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Autore: The_Cow    26/03/2010    8 recensioni
Perchè in fondo alcune echelon aspirano a qualcosa di più di una singola foto e, di un semplice autografo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, questa è la prima cosa che posto sui mars, non la prima che scrivo, ma la prima che ho il coraggio di pubblicare....
L'ho scritta qualche giorno, in mezz'ora, di notte, preda di un raptus forse in attesa del concerto che c'è stato poi il 22 marzo al Palasharp!
Non so assolutamente se finisce così, se andrò avanti o rimarrà un piccolo scarabocchio tra i tanti miei pensieri, intanto spero che queste poche righe piacciano a qualcuno!!!
Tutto quello che leggerete di seguito è esclusivamente di mia invenzione, fatti e persone, a parte i mars ovviamente, non esistono e non mi appartengono!
Buona lettura!
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Vederlo così mi brucia parecchio.

Accerchiato da tutte quelle echelon, sono sicura che molte di loro aspirano a qualcosa di più di una singola foto e, di un semplice autografo.

Sono attratte dalla loro musica sì, ma non solo, la passione di qualcuna va ben oltre.

E a me questo da fastidio in un modo davvero assurdo.

Sono qui impalata al muro, ad osservare una manciata di ragazze e ragazzi che si alternano, per scambiare quattro chiacchiere con l’unico mars che si è degnato di uscire dopo il concerto.

La mia macchinetta fotografica è nella borsa, preferisco tenere le mie dita occupate con una sigaretta al momento.

Anzi, lo ammetto, è già la terza da quando è sbucato oltre le porte nere e, sono solo dieci minuti.

Sono davvero ridicola!

Tanta strada, tanti chilometri, un solo obiettivo e nemmeno tento di avvicinarmi, ma vederlo così da vicino, non più attraverso un video o una fotografia, così reale, con quegli occhi di un colore indefinito e uno sguardo ambiguo, anche se in questo momento è notevolmente stanco, scoordina la mia capacità cervello/azione/razionalità.

E anche l’ultimo mozzicone mi brucia tra le dita, forse è meglio che vada, è inutile arrovellarsi anima e fegato contro una parete ruvida…

-…per favore?- sollevando gli occhi da terra mi ritrovo una ragazzina, al massimo quindicenne, con i capelli rossi, che mi porge una digitale con un braccio teso e due occhi grandissimi, che mi fissano in un misto di attesa e curiosità.

-Come scusa?- le chiedo rispondendo all’occhiata, ero così persa nei miei pensieri, che non l’ho nè vista né sentita

-Potresti scattarci una foto di gruppo per favore?- solo in questo momento, alzando lo sguardo, riesco a vedere oltre le sue spalle.

Il gruppetto di echelon che mi fissa impaziente, lui in mezzo, circondato da loro che fanno a gara per chi deve stargli vicino nella foto.

Bene, brava Astrid, ti sei persa anche questa occasione della foto di gruppo per stare in disparte, sicuro che ti hanno presa per una che si trova qui per caso e, non per una fan come loro.

Gli sguardi davanti a me cominciano a farsi insistenti, compreso il suo che forse non vede l’ora di rientrare e, quello della ragazzina rossa davanti a me, che ha abbassato leggermente il braccio e ha messo su un mezzo broncio sulle labbra.

-Certo, scusami!- esclamo fingendo una volontà inesistente e, allungando il braccio per prendere la macchina fotografica dalle sue mani

-Devi schiacciare qui- mi indica un tasto sulla destra della sottilissima fotocamera, prima di girarsi per raggiungere gli altri già raggruppati, che sogghignano, forse a qualche strana espressione riferita a me.

Senza perdere altro tempo punto l’obiettivo sulla combriccola, lui ora mi sta fissando, in verità punta l’obiettivo ne sono cosciente, ma il suo sguardo è rivolto solo ed esclusivamente nella mia direzione, magari anche se in minima parte, si accorge che dietro ci sono io.

Mi viene quasi voglia di zoommare, vedere i suoi occhi che falsamente fissano i miei ad una distanza ravvicinata,  ma i brusii si fanno più intensi e senza tergiversare oltre, lascio perdere questa meravigliosa idea che mi è balenata alla mente e premo il dito sul pulsante di scatto.

Click!

Una breve e fortissima luce di un flash, illumina per qualche istante il gruppetto.

-Ecco tieni- riconsegno velocemente l’oggetto alla rossa, che è corsa immediatamente verso di me per riprendersi la sua digitale e soprattutto, per controllare come è venuta la foto, forse pensa che di me c’è poco da fidarsi.

-Grazie- borbotta velocemente tornando dai suoi amici.

Davvero riconoscente.

Qui ci starebbe bene la quarta sigaretta, ma prima che possa pensarci seriamente, il mio sguardo ricade nuovamente sul gruppo e vedo lui allungare un braccio nella mia direzione e, con quattro dita della mano farmi segno di raggiungerlo.

Come?

Stasera mi sento veramente lenta di comprendonio, ed evidentemente se ne sono accorte anche tutte le persone attorno a me.

Anche lui.

Cerco di fare un passo avanti, ma mi blocco subito per paura di aver capito male, ed è in quel momento che lui decide di unire le parole ai suoi gesti.

-Ora tocca a te no? Sei l’unica a non essere venuta nella foto- i miei occhi si spalancano improvvisamente per la sorpresa, cosa frega a lui chi ci sia o meno nella fotografia, non credo gli faccia qualche differenza.

Anche lui vedendo la mia lentezza abbassa il braccio, come la ragazzina aveva fatto precedentemente, ma non smette di sorridere.

E’ un sorriso stanco, me ne accorgo anche io che non lo conosco personalmente.

Qualcuno scocciato lì vicino mi dice a voce alta -Vuoi sbrigarti?- intorno a me la piccola folla si è diradata, è rimasto solo lui fermo e immobile dove si trovava prima, che imperterrito continua a fissarmi.

La ragazzina rossa è parata di fronte a lui, con la digitale in mano e lo sguardo inchiodato su di me, cosa che mi fa scattare come una molla appena me ne accorgo, inconsciamente.

-Ciao- il suo braccio torna ad allungarsi appena gli sono abbastanza vicino e la sua mano mi afferra, quasi come a trattenermi  per non farmi fuggire oppure, semplicemente per accelerare i tempi lenti che mi annebbiano i movimenti stasera -Come ti chiami?- domanda senza mollarmi

-Astrid- rispondo un po’ traballante e mi sembra che un rospo stia cercando di scendere giù per la mia gola

-Perché stavi lì tutta sola? Guarda che non ti mangio!- e così dicendo mi piazza davanti a lui, abbracciandomi e poggiando lievemente il suo mento sulla mia spalla, sento il suo respiro caldissimo soffiarmi sul collo, non ho nemmeno il tempo di capire che devo sorridere, che il flash mi annebbia la vista, solo quella, perché la mente me l’ha già annebbiata lui da un pezzo.

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Un piccolo appunto, spero di non aver offeso nessuna persona, o la figura delle echelon, con la mia introduzione! :-)

  
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