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Autore: rose07    24/03/2010    4 recensioni
Una Sora incinta e prossima al matrimonio con Matt; un Tai che la conforta da vero amico.
NB: flashforward.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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*Avrai, avrai, avrai il tuo tempo per andar lontano,
camminerai dimenticando, ti fermerai sognando*
 
 
 
«Dimmi, Sora» irruppe Taichi, sedendole accanto «Nervosa o indifferente?»
La ramata guardò il suo migliore amico sorridendo. Quanti anni erano passati?  Dieci.
Dieci lunghi anni all’insegna di tanto divertimento, amicizia, amore… Già.
Le sembrava ieri il giorno in cui lei e Matt si erano fidanzati. Allora era solo una diciassettenne, con problemi enigmatici in testa; mentre ora… il giorno dopo doveva nientedimeno sposarsi!
Strana la vita? Sì, visto che portava in grembo la bambina di Matt da cinque mesi.
Anika.
Non avrebbe mai pensato di chiamare così la sua primogenita.
Le era sempre piaciuto Miya. Un po’ perché le ricordava una sua vecchia compagna di scuola, un po’ perché le sembrava originale. 
Ma quell’ Anika lì era più che originale. Era un po’ buffo.
Era stato proprio il suo migliore amico a minacciarla.
“O le metti Anika, o scordati la mia presenza al tuo matrimonio!”
Che simpatico, si disse.
Le aveva stonato la testa da inizio gravidanza, come avrebbe fatto a dirgli di no?
Era Tai, era il suo amico di sempre… Era il suo fidanzatino delle elementari!
Sorrise ai ricordi.
«Che c’è?» la distolse lui «Immagini Matt inciampare nei i suoi piedi durante il fatidico 
Lei ridacchiò. Sapeva sempre sorprenderla con le sue battute.
«Immaginavo me e te»
Tai spalancò leggermente gli occhi.
 «Hai intenzione di tradire Yamato con il sottoscritto?»
«No, sciocchino. Ripensavo ai bei momenti trascorsi insieme» sospirò quella.
«Ah»  Tai fece lo stesso, perdendosi nei suoi pensieri.
Sora aveva proprio ragione; avevano trascorso quasi ogni giorno della loro vita assieme.
Lui l’adorava, non c’era alcun minimo dubbio. Era forte l’affetto che provava per lei.
Dovunque girasse la testa c’era Sora a dargli una mano, a cacciarlo dai guai, a difenderlo. Sempre lei, la sua “Cicci”.
«Ehi, Cicci» disse, prendendole una mano «Nostalgia dei vecchi tempi?»
Sora sopirò, malinconica. Come mentirgli?
D’altronde, lui la capiva con un solo sguardo, non c’era da stupirsi.
«Sì, Tai»  disse «Sono cresciuta così in fretta in questi ultimi anni. Matt, la gravidanza… e domani il matrimonio. Non so se sarò all’altezza di custodire queste tre cose così preziose»
«Ce la farai»  l’incoraggiò «Sei la persona più forte che abbia mai conosciuto, Sory. Sei la più determinata. Cavolo, neanche io sono così!»
«Dici?» domandò lei, incerta «Non lo so. E’ difficile per me pensare una cosa del genere»
Tai l’osservò abbassare lo sguardo. Quante volte l’aveva vista piangere sulla sua spalla? O sentita urlare parole degeneranti come “non so amare!”.
Lei, la Digiprescelta dell’ Amore… Sapeva amare, e tanto!
Lo sapevano gli altri. Lo sapevano Matt, Mimi, Izzy, Joe, TK e Kari; erano semplicemente coscienti del fatto che la ramata fosse un angelo. Per questo amavano tutti anche lei.
Il suo angioletto che stava crescendo. Che stava mettendo al mondo una figlia dal suo migliore amico, e il giorno dopo avrebbe dato inizio ad una nuova e splendida famiglia.
«A cosa pensi adesso?» chiese, ammirandola persa nei suoi pensieri.
Sora si spostò dal viso una piccola ciocca insistente. Già, a cosa pensava?
Pensava alla sua vita. Ai suoi anni a Digiworld. Al suo Matt. Alla loro prima volta. All’ amore che la legava a lui. Ad Anika. Ed al bene che sentiva per una persona… Un bene che andava al di là di ogni compromesso e distrazione.
Il bene che provava verso Taichi.
«Senti, Tai… Saremo sempre amici, vero?» domandò esitando un po’. Era una domanda stupida, certo.
Ma si sentiva di chiederlo solo per constatarne la certezza, nient’ altro.
Lui ridacchiò passandole una mano sulle spalle.
«Sicuro che lo saremo!» esclamò giocondo «Sarai sempre la mia migliora amica, Sory. Dovunque andrai, io ti seguirò e starò al tuo fianco. Puoi giurarci!»
Sora sorrise debolmente sentendo le lacrime pizzicarle i bordi degli occhi. Perché le veniva da piangere?
Forse perché aveva paura che un giorno tutto quello sarebbe finito?
«Me lo prometti?»
«Giurin giuretta!» si baciò i due indici il ragazzo «Te lo prometto e manterrò la promessa»
«Grazie…» soffiò lei, posando la testa sopra la sua spalla «Avrò bisogno del tuo appoggio per andare avanti»
A Taichi venne quasi voglia di ridere.  Pensava veramente che l’avrebbe abbandonata?
Era certa davvero che un giorno lui non sarebbe più stato suo amico? O che non l’avrebbe aiutata a mandare avanti la sua famiglia?
Ciccina ti sbagli di grosso, pensò.
«Io farò da zio ai tuoi figli» sorrise «Ti darò una mano con la casa, con i mobili e ti aggiusterò il rubinetto che perde!»
Sora rise, mentre due calde lacrime scendevano giù silenziosamente. Fece di tutto per non farsi vedere, ma fu troppo tardi. Lui gliele asciugò con un gesto rapido e pronto.
«Pesterò Matt nel caso ti farà soffrire, e domani…» si batté la mano sul petto, fieramente «Domani sarò io a farvi da testimone!»
«Sì, spero non mi farai fare una bella figuraccia» la ramata tentò di sorridere, pur percependo le lacrime bagnare nuovamente le guance.
Si sentiva una stupida a piangere senza un motivo. Per di più lo stava facendo davanti a Tai.
Ma non era lui che la preoccupava maggiormente.
Lei aveva paura di cambiare, di diventare un’altra, di dimenticarsi di tutti i suoi amici e del ragazzo che le stava seduto accanto. Aveva paura di non rivederlo mai più.
«Smetti di piangere, Cicci, o allagherai il divano» canzonò il brunetto, togliendole le mani dal viso.
«Tai… Tai, ho paura… Abbracciami, per favore!»
Lui obbedì, poggiando la sua testa sopra quella della ragazza.
Nel frattempo le massaggiava la schiena e le sussurrava parole confortanti.
«Stai tranquilla, domani andrà tutto bene. Non succederà nulla di sgradevole, e se solo qualcuno si azzarderà a rovinarti l’abito o a papparsi tutto il buffet, lo castrerò!»
Sora fece mezzo sorriso tra le lacrime.
«Come fai?» chiese quando si scostarono.
«Cosa?»
«A tirarmi sempre su il morale, Ciccino!» sogghignò, asciugandosi le guance rosse e bagnate.
Lui si grattò la testa un po’ imbarazzato, e fece:
«Ho qui davanti la futura mamma più bella del mondo!» poggiò la mano destra sulla pancia rotondetta di Sora, la quale fece un sorrisino divertito.
«Le farai davvero da zio?» si toccò il ventre anche lei.
«Scommettici. Le farò da padrino, anche!» esclamò «Non importa se Matt sarà d’accordo o no»
«Hai scelto tu il suo nome... Come non potrei farti battezzare Anika?»
«Anika» ripetette il ragazzo poggiando l’orecchio sulla pancia di lei «Ehi, Ani? Mi senti? Sono lo zio Tai! Quando uscirai di qui ti comprerò un sacco di bambole e ti vizierò fino a quando non avrò terminato tutti i miei risparmi in banca!»
«E ti farà diventare una leziosetta figlia di papà, tesoro mio» Sora si accarezzò il grembo amorevolmente.
Taichi la fissò. Era davvero così materna la sua amica?
Eppure, osservò, aveva solo ventotto anni, ma riusciva a trasmettere amore anche alla più piccola delle creature. Come la sua nipotina.
«Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle, piccolina… Avrai due lacrime più dolci da seccare. Avrai un legnetto di cremino da succhiare, tesoro» recitò il castano, accarezzando la panciotta  dell’ amica, la quale lo guardava interrogativa.
Lui alzò la testa verso di lei, e continuò:
«Avrai parole nuove da cercare quando viene sera… Avrai discorsi chiusi dentro e mani
che frugano le tasche della vita»
«Cosa dici, Tai?» domandò lei con un sorrisino sulle labbra, e nello stesso tempo perplessa.
Cosa stava cercando di dirle il suo migliore amico? Perché continuava a recitare quelle dolci parole?
«Piccola Anika, avrai, avrai, avrai la stessa mia triste speranza… ma se è amore, amore, amore come la tua mamma» strinse la mano a questa che era rimasta spiazzata  «allora, avrai tutto, nipotina mia»
Sora sentì nuovamente le lacrime scenderle giù come una cascata in piena. Perché Tai voleva farla piangere?!? Sentì di volerlo bene come non mai quando con le dita tracciò linee immaginarie sopra il suo ventre.
Ed ecco un piccolo calcio provenire da dentro di essa, non appena le mani di quello sfiorarono un punto preciso.
«Oddio, Tai!» esclamò la ragazza, sorridendo tra le lacrime «Ti ha sentito! Ha tirato un calcio!»
«Già ti sto simpatico, eh?» esclamò lui, gioioso «Sei proprio come la mamma, allora»
Tai posò le labbra sopra il grembo di Sora e scoccò un piccolo bacio.
Per la sua nipotina.
«E adesso, piccola» si rivolse ancora alla bambina «Posso dare un abbraccio a mammina? Per dimostrarle che le voglio bene da morire e che ci sarò sempre qualsiasi cosa le accada. Eh? Posso?»
La piccolina scalciò un’altra volta prendendo alla sprovvista Sora che lanciò un gridolino. Non era abituata a queste risposte così veloci!
«Credo fosse un sì, Tai» Alzò la testa la ragazza, mentre lui le prese il volto tra le mani e le regalò un bacio affettuoso sulla guancia destra.
«Ho come la sensazione che io e tua figlia andremo molto d’accordo» la strinse forte a sé, spettinandole i capelli ormai in disordine «Come noi due, d’altronde»
Sora annuì.
«Proprio come noi due»  ripetette, convinta.
Strinse di più la maglietta dell’amico e proferì con un nodo alla gola che non andava via:
«Ti voglio bene, Cicci»
Taichi sorrise e le baciò i capelli, non smettendo di accarezzarle il ventre. Sentiva di voler bene a lei e la sua bambina proprio come aveva appena detto Sora per lui. Fece per parlare, quando la porta principale si spalancò.
Nell’atrio comparve un giovane biondo con una giacca nera e le chiavi della sua auto in mano.
Le poggiò sul tavolo e, gettando uno sguardo ai due, increspò un sorriso divertito.
«Ultime confessioni prima del gran giorno?» chiese sedendosi accanto alla sua fidanzata, passando una mano sulla sua guancia e stampandole un bacio.
Tai fece una smorfia disgustato. Insomma, erano pur sempre i suoi due migliori amici che facevano smancerie davanti a lui!
«Non incominciare, o Sora torna a piangere di nuovo» si lasciò scappare.
Matt osservò la sua ragazza fare cenno all’ amico di impiccarsi.
«Hai pianto, amore? Per quale motivo?» domandò.
«Nulla» Si affrettò a dire lei, mentre Tai faceva finta di cucirsi la bocca e gettare ago e filo «Taichi scherzava, naturalmente. Sono solo un po’ nervosa»
Il biondo non se la bevve.
«Però hai gli occhi arrossati. Sicura che va tutto bene?»
La ramata gettò uno sguardo d’aiuto a Tai. Non voleva che il suo fidanzato sapesse della debolezza che aveva avuto pochi minuti fa. L’ avrebbe messo in ansia, e non dimenticava certo che il giorno dopo si sarebbero celebrate le loro nozze!
«Naaa!» esclamò il castano, mettendo le mani dietro la testa Made- in-lui- stesso «Sciocchezze. Si è pasticciata un po’ gli occhi perché c’era un dannato ciglio che le dava fastidio. Era ovvio che stessi scherzando, testina. Non sai riconoscere le mie battute, ti credevo più sveglio!»
Matt alzò il sopracciglio un po’ scettico. Ciglio? Forse era una balla, ma non se ne curò più di tanto. Se la sua futura moglie aveva pianto di sicuro c’era stato un motivo ben valido; e si fidava parecchio di Tai.
Era sicuro che lui l’avrebbe già consolata a dovere.
«D’accordo, vi credo» la mise tutta, abbandonando la testa sullo schienale del divano.
Senza essere visto, il castano fece l’occhiolino a Sora. Quest’ ultima ricambiò con un labiale “ grazie”.
«A proposito, amico» lo rimbeccò quello, con un tono esplicitamente malizioso «Non sai che è vietato vedere la sposa prima del matrimonio?»
«Oh, non ti ci metterai anche tu con queste assurdità? Joe mi avrà chiamato cinque volte questo pomeriggio per dirmi la stessa identica cosa!» e abbracciando Sora, aggiunse:
«Io vedo mia moglie quando mi pare»
«Ehi, frena!» rise il castano «Non è ancora tua moglie»
«Domani lo diventerà. E non potrebbe rendermi più felice»
 Sora sorrise con un po’ d’imbarazzo celato della sua grande voglia di abbracciarlo e baciarlo. Ma si frenò, visto che la presenza di Tai la metteva in impaccio.
Matt, intanto, accarezzava la pancia della ragazza con amore.
«Dopo nostra figlia, ovviamente»
«Oh, amore mio!» non contenendosi più di tanto la ramata gettò le braccia al collo del suo futuro marito.
Si amavano; Taichi ne era certo, come era sicuro che il sole tramontasse al di là dell’orizzonte.
Era questo il ritratto che aveva adesso della sua migliore amica: semplice e innamorata.
Quei due sarebbero diventati una famiglia, il giorno venturo. Anzi, quei tre, pensò volgendo lo sguardo alla panciotta dove stava custodita il suo angelo di nipote.
«Avrete sorrisi sul vostro viso come ad agosto grilli e stelle» ricominciò a recitare, prendendo le mani di entrambi che si lanciavano uno sguardo incerto quanto eloquente «Avrete, avrete, avrete…» guardò fisso la pancia di Sora, e continuò «il vostro tempo per andar lontano, camminerete dimenticando, vi fermerete sognando, amici»
I due futuri coniugi lo videro portarsi una mano ai bordi degli occhi, strusciandoli velocemente.
Sì, Taichi si era appena commosso; perché vederli insieme, uniti come solo una famiglia saprebbe essere, era ciò che loro e lui stesso desideravano.
«Ehi, testina, stai bene?» lo richiamò Matt, togliendogli via le mani dal viso e sentendolo tirare col naso.
«Sì, stai tranquillo, Yama»
«Non dirmelo… Ti sei commosso?» Matt sorrise gradevolmente, mentre lui annuiva ridacchiando.
«Sono bellissime parole, Tai. Grazie» disse Sora, flebile. Non credeva l’avesse potuto rifare.
Amava quelle parole dolci.
«Non c’è di che»  Rispose il bruno, mettendo una mano nella tasca sinistra dei jeans ed estraendo un pezzo di carta stropicciato.
«Questo è un regalino per voi»
Sora lo afferrò, leggendo le parole scritte nel retro. Era una calligrafia un po’ piccola e disordinata… troppo familiare, pensandoci.
Era del moretto che le stava davanti, si disse.
1 AGOSTO 2007; iO, sOrA & mAtt aL pArCo! GIoRnAtA dA sBaLLo!!!
Sia la ramata, che il biondino ridacchiarono allegramente. Avevano compiuto da poco diciott' anni, quell’ estate di dieci anni fa.
Ah, come passava via il tempo. Scorreva inesorabilmente, lasciando dietro di sé alcuna traccia.
«Bei ricordi» accennò Matt pensando ai momenti trascorsi in compagnia dei due, lì accanto.
«Già. Spero non si dissolvano mai, ragazzi» Tai prese ancora una volta le mani di entrambi tra le sue
«Io ci sarò sempre per voi; siete i miei due migliori amici. Ricordate anche questo e non scordatelo mai»
«Cicci…» sussurrò Sora, prima che il cellulare di quest’ ultimo squillasse armonioso. Dieci secondi di intrattenimento, e via.
«Vado, eh? Mimi mi aspetta» depositando il telefonino dentro la tasca, accennò nuovamente ad un sorriso «Buona fortuna per domani, coniugi Ishida!»
A quelle parole, Sora e Matt trasalirono ed arrossirono visibilmente. Nessuno dei due aveva ancora aperto l’ argomento “cognome”; era talmente imbarazzante pensare una casa Takenouchi-Ishida!
Per fortuna c’era l’ indiscreto Taichi che si prendeva la briga di ricordare loro ogni cosa.
Indiscreto, sì, ma come avrebbero fatto senza di lui?
Questo si abbassò adiacente al ventre dell’amica.
«Ciao Anika! Fa’ la brava, e non fare arrabbiare mamma e papà. Loro ti faranno avere tutto. Ed anche io!»
Appena uscito da casa di Sora, Matt e quest’ultima si lanciarono uno sguardo d’intesa prima che la ragazza non sentì un altro calcio dalla piccolina, costringendola a sobbalzare.
«Scalcia, vero?» chiese il biondo, tenendole una mano.
«Sì. Chiama lo zio» Sora rise di cuore, e si diede della stupida paranoica.
Non avrebbe dovuto pensare il suo male. Lei e Tai sarebbero rimasti amici per tutta la loro vita, così come lei e Matt  si sarebbero dovuti sposare il giorno dopo.
Avere loro due e la sua Anika rendeva tutto più meraviglioso.
La leggera vibrazione proveniente dal tavolino di vetro la fece tornare al presente. Si sporse afferrando il suo Nokia, ed aprì il messaggio appena ricevuto.
 
“Ti voglio bene anch’io, Ciccina”
 
Sorrise, e si abbandonò leggermente sul divano.
No, non avrebbe più pensato sciocchezze del genere. La sua amicizia con Taichi era ciò che non avrebbe avuto nessuno; solo lui e lei.
Stessa cosa pensava Matt, che aveva appena posato il suo telefonino dentro il cappotto.
 
“Sei un amico, Tai”
 
E quel messaggio che arrivò più tardi al bruno ne era simbolo.
Lui sorrise, e s’incamminò contento.
Se è amore ed è amore… Avranno tutto ciò che desiderano, pensò, prima di arrivare a casa della sua amata, gettando uno sguardo al crepuscolo.
 

















 
   
 
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