No Fun~
Si accascia al muro.
Le tempie premute con le dita ruvide,
consumate dallo strumento che ha suonato fino all’altro giorno.
Ora però gli serve un altro tipo di strumento: il bisogno è troppo,
l’organismo sta facendo troppo il coglione per i suoi gusti.
Si rialza sulle ginocchia malferme e
barcolla fino al tavolo, sbattendo il piede contro una gamba del mobile.
Non sente dolore; non sente più un
cazzo, a dir la verità.
Inizia a ridere: ride come un
deficiente, senza riuscire a fermarsi.
Cade per terra, si fa un attimo
serio, poi riprende le risate da dove le aveva lasciate.
La testa gli scoppia, gli sembra di
avere un martello pneumatico che gli perfora le meningi, ha le traveggole: gli
pare addirittura di sentire “No Fun” echeggiare
violenta nella sua testa, anzi, la sente, eccome!
“No
fun, my babe, no fun,
No fun, my babe, no fun,
No fun to be alone;
Walking by myself,
No fun to be alone,
In love with nobody else…”
«Dannato Rotten,
schifoso figlio di quella luridissima puttana di tua madre!» urla, in preda
alla rabbia. «Quando cazzo ti deciderai a lasciarmi le palle in pace, eh?!»
A tentoni trova un bicchiere sul
tavolo che scola, bagnandosi la gola con quell’ultimo goccio di whisky schifoso
che sembra piscio, da quant’è caldo e da quanto fa venire il vomito.
Poi lo scaraventa per terra, mentre
mille e mille schegge di vetro si sparpagliano sulla vecchia moquette sporca di
quel lurido motel.
«Sid, cazzo
fai? Torna a letto, dai…» mormora una voce dalla camera
da letto, che man mano si avvicina: dalla vecchia porta fa capolino un’ombra,
stretta in un completino di pizzo nero.
«Restaci tu, brutta stronza!»
«Dio, sei di nuovo ubriaco fradicio!
Dai, vieni…» e lo prende per mano, se non fosse che
il ragazzo la scansa, schiaffeggiando la mano che gli stava tendendo.
«Voglio la roba.»
«Ma quale roba e roba! L’hai già
presa prima! Domani mattina, adesso a nanna!»
«Voglio la roba. E subito.»
Michelle lo guarda, e nota il solito
sguardo “da astinenza”, stavolta però più duro del solito.
Alza gli occhi al cielo, sospirando,
per poi dirigersi in cucina e aprire un cassetto di legno marcio della vecchia
dispensa, tirandone fuori una siringa e l’eroina, che la madre di Sid aveva portato qualche ora prima.
Ritorna in salotto, gliele mette
bruscamente nelle mani e gira i tacchi, dicendogli mestamente: «Vedi di fare in
fretta… Sei stra-fatto.» e sparisce nella camera da
letto.
Trafficando come un dannato, con le
mani tremanti e l’incoscienza di un bambino, riesce finalmente ad ottenere il nettare degli dei.
Si siede a terra, la siringa in una
mano e l’imprudenza nell’altra e, seppure con un attimo di titubanza scacciato
via subito, va a pungere il braccio sinistro, già martoriato da graffi e segni.
Il sangue cola sulla moquette, mentre
sul suo volto si dipinge un ghigno beffardo, quasi a voler sfidare una legge
più potente di lui, che però ora non può più far nulla.
Uh,
il flash euforico.
Luci
psichedeliche, forme strane galleggianti, fumo di mille colori, contorni indefiniti…
Toh,
ci sta pure Lou Reed e
compagnia bella, in lontananza.
“I have made the big decision,
I'm gonna try to nullify my life;
'Cause when the blood begins to flow,
When it shoots up the dropper's neck,
When I'm closing in on death…”
Lo sguardo si posa sul pavimento,
intriso di sangue: poco male, quella
vecchia grassona della domestica domani mattina avrà qualcosa da fare,
piuttosto che far marcire le sue chiappe flaccide sulla sedia.
Le pupille poi si spostano sul petto
dove, incise nella carne viva con un rasoio, troneggiano le parole “Gimme A Fix”: ora sono solamente
cicatrici rimarginate, ma anche il segno di quella notte di astinenza trascorsa
bazzicando a Memphis.
Un rantolo sordo esce dalla sua
bocca, soffocato a stento.
Cazzo,
che casino.
Lou, abbassa la musica, merda!
Un flash.
Chioma bionda e mossa.
Occhi scuri, grandi.
Figura di donna esile, ben fatta,
riversa su un fianco.
Accanto, un coltello intinto nel
sangue della giovane.
E non solo il suo.
Dio,
Nancy: quanto t’ho amato.
Poi
sono finito in quella cazzo di gabbia: gli stronzi della EMI hanno pagato una
fottuta cauzione per il mio rilascio, ma la pacchia è durata poco: c’ho messo
pochi mesi a farmi sbattere dentro…
Tutta
colpa di quella testa di cazzo di Todd Smith, che mi ha praticamente costretto
a sfasciargli un bicchiere in faccia, il coglione! Senza contare che prima
avevo tentato di farla finita, con quel rasoio.
La
stessa lama fedele che mi aveva tatuato “la mia moglie, la mia vita”.
“Heroin, be the death of me,
Heroin, it's my wife and it's my life;
Because a mainer to my vein,
Leads to a center in my head:
And then I'm better off and dead.”
La vista gli si annebbia, mentre una
nebulosa di potente emicrania si concentra nella sua testa.
«Vabbé, mi
sa che è meglio se filo a letto...» e si tira stancamente su, per poi
trascinarsi verso il letto con le ultime forze che gli restano.
Infilatosi sotto le coperte,
borbotta, con un sorrisetto acido: «Rotten, mi auguro
che tu non venga a rompermi i coglioni anche nei sogni, eh!»
Poi spegne la luce dell’abat-jour sul
comodino e gira fianco.
Non si sveglierà mai più.
“Mi
citeran di monito
a chi crede sia bello,
giocherellare a palla
con il proprio cervello.”
Odiatemi.
Avete
tutto il diritto di farlo.
Questa
storia è… Insomma, ora come ora, non mi convince già
più.
C’è
qualcosa che vorrei modificare un po’, qualcosa che vorrei cambiare
radicalmente e pure qualcosa che butterei via.
Se
c’è qualcosa che terrei?
Certo,
c’è spazio anche per quello, seppure sia ben poco.
Beh,
posso solo dire che l’ispirazione mi è stata fornita dalle tre splendide
canzoni che ho citato nel racconto, che sono (rispettivamente in ordine di
comparizione):
• “No Fun”, Sex Pistols
• “Heroin”, The Velvet Underground
• “Cantico Dei Drogati”, Fabrizio De André
Eh, che altro?
Se vi garba, lasciatemi recensioni: in genere non le chiedo
esplicitamente ma, anche se questo lavoro non mi convince particolarmente, ci sono
affezionata e mi piacerebbe che qualcuno lasciasse le proprie emozioni, le
sensazioni che ha provato e critiche costruttive (sono accettati anche
complimenti, se ne avete, sia ben chiaro! :D)
Bye~
Sà*