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Autore: Viandante88    21/03/2010    5 recensioni
Vi propongo una nuova, ulteriore versione di Twilight... E se Bella fosse cresciuta, assieme a suo padre, proprio con la famiglia Cullen? E se fosse sempre stata a conoscenza del loro segreto? Cosa accadrà tra lei e Edward,quando, all'età di 17 anni, comincierà a sentire nei confronti di quello che considera da sempre una sorta di cugino, dei sentimenti che vanno ben oltre un rapporto di parentela? Scopritelo! Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1: La mia vita coi cullen.

 

Quando ero piccola e mio papà Charlie mi diceva che non dovevo parlare a nessuno della mia ‘grande famiglia speciale’, non riuscivo a coglierne la ragione; non riuscivo a capire che cosa ci fosse in lei di diverso da tutte le altre. Mio zio Carlisle e mia zia Esme erano persone dall’aspetto estremamente affascinante, e più buone e gentili al mondo, ero certa, non ne esistevano.

Carlisle faceva il medico, era paziente e con un autocontrollo impressionante. Bello come una star del cinema, dai capelli biondi, gli occhi dorati e la pelle pallida.

Esme, la mia zietta, era dolcissima e disponibilissima, nei confronti di tutti. Era bassa e magra, ma stupenda, con quei suoi occhi topazio e i suoi lunghi capelli castano-biondo scuro.

Invece i miei cugini qualcosa di stravagante lo avevano sicuramente…

Alice aveva una passione sfrenata per lo shopping; comprava tutto ciò poteva sembrare adatto o a lei stessa o a un qualsiasi componente della famiglia, senza badare a spese, inoltre adorava organizzare ogni tipo di festa, anche quando non era particolarmente desiderata; io, ad esempio, non amavo molto festeggiare, partecipare a balli o vestirmi da bambolina, ma avevo imparato che dirle di no era solo un modo per aumentare la sua voglia di fare. In casa era soprannominato il folletto compra tutto, un po’ per la sua mania, ma anche per il suo aspetto. Alice aveva un modo di fare estremamente aggraziato, sembrava ballare a ogni passo; era piccola e magra ma energica e bellissima; i suoi capelli corti, neri e sbarazzini facevano da contorno a un viso bianco latte e a due occhi sempre attivi.

Jasper era un tipo servile, non particolarmente socievole, ma davvero buono. La sua unica vera passione era Alice. Si amavano profondamente. Oh, non temete, non si tratta di incesto; ancora non ho detto che tutti loro sono stati adottati dai miei zii, per cui non vi è alcuna parentela di sangue.

Anche la sua pelle era marmorea e pallida. I suoi capelli erano del color del miele; era alto e magro, ma molto muscoloso.

Rosalie… be, che dire di Rosalie, lei era meravigliosa. Era la ragazza più bella che avessi mai visto in vita mia. I suoi capelli erano biondi, lunghi e leggermente mossi; il suo viso candido come neve era paragonabile alla perfezione stessa; pareva quasi una bambola di porcellana.

Non era particolarmente loquace, e quando parlava era solitamente molto schietta e sincera. Diceva sempre ciò che pensava, anche se ciò significava offendere il prossimo. Avevo come la sensazione che non avesse mai accettato realmente la presenza di me e Charlie a casa loro, e nonostante oramai fossero passati ben 17 anni, aveva sempre il timore che uno di noi due possa diffondere il loro ‘segreto’.

Una cosa che sapevo di certo è che era innamorata cotta del suo ‘scimmione’: Emmett.

Emmett  era decisamente l’orsacchiotto di casa, io gli ero affezionatissima. Fin da piccola mi aveva sempre insegnato a difendermi dai bulli, anche se ne papà ne gli zii erano d’accordo  (e lo sono tutt’ora!) col suo modo di risolvere i problemi. Em amava lottare, amava combattere, amava tutto ciò poteva essere risolto a suon di pugni. Lo divertivano le sfide e non aveva paura di nulla; credevo di non averlo mai visto seriamente preoccupato per qualcosa; soprattutto però, amava la sua Rose, con tutto il cuore. Anche la sua bellezza superava ogni limite; era muscolosissimo e alto più di un metro e novanta; capelli ricciolini e scuri e la sua forza era incredibile, il suo asso nella manica.

Edward. Edward era… strano. Non lo vedevo spesso sorridere, litigavo spesso con lui. Lo trovavo troppo, troppo musone. Pensava sempre, troppo per i miei gusti; sembrava avere sulle spalle tutti i problemi del mondo. Certo era gentile e per la sua famiglia sarebbe morto, ma era anche enigmatico e illeggibile.

Comunque, dovevo ammettere, che la sua bellezza non mi era indifferente. Nonostante tutti a casa Cullen fossero di una bellezza che andava al di la di una comune bellezza umana, lui, almeno per la sottoscritta, aveva un fascino che superava tutti.

Muscoloso ma slanciato, dai spettinati capelli bronzei e dalla carnagione marmorea. Il suo viso era composto da lineamenti così regolari e perfetti, che nemmeno le marcate occhiaie violacee vi stonavano, anzi, lo rendevano, se possibile, ancor più bello.

Non parlavamo mai di cose serie, ma chissà, forse adesso che ci eravamo trasferiti a Forks le cose sarebbero cambiate, visto che, per la prima volta in diciassette anni, mi sarei ritrovata a frequentare la loro stessa scuola. Considerando che, in questo sperduto paese, costantemente piovoso e oscurato dalle nuvole, non vi erano altri licei a disposizione.

Mio padre era riuscito a trovare posto come capo della polizia locale senza difficoltà; io per scherzare lo chiamavo Capo Swan a ogni occasione. Carlisle invece non aveva avuto problemi, visto il suo curriculum, a farsi assumere presso l’ospedale; erano stati ben lieti e onorati di poter avere un medico capace come lui nel loro staff.

Per noi ragazzi invece era giunto il primo, fatidico, giorno di scuola. Come sempre tutti i compagni avrebbero notato la differenza tra me, normale ragazza dai capelli castani, dagli occhi color cioccolato, alta un metro e sessantacinque e dal delicato peso di cinquantacinque chili, e i miei presunti, bellissimi, stupefacenti, cugini. Essere dei vampiri, e non poterlo dire, aveva i suoi vantaggi.

Adesso poi, che mi avrebbero visto a diretto contatto con loro nella stessa scuola, sarebbe stato ancora peggio, già lo sapevo. Ovunque andavano riuscivano a guadagnarsi dei ‘fan’ in meno di un minuto. Non che gli invidiassi, io odiavo stare al centro dell’attenzione, solo mi infastidiva che venissi in continuazione messa a confronto; non era giusto, nemmeno erano umani!

Ma, ovviamente, non potevo e non volevo, dir nulla. Mai avrei rivelato a qualcuno la loro vera natura. Erano persone troppo importanti per me e anche per Charlie.

Carlisle ci aveva accolto nella sua casa quando mio padre era rimasto solo, senza un tetto sopra la testa, con una neonata tra le braccia. Mia madre lo avevo lasciato solo poco dopo la mia nascita, e lui, che ancora non aveva un posto di lavoro sicuro, non era più riuscito a pagare l’affitto e tutte le spese, per poter mantenere sua figlia.

Certo, all’inizio non fu entusiasta della verità riguardo i Cullen, ma dopo, conoscendoli meglio, non ha più nutrito… ehm, cioè… avuto alcun dubbio su di loro; persone meravigliose.

Ci siamo trasferiti spesso nel corso degli anni; non invecchiando mai non possono permanere troppo nello stesso luogo; comunque è stata una bella vita, fantastica.

“Isabella Swan!” Mi chiamò mio padre prima che potessi oltrepassare la soglia della nostra nuova, enorme casa. “Dove credi di andare conciata in quel modo. Copriti quel pezzo di pancia!”

Sbuffai rumorosamente. “Papà questa maglietta…”

“Gliel’ho regalata io, Charlie!” Si intromise Alice, incrociando le braccia al petto, quasi offesa.

Mai contestare gli abiti comprati dal folletto compra-tutto!

Mio padre indietreggiò impercettibilmente, ma lei gli era già a pochi centimetri dal viso.

“Non che non lo avessi previsto…” Iniziò pensierosa. “Ma aspettavo lo dicessi.” Si accigliò, soddisfatta. “Quella magliettina le sta benissimo; il verde mare è il suo colore!”

Charlie alzò le mani in segno di resa e se andò, scuotendo il capo.

“Io, capo della polizia, mi faccio mettere i piedi in testa da una ragazzina…”

“Avanti Charls!” Cercò di consolarlo Emmett. “E’ una ragazzina di qualche anno più di te!”

Li diede una pacca sulla spalla, che mio padre non attese a strofinarsi, poi, tutti insieme uscimmo.

Loro presero la Volvo argentata di Edward, mentre io salii sul pick up rosso, vecchietto, regalatomi da Charlie pochi giorni prima. Certo non era il massimo, ma mi piaceva molto. Dopo tutto era la mia prima macchina.

“Cercherò di non superarti subito…” Edward si schernì della sottoscritta, dandomi un buffetto sulla testa, facendomi così voltare.

In tutta risposta feci una pernacchia. “Chi va piano…”

“Non arriva!” Mi anticipò lui, mostrando la lingua a sua volta.

Da qualche tempo era diventato più scherzoso nei miei confronti; mi resi conto di preferirlo silenzioso e riflessivo!

Giusto qualche secondo, il tempo di scaldare il motore e mettere la marcia, e la loro auto era già sparita all’orizzonte. Sospirai, misi in funzione i tergicristalli per liberare il vetro dalle fastidiose goccioline di pioggia, e mi diressi verso il liceo.

Quando arrivai vidi all’istante la Volvo già parcheggiata, ma mi stupii nel vedere Edward, poggiato alla sua fiancata, in attesa. Mi fece un cenno con la mano, indicandomi di posteggiare a fianco a lui.

“Mi hai tenuto il posto?” Domandai, sorpresa, mentre chiudevo la portiera difettosa.

“Casualità.” Si limitò a rispondermi, e probabilmente era davvero così.

“Wow…” Dissi alzando lo sguardo verso la struttura. “Com’è…”

“Deprimente!” Concluse la frase Alice per me, che era sbucata al mio fianco. “Ci vorrebbe un po’ di colore e…”

“Alice!” La rimbeccò Edward, squadrandola. Già sapeva cosa aveva in mente e bloccò la sua idea sul nascere.

“Ma Eddino caro…”

In quanto vampiri i componenti della famiglia Cullen possedevano anche delle capacità sensazionali. Alice era in grado di prevedere gli eventi futuri, anche se non sempre erano certi. Lei vedeva le scelte che una persona prendeva nell’esatto momento in cui le faceva; ma le scelte potevano sempre cambiare.

Edward invece poteva leggere nella mente degli individui, fino a una certa distanza, con un eccezione però: la sottoscritta, Bella Swan. Non si sapeva il motivo ma la mia testa li era ignota.

E per fortuna!

“Hey, bella addormentata…” Mi richiamò. “Che aspetti? E’ ora di entrare.” Mi mostrò il suo consueto sorriso sghembo che aveva uno strano effetto magnetico su di me. Deglutii e mi preparai ad affrontare il mio primo giorno di scuola con i fratelli Cullen…

 

 

 

 

Ciao a tutti! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! L’ispirazione mi è venuta così, all’improvviso, e in tutta sincerità non so quanto spesso riuscirò a postare, (non ho tempoooo) ma farò del mio meglio, promesso! Be, fatemi sapere che ne pensate, mi raccomando!

Grazie per aver letto!

Salutoni!

  
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