Babbo Natale?” ci schernì Levi.

“Guarda sulle fate non ci metterei la mano sul fuoco, anche se sono esseri schivi e molto rari a causa della distruzione ambientale dell’uomo, mentre su Babbo Natale, non mi preoccuperei ti stà confezionando il regalo scemo!” Shik era in vena di sfottere e Levi ricadeva nel ruolo di vittima.

“Alex dimmi un po’ non saranno tutti e dodici i segni vero?” chiesi io ormai con la speranza che andava diradandosi come il fumo della mia palma bruciata.

“Tredici per la precisione, i segni zodiacali sono tredici. Ma uno, Ophiuco, è stato espulso milleni fa e da allora voi ne conoscete solo dodici; e comunque credo di sì dovremo affrontarli tutti e dodici; solo Opihuco potrebbe essere dalla nostra parte, sempre che gli vada di immischiarsi negli affari terreni.”  rispose celere Alex.

“Bene i segni zodiacali sono tredici! Ora mi verrete a dire che Plutone non è un pianeta!” sbottò Levi.

“Ehm, si effettivamente Plutone non è più un pianeta, è troppo distante dal sole e non rispetta determinati parametri astronomici, lo sapresti anche tu se avessi seguito i corsi all’università!” lo corressi velocemente io.

“ECCO APPUNTO! Mi trovate nella vasca da bagno se vi servo!” urlando ciò Levi si chiuse in bagno borbottando, credo che la nostra discussione di prima, e la comprasa di questa nuova rogna lo devono aver turbato non poco.

“Bene, meno uno; io direi che comunque non dobbiamo cadere in paranoia; ormai siamo nel periodo di vacanze Natalizie e direi che fino alla prossima mossa del nemico non dovremmo scomodarci più di tanto.” Alex disse questo con una tale freddezza che rimasi sconvolto.

“Alex! Ma… ma Lycia l’hanno rapita dobbiamo andarla a salvare a tutti i costi, è colpa mia se lei è finita in questa situazione!” dissi io in preda al panico.

“Greg rifletti, secondo te Lycia poteva non finirci o addirittura esserci invischiata da prima, Kemen del resto era suo amico già da un po’ , non te n’eri accorto? E comunque la puzza di demone che ha lasciato non dà adito a discussioni. Vi è invischiata fino al collo, potrebbe essere lei stessa un demone!” la voce di Alex era fredda e priva di emozioni, si fissava le dita dei piedi.

“Dici?!” non potevo crederci, che una ragazza di un collegio cattolico era in combutta con dei demoni, con il rischio che lei stessa potesser esserlo.

“Sai che ti dico, usciamo stasera e vediamo se riusciamo a distrarci. Si parla meglio davanti a un po’ di birra!” disse Alex con fare incoraggiante, poveraccio cercava di risollevarci il morale, mi piaceva però questo suo lato, ero contento di essermi riuscito a chiudere in una cerchia di persone più sagge di me.

“A stasera c’è tempo, cerchiamo di risistemare questo macello.” Dissi io sollevando il vaso della mia ex-palma.

“Perfetto dai qua!” disse Alex con un sorriso a trentadue denti afferrando il vaso e sfiorandomi con le dita la mano.

Quel piccolo gesto mi fece rabbrividire, non poteva essere, ho capito che ero un Misto e che noi quattro eravamo gli ultimi, e che io discendevo da sangue nobilissimo di entrambe le caste ma che diamine possibile che chiunque mordessi  provasse un qualche tipo di sentimento strano per me, e io altrettanto.

“GREG!!!!!” Shik urlò lanciandomi un occhiata furibonda dall’altra parte della stanza.

“Oddio! Che c’è mi hai spaventato!” feci finta di niente io.

“Lo sai bene che c’è! Non fare il finto tonto ricordati che posso sentire quello che pensi, beh tutti noi possiamo sentire quello che pensi visto che te lo urli nel cranio!” mi disse urlando. Alchè notai che Alex sogghignava scorrazzando per casa con il cadavere di vaso in mano.

“Uffa! Ormai non posso manco più pensare. Manco ci fossimo sposati e uniti col sangue…” feci io con aria scocciata.

“Beh no questo non è propiamente vero, ricordati il rito, non eravamo forse immersi nel sangue fino al culo!?” rimbrottò Shik

“Mh vecchio vedo che sei diventato volgare, bene. Nessun’altro vuole cambiare carattere?” Levi ultimamente era più ironico del solito, inoltre non so per quale strano motivo girava nudo e zuppo per casa.

“Deficiente! Mi stai bagnando il Parquet! Vatti ad asciugare e magari mettiti un paio di mutande!” gli urlai appresso io.

Mi dovevo calmare, non ero come mia madre, per carità avere un carattere simile al suo sarebbe stata la fine del mondo per me e per gli altri. Presi du profondi respiri e… dalla cucina si sentì rumore di vetri rotti; mi girai di scatto con del fuoco che mi usciva dagli occhi.

“Cosa diavolo è successo!” stranamente la frase mi venne fuori con un tono stanco e atono, non furibondo e incisivo come avrei voluto.

“Niente scusa, avevo le mani bagnate e mi è caduto un bicchiere, volevo solamente bere.” Disse Alex  guardandosi i piedi.

“Alex basta guardare per terra quando succede qualcosa, nessuno ti vuole accusare di nulla sono cose che capitano alza il viso quando parli con noi; del resto siamo tuoi pari, eccetto Greg, credo che lui sia un esperimento malriuscito.” Disse Levi sfottendo a più non posso.

“LEVI! E che diamine, non riesci ad essere per un momento serio?!” ormai la mia forza era pari allo zero.

“Sentite, non abbiamo chiuso occhi, nessuno dei quattro; che ne dite se ci facciamo un bel sonno e poi ne riparliamo?” Shik come al solito riusciva a riacquietare le acque in tempesta.

“Buona idea, il letto è mio!” urlò Levi schizzando verso la mia camera da letto…

“Voi andate io mi voglio fare un giro per strada.” dissi io piano, il sonno non riuscivo a sentirlo, anche se forse mi sarei addormentato subito se mi fossi poggiato sul cuscino “Alex mi accompagni?”

“Volentieri, voglio prendere un caffè!” disse sorridendo, finalmente non si guardava più i piedi. “Mi vesto e andiamo!”

Mi andai a vestire velocemente, aspettai che Alex finisse di vestirsi anche lui e sotto le occhiate indispettite di Shik uscimmo di casa trascinando i piedi.

Scendemmo le scale in silenzio, cercando di evitare i condomini; anche se dubito che ci avrebbero lasciato in pace dopo il macello che avevano causato quelli in casa mia; pensare di nuovo a quelli mi fece venire in mente lo Zodiaco.

“Alex hai detto che sono i Segni  zodiacali che ci hanno attaccati oggi, ma io ne ho visti solo tre, gli altri dove sono?”

“Molto probabilmente stanno uscendo dagli Inferi, demoni così potenti hanno bisogno di alcuni giorni per poter bilanciare il loro potere e salire in superficie; se comparissero così senza prepararsi il loro potere investirebbe le creature nell’area dove sono comparsi, contaminandole e rendendo palese la loro comparsa. Sarebbe controproducente!”  rispose Alex cauto, mentre con un piccolo salto evitava una chiocciola. Con le mani in tasca e lo sguardo rivolto alle nuvole, che cercavano di coprire quell’infinità di azzurro che era il cielo, sembrava proprio un normalissimo ragazzo di vent’anni senza troppi problemi per la testa; anzi direi che l’immagine è anche troppo idilliaca; a vent’anni ogni mosca è un elefante e anche i piccoli problemi diventano casi mediatici.

“Alex dimmi ma questi Segni sono così forti?” credo che la mia domanda suonasse alquanto stupida, poiché Alex smise di camminare e mi guardò come se avessi appena affermato che le zebre sono a pois gialli e che io normalmente cavalco ornitorinchi blu.

“Beh, se gli umani millenni fa li hanno eletti a dei protettori e gli hanno consacrato costellazioni, un motivo valido ci sarà no?” disse sghignazzando.

“Ok, non mi prendere per stupido. Parlami un po’ di questi tizi, chi sono e che fanno nella vita?” altra domanda idiota.

“Allora guarda, quelli che avete visto oggi erano Taurum, Arietem e Cancerum; mi pare che non ti debba esplicitare i tre segni a cui appartengono presumo!” dicendo ciò mi guardò con gli occhi semichiusi e io feci segno di proseguire senza rispondere alla provocazione.

“Bene Taurum può scatenare eventi sismici, e più si arrabbia e più forti sono le scosse; Arietem hai capito a spese della tua palma che potere ha, inoltre se è abbastanza provocata l’oggetto che tocca esplode direttamente; mentre Cancerum è un tipo molto particolare, può cambiare il tuo Fato con il semplice lancio di due dadi, diciamo che è uno dei quattro più forti.”  Aveva ripreso a camminare tranquillo squadrando i rami degli alberi e i pezzi di carta che volteggiavano sul marciapiede.

“Gli altri invece? Cosa ci dobbiamo aspettare?  Non credo siano delle scolarette alle prime armi!” la mia idiozia raggiungeva livelli pari solo a quelli della Troposfera.

“In pratica per riassumere i dodici segni sono divisi in squadre da tre, e guarda caso queste quattro squadre sono ognuna al servizio di una Divisione, i Samael sfruttano il gruppo Pyro, formato da creature irascibili e molto violente quali: Sagittarium, Arietem e Leonem. Gli Iamaliel guidano il gruppo Tera, composto daesseri rozzi e di poche remore: Taurum, Virginem e Capricornus.  I Satariel sono alleati al gruppo Aqua, i cui membri sono i più freddi e incontrollabili: Cancerum, Scorpionem e Phisces.  I Gamchicolh hanno assoggettato il gruppo Ariae, esseri effimeri e poco affidabili come: Geminos, Aquarium e Libram.” Alex sembrava piuttosto paziente, il taglio che aveva subito nel centro commerciale era guarito come la altre ferite causate dall’incantesimo di Clara, ma stranamente aveva lasciato una lunga cicartice contorta sul bel viso del ragazzo. Notò che lo fissavo, il mio sguardo doveva essere piuttosto  nostalgico e tirstie perché rispose alla mia analisi con un sorriso.

“Puoi aspettarmi qui per favore? Devo comprare una cosa.” Mi disse sorridendo mentre si allontanava, entrò in uno store di qulli che vendono un po’ tutto, e ne uscì con un pacchetto di Lucky Strike e un accendino.

Lo guardai storto.

“Fa male!” dissi quasi soffiando.

“Sembri un gatto infastidito!” disse prima di ridacchiare soddisfatto “No ora che non sono più un angelo puro voglio godermi la vita mortale, fin ora non abbiamo potuto sviluppare nessun vizio o poter godere di un piacere carnale, e ora come ora avevo voglia di qualcosa di peccaminoso!” disse mimando le virgolette mentre pronunciava la parlola ‘peccaminoso’. “Sediamoci li!” disse indicando con la mano libera una panchina sotto un enorme Magnolia nel parco.

Ci sedemmo all’ombra dell’enorme albero, si stava bene la giornata era piuttosto soleggiata, con tutto che fosse dicembre.

“Ti posso chiedere come hai comprato sigarette e accendino? Non avevi soldi!” dissi io tanto per continuare con la parte del petulante.

“EH! Ho usato un trucchetto mentale!” disse lui strizzando un occhio.

“Quindi li hai rubati, ma bene!” dissi, poi scoppiai a ridere. Il fatto di aver rubato un pacchetto di sigarette e un accendino sarebbe stato rivalutato una volta che noi avremmo dovuto salvare la città.

“Sai come si accende una sigaretta?”  mi domandò Alex rigirandosi il piccolo cilindro bianco tra le mani.

“Maddai! Dove hai vissuto fin’ora? Non ne hai mai vista accendere una? Neanche in televisione?” ero strabiliato, tutti sapevano come si accendevano le sigarette anche i bambini purtroppo. “Dammi!”

Strppai la sigaretta dalle sue mani, gentilmente, e la incastrai tra le mie labbra; avevo provato anni fà ma mi aveva fatto talmente tanto schifo che non avevo più osato toccarne una.

“Guarda e impara!” avvicinai la piccola fiamma scaturita dall’accendino alla punta della sigaretta e tirai una profodna boccata; immediatamente tossii scaraventando il tizzone sul prato e cercando di tenere i polmoni dentro il torace; in quel preciso istante Alex scoppiò a ridere, se avesse continuato a ridere così forte gli si sarebbe staccata la mascella.

“Ho capito, però credo che non la dovresti sputare per terra.” Si alzò e la raccolse, la brace era ancora accesa e non si era sporcata.  Avvicinò la mano, notai che tremava leggermente, alla bocca; chiuse le labbra sul filtro e provò a tirare.

La sua reazine fù più decorosa della mia, tossicchiò un po’ di fumo, dopodiché soffiò via una nuvola grigia nel cielo azzurrino.

“Mh, sa di erba bruciata, ma credevo peggio. Mi piace continuerò!” disse soddisfatto tirando la seconda boccata.

“Ma fa male!” cercai di fare la parte della madre pedande, mi riusciva bene a volte; la mia lo era stata con me abbastanza da insegnarmi come si faceva.

“Non importa, se poi il potere di guarigione è pari a quando ero un Angelo Puro, non doveo temere nulla! Ora vogli provare qualcosa di alcolico!”  fece piroettando la sigaretta in maniera da creare una scia sottile di fumo.

“Non credi che sia un po’ presto? E poi mi duole dirtelo ma noi Misti, a causa dei geni vampirici non possiamo ingurgitare niente all’infuori del sangue umano!” dissi scuotendo la testa.

“Che noia!” l’Angelo Puro ora era Caduto, ed era diventato un normalissimo uomo, con i suoi pregi e i suoi difetti.

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Ehm, salve! Bentrovati/e mi dispiace tantissimo che sono passati mesi dall'ultimo aggiornamento... ma sapete com'è, non abbiamo solo tempo libero XD

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sperando che il prossimo non arrivi per Natale prossimo vi ringrazio già da prima per un qualsiasi commento (potete anche insultarmi velatamente se volete... d'altronde me lo merito! ^^)

Kriss89

  
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