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Autore: Kokky    24/03/2010    4 recensioni
(Ispirata dal 17° volume)
Nuala va via dal Regno dei Sogni. Ho provato a scavare dentro di lei e a coglierne l'essenza.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuala, Sogno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No place like home
(but I have to go)

Il cielo notturno sembrava piangere stelle cadenti, bianche gocce di latte su un vetro appannato. Nuala sentì freddo nel vederle, si sentì vuota e inutile, ma non disse nulla a suo fratello.
Cluracan stava ancora parlando. Ciarlava di soffocanti insensatezze e di mirabolanti fandonie – era stato nella Locanda alla fine dei mondi, raccontava, eppure neanche lui credeva che ciò fosse del tutto vero.
Nuala non lo ascoltava davvero: non era riuscita a perdonargli il ritardo della sua visita, il suo fatale arrivo; se fosse venuto prima, l’idea di portarla con sé non gli avrebbe nemmeno sfiorato la mente. E invece si ritrovava insieme a Cluracan, in viaggio verso la sua terra – pronta a tornare in patria, ma non a casa.
Nuala sospirò, mentre il fratello continuava a raccontare favole. La notte sembrava essersi fatta più scura e più profonda – era quasi l’ora della fantasia, era arrivato il momento in cui ogni persona, avvolta nella propria coperta, immagina qualcosa di speciale ed unico: il sogno.
L’ora dei sogni, la chiamava Nuala. Di solito, in quegli istanti si ritrovava nelle proprie stanze, nel castello del padrone, a sonnecchiare e a fantasticare. Lasciava vagare la mente, ripercorreva le sue giornate passate a rendersi utile, in un modo o nell’altro, mentre il sole calava e l’imbrunire s’avvicinava imponente.
Adesso, al contrario, era con Cluracan – talmente concentrato su di sé da rimandare la visita alla sorella per anni – e la notte era una mostruosa entità famelica, pronta a risucchiare Nuala in qualche recondito angolo dell’universo.
Nuala rabbrividì sotto il mantello e si aggrappò a Cluracan, socchiudendo gli occhi per non vedere il buio.
Immaginò di essere a casa; lì, nelle stanze enormi del castello, ad aspettare il padrone, a sognarlo – e lui, lui conosceva anche i suoi, di sogni, se ne era il Re? – e sentì il petto frantumarsi. Nuala si portò le mani agli occhi e se li coprì, dolente.
Non si diceva che le fate non possiedono un cuore? Ma allora perché stava così male? Non avrebbe voluto lasciare le sue stanze, i grandi corridoi del palazzo, gli anfratti oscuri pieni di ragnatele e fili di fantasie appena accennate... non avrebbe voluto andare via da lì.
Però il padrone l’aveva ceduta senza nemmeno pensarci e lei, fragile, non era riuscita ad imporsi: si era fatta trasportare dalle onde del fato. Nessuno dei due aveva lottato, nessuno dei due aveva proferito parola – erano rimasti in silenzio a guardare la notte morire, finché lei e Cluracan non erano partiti.
Sandman li aveva visti avanzare nelle lande del suo regno, mentre il sole sorgeva maligno, ed era svanito anch’egli nella profondità dei saloni oscuri, aspettando che fosse la mancanza a sparire.

Se le fate non avevano il cuore, quelle lacrime sul viso di Nuala non si potevano spiegare. Da qualche parte, dentro di lei, c’era un’anima, un’entità che stava perendo ad ogni passo compiuto, allontanandosi sempre di più dal padrone – la sua casa fatta di sogni.












*

Secondo me Nuala amava Sogno ç_ç e che cavolo. Fic ispirata al 17° volume di Sandman (non sono andata avanti con la lettura perciò non so se si rivedrà Nuala, ma spero fortemente di sì... devo recuperare gli ultimi volumi).
Spero vi piaccia nella sua semplicità, Kò
   
 
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