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Autore: redcokehobos    15/03/2010    19 recensioni
“Oh Zeus, ti prego, cambia il destino di questa ragazzina! Ho filato più per i suoi 18 anni di vita, che per i 90 di Sofocle!” strillò esasperata, tornando dalle sorelle con due matasse nuove, una rosso accesso e l’altra rosa pallido.
“Che succede?” le chiesero in coro.
“Atropo, metti via quelle forbici” rispose lei, sedendosi di fronte al telaio e cambiando alcuni incroci di fili “Edward deve trasformarla!” continuò, concentrata.

«Spesso, ripensando ai miei primi tre mesi da immortale, cercavo d'immaginare che aspetto dovesse avere il filo della mia vita nelle mani delle Parche [...]» Breaking Dawn, cap. 27
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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Non so come mi sia uscita, giuro!
So solo che ho ripensato alla citazione di BD che parlava delle Parche ed eccola qua!
Ah, vorrei ringraziare chi ha letto e recensito la mia one-shot, sempre E/B, “It’s a miracle” (:
Bene, ora vi lascio alla lettura!
Un bacio, Rox!

Disclaimer: ovviamente tutti i personaggi non sono di mia invenzione, ma alcuni appartengono alla mente della grande Stephenie Meyer, ed altri alla mitologia greca e romana XD

 

“Often, when I looked back over my first three months as an immortal, I imagined
how the thread of my life might look in the Fates' loom – who knew but that it

actually existed? I was sure my thread must have changed color…”

Bella - Breaking Dawn, capitolo 27.

 

The Fates;


“Atropo, sei pronta? Tra pochi istanti devi tagliare...” si raccomandò Cloto. Atropo, con le sue lucenti forbici in mano, si avvicinò all’arazzo di Isabella Marie Swan, la cui vita stava per terminare.
“Finalmente un po’ di riposo!” sghignazzò Lachesi, quando suonarono il campanello.
“Vado io...” disse Cloto alle sorelle, quando si sentì sbattere la porta con forza. “Oh Zeus, ti prego, cambia il destino di questa ragazzina! Ho filato più per i suoi 18 anni di vita, che per i 90 di Sofocle!” strillò esasperata, tornando dalle sorelle con due matasse nuove, una rosso accesso e l’altra rosa pallido.
“Che succede?” le chiesero in coro.
“Atropo, metti via quelle forbici” rispose lei, sedendosi di fronte al telaio e cambiando alcuni incroci di fili “Edward deve trasformarla!” continuò, concentrata.
“Che cosa!?” strillò Lachesi, mentre Atropo cominciò a ridere.
“Quelle sono per te, comincia a metterle sul fuso...” disse Cloto, indicando con il capo le matasse che le avevano appena consegnato “quella rossa è la sua, quella rosa pallido è della nuova nascitura”.
“Non è possibile! Dovrò srotolare il fuso per l’eternità, ora” piagnucolò Lachesi, esasperata “mi fanno male le dita!”
“Tessete, tessete, sorelle” le prese in giro Atropo, che si era comodamente seduta su un divano nero “e non lamentatevi, è il vostro dovere!”
“Atropo, cara, perché invece di startene lì, comodamente stravaccata, non vieni a darci una mano?!” la rimproverò Cloto.
“Perché, mia adorata sorella” cominciò lei alzandosi e avvicinandosi a loro che, intanto, avevano ricominciato a tessere “il mio compito è quello di tagliare” spiegò, facendo con le dita il segno di una forbice “ma considerando che è Isabella è diventata immortale ora, posso pensare ad altro...”
“Stupida ragazzina, proprio di un vampiro si doveva innamorare!” sputò tra i denti Cloto.
“Ma fosse stata una ragazza decisa nella vita, ci sarebbe andata anche bene!” intervenne Lachesi “Ho dovuto cambiare matassa non so quante volte: prima quella beige chiaro, come sfondo, poi quella marrone cioccolato, per non parlare del nero quando è caduta in depressione; poi ha trovato il nuovo amico, il licantropo, e per tutti quei lupacchiotti ho dovuto cercare una marea di matasse, tutte di tonalità boschive! Poi sono dovuta andare a riprendere in magazzino quelle dei vampiri quando sono tornati nella sua vita, ed ora questa rosso acceso che non finirà mai!”
“Io sono dovuta stare sull’attenti una marea di volte” si intromise Atropo, che aveva cominciato a mangiare un pacchetto di patatine “ogni caduta, ogni incidente, ogni vampiro che l’ha voluta uccidere!”
“Immagina me, che ho dovuto tessere tutti quei fili in un intreccio da far paura! Perché Bella Swan non si poteva fermare ad essere innamorata di un vampiro, il che, già, era tutta una cosa improvvisa... No! Doveva portarci anche il licantropo e la sbandata per lui! Sii più decisa, tesoro mio!” disse, Cloto “Oddio, mi sono stancata! Atropo, non potevi tagliare quando stava per investirla il furgoncino?”
“No, sorella!” le rispose, come se avesse appena detto un’eresia “Il Fato ha voluto che Isabella stia con Edward per l’eternità, sono legati, indissolubilmente; nel momento in cui taglierò il filo di uno di loro, anche l’altro verrà reciso!”
“Se non fossi così stanca, la troverei quasi romantica come cosa!” sbadigliò Lachesi, quando suonarono di nuovo il campanello. “Non mi dire che le sono nati dei gemelli, eh!” mormorò, nervosa, mentre Atropo andava ad aprire la porta.
“Direttive da papino Zeus, ragazze!” trillò, tornando dalle sorelle “Cloto, devi intrecciare il filo della nascitura a quello del licantropo: Jacob deve avere l’imprinting!”
Cloto lasciò cadere l’ago, esasperata, e sospirò. “Mamma aveva ragione: dovevo iscrivermi a legge!”




Spazio mio, mio, tutto e solo mio *____*
Qualche spruzzata di mitologia: le Parche sono il corrispettivo romano delle Moire greche. Le Moire, figlie di Zeus e Temi, personificazione della giustizia, erano tre: Cloto, che filava lo stame della vita, Lachesi, che lo svolgeva sul fuso e Atropo che lo recideva.
  
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