Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Piccolo Fiore del Deserto    20/03/2010    2 recensioni
Un'arpa e una rosa sono i simboli che uniscono due anime di ceto sociale diverso, facendo loro scoprire l'amore reciproco. Una storia d'amore ambientata in un passato, che ancora oggi dona emozioni e una sorta di magia. - Storia partecipante al "contest delle combinazioni" di AkaneMikael.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All I want is You


AUTORE: Piccolo Fiore del Deserto
TITOLO: All I Want is You
TRACCIA: 1- Genere: romantico/sentimentale.
Prompt: arpa - rose
Canzone: All i want - U2
FANDOM: Originale - Romantico/Sentimentale
RATING: verde
AVVERTIMENTI: One shot

 

~ o ~

 

Una nota si susseguiva a un’altra e altre ancora.
Le sue mani si muovevano lente, stuzzicando quelle corde dell’arpa, suo strumento prediletto.

Passava ore intere adagiata su una comoda sedia, a suonare e produrre melodie armoniose, cercando di metterci dentro le mille emozioni che albergavano nel suo cuore.

Era una ragazza giovane, ingenua, innamorata dell’amore. Una sognatrice nata. Passionale, piena di dolcezza.

Tanti erano i pregi di Charlotte.

E tra i tanti, vi era la bellezza.

Armonica figura, dai lunghi boccoli biondi, e due grandi occhi azzurri, come acque profonde. Un piccolo nasino all’insù, morbide labbra come corallo, e lineamenti sì delicati, da rimanere estasiati nell’osservare una simile bambolina.

Leggiadra, raffinata, educata. Sempre pronta a donare un sorriso, o parole di cortesia.

Coloro che avevano la fortuna di trovarsi dinanzi al suo cospetto, rimanevano folgorati da tanta bellezza, e ancor di più dal fatto che lei non la sfoggiava, bensì aveva una tale umiltà, da sorprendere chi aveva sempre creduto, che figlie uniche e ricche, potessero essere solo viziate.

Amava sfoggiare ampi abiti dalle tinte tenui, prediligendo il rosa, con fiocchi, pizzi e merletti, come erano solite agghindarsi le ragazze della sua epoca.

Adorava anche i gioielli, in modo particolare le perle bianche, che spesso indossava raccolte a formare una collana, o sui lobi delle orecchie, o a volte – nelle occasioni più importanti e sfarzose – ad impreziosire ancora di più i suoi biondi boccoli.

 

Per tal guisa, tutti adoravano appellarla Perla Rosa.

 

I suoi genitori l’adoravano. Era per loro il tesoro più prezioso. La loro piccola principessa, seppure non avessero una tal nomina. Erano dei nobili sì, ma non principi; ma si sa, per tutti i genitori, le proprie figlie, soprattutto se uniche, sono come delle principesse.

 

Era inoltre una ragazza molto romantica. Spesso si ritrovava a leggere libri su libri, inerenti storie di baldi cavalieri, pronti a sconfiggere mostri, o rivali pregni di cattiveria, per salvare le loro principesse. O teneri e sfortunati artisti di strada, che si struggevano d’amore, per dame che neanche li miravano, nonostante spendessero tempo per esaltare la loro bellezza, le loro doti, in amabili versi pregni di passione e affetto sincero.

 

Ma ciò che amava di più, era suonare uno degli strumenti atti a produrre uno dei più bei suoni che orecchio umano potesse sentire: l’arpa.

Trascorreva, come si è detto, gran parte della giornata, a stuzzicare quelle corde. Tra lei e quello strumento era come se si instaurasse un legame. Appartenevano l’una all’altra.

Riusciva a far emergere le sue emozioni e sensazioni, semplicemente emanando note su note, riproducendo dolci melodie, che incantavano coloro che avevano l’onore di ascoltare.

 

 

A vederla così, non mancava nulla nella vita di Charlotte. Eppure, il suo cuore, seppur colmo di sogni, pensieri inerenti l’amore e la passione, non aveva mai provato sentimenti simili.

Ancora non era arrivato per lei, quel principe pronto a cantarle il suo amore, e farla sentire sua, e una vera principessa.

 

Spesso si fermava seduta sul bordo della finestra, ad osservare la luna. I tenui raggi di quell’astro argenteo, si riflettevano sul suo viso, donandole un tocco di luce.

Sospirava, e sognava. Aspettava con ansia il giorno in cui, anche lei avrebbe trovato qualcuno d’amare con tutta sé stessa.

 

            I suoi genitori, nel frattempo, valutavano continuamente nuovi giovani aristocratici, che potessero far felice la loro bambina. Tuttavia li cercavano appunto nel loro ambiente: persone ricche, facoltose e colte, che non potessero farli sfigurare, ed anzi, consentissero alla loro figlia, e naturalmente a loro stessi, di avere maggior prestigio ed importanza.

 

            Charlotte sognava. I suoi sogni diventavano materia nella musica che riusciva a sprigionare tramite l’arpa. Sognava quel principe, che potesse rapire davvero il suo tenero cuore.

Osservava con interesse le proposte dei suoi genitori, ma nessuno di quei nobiluomini riusciva a stupirla. Ad attrarre il suo cuore. Li osservava negli occhi, uno ad uno, per cercare in quello specchio dell’anima, colui che sarebbe riuscito a conquistarla.

 

Non sapeva minimamente, che qualcuno, nell’ombra, la guardava. Occhi scuri. Rapiti. Incantati. Labbra serrate, incapaci di dire una parola. In un angolo. Privo di importanza. Lui non era nessuno. Non avrebbe mai conquistato il suo cuore, o forse…

 

Charlotte, dopo il consueto incontro con i nobiluomini, tornava sempre nella sua ampia stanza. La sera sospirava alla luna. Il giorno suonava la sua arpa. Iniziava a credere che il suo grande amore, a lungo sognato, e fantasticato, non sarebbe mai arrivato. E sapeva in cuor suo, che non poteva andare avanti a rifiutare tutti. Gli anni passavano, e a una certa età, doveva per forza prendere marito, per non causare scandali nella sua famiglia, e risatine derisorie da parte di altre dame.

Sapeva che presto avrebbe dovuto scegliere, anche senza seguire il cuore. La cosa le metteva un poco di tristezza addosso. I suoi sogni sembravano ridursi pian piano in frantumi. Sembrava non poter vivere veramente la sua storia d’amore, come le eroine dei libri che leggeva.

Il suo malessere si ripercuoteva anche nella musica.

Le sue mani si muovevano lente su quelle corde. Note si susseguivano, formulando una melodia densa di tristezza e malinconia.

 

Tutti nel palazzo la sentivano. Alcuni scuotevano il capo. Altri ignoravano. Altri ancora, come i suoi genitori, non sapevano minimamente che fare, per sollevarla da quel malessere che sembrava aver preso il suo cuore in una morsa, e tolto da lei il sorriso.

 

Ma c’era un’unica persona che riusciva a provare le sue stesse sensazioni. La musica lo rapiva, si insinuava dentro di lui,  raggiungendo il suo cuore, facendogli provare di persona il dolore che quella creatura sì soave e dolce, emanava attraverso di essa.

Era venuto il momento di agire.

 

            Il giorno dopo, Charlotte era appena rientrata nella sua camera, dopo aver fatto il suo solito giro nel giardino adiacente al suo palazzo, quando una rosa rosa era lì ad aspettarla, adagiata sulla sedia, dove era solita accomodarsi, per suonare il suo strumento prediletto.

Sorpresa, la prese tra le mani, stando attenta a non ferirsi con le pericolose spine, e notò la presenza di un biglietto.

 

“Una rosa per Voi, dolce Perla. Una rosa del colore a voi prediletto.

Vorrei donarvi di più.

Vorrei regalarvi un anello d’oro tempestato di diamanti, per impreziosire ancor di più la vostra splendida persona.

Vorrei donarvi tutte le ricchezze della notte, per allontanare dal vostro cuore quell’ombra che sembra averlo coperto.

Vorrei prendere la luna per voi, per darvela in dono, seppure la vostra bellezza sia maggiore a quell’astro argenteo che brilla ogni notte.

Vorrei darvi i miei occhi in un mondo di cecità.

Vorrei essere il vostro fiume, in un periodo di siccità.

Vorrei essere il vostro porto, in un giorno di tempesta.

 

Vorrei donarvi tutto questo, e ancora di più, pur di vedere di nuovo il vostro viso illuminato dal vostro dolce sorriso. Pur di sentire ancora una volta, quella musica penetrante, e densa di amore, che riuscite ad emanare, semplicemente stuzzicando le corde dell’arpa.

 

E ancor di più, vorrei donarvi il mio cuore… anche se, qualsiasi scelta farete, è già vostro e sempre lo sarà.

 

J.”

 

 

Quelle parole riuscirono a farle vibrare l’anima.

Quelle parole accesero nel suo cuore, la fiamma che a lungo aveva atteso.

Lo voleva vedere. Voleva sapere quale nobile animo si nascondeva dietro quelle parole.

 

“ J.

Vorrei sapere chi siete, giacchè con tali parole siete riuscito a riaccendere in me la speranza, che temevo assopita.

Vi prego, incontriamoci nei giardini adiacenti al mio palazzo, domani, quando la luna sarà alta nel cielo, sì da essere l’attenta spettatrice del nostro incontro.

Se il vostro cuore è sì sincero, vi attendo. Ma se mi state ingannando, non presentatevi, e non osate più mandarmi messaggi e tali doni. Non riuscirei a sopportarlo. Mi distruggereste l’anima e i sogni.

 

Vi attendo.

 

Charlotte”

 

 

Charlotte era agitata. La notte non riusciva a dormire, il giorno era troppo lungo ai suoi occhi. Le ore sembravano andare troppo lente. Il suo cuore batteva a più non posso. Chi era questo J? Chi era riuscito ad accendere, sol con simili parole, quella fiamma che ora ardeva più forte nel suo cuore?

Ma le sue domande, alla fine, poterono trovare la giusta risposta.

 

La notte era arrivata.

La pallida luna era alta in cielo, e sembrava illuminare i giardini, dove Charlotte stava dirigendosi.

Avvolta nel suo mantello bianco, proseguiva a piccoli passi, per raggiungere il punto in cui sperava ardentemente di trovare, quel J.

Il suo cuore batteva forte. La sua anima pullulava di emozioni. La paura si scontrava con l’euforia. Il sogno con l’incubo. La speranza con l’illusione.

Fino a quando, non notò una figura nell’ombra.

 

Si fermò a pochi passi da quella figura che ancora non riusciva a vedere con perfezione. Assottigliò le palpebre, come ad avere una migliore visuale, e quando lui si voltò, e avanzò di un passo, per far sì che la luna illuminasse il suo volto, lei restò di stucco.

Le labbra si spalancarono. La sorpresa era intensa in lei.

Lui sorrise.

 

Era un ragazzo della medesima età. Dai lunghi capelli neri, legati con un nastro scuro, e occhi del medesimo colore, che emanavano un’intensità unica. I lineamenti non erano troppo marcati, sintomo del suo essere ancora piuttosto giovane.  Dai suoi abiti si poteva intuire che non era del suo stesso rango, ma inferiore. Tuttavia dai suoi movimenti non sembrava per nulla rozzo, tutt’altro! Aggraziato, elegante. Poteva sembrare un nobile, se non fosse stato... il servitore della famiglia di Charlotte!

 

Sarebbe mai risaltato ai suoi occhi?

 

Charlotte non riuscì a parlare. Le parole, per via dell’immensa sorpresa, le morirono in bocca. Solo dopo qualche istante, associò la firma della lettera all’iniziale del nome del servitore, e quando notò nella mano destra di lui, stretta una rosa rosa, simile a quella che le era stata regalata il giorno seguente, non ebbe più dubbi. J. Era lui.

 

« Jean? Voi? Siete proprio Voi? »

 

Il giovane, abbassò lo sguardo solo per qualche attimo, imbarazzato, poi lo riportò su di lei.

 

« Sì, sono io. Mi dispiace se vi ho turbato, e se non sono la persona che desideravate vedere. Forse, nei vostri pensieri, J era un nobiluomo più raffinato e grazioso di me » disse, notando la sorpresa immensa sul viso della ragazza, e scambiandola per dispiacere e delusione « ma... ecco, se siete delusa, mi farò da parte. Tuttavia, permettetemi di dire prima qualcosa, e poi, me ne andrò, e non vi turberò più. »

 

« No, non sono delusa. Solo che non potevo immaginare, che... eravate proprio voi. Ma ditemi tutto quello che volete. Non mi avete turbato. Mi avete lasciato solo… immensamente… sorpresa. Ma ora sono qui, e voglio conoscere le vostre ragioni. I vostri pensieri. Non mi state ingannando vero? »

 

« Non potrei mai ingannare colei che amo con tutto me stesso. » ammise il giovane Jean, facendo affiorare un gran rossore nelle gote della piccola Charlotte.

« I miei pensieri, le mie sensazioni, le mie emozioni sono vere. Come vere sono le parole che vi ho scritto. Non vi siete mai accorta di me, ma come accusarvi? Del resto sono solo un vostro servitore, nulla di più. Non sono nessuno per voi. Come potevano i vostri nobili ed incantevoli occhi, posarsi su una nullità come me? Sarei dovuto rimanere nell’ombra, e tenere questi sentimenti che riempiono il mio cuore, solo per me. Ma quando ho sentito la vostra tristezza, nella musica da voi emanata, non ho potuto resistere. Provavo la vostra stessa tristezza. Vedervi triste mi rendeva triste. Come del resto, vedervi felice, suscitava in me la medesima felicità.Avrei fatto di tutto per rendervi felice. E vorrei farlo ancora. Non posso pensare che la mia tenera perla rosa, il mio dolce raggio di sole che illumina le mie giornate con il suo sorriso, potesse essere così triste.

Potessi, vi regalerei tutte le perle del mondo, per adornare ancora di più la vostra bellezza.

Vi prenderei la luna, e le stelle, per farvele in dono.

Potessi, realizzerei tutti i sogni che albergano nel vostro animo.

Combatterei e morirei per voi, solamente per vedervi felice.

Io vi amo... immensamente. Dal primo momento che vi ho vista.

Un giorno mi avete guardato, e nel mio cuore si è acceso qualcosa. Un’emozione difficile da descrivere, come se mille farfalle iniziassero a volteggiare.

Vi amo, e vorrei poter essere il vostro porto sicuro, durante una tempesta, il…»

 

Ma non riuscì a continuare, che si ritrovò le soffici dita della giovane sulle labbra, un chiaro segno per zittirlo.

Sul volto di Charlotte, la sorpresa aveva lasciato il posto a una nuova, indescrivibile emozione. Nei suoi occhi, ora lucidi, si poteva leggere tutto ciò che il suo animo nascondeva e che le parole non potevano dire con facilità.

Le era bastato soffermare i suoi occhi chiari, in quelli scuri di lui, per capire che ciò che aveva a lungo sognato e desiderato era proprio lì. Era lui che voleva. Lui che per mille notti aveva sognato. Lui che le aveva consentito di realizzare quelle melodie piene d’amore e dolcezza. Lui che faceva cantare il suo cuore. Lui… che, seppure non di titolo, era il principe della sua vita.

 

« Basta così. Sento che il vostro cuore è sincero. E mi rammarico di non avervi guardato prima, con vivo interesse. Ma se l’attesa mi ha portata a questo momento, non rimpiango nulla. Non importa il vostro rango. Io scelgo il cuore. E il mio cuore canta nel vedervi. Voi siete il principe che a lungo ho atteso. L’ispirazione delle mie melodie.

La mia anima vibra piena di emozione nel sapervi così pieno d’amore nei miei riguardi. Non mi interessano gioielli, abiti, o altri futili oggetti, se so che ho il vostro cuore, e il vostro amore. »

 

« Avete tutto il mio cuore. E il mio amore. » confermò il giovane, mentre i suoi occhi si illuminarono di gioia, nel sentire simili parole, uscire proprio dalle labbra della sua adorata e amata perla.

 

« E voi, avete il mio. Non mi interessa altro. E riuscirò a convincere anche i miei genitori. Tutto quello che conta per loro è la mia felicità, ed io l’ho trovata, ora, con voi. Vi amo. E forse vi amavo già, seppure non sapessi ancora che il mio cuore era voi che cercava.Non affannatevi a trovare qualcosa di materiale per rendermi felice. Tutto quello che voglio, sei tu

 

L’amore trionfò. I loro cuori si erano incrociati e legati in maniera tale da non poter essere divisi. Lui le donò la rosa. Lei sorrise.

I loro visi si fecero sempre più vicini, fino a trovare il contatto: le loro labbra si adagiarono alla perfezione le une sulle altre. Quel bacio, morbido, dolce, e passionale allo stesso tempo, segnò l’inizio della loro nuova vita.

 

Magiche note furono sprigionate da quel momento in avanti, da uno strumento, che aveva permesso di incrociare le loro vite, e i loro cuori.

 

 


Per curiosità ho voluto partecipare a questo contest, e così ecco ciò che è emerso.

Un grazie in particolare alla creatrice del contest in questione (AkaneMikael), perchè l'ho trovato delizioso, e mi ha spinto a buttare giù subito questa idea, nel leggere quelle due parole (arpa e rose) e quella splendida canzone. Ed anche per i giudizi che mi ha dato. Per essere la prima volta, e averlo scritto proprio agli inizi di questo mio nuovo "hobby", sono soddisfatta (anche se riconosco che la trama non è originalissima :P).


Spero possa piacervi :)

Tranquilli, non metto da parte l'altra storia :P ho solo bisogno di tempo, e per via dei vari corsi all'università, non ho avuto modo di continuare, ma sto lavorandoci su u.u

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Piccolo Fiore del Deserto