Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Arwen88    27/03/2010    1 recensioni
Haruka Doumeki, nel pieno della giovinezza, alle prese con un'oscura presenza ad un crocevia. Storia breve per un personaggio che amo tanto.
Partecipa alla Caccia alle Uova, prompt 15.
Genere: Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruka Doumeki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa alla Caccia alle Uova su FanWorld.it, prompt 15!
Ed è lui: il mitico Haruka san! Quando era vivo, nel pieno della giovinezza, nel pieno del suo splendore. E per come lo vedo io è un personaggio secondario che, oltre ad apparire poco nel manga, non compare quasi mai nemmeno nelle ff.











L'albero di ciliegio




Haruka Doumeki camminava, lo sguardo basso, perso nei suoi pensieri.
Si trovava in una strada di quartiere, una zona in cui si era recato raramente.
Continuava a pensare al sogno che aveva fatto quella notte.

Davanti a lui vi era un immenso ciliegio, si poteva capire anche solo alla prima occhiata che doveva essere veramente vecchissimo e l'aura che emanava aveva un profumo capace di inebriarlo.
Ma i suoi fiori, quei piccoli meravigliosi boccioli rosa, cadevano. E lo spettacolo di quella pioggia gli strinse il cuore.
I fiori non oscillavano fino a terra portati dal vento, no: piombavano inesorabilmente al suolo, come fossero pesanti, come fossero privi di un qualsiasi tipo di linfa vitale.
L'intero albero era avvolto da scuri tentacoli che, avvolgendosi al tronco, ai rami ed in profondità alle radici, lo soffocavano.
Nell'aria si sentì d'improvviso un pianto e quando il custode del tempio si voltò, cercandone la fonte, una voce di bimba risuonò in quella rovina.
-Salvalo, ti prego...-



Arrivato ad un crocevia il giovane esorcista si fermò alzando di scatto lo sguardo, riconoscendo davanti a sé il triste protagonista del suo sogno.
Il ciliegio si levava maestoso alle spalle della diramazione delle strade, l'aria malata di un albero troppo vecchio.
Ma Haruka sapeva che era solo apparenza: la vita del vegetale era stata accorciata dallo spirito che l'aveva attaccato.
Bramosia di potere.
Questa era la motivazione.
Gli incroci sono luoghi magici ma ormai la gente iniziava a dimenticarlo con troppa facilità. L'albero che era cresciuto in quel luogo aveva intrecciato la magia alle proprie radici e, guidato dallo spirito buono dentro di sé, era divenuto il guardiano di quel crocevia, spargendo la propria buona fortuna sui passanti, proteggendoli dagli incidenti e dalle cattive scelte, dalle sbandate che potevano prendere scegliendo una strada al posto dell'altra.
Probabilmente aveva sorvegliato in silenzio quel luogo per molto tempo, fino all'arrivo di quello spirito oscuro.
Il nuovo arrivato che desiderava controllare il crocevia era di una specie fortunatamente in via di estinzione.
Non c'era un nome preciso col quale venissero conosciuti ma tutti sapevano quale fosse la loro peculiarità: trovavano il luogo adatto, vi si insediavano, aspettavano il passaggio di altre creature.
E si cibavano della buona fortuna del malcapitato.


Il custode del tempio slegò il panno che proteggeva ciò che aveva portato dalla sua dimora con sé.
I raggi del sole si fecero strada tra le nuvole di quella fresca mattina ancora umida di rugiada, illuminando un arco e delle frecce, frecce particolari, da esorcismo.
Haruka Doumeki prese attentamente la mira alla base del tronco, laddove la presenza dello spirito affamato era più forte, più imponente.
Fece un respiro lento, buttando fuori l'aria, rilassando le spalle, tirando la corda, quasi senza battere le palpebre, lo sguardo concentrato sul bersaglio.
Successe tutto in pochi secondi: l'arciere rilassò le dita, liberando la corda, scoccando la freccia, e questa compì una lieve parabola, veloce come il vento, colpendo nel punto vitale il mostro.
Nel momento in cui questo venne toccato dalla freccia l'aria fu trafitta da uno stridulo grido di dolore, i lunghi tentacoli del mostro che si muovevano appena prima di svuotarsi, come se l'interno fosse rimasto vuoto, e rimpicciolire, raggiungendo il corpo principale.
Fu questione di pochi attimi e quello scomparve definitivamente, esorcizzato, lasciando solo la freccia a brillare nel punto dove tutto era successo, prima che con un leggero suono questa cadesse a terra.
E il vento riprese a soffiare, portando i rumori del resto della città ed il profumo, finalmente leggero, di quei fiori di ciliegio. 
  
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