Non
so come
mi sia uscita, giuro!
So solo che
ho ripensato alla citazione di BD che parlava delle Parche ed eccola
qua!
Ah, vorrei
ringraziare chi ha letto e recensito la mia one-shot, sempre E/B,
“It’s a
miracle” (:
Bene, ora vi
lascio alla lettura!
Un bacio,
Rox!
Disclaimer:
ovviamente tutti i personaggi non sono di mia
invenzione, ma alcuni appartengono alla mente della grande Stephenie
Meyer, ed
altri alla mitologia greca e romana XD
how the thread of my
life might look in the Fates' loom – who
knew but
that it
actually
existed? I was sure my thread must have changed
color…”
Bella -
Breaking Dawn, capitolo 27.
The
Fates;
“Atropo,
sei
pronta? Tra pochi istanti devi tagliare...” si
raccomandò Cloto. Atropo, con le
sue lucenti forbici in mano, si avvicinò
all’arazzo di Isabella Marie Swan, la
cui vita stava per terminare.
“Finalmente un po’ di
riposo!” sghignazzò Lachesi, quando suonarono il
campanello.
“Vado io...” disse
Cloto alle sorelle, quando si sentì sbattere la porta con
forza. “Oh Zeus, ti
prego, cambia il destino di questa ragazzina! Ho filato più
per i suoi 18 anni
di vita, che per i 90 di Sofocle!” strillò
esasperata, tornando dalle sorelle
con due matasse nuove, una rosso accesso e l’altra rosa
pallido.
“Che succede?” le chiesero
in coro.
“Atropo, metti via
quelle forbici” rispose lei, sedendosi di fronte al telaio e
cambiando alcuni
incroci di fili “Edward deve
trasformarla!” continuò, concentrata.
“Che cosa!?”
strillò Lachesi, mentre Atropo cominciò a ridere.
“Quelle sono per
te, comincia a metterle sul fuso...” disse Cloto, indicando
con il capo le matasse
che le avevano appena consegnato “quella rossa è
la sua, quella rosa pallido è
della nuova nascitura”.
“Non è possibile! Dovrò
srotolare il fuso per l’eternità, ora”
piagnucolò Lachesi, esasperata “mi fanno
male le dita!”
“Tessete, tessete,
sorelle” le prese in giro Atropo, che si era comodamente
seduta su un divano
nero “e non lamentatevi, è il vostro
dovere!”
“Atropo, cara, perché
invece di startene lì, comodamente stravaccata, non vieni a
darci una mano?!”
la rimproverò Cloto.
“Perché, mia
adorata sorella” cominciò lei alzandosi e
avvicinandosi a loro che, intanto,
avevano ricominciato a tessere “il mio compito è
quello di tagliare” spiegò,
facendo con le dita il segno di una forbice “ma considerando
che è Isabella è
diventata immortale ora, posso pensare ad altro...”
“Stupida ragazzina,
proprio di un vampiro si doveva innamorare!” sputò
tra i denti Cloto.
“Ma fosse stata una
ragazza decisa nella vita, ci sarebbe andata anche bene!”
intervenne Lachesi “Ho
dovuto cambiare matassa non so quante volte: prima quella beige chiaro,
come
sfondo, poi quella marrone cioccolato, per non parlare del nero quando
è caduta
in depressione; poi ha trovato il nuovo amico, il licantropo, e per
tutti quei
lupacchiotti ho dovuto cercare una marea di matasse, tutte di
tonalità
boschive! Poi sono dovuta andare a riprendere in magazzino quelle dei
vampiri
quando sono tornati nella sua vita, ed ora questa rosso acceso che non
finirà
mai!”
“Io sono dovuta
stare sull’attenti una marea di volte” si intromise
Atropo, che aveva
cominciato a mangiare un pacchetto di patatine “ogni caduta,
ogni incidente,
ogni vampiro che l’ha voluta uccidere!”
“Immagina me, che
ho dovuto tessere tutti quei fili in un intreccio da far paura!
Perché Bella
Swan non si poteva fermare ad essere innamorata di un vampiro, il che,
già, era
tutta una cosa improvvisa... No! Doveva portarci anche il licantropo e
la
sbandata per lui! Sii più decisa, tesoro mio!”
disse, Cloto “Oddio, mi sono
stancata! Atropo, non potevi tagliare quando stava per investirla il
furgoncino?”
“No, sorella!” le
rispose, come se avesse appena detto un’eresia “Il
Fato ha voluto che Isabella
stia con Edward per l’eternità, sono legati,
indissolubilmente; nel momento in
cui taglierò il filo di uno di loro, anche l’altro
verrà reciso!”
“Se non fossi così
stanca, la troverei quasi romantica come cosa!”
sbadigliò Lachesi, quando suonarono
di nuovo il campanello. “Non mi dire che le sono nati dei
gemelli, eh!”
mormorò, nervosa, mentre Atropo andava ad aprire la porta.
“Direttive da
papino Zeus, ragazze!” trillò, tornando dalle
sorelle “Cloto, devi intrecciare
il filo della nascitura a quello del licantropo: Jacob deve avere
l’imprinting!”
Cloto lasciò cadere
l’ago, esasperata, e sospirò. “Mamma
aveva ragione: dovevo iscrivermi a legge!”
Spazio mio, mio, tutto e solo mio *____*
Qualche spruzzata di mitologia: le Parche sono il corrispettivo romano delle Moire greche. Le Moire, figlie di Zeus e Temi, personificazione della giustizia, erano tre: Cloto, che filava lo stame della vita, Lachesi, che lo svolgeva sul fuso e Atropo che lo recideva.