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Autore: eleanor89    09/03/2010    4 recensioni
«Non mi ami?» chiese nuovamente la ragazza, ed era chiaro che quella fosse l'ultima volta.
«Non ti amo.» ribadì lui, «Non ti voglio. Voglio che tu te ne vada. Vai da Naruto o sarai tu quella che non verrà mai perdonata.»

Scritta per una sfida di san Valentino.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Non si avverte la propria catena quando si segue spontaneamente colui che trascina; ma quando si comincia a resistere e a camminare allontanandosi, allora si soffre molto."
André Gide - la porta stretta





Regali

- Sessanta secondi -






«Se dirai una parola soltanto... io starò con te per sempre.»
Sasuke alzò a fatica la testa, scrutandola con occhi di ghiaccio che riconoscevano a malapena i suoi capelli intorno a una macchia che era poi il suo viso, e si limitò a stringere le labbra. Non era sicuro del fatto che lei stesse piangendo, forse per una volta nella loro vita sarebbe stato appropriato che lo facesse, ma la vide reggersi al muro al suo fianco come se stesse per accasciarsi a terra.
«Vuoi dirmi che non mi ami e non mi amerai mai, non è vero?» lo incalzò lei, e la sua voce suonò disperata.
Sasuke non rispose.
«Allora che senso ha avuto rischiare la tua vita per me? Che senso ha tutto questo? Perché non mi lasci semplicemente restare con te? È una mia scelta e a te non cambia nulla! Non ti disturberò!»
Sasuke non rispose ancora.
«Naruto non sarebbe felice di te.» lo rimproverò quasi, «Neanche tu sei felice così, te lo leggo in faccia, ed è questo che mi ha bloccata qui fino ad ora. Non vogliamo che tu soffra, quindi... chiedimi di restare e non me ne andrò più. Non sarai più solo.» lo supplicò.
«Non posso.» disse lui, e faticò a riconoscere la propria voce roca.
«Pensi ancora di non avere nulla da offrirmi perché sei stato un mukenin? A me non importa dei tuoi sbagli, non importa di essere libera, ora meno che mai. Come potrei esserlo senza di te?»
«E dopo cosa faremo?» la interruppe lui rabbioso, «Dopo, Sakura. Non ti voglio incastrare qui, né portarti via con me... Senti, lascia perdere, va bene? Sono stanco ormai e mi sta bene che tu te ne vada con lui, è meglio per tutti.» ammise, e gli costò un enorme sforzo.
«Non mi ami?» chiese nuovamente la ragazza, ed era chiaro che quella fosse l'ultima volta.
«Non ti amo.» ribadì lui, «Non ti voglio. Voglio che tu te ne vada. Vai da Naruto o sarai tu quella che non verrà mai perdonata.»
«Sì, è esattamente quello che farò.» ribatté lei, e anche il suo tono era diventato furioso, «Addio, Sasuke. Ti amo.» ripeté con sfida.
Sasuke attese che sparisse, poi prese un respiro profondo e si lasciò crollare contro il muro, strisciando la schiena fino a terra e chiudendo gli occhi. Si portò le mani al viso premendole contro le palpebre chiuse e si morse le labbra, perché non sarebbe stato degno di lui piangere.
Eppure il dolore era terribile, molto peggio di quello che avrebbe mai potuto immaginare. Soprattutto per lei, per Sakura.
Era l'ultima persona che si sarebbe aspettato di perdere, anzi, l'ultima di cui si sarebbe aspettato che gli importasse qualcosa.
E invece, quando l'aveva vista nella traiettoria del Kyubi, si era sentito morire.
Era corso a salvarla per puro istinto, verso non soltanto la ragazzina che si era lasciato indietro a Konoha anni prima, ma anche la kunoichi caparbia e violenta che aveva spazzato via uno stuolo di nemici per raggiungerlo e curarlo nella battaglia contro Madara.
Avevano parlato poco eppure si era sentito a casa, come se non avesse mai lasciato il villaggio.
E non era riuscito a raggiungerla quando aveva contato davvero. Né lei né Naruto.
Lasciò cadere la braccia che restarono sospese accanto alla sua testa, bloccate dalle catene che lo trattenevano contro il muro, con la testa che ciondolava appesantita dalle droghe che gli avevano dato.
Una volta esaurito il desiderio di vendetta, morti tutti quelli che lo meritavano, non gli era rimasto nulla e non aveva mentito dicendo di non voler più lottare: aveva accettato pazientemente di farsi sedare e chiudere in prigione per poter ottenere finalmente la morte e la pace.
La porta della cella si aprì, lasciando entrare l'Hokage Kakashi, più vecchio e ingrigito ogni giorno che passava, schiacciato dal peso di aver perso tutte le persone che amava ancora una volta.
Si sedette davanti a lui come faceva sempre, e non mostrò di essere stupito dai segni delle lacrime sulle guance di Sasuke. O almeno lui non riuscì a vederlo tale, coi suoi occhi quasi ciechi.
«La tua decisione non è cambiata?» domandò a bassa voce Kakashi.
«No.» rispose subito lui.
«Hai venti giorni prima che giunga il momento della tua esecuzione pubblica.» gli ricordò con voce atona, spingendo discretamente una piccola sfera che rotolò sino a lui. Abbassò la voce: «Sembrerà un attacco di cuore e non peggiorerà l'immagine del tuo clan.»
«Grazie.» disse sinceramente, per la seconda volta nella sua vita. «È ciò che voglio.»
«Sasuke...» cominciò l'uomo.
Lui fece un brusco cenno col capo, «So già tutto e sono sicuro. Volevo scegliere, non merito di più.»
Kakashi lo fissò per un interminabile minuto, poi si alzò in piedi e uscì, senza riuscire a salutarlo.
Sasuke prese un respiro profondo, e a porgergli la sfera non seppe se fu davvero lui stesso con un movimento della gamba o la mano di Sakura. Ormai non distingueva più tra allucinazioni e realtà, se allucinazioni erano.
«Sei rimasta.» constatò freddamente.
«Ho deciso che non mi importa se non mi ami, non voglio più restare separata da te. Né ora che tu sei ancora vivo né dopo, quando dovrai scegliere se restare in questa terra o andare da un'altra parte. Io ti seguirò comunque, e anche Naruto.»
«Dov'è lui?» domandò Sasuke.
«Mi ha lasciata sola qui con te. Non sai che oggi è il giorno degli innamorati? È il giorno in cui si regala qualcosa alla persona che si ama.» sottolineò con malizia, ma la sua voce suonò sempre più triste, «E io voglio regalarti me. Perdonami, ma non ci riesco proprio a...»
«Io non voglio che tu resti con me. Voglio che tu vada dove vanno le persone come te.» la bloccò, chiudendo gli occhi, «Io ho tradito, ucciso, non so neppure se ho ancora un'anima e sono terribilmente stanco. Voglio andare via subito da questo posto, all'inferno o qualunque sia il luogo per me. Tu non devi seguirmi. Non potrai se non te lo permetterò, me l'ha detto Naruto.»
Lei spalancò gli occhi, e lui fu certo di aver indovinato dal sussulto che la scosse.
«Perché l'ha fatto?»
«Non l'ha fatto.» la corresse, «Sospettavo fosse questo il motivo della tua insistenza nel volermi convincere, invece che unirti semplicemente a me. E io non ti darò il permesso, Sakura.»
«Ma io ti amo!» protestò lei, «Sarà l'inferno anche per me se non ci sarai tu!»
Sasuke improvvisamente riuscì a metterla a fuoco. Il cuore gli batteva sempre più veloce per via della medicina presa, e i suoi occhi gli avevano permesso di avere un breve sprazzo di vista prima del buio completo.
Sakura non piangeva, teneva le mani congiunte in segno di preghiera e aveva ancora addosso i vestiti dell'ultima volta in cui l'aveva vista viva, solo senza le macchie di sangue.
«È perché non ti odio che non ti voglio con me. Starete bene tu e il dobe, mi dimenticherete appena non sarò più qui.» disse lui, mentre tutto il suo campo visivo veniva inghiottito dal buio. Gli ultimi a sparire furono gli occhi di Sakura, e poi una fitta al braccio sinistro e una peggiore al petto gli comunicarono che aveva quasi finito il tempo. Eppure sentiva il dolore lontano come se non gli appartenesse, probabilmente per merito di lei.
«È la giornata giusta perché io ti faccia un regalo, l'hai detto anche tu e non si ripeterà, quindi accettalo e lasciami.» sussurrò Sasuke.
Sentì le mani fredde di Sakura sfiorargli il viso e qualcosa di ancor più freddo poggiarsi sulle sue labbra.
«Non hai mai accettato i miei regali, permettimi di non accettare il tuo.» lo pregò lei.
Sasuke sentì la propria testa cascare avanti, e nello stesso momento si ritrovò a vedere Sakura di nuovo, che gli porgeva una mano.
«Permettimelo.» ripeté con dolcezza.
Sasuke seppe esattamente come fare, pur non avendolo mai provato prima.
Le si avvicinò e ricambiò il leggero bacio che aveva ricevuto poco prima, poggiando due dita di una mano sulla sua tempia. Si separò da lei quel tanto che bastava per poterne ancora vedere gli occhi verdi socchiusi, e sussurro: «Dimenticami.»
Lei inorridì, ma era troppo tardi: un secondo dopo non rimase altro che nebbia.
Sasuke sentì altre catene bloccarlo, e stavolta non era nulla che avesse già conosciuto. Alzò gli occhi al cielo che poteva vedere oltre il soffitto, azzurro come gli occhi di Naruto che sicuramente lo stava guardando con tutta la disapprovazione che poteva sentire in quello stato di estrema pace e completezza, e poi pensò di nuovo a Sakura.
Ancora una volta non aveva accettato il regalo di lei, e si pentì di averli rifiutati anche in passato quando erano così innocui.
Però, perlomeno, stavolta aveva potuto ricambiare con uno suo.
Le catene cominciarono a tirare.









Note: Sessanta secondi di amore ricambiato in modo dichiarato, perché prima lui non lo ammetteva e poi lei non lo ricorderà più, per potersi godere la sua vita eterna in pace. Non so neanche se ci credo a inferno e paradiso e non ha senso, però mi piaceva un sacco l'idea, compreso il giocare inizialmente sul fatto che sembrasse parlassero di lei che se ne andava con un altro.
Se lui avesse detto di sì comunque sarebbero potuti restare come spettri, ma non voleva condannarla anche a questo dopo ciò che le ha fatto passare, e ancor meno all'inferno.
Non che io creda che sia il suo destino, è sempre stato solo un burattino innocente nelle mani del consiglio, del fratello, dell'antenato. Ma vabbé.
Non ho una beta e mi ero dimenticata di questa storia, perdonate eventuali errori XD Non so neanche chi è ooc e quanto, presumo Sasuke. Se qualcosa non è chiaro chiedete, io mi arrendo.
   
 
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