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Autore: Dazel    22/03/2010    3 recensioni
Michela era una stupida a non capire che tutto ciò che Stefania voleva fare era disintossicarsi.
Ma è tremendamente difficile disintossicarsi se non ne si ha la volontà.
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Proud To Be Gay ♥'
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La pioggia le ha ormai bagnato tutti i vestiti ma nonostante le temperature non sia esattamente altissime, Michela non riesce a sentire il freddo. Si morde piano il labbro e socchiude gli occhi contornati dalla matita nera e un po' di ombretto brillantinato. Era stata proprio scema a farsi carina per lei.
«Sai cosa me ne frega di te.» Dice, con la voce rotta da un pianto apparentemente inesistente. Dio era stato furbo a creare pioggia e lacrime in modo così simile, quando erano combinate si confondevano tra loro.
«Piantala» Stefania spegne la sigaretta contro il muro e socchiude gli occhi «Non fare la bambina.»
«Io pensavo ti importasse, cazzo!»
Michela e Stefania.
Il bianco e il nero.
Lo ying e lo yang.
Due opposti estremi. Michela aveva sempre tenuto alle cose superficiali: ai capelli, alle unghie, hai vestiti, ai trucchi. Amava la musica pop, la sua icona di stile era Hilary Duff e i suoi pensieri non andavano tanto oltre all'andare al cinema con un bel ragazzo e comprare degli stivaletti nuovi.
Stefania teneva i capelli corti, ossigenati così tanto da sembrare bianchi. Un paio di piercing sul viso, vestiti grandi il doppio su di lei e nelle orecchie solo il metal.
Si erano conosciute a scuola, durante il recupero di matematica. Per Michela, Stefania era la tipa strana. Per Stefania, Michela era la tipica ragazza truzza con serie difficoltà mentali.
Al compleanno di una loro amica in comune c'era stato il classico gioco della bottiglia, un bacio e poi era diventata droga.
Erano diventate indipendenti l'una dall'altra.
Michela era una stupida a non capire che tutto ciò che Stefania voleva fare era
disintossicarsi.
«Perché dovrebbe importarmi? Sembri uscita dal mondo di Barbie. Come te, se volessi, ne potrei avere mille.»
A Michela tremano le mani, ma non dice nulla «E' stato solo un gioco? Mi ha fatto diventare
come te per un gioco?!»
Stefania ride. «Ma sentiti, come me. Forse sarò anche una lesbica, ma tu sicuramente non se da meno»
Un tuono, in lontananza, interrompe il litigio.
«Va a casa che tua madre si preoccupa» Nonostante aveva appena finito di fumare, a Stefania ne era tornata la voglia. Accese un'altra delle sue famose sigarette alla vaniglia e se la portò alle labbra.
«Tu mi piaci.» Michela la fissa. E' arrabbiata, molto. Stefania, per un secondo lo trova divertente.
«Mi piaci da impazzire. Per cui, non trattarmi così.»
Ma è tremendamente difficile disintossicarsi se non ne si ha la volontà.

   
 
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