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Autore: Yuki Delleran    26/03/2010    7 recensioni
Yuui e Fay possiedono un ristorante sull'orlo della chiusura. Niente sembra destinato a cambiare finchè non viene espresso un desiderio...
«Sarebbe bello se gli altri potessero capire i suoi sentimenti. »
Fic liberamente ispirata al film "Semplicemente irresistibile" [Kurofay/ShaoYuui]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Fay D. Flourite, Kurogane
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Simply... Irresistible! 01 Titolo: Simply... Irresistible! (1/?)
Fandom: Horitsuba Gakuen AU
Rating: giallo
Genere: fluff/angst altalenante
Personaggi: Yuui, Fay, Shaoron, Kurogane, guest vari...
Riassunto: la fic è liberamente ispirata al film "Semplicemente irresistibile". Yuui e Fay possiedono un ristorante sull'orlo della chiusura. Niente sembra destinato a cambiare finchè non viene espresso un desiderio...
Disclaimer: tutti i personaggi appartengono alle © CLAMP, la fic è stata scritta senza scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.
Note: shonen-ai
Beta: SteelRose Alchemist




Simply... Irresistible!

di
Yuki Delleran



«Sarebbe bello se gli altri potessero capire i suoi sentimenti. »
Fu quella semplice frase di Fay a dare inizio a tutto.



*01*
***
Desiderio - Il ragazzo del tavolo 10


La serata procedeva lenta e i clienti erano meno del solito. Il ristorante “La Torre delle Delizie” era semivuoto e Yuui rimaneva appoggiato, con espressione scoraggiata, al bancone della cucina. Da un angolo della stanza Watanuki, il suo aiuto-cuoco part-time, lo fissava con sguardo preoccupato. Probabilmente il ragazzo si stava chiedendo come fare a dirgli che aveva iniziato a cercarsi un nuovo lavoro, ma Yuui non aveva bisogno di essere informato. Lo sapeva già benissimo.
Dalla sala proveniva un sommesso chiacchiericcio e nemmeno le risate di Fay, che solitamente scherzava con i clienti servendo ai tavoli, spezzavano la monotonia della serata. In compenso, i rumori provenienti dall’altro capo dell’isolato non accennavano a smettere. L’ennesimo fast- food sarebbe sorto all’angolo della via, ultimo paladino del cibo rapido e nocivo che sottraeva linfa vitale al piccolo ristorante italiano. Tutto quel martellare e trapanare logorava i nervi a Yuui. Di lì a poco sarebbe di nuovo uscito ad urlare contro a quegli innocenti operai. Era già sulla porta, quando Fay entrò in cucina di gran carriera, con un sorriso solare stampato sul volto.
«Yuui-chan, rientra nei ranghi! È arrivata Yuuko-san! » esclamò.
A quelle parole, il giovane scattò, immediatamente imitato da Watanuki: Yuuko-san era in assoluto la loro migliore cliente, gran bevitrice e ottima forchetta. Non erano mai riusciti a capire quale fosse esattamente la sua occupazione, si vociferava fosse la padrona di uno strano negozio, ma né Fay né Yuui se n’erano mai preoccupati. Per loro aveva molto più valore che quella splendida donna dall’aria enigmatica avesse scelto il loro ristorante come luogo di ritrovo. Spesso la vedevano in compagnia di altre persone, per lo più donne e sempre diverse. Cenavano in un tavolo appartato discutendo con aria grave e, una volta raggiunto quello che sembrava un accordo, pagavano e uscivano. Non prima però di aver elargito una generosa mancia al cameriere, cosa di cui Fay era particolarmente compiaciuto. Quella sera invece, Yuuko-san si era presentata da sola. Era una situazione piuttosto anomala, ma Fay aveva raccolto l’ordinazione con il consueto entusiasmo.
«Il piatto del giorno con il miglior vino bianco che abbiamo! » riferì poi al fratello.
Yuui si mise immediatamente all’opera sull’aringa tricolore che aveva scelto per quella sera, indicando con un rapido gesto a Watanuki di occuparsi dell’insalata di contorno.
«Fay! » esclamò con il tono perentorio dello chef professionista. «Fiondati in cantina e prendi un Ischia bianco superiore. Questa volta fai attenzione a non sbagliare bottiglia! »
«Agli ordini, mio capitano! » rispose il fratello mettendosi sull’attenti e affrettandosi ad eseguire.
Yuuko-san aveva una predilezione per i piatti di pesce e sembrava sempre sapere quando uno di questi faceva parte del menù del giorno. Yuui adorava cucinare per clienti che davano così tante soddisfazioni e non sapeva darsi pace all’idea che presto non avrebbe più potuto farlo. Molto presto, infatti, quel locale, per il quale il suo patrigno aveva fatto tanti sacrifici e per cui lui era addirittura andato a studiare cucina e ristorazione in Italia, avrebbe chiuso i battenti. Non c’era niente da fare, un piccolo ristorante tradizionale non poteva reggere il confronto con le grandi catene di fast food che stavano invadendo il mercato, e i pochi clienti rimasti fedeli non erano sufficienti.
Yuui sospirò di desolazione. Esisteva già un compratore e sapeva che avrebbe dovuto farsi vivo in quei giorni. Attendeva il suo arrivo come una sorta di inevitabile fatalità e, nonostante esteriormente si mostrasse rassegnato, non aveva idea di come avrebbe reagito davanti all’incaricato dell’ acquirente. Quel ristorante era tutta la sua vita.
Ancora soprapensiero, suonò il campanello per avvertire Fay che il piatto era pronto e, dopo aver dato il tocco finale all’insalata di Watanuki, lo affidò nelle mani del fratello.
Vedendo l’espressione sul volto di Yuui, Fay intuì immediatamente in che direzione vertevano i suoi pensieri e non poté fare a meno di condividerli in pieno. Per lui quel luogo aveva rappresentato un porto sicuro dopo una vita di incertezze e perderlo era debilitante.
Nonostante questo, appena mise piede in sala, si stampò in faccia il suo sorriso professionale e veleggiò allegramente all’indirizzo del tavolo riservato.
Dopo essere stata servita ed aver assaggiato un boccone di pesce, Yuuko alzò su di lui i suoi penetranti occhi scarlatti con espressione indecifrabile.
«Perché Yuui è così triste? » chiese.
Il sorriso di Fay s’incrinò appena. Avrebbe dovuto essere abituato alle stranezze di quella donna, eppure ogni volta lo coglieva di sorpresa.
«Come? »
«Yuui è triste, vero? » ripeté Yuuko.
«Beh… forse un po’. In effetti penso di sì. » rispose Fay titubante.
«E il motivo è…? » continuò la donna.
Non sapeva quanto fosse corretto o professionale parlare dei problemi del locale con una cliente, ma Fay non sarebbe stato in grado di rifiutare nulla a quello sguardo.
«Presto chiuderemo. » rispose quindi. «Yuui-chan ci sta molto male, non so come si comporterà davanti al compratore. »
«Vorresti aiutarlo, dico bene? » incalzò Yuuko.
«Mi piacerebbe, ma purtroppo non posso fare niente. Sarebbe bello se gli altri potessero capire i suoi sentimenti. Sono sicuro che, conoscendoli, nessuno lo farebbe più soffrire: Yuui-chan è troppo buono per meritarselo. »
Fay abbassò gli occhi: vedere il suo gemello così depresso faceva stare male anche lui e sarebbe stato disposto a tutto per aiutarlo.
«Se lo desideri davvero e sei disposto a pagare un prezzo adeguato per questo, sono certa che succederà. » disse Yuuko sgranocchiando una foglia d’insalata con apparente noncuranza.
«Un prezzo adeguato? Darei quanto ho di più prezioso per la felicità di Yuui-chan. Purtroppo non possiedo niente che…»
«Non ancora. »
La voce di Yuuko suonò lievemente inquietante, ma subito la donna stemperò l’espressione in un sorriso.
«Ti ringrazio, Fay, come sempre sei un’ottima compagnia. Porta i miei complimenti allo chef. »
Vedendosi congedato, il giovane s’inchinò e si ritirò. Chissà cosa intendeva Yuuko-san con quel bizzarro discorso?
Rientrando in cucina, incrociò lo sguardo carico di aspettative del fratello e di affrettò a sorridergli per rassicurarlo: il suo lavoro era stato apprezzato.
Dopo alcuni minuti che la sala era tornata tranquilla, il campanello d’ingresso suonò di nuovo. Fay si affacciò e scorse nuovamente una faccia conosciuta che gli risollevò il morale.
«Yuui-chan! C’è Ashura-sensei! Posso…»
Il giovane chef annuì accondiscendente.
«Certo, vai pure. »
Ashura-sensei era un uomo molto distinto e dall’ottima reputazione. Era stato il professore di Fay al liceo e lo aveva aiutato durante un periodo nero della sua vita. Da allora il giovane lo considerava una sorta di padre e anche l’uomo gli si era affezionato. Frequentava “La Torre delle Delizie” solamente in compagnia di due persone: una donna elegante, dall’aria altezzosa e capricciosa e un uomo dai lunghi capelli chiari, con un’ espressione perennemente arrogante. Mai contemporaneamente. Fay probabilmente conosceva il motivo, ma Yuui non si era mai premurato di chiederglielo. Non voleva sembrare invadente, inoltre per lui Ashura-sensei, come Yuuko-san, era prima di tutto un affezionato cliente.
Mentre osservava il fratello saltellare e “fare le feste” al suo cliente preferito, Yuui notò l’ingresso di un nuovo avventore. Era un ragazzo che non aveva mai visto prima, dall’espressione insolitamente seria, che si guardava attorno con sguardo indagatore. Quando lo vide accomodarsi da solo ad un tavolo appartato, sperò che Fay se ne accorgesse e si occupasse anche di lui. Niente da fare, il fratello era tutto preso dal professore. Sospirando, chiamò Watanuki.
«Puoi prendere l’ordinazione del tavolo 10, per favore? » chiese.
Detestava far aspettare i clienti. La tempestività era sinonimo di efficienza.
Mentre mescolava le salse già pronte, osservò il suo aiutante alle prese con il nuovo venuto: sembrava in difficoltà. Pensando al tipo di ordinazione che poteva fare un ragazzo, Yuui si sentì percorrere da un brivido di nervosismo: se Watanuki fosse tornato con la richiesta di un hamburger o qualcosa di simile, probabilmente lo avrebbe sbranato.
Quando vide l’espressione contrita con cui rientrò in cucina, era già pronto a morderlo.
«Ehm… Yuui-sensei… il cliente del tavolo 10 non ha trovato niente di suo gradimento sul menù. » riferì il ragazzo. «Mi ha pregato di dirle che si affida alla fantasia dello chef. »
A quelle parole tutta l’irritazione di Yuui evaporò: era ben felice di poter sbrigliare un po’ la sua immaginazione.
«Molto bene! » esclamò con gli occhi che brillavano. «Se non ama il pesce, allora carne sia. E verdure. Watanuki-kun, la pasta fresca! Gli faremo assaggiare il miglior menù italiano che sia mai stato improvvisato! »
Quando Fay rientrò a sua volta, li trovò entrambi occupatissimi. Mentre Watanuki lavorava la pasta fresca, Yuui si occupava del soffritto di funghi a cui aveva aggiunto una manciata di mirtilli. «Ma…» tentò di obiettare il giovane cameriere, subito zittito.
«Profumano. » lo liquidò Yuui per poi rivolgersi a Watanuki. «Quando hai finito con le tagliatelle, pulisci i fiori di zucca. La pasta delle crêpes è già pronta. Ci vuole una salsina…»
Mentre parlava, iniziò a versare in una padella del vino rosso con l’aggiunta di alcuni chiodi di garofano.
Quando lo vedeva così indaffarato, Fay si sentiva alquanto inutile. Dall’altra parte però l’efficienza di suo fratello lo affascinava: era sempre così meticoloso e preciso, i suoi piatti erano dei capolavori.
«Ehm… Ashura-sensei voleva del pesce spada alla griglia. » osò interromperlo.
Non era certo di come avrebbe reagito Yuui nel bel mezzo del fuoco creativo. Fortunatamente si limitò ad indicargli un piatto già pronto prima di tornare ad occuparsi della salsa.
Fay stava già tornando in sala quando un’esclamazione lo fermò.
«Quando torni, vai in cantina e recuperami dello speck affumicato. Ah, e anche dello zafferano! »
«Certamente! » esclamò Fay con un sorriso smagliante.
Erano settimane che non vedeva il fratello così entusiasta e ringraziò mentalmente il nuovo cliente per aver scelto proprio quella sera per presentarsi.
In un angolo della sala, Yuuko-san fissava alternativamente la porta della cucina e il tavolo 10, sorridendo in modo enigmatico.


CONTINUA...


NOTICINA DI YUKI:
Eccomi di ritorno dopo secoli di assenza con una nuova fic a tema Clamp! Questa volta un'AU che metterà al centro le mie coppie preferite, vale a dire Kurogane e Fay, Shaoron e Yuui. Per il momento, vista la brevità del capitolo, non c'è molto da dire se non che purtroppo, a differenza delle altre volte volte, i post non saranno regolari. Il motivo è semplicemente perchè la fic è tutt'ora un work in progress. Spero di riuscire a portarla a termine nel migliore dei modi!
Saluti a tutti!
YUKI-CHAN




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I suoi occhi seguirono la mano di Kurogane sollevare la tazzina e portarsela alle labbra – oh, cos’avrebbe fatto per quelle labbra! – poi tornare ad abbassarsi sul piattino.
   
 
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