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Autore: _deny_    15/03/2010    2 recensioni
Ma io sarò sempre li,ad aspettare. Ad aspettare la tua mano, il tuo tocco delicato, il tuo desiderio di vedermi sempre al sicuro, la tua voglia di non lasciarmi di cadere, la tua protezione che mi protegge anche da me stessa, le tue parole piene d'affetto. Io sarò li,ad aspettare pazientemente un altro tocco di magia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era fra le sue braccia. Niente poteva essere più reale.
Non avrebbe mai saputo definire le emozioni che le dominavano il cuore,sapeva solo che per tanto,troppo tempo si era trattenuta per fare ciò che era giusto e morale,e forse lui aveva provato a fare lo stesso.
Ma ora,solo per qualche attimo, ogni barriera era ceduta di fronte alla realtà...Non quella realtà, che è in verità finzione, che noi possiamo vedere superficialmente;ma la vera realtà,quella che sono i nostri sentimenti e pensieri.
Non parlavano,non ve n'era bisogno.Le mani di lui che le accarezzavano la schiena,i fianchi, percorrevano il loro percorso dalla spalla alla sua mano più e più volte, le sfioravano la mandibola...lei, appoggiando la testa sul suo stomaco,poteva sentire il suo cuore che batteva le ali come un colibrì,i sospiri che di tanto in tanto liberava.
Troppe parole non avrebbero potuto spiegare tutte queste emozioni,e loro sapevano comunicare a gesti.
Le parole erano considerate inutili,perché troppe volte, bugiarde, nascondevano quelle del cuore.
Le mani di lei tremavano,e coll'indice disegnava cerchi all'apice della schiena di lui,lentamente, per nascondere un tremolio che era troppo evidente.Oppure segnava linee rette invisibili,di breve tratto,sfiorandogli appena la pelle,quasi fosse così prezioso da considerare reato un tocco meno leggero.
Non v'erano pensieri nella mente di lei.Non v'erano emozioni.V'era solo il bisogno di restare così,e l'impressione di essere dove doveva stare da sempre,in un luogo familiare che nascondeva il suo santo graal,quello che era fatto apposta per lei.
E anche se non sentiva i pensieri di lui,si sentiva stranamente sicura che la di lui lotta interiore tra ciò che provava e ciò che era giusto,s'era zittita,o forse anche solo aveva abbassato la voce,e in lui v'era un senso di estasi e pace.
Poi entrò nella stanza ciò che li divideva da tanto.
Furono alcuni attimi di tensione,la giustizia morale combatté una lotta interiore contro ciò che desideravano in quel momento.
Lei non alzò lo sguardo,per paura che il suo equilibrio interiore,ritrovato dopo tanto,si potesse rompere troppo presto,e che la magia di quel momento finisse.Non si mosse.
Ma lui aveva lo sguardo rivolto in quella direzione,e quasi sicuramente aveva incrociato lo sguardo di cui entrambi temevano l'accusa.
Così lei ebbe timore che il suo di lui sguardo potesse dire che non era li che voleva stare,e fu anche per questo motivo che non osò guardarlo.La stanza teneva ormai una decina di persone,ma nessuno dei due cambiò postazione.Inoltre nessuno sembrava far caso a loro.
Forse qualcuno avrebbe anche potuto desiderare che,quella stravagante e ,per questo qualcuno,spiacevole situazione finisse,ma in quel momento questo qualcuno era il resto del mondo,all'infuori di lui e lei,quindi non meritava attenzione.
Si,Il resto del mondo poteva aspettare.
Quando lui finalmente la lasciò,lei si sentì per un attimo,persa.Ma subito si ricompose,senza guardarlo negli occhi.E lui uscì dalla stanza, lentamente,e si ritornò a fare gli attori di quella recita teatrale che prometteva ancora parecchi atti.


Uscirono fuori,all'aria aperta,per il semplice motivo (a sentire le parole di lui) che lei non poteva guardare da sola, al buio, gli orari dei trasporti,che erano esattamente a pochi metri dall'abitazione.Lei trovava sciocco e stupido preoccuparsi di una simile scemenza,essendo abituata a essere autonoma (in particolare modo su queste cose) e ribatte finche' non capì che lui era testardo quanto lei.
Sembrava intento in una sfida, più sicuro di se rispetto le volte addietro,come sempre lei non capì cosa gli passasse per la testa.
Le chiese se avesse freddo,si,forse un poco,ma non glielo disse,mostrandogli la prospettiva (non del tutto errata,ma anzi in gran parte vera) che fosse una così bella serata, e l'aria fresca così piacevole, che non avrebbe potuto avere freddo.
In ogni caso,come al solito, lui non ci cascò del tutto.
Le circondò invece le spalle con le braccia,per poi toglierle,e ripetere gli stessi due gesti un altro paio di volte;ricordandole anche che,conoscendola,sapeva quanto poco sapesse camminare su una superficie senza inciampare,soprattutto con i tacchi di quel momento.Lei gli fece notare che anche scalza,e su una superficie liscia,non sarebbe stato tanto più differente.
Lo so,ti conosco.
Fu la risposta di lui,che le fece stranamente piacere.
Dovendo attraversare la strada,lui la volle prendere per mano, preoccupato dal fatto che lei potesse cadere,le disse.
Lei si sentì come una bambina che avesse bisogno di attenzioni,e glielo fece notare,ma la risposta che lui le diede era la conferma che si,era effettivamente così; Quindi le tolse qualsiasi sommossa di protesta.Gliela lasciò non appena raggiunsero la meta,e le propose l'idea che fossero loro ad accompagnarla in stazione,e provò a insistere,trovando come scusante che sarebbe stata troppo a lungo da sola ad aspettare il treno.Ma lei questa non gliela volle dar vinta,e il suo modo dolce di protestare,e qualche bugia inventata sul momento, le fecero vincere il round.
Sarebbe andata da sola,avrebbe fatto a modo suo, come piaceva a lei.
La prese nuovamente per mano nel riattraversare la strada di prima,poi le rimise il braccio intorno alle spalle,ma come prima,lo tolse quasi subito.
Ma solo per riprenderle la mano e tenerla nella sua.
Poi allentò la presa,e lei pensò che anche quel momento magico sarebbe finito,e lui avrebbe tolto infine la sua mano dalla propria.
Invece,come al solito, la sorprese.
Aveva sì allentato la presa,ma solo per far in modo che le loro dita si intrecciassero fra loro,provocando un legame che a lei era sempre parso come indissolubile, incatenato, eterno.
Percorsero così tutto il tragitto, senza pronunciare parola alcuna,con lo sguardo basso.
Troppo presto si ritrovarono davanti la porta di casa.

Un'altra magia si dissolve ora, e chissà quando potremo sentirla nuovamente.
Chissà quanti giorni ancora ci aspettano di indifferenza e falso moralismo.
Ma io sarò sempre li,ad aspettare.
Ad aspettare la tua mano, il tuo tocco delicato, il tuo desiderio di vedermi sempre al sicuro, la tua voglia di non lasciarmi di cadere, la tua protezione che mi protegge anche da me stessa, le tue parole piene d'affetto.
Io sarò li,ad aspettare pazientemente un altro tocco di magia.

 

Ok, dopo che l'avrete letta mi prenderete sicuramente per pazza...Mi immagino già la gente che pensa "ma che è sta stronzata?" e avete ragione...forse nemmeno ci capirete qualche cosa...L'ho scritta in un momento di sfogo,volendo ci potrei creare anche una storia, ma per ora la lascio così...non odiatemi >.< ah,per lanciare pomodori c'è lo spazio per recensire Xd ahaha

   
 
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