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Autore: WhiteLight Girl    09/03/2010    5 recensioni
Terriermon correva a perdifiato sulla sabbia del deserto. Le grandi orecchie erano mosse dal vento che gli sferzava addosso, e spesso sfioravano il terreno quando lui si voltava di scatto a controllare ciò che aveva alle spalle.
Attorno a lui, immensi fasci di luce rosa si muovevano frenetici, e lui riusciva ad evitarli solo per pura fortuna.
Continuò a correre mettendo una zampa dietro l’altra anche se ormai gli facevano male entrambe. Il deserto sembrava essere infinito, ma sapeva che doveva uscirne, sapeva che era la sua unica possibilità di salvezza. Si voltò ancora a guardarsi le spalle e si rese conto di essere spacciato.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama, Takato Matsuda, Un po' tutti | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, è la prima volta che scrivo una fan fiction che non sia di Card Captor Sakura. Adoro i Digimon e la terza serie è la mia preferita, sono venuta per la prima volta in questa sezione esattamente una settimana fa e me ne sono innamorata, peccato che ci siano poche ff. Ho letto tutte quelle che avevano Rika come protagonista e mi sono accorta che è il mio personaggio preferito (non mi ero mai soffermata troppo a rifletterci su), anche se è irascibile e un po’ bisbetica la adoro, e anche Ryo, che mi è troppo simpatico, quindi quando ho finito di leggere tutte le fan fiction su questa coppia (paring che mi ha appassionata da una settimana esatta!) non trovandone più in giro ho deciso di scriverne una io. Spero di non aver pensato (in realtà è solo abbozzata) una trama troppo banale; spero che leggerete e recensirete, e spero soprattutto che vi piaccia. Incrocio le dita. Se non vi piace o se vi sto antipatica (o entrambe le cose) ditemelo che la cancello e me ne torno dritta dritta nella sezione di Card Captor Sakura.

DIGIMON RECALLED – THE BLACK SECTOR

Rika Nonaka camminava per le vie del centro di Tokyo a passo lento. L’MP3 nelle orecchie era acceso a tutto volume e le impediva di sentire il baccano che imperversava per le strade e il rombo dei motori delle auto. Nonostante tutto l’odore dello smog le arrivava dritto alle narici facendole pizzicare il naso.
Mentre camminava la gonna grigia a pieghe che le arrivava al ginocchio ondeggiava delicatamente dandole un tocco di classe, ma questo a Rika dava fastidio; odiava quella divisa scolastica e non vedeva l’ora di arrivare a casa per toglierla e indossare i jeans.
Questi pensieri l’avevano distratta da altri, che probabilmente erano ancor più cupi e sicuramente nostalgici di quelli sull’abbigliamento. Con rammarico la sua mente tornò per l’ennesima volta al periodo in cui, anni prima, tornava da scuola sapendo che, dall’alto dei grattaceli, il suo Digimon Renamon vegliava su di lei.
Le mancava quel periodo; le mancavano gli scontri, le avventure, ma soprattutto le mancava il suo Digimon.
Alzò il passo ulteriormente, evitando accuratamente di urtare contro i passanti; strinse la borsa che aveva a tracolla e sistemò meglio gli occhiali scuri sul naso.
Non vedeva l’ora di arrivare a casa, non vedeva l’ora di cambiarsi, non vedeva l’ora di finire i compiti che ancora non aveva incominciato ma che, già lo sapeva, sarebbero stati tanti e. forse, non le avrebbero permesso di uscire.
Era talmente concentrata sui suoi pensieri che avanzò verso l’incrocio senza riflettere e, soprattutto, senza notare che era rosso.
Stava andando dritta in mezzo alla strada, e probabilmente sarebbe andata avanti per essere centrata in pieno se qualcuno non l’avesse afferrata alle spalle e riportata indietro.
-Che cavolo…?- Borbottò, prima di rendersi conto di chi aveva davanti e di quello che stava per combinare.
-Stà attenta! Se non vuoi farti ammazzare.- Le disse Henry scrutandola con un sorriso tranquillo stampato in faccia.
-G… Grazie.- Mormorò lei togliendosi le cuffie dalle orecchie. –Cosa ci fai qui?- Gli domandò poi confusa.
-Avevo promesso un regalo a Suzie, quindi sono passato a comprarglielo.- Disse sollevando la busta di carta che reggeva in mano.
-che cos’è?- Gli chiese la ragazza curiosa. Henry infilò una mano nel sacchetto e ne tirò fuori uno strano peluche. Sembrava un semplice coniglietto marrone, con la differenza che rispetto ai docili animaletti aveva due orecchie tonde grande quasi quanto lui.
-Non trovi che somigli a Lopmon?-
Rika accennò un sorriso: - Somiglia anche a Terriermon se è per questo, se non fosse per il colore.- Henry annuì, poi rimise il peluche nella busta e afferrò Rika per un polso, trascinandola con se nell’incrocio ormai sgombro dalle auto.
-Sai? Oggi hai rischiato di brutto.- Disse Henry riferendosi a quello che stava per accadere poco prima.
-Non è grave, me la sarei cavata come sempre.- Si difese Rika.
-Devi stare più attenta, l’altro giorno sei quasi inciampata su un povero cagnolino, prima o poi finirai per farti ammazzare!-
-Io non…- iniziò a difendersi per poi rendersi conto di una cosa, - chi te l’ha detto? Tu non c’eri, te l’ha detto Ryo, vero?- Domandò furiosa. Non le piaceva che si parlasse di lei.
Henry scrollò le spalle, la sua espressione assentiva.
-Parlate spesso di me in mia assenza?- Domandò la ragazza con tono fiero sollevando il mento, lasciando intendere che la cosa non le andava affatto a genio.
-Non così spesso, non è nel mio interesse sollevare l’argomento “Rika non c’è perché è sommersa di compiti” o cose simili. Comunque non nego che il gruppo non è più lo stesso senza di te.-
-Dovrei commuovermi?- Domandò ironica la ragazza continuando a camminare al fianco dell’amico; comunque, prima che questo potesse ribattere aggiunse:
-Non sono un impiastro come quell’idiota di Takato! Non ho bisogno di una balia che mi impedisca di finire sotto le macchine o di inciampare su cose, persone o animali!-
-Povero Takato, ce l’hanno sempre tutti con lui. Lo credi davvero un idiota?- Si corrucciò Henry. -Se non lo è ci si comporta, da idiota.- Gli rispose Rika convinta, - A volte…- Aggiunse poi con tono più calmo.
-Wow, dovresti dirglielo, credo che lui pensi che tu lo consideri sempre un idiota.-
Rika sbuffò.
-Ce la fai questo pomeriggio a venire al parco?- Le domandò.
-Non credo, - disse scotendo la testa piano; - troppi compiti a casa.-
-Certo che ti sei scelta una scuola pesante.-
-Ormai è fatta.- Sospirò lei.
-Si, ma ti vedo stressata, le poche volte che ti vedo, dovresti prenderti una vacanza.- Commentò Henry.
-Non sai quanto mi piacerebbe, ma la scuola… è la scuola…-

Rika entrò a casa lasciando le scarpe all’ingresso, salutò la nonna in cucina e si recò in camera. Appena chiusa la porta sbottonò la gonna grigia e la lasciò scivolare giù per terra; subito dopo si sbarazzò anche della camicia bianca e la scaraventò in un angolo.
Ogni giorno, appena tornata a casa, non aspettava neanche di prendere i vestiti da indossare a casa prima di levarsi quella stupida divisa; così, con solo la canottiera a coprire le curve del suo fisico slanciato da adolescente, si mise a cercare nell’armadio un paio di pantaloni comodi e una maglia non troppo leggera, data la stagione.
Senza pensare a nulla, già seccata dal solo pensiero, afferrò la cartella e ne tirò fuori i libri e i quaderni, sedendosi sulla scrivania e tentando di concentrarsi.
Suzie rigirava tra le mani la lattina di the che aveva appena finito; suo fratello Henry, affianco a lei, aveva avviato con Takato un’accesa discussione che lei non stava ascoltando.
-Devo andare a prendere Jeri.- Affermò il ragazzo all’improvviso dopo aver guardato l’orologio.
-Vai pure, - gli rispose Henry; - e spera che al tuo ritorno anche gli altri siano arrivati; oggi sono tutti in ritardo.- commentò.
-Succederà un cataclisma!-

Era ormai il tramonto e Rika era ancora china sui libri.
Sbuffò per l’ennesima volta, grattandosi la testa con la matita. Erano ore che studiava senza concedersi una pausa.
Fu quando si rese conto che sarebbe impazzita che lanciò la matita sulla scrivania e si alzò di scatto dirigendosi all’armadio. Lo spalancò mettendosi a cercare qualcosa da mettere; fortunatamente era una ragazza di poche pretese e le bastò prendere un paio di jeans ed una maglietta a maniche lunghe. Si cambiò e si diresse svelta verso l’ingresso passando davanti a sua nonna che la richiamò un po’ confusa.
-Rika? Tesoro, dove stai andando?-
-Esco a fare un giro, prima che mi vada in pappa il cervello.- Affermò la ragazza tentando di non scaricare sulla nonna il nervoso che aveva accumulato sui libri.
La donna lo capì e le disse solo: -Prendi la giacca che fa freddino.-
Rika le obbedì, afferrò la giacca ed uscì di casa diretta al parco.

Kazu e Kenta stavano tornando dal bar con il rifornimento di patatine e merendine quando si imbatterono in Rika che gli veniva incontro.
Si fermarono stupiti ad osservarla, incerti sul da farsi.
-Beh? Si può sapere che vi prende? Gatomon vi ha mangiato la lingua?-
I due si guardarono. –Pensavamo vi aver visto un Bakemon travestito da Rika Nonaka in verità.- Fece Kazu.
Rika strinse i pugni: -Mi state dando del Bakemon per caso? No dico, il Digimon fantasma con i dentoni aguzzi?- Domandò strizzando gli occhi con aria minacciosa.
-Ma no… - Si giustificò Kenta, sistemandosi gli occhiali che gli erano scivolati giù per il naso; -Kazu voleva solo dire che ultimamente non ti si vede più in giro, sei diventata sfuggente come un fantasma; un Bakemon appunto…-
-Vaneggiamento interessante il tuo, mi complimento.- Commento sarcasticamente la ragazza.
Kenta arrossì e Kazu nascose il viso tra le buste per soffocare una risata.
-Sei venuta per restare?- Domandò Kenta per cambiare discorso.
-Direi di si, non mi volete forse?-
-Ma no, figurati, gli altri saranno contentissimi di vederti! Ti facciamo strada!- Disse Kazu convinto. E i due ragazzi la sorpassarono e andarono dritti al nascondiglio di Guilmon.
-Ma la so la strada!- Si lamentò la ragazza; i due ragazzi erano già lontani e lei li seguì.
-Reggimi questi!- Disse Kazu a Takato che stava seduto affianco all’ingresso, lasciandogli cadere addosso tutte le buste che aveva.
-Signore e signori!- Esclamò Kenta con tono autorevole e falsamente umile, - abbiamo il piacere di annunciarvi… -
Attesero per creare l’effetto suspense, poi continuarono in coro:
-Il ritorno della regina!-
-Quale regina?- Domandò Takato confuso. Proprio in quel momento Rika raggiunse l’ingresso e il ragazzo capì di chi stavano parlando. –Quella regina!- esclamò poi illuminato.
-Come sarebbe “quella regina”? Io sarei quella regina?- Si lamentò lei incrociando le braccia al petto.
-Ha ragione, Takato, lei non può essere quella regina, lei è la regina!- Affermò Ryo convinto, poi alzò lo sguardo verso la ragazza: -Dico bene?-
Lei lo ignorò glaciale.
-Allora, vostra altezza vuole accomodarsi?- Propose Henry, che stava seduto sul lato opposto del rifugio con affianco la sorellina.
-Giusto, facciamole spazio!- Esclamò Suzie contenta. Il rifugio era piccolo, ma stringendosi ci stavano tutti senza problemi.
-Dove vuoi sederti?- Chiese Jeri sorridendole, senza staccarsi dall’abbraccio di Takato che stava seduto alla sua destra. Dalla parte sinistra di Jeri c’era seduto Ryo, che si spostò convinto;
-Che domande, la regina si siede affianco al re!-
-Se ne sei convito.- commentò la ragazza disinteressata sedendosi affianco a lui. Ryo la guardò sorridendo; alcuni degli altri ragazzi lo guardarono atterriti, come se avesse appena fatto qualcosa che avrebbe decretato la sua morte.
Jeri e Suzie sorrisero semplicemente alla ragazza, ma nella stanza era scesa una strana aria di tensione. Rika la captò immediatamente.
-Allora? Che succede?- Domandò con falso disinteresse.
-Nente! E’ che siamo contenti di vederti, tutto qui.- si giustificò Takato.
-Ci sei mancata!- Aggiunse Jeri abbracciandola. Anche Suzie lasciò il suo posto per correre incontro alle due.
Rika ricambiò gli abbracci imbarazzata, non si aspettava un’accoglienza simile. Kazu si sedette dall’altra parte di Ryo, e affianco gli si sistemò Kenta.
Quest’ultimo si sporse per mormorare qualcosa nell’orecchio del Leggendario Digimon Tamers:
-Se hai intenzione di suicidarti non farlo oggi ti prego. Diglielo un altro giorno o più tardi…- Lo supplicò evitando di essere sentito dagli altri.
-Tranquillo, non sono pazzo, non glielo dirò.- Gli rispose Ryo sorridendo rassicurante; poi entrambi, assieme a Kazu, si voltarono verso Rika. La ragazza non si era accorta di nulla e continuava a parlare animatamente con Jeri.

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Terriermon correva a perdifiato sulla sabbia del deserto. Le grandi orecchie erano mosse dal vento che gli sferzava addosso, e spesso sfioravano il terreno quando lui si voltava di scatto a controllare ciò che aveva alle spalle.
Attorno a lui, immensi fasci di luce rosa si muovevano frenetici, e lui riusciva ad evitarli solo per pura fortuna.
Continuò a correre mettendo una zampa dietro l’altra anche se ormai gli facevano male entrambe. Il deserto sembrava essere infinito, ma sapeva che doveva uscirne, sapeva che era la sua unica possibilità di salvezza. Si voltò ancora a guardarsi le spalle e si rese conto di essere spacciato.
A questo punto aveva una sola alternativa, e si rese conto che l’idea non era poi così male. Prese di mira il raggio rosa più vicino a lui e vi si gettò dentro.

   
 
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