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Autore: Caesar    30/03/2010    5 recensioni
Era bella della terribile bellezza dei sogni – riuscì appena a pensare; o degli incubi, di quelli che neppure un’alba di perla sarebbe mai riuscita a dissolvere del tutto.
Genere: Dark, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camera Chiusa

 

‹‹Sei mia›› le aveva sussurrato una notte all’orecchio. L’aveva bisbigliato nell’oscurità di una camera chiusa, nel silenzio osceno dei loro gemiti soffocati.

La finestra doveva essere aperta: poteva ancora sentire la carezza della sera, delicata sui loro corpi sudati; il suo profumo di primavera, il silenzio dolce, inebriante.

Lei non aveva detto nulla. Sirius però ne aveva sentito le labbra sensuali piegarsi in un sorriso sprezzante, mentre lasciavano un sentiero di baci roventi sulla sua pelle nuda, sulle guance ruvide; ne aveva percepito il corpo d’avorio e oro inarcarsi sotto di lui, nello spazio angusto tra il suo petto e la parete.

Era bella della terribile bellezza dei sogni – riuscì appena a pensare; o degli incubi, di quelli che neppure un’alba di perla sarebbe mai riuscita a dissolvere del tutto.

Aveva cercato la sua bocca, lussurioso, violandola con una passione che sapeva di violenza, segreto, vizio. Quindi lei gli aveva serrato i fianchi con le gambe lucenti.

Poteva ancora ricordare i bisbigli, i sussurri; ricordava le vesti che cadevano, i corpi che si cercavano, che s’incontravano; ricordava i gemiti.

‹‹Mia›› aveva ripetuto, nel silenzio di quella camera chiusa, senza ottenere ancora risposta: c’era solo quel sorriso, sulle sue labbra e nel buio che li circondava.

Allora aveva sollevato lo sguardo, senza potersi scostare i capelli nerissimi dalla fronte lucida di sudore, per scorgere nelle tenebre i tratti della ragazza.

O tentare, almeno. L’oscurità li circondava come una strada di stelle, magari smarrita da qualche parte, nell’inutile tentativo di raggiungere il mattino; solo un unico, argenteo raggio di luna la lacerava, delirante cascata di luce nei confini di quella camera chiusa. Una camera in cui rinchiudere tutti i peccati e i vizi, i desideri più oscuri, i sogni proibiti.

In una camera chiusa, si disse lui - mentre gli occhi grigi vagavano ciechi, pietre lucide -,  non c’era differenza tra realtà e immaginazione, verità e menzogna. Forse con la luce del giorno le promesse sarebbero state dimenticate, i giuramenti infranti: ma la carne era un possesso rasente l’eternità.

Non era riuscita a vederla. L'oscurità si spalancava tra i loro visi come un baratro senza fine, torbido come il piacere che stavano provando: lui lasciò scivolare una mano sulla gamba nuda, lei gli artigliò la schiena.

Era quella la follia?, riuscì appena a chiedersi Sirius, prima di scorgere il suo sguardo, beffardo e sprezzante, intenso in un impatto quasi fisico – splendente di fuoco e peccato.

‹‹Mia›› di nuovo, come se solo il ripeterlo potesse esorcizzare tutti i dubbi che lei –Lei!- aveva scatenato nel suo cuore crudele.

-        Non sei diverso da noi, cugino... -

Il veleno della lussuria gli scorreva bruciante nelle vene misto al sangue. Ma era un segreto da relegare dietro le palpebre frementi, un’oscenità dettata da pulsioni e passioni che non potevano essere comprese appieno, neppure da lui. L’osceno segreto del bisogno.

Lei aveva continuato a non dire niente. Aveva solo lasciato che il capo ricadesse all’indietro, mentre un sorriso enigmatico le piegava le labbra, mentre le palpebre calavano sugli occhi lussuriosi.

Allora Sirius aveva spostato un attimo – un attimo solo - lo sguardo su quel raggio di luna; scintillava prezioso dietro le tende leggere, baciando il soffio del vento: cascata liquida di luce e argento. Lontano - pensò; troppo lontano da loro.

… c’era quasi tristezza nei suoi occhi.

*

 

Aveva riportato l’attenzione sulla ragazza, ancora sotto di lui.

Da quanto tempo durava ormai? Le notti si confondevano, si consumavano nel piacere di ore che duravano secondi. Lì, nella loro camera chiusa, i mesi non avevano importanza, le amicizie si sgretolavano e gli amori sbiadivano; ma, ancora, la carne rimaneva un possesso rasente l’eternità.

La verità era che erano divenuti il vizio l’un dell’altro; il peccato segreto, il sogno proibito, l’incestuoso pensiero cui ritornare nella noia del giorno.

Ma la verità non era fatta per il mondo reale. Non lo era mai stata.

Forse là fuori le regole sarebbero state rispettate, l’orgoglio e  i pregiudizi indossati come maschere di seta. Ma lì, nell’oscurità di una camera chiusa, lei era sua.

Anche se per la durata di qualche notte soltanto, era sua.              

‹‹Ama il tuo peccato, Bella››

 

*****

Avevo già pubblicato questa fic, subito dopo averl scritta in 5 minuti di noia; poi l'avevo tolta sperando di poterla migliorare. L'ho cancellata, riscritta, ricancellata di nuovo: niente, è quasi identica a quella originale XD
Spero che almeno vi sia piaciuta e vi invito, ovviamente, a lasciarmi un commento :D
Caesar
   
 
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