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Autore: Rin Hisegawa    01/04/2010    5 recensioni
Un giorno sarebbe andato via da quel luogo sempre uguale, dove anche i fenomeni naturali non avevano modo di mostrarsi in tutta la loro potenza. Un giorno avrebbe visto le vere tempeste, e la superficie del sole, ed i mostri marini dimenticati nelle profondità dell'oceano. Avrebbe imparato a curare ed uccidere, a generare la vita da un brandello di carne e una goccia di sangue; avrebbe toccato con mano l'energia che muove tutte le cose, e l'avrebbe plasmata a suo piacimento come fosse una mollica di pane. [MAYURI KUROTSUCHI x OC]
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'The Bleeding Saga'
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Nuovo capitolo come promesso! :) Non sono morta! Tanto per cominciare grazie a tutti quelli che hanno commentato anche l'AVVISO, mi ha fatto tanto piacere sapere che non avete smesso di seguire la mia storia! Per questo motivo ho deciso di non cancellare ma editare, così ì vostri commenti non andranno persi! .o. La mia vita pian piano sta ricominciando a funzionare, l'emicrania è passata [anche se sto tuttora cercando una causa scatenante che non si trova], gli esami sono finiti e le faccende "di cuore" sono andate a posto. ♥ Torno a scrivere Wild Lilies, e vi prometto qualche sorpresa in questo capitolo e - soprattutto - in quelli futuri! :)
Un grazie speciale a Belianna che ha lasciato una recensione per il concorso 'Storia coi migliori personaggi originali'. Sono onorata, e lietissima di aver "convertito" un altra persona a Mayuri! ;)

« So if you see me in the wind

think twice before you let me in.
I only smile just to ease the pain
you think it's a smile, I think it's a stain. »

[Peter Gabriel, "Altus Silva"]

Aprile scivolò via rapido come un battito di ciglia per gli studenti dell'Accademia, portandosi via anche l'ultimo alito di vento invernale. Maggio esplose in tutto il suo splendore assolato e gioioso, preannunciando calde giornate estive e prati punteggiati di tulipani. I corsi si erano fatti sempre più intensi adesso che ci si avvicinava agli esami, e tutti all'interno della scuola sembravano in preda ad una sorta di frenesia dovuta all'arrivo delle imminenti vacanze.
Rin osservava il paesaggio fuori dalla finestra tingersi col verde leggero dell'erba nuova, il mento appoggiato su una mano. I capelli biondo scuro le arrivavano adesso all'altezza dei gomiti, e li portava legati in una mezza coda che impedisse alle ciocche più corte di caderle sul viso.
Da quando aveva iniziato a lavorare in laboratorio con Mayuri era diventata, se possibile, più taciturna e distaccata dal resto dei compagni: rispondeva ancora quando qualcuno le parlava, tuttavia le riusciva quasi impossibile interessarsi sinceramente a quello che gli altri le dicevano.
Ogni parola le appariva banale, ogni discorso già sentito. C'era sempre da commentare il fisico di questo o quel ragazzo nuovo, discutere sul colore dello yukata da indossare durante le varie festività, fare congetture riguardo al voto preso nell'ultimo esame. E alla fine, quando ogni argomento era stato esaurito, iniziavano i soliti luoghi comuni e le frasi fatte in cui nessuno ormai credeva più da un pezzo.
Tutto così ripetitivo, il mondo dov'era nata e cresciuta. Gente comune, alla ricerca di un motivo per sentirsi speciale, in attesa del momento in cui fosse accaduto qualcosa di fantastico che avrebbe reso tutto differente. Come se non bastasse essere già Shinigami... come se non fosse sufficiente avere il potere di salvare e di uccidere. Il futuro era nelle mani di quei ragazzini sempre pronti a far confusione, e loro non avevano niente di meglio da fare che cercare il miglior modo per passarsi il compito in classe senza farsi scoprire.
- Hey, Rin-chan, che cosa hai fatto al braccio?
Sana si sedette accanto a lei, atterrando sul letto con una piroetta aggraziata. Inclinò la testa da un lato, educatamente curiosa, scrutando il polso della compagna di stanza senza preoccuparsi di poter apparire invadente. La Hisegawa spostò rapidamente gli occhi dal volto di lei alla fasciatura che, stretta e ordinata, nascondeva interamente la pelle  che la manica del kimono aveva svelato.
Per un istante le sue labbra si fecero sottili: lei sapeva benissimo cosa si celava sotto alle garze candide, ed era qualcosa che all'amica non sarebbe piaciuto per niente. Allora alzò lo sguardo determinata, distendendo i lineamenti infantili nell'espressione più simile ad un sorriso che riuscì a trovare.
- Sono caduta, - spiegò tranquillamente stringendosi nelle spalle, - Sai che inciampo dappertutto... ma è solo un taglietto, Retsu-sensei ha detto che non è nulla di grave.
Sana annuì seria, ma era evidente che la sua mente era già lontana. Aveva chiesto per pura cortesia: probabilmente desiderava soltanto cambiare argomento, e raccontarle quanto si era divertita durante il suo appuntamento con Takeshi. Rin appoggiò di nuovo la guancia nel palmo della mano, rassegnandosi ad ascoltare pazientemente il flusso incessante di parole, perfettamente consapevole che avrebbe dimenticato ogni cosa entro qualche ora.
In un angolo del suo cervello, come un disco rotto, si ripetevano ancora ed ancora gli avvenimenti di qualche giorno prima.

E' sera. Il volto di Mayuri è perfettamente serio nella pallida penombra del laboratorio. Sono costretti a lavorare alla luce di qualche candela rubata, perché se accendessero i neon di certo qualcuno lo noterebbe, prima o poi. Attraverso le ampie finestre troppo alte si scorge soltanto un brandello di cielo scuro e, al centro esatto di questo, una falce aguzza di luna.
Rin osserva il ragazzo mescolare con destrezza i diversi preparati, con la stessa curiosità attenta di un cucciolo che impara a cacciare. Non può fare molto, per ora, se non memorizzare ogni formula e lavare gli oggetti dopo che sono stati usati. Inaspettatamente Kurotsuchi è estremamente paziente con lei, e agisce ogni volta stando attento che la giovane Shinigami capisca ogni cosa.
Stasera, tuttavia, c'è qualcosa di diverso rispetto al solito. Anziché chiederle di prendere un contenitore dallo scaffale infondo alla stanza, Mayuri lascia scorrere le dita sull'impugnatura del bisturi affilato con cui l'aveva minacciata quando si è presentata per la prima volta in laboratorio. Memore di quell'esperienza, la ragazza non può fare a meno di tremare appena.
Kurotsuchi solleva un angolo della bocca in un mezzo sorriso di scherno, perché l'espressione di lei non gli è affatto sfuggita. Con movimenti volutamente cauti e studiati solleva il piccolo oggetto tagliente, e osserva i riflessi della candela danzare sulla lama ancora immacolata, liscia e sottile.
- Prendi delle garze, - dice perfettamente tranquillo. - Può darsi che ce ne vogliano parecchie, tra un po'.
Rin ubbidisce annuendo, cercando di non incontrare gli occhi di lui. Non può farne a meno: nonostante sappia benissimo di essersi cacciata da sola in quella situazione, ancora continua a tremare ogni volta che vede Mayuri impugnare qualcosa di affilato. Diligente, appoggia le bende sul tavolo davanti al suo compagno di lavoro.
Kurotsuchi ha gli occhi bassi, sta armeggiando con il contenitore che ospita l'ultimo preparato. Naturalmente la Shinigami non ha contribuito alla creazione di quel liquido di un giallo vivace, ma sa benissimo di cosa si tratta e potrebbe tentare di replicarlo, se fosse necessario. La formula è semplice, quasi banale a confronto con altre sue creazioni, ma Mayuri tiene particolarmente a quella fialetta che luccica sinistramente alla luce della luna.
Una pozione che permette di ottenere una guarigione ben più rapida del normale; una sorta di fattore rigenerante che, se potenziato, potrebbe persino permettere a chi lo usa di ricreare da zero braccia o gambe amputate. Per adesso si tratta soltanto di una medicina un po' più efficace del normale: buona per far risarcire un taglietto, niente di più. Non si possono produrre sostanze esageratamente potenti, in quel laboratorio: la materia prima è troppo poca, bisognerà risparmiare fino alla prossima estate.
In ogni caso, Kurotsuchi non può impedirsi di sogghignare mentre scruta in controluce il liquido color del sole: potrebbe essergli molto utile, anche in un futuro immediato. Andarsene in giro coperti da capo a piedi di tagli profondi e sanguinanti non aiuterebbe certo lui e la sua assistente a passare inosservati in una scuola dove tutti sembrano vivere soltanto in funzione di pettegolezzi e maldicenze.
- Non ci resta che testarla, ora, - commenta il ragazzo più a se stesso che a Rin, continuando a giocherellare col bisturi che tiene stretto nella sinistra. Una cosa che la ragazza ha notato da poco - e che l'ha scioccamente stupita, come se non sapesse quanto lui può essere strano - è l'abilità con cui Mayuri usa indifferentemente entrambe le mani per scrivere, lavorare ed impugnare la spada. Non ha mai incontrato una persona ambidestra prima: non può fare a meno di chiedersi se si tratti dell'abilità di un genio o di quella di un pazzo.
Osserva dubbiosa la grafia nervosa e complessa dell'amico sull'etichetta della fiala; nel frattempo lui si è sollevato la manica, rivelando l'avambraccio pallido e le vene bluastre all'altezza del polso. Il bisturi è ancora al suo posto, saldamente stretto nel pugno, così come il sorriso un po' esaltato che piega gli angoli delle sue labbra in un'espressione crudele.
In silenzio, il giovane fa scivolare la lama appuntita sulla pelle chiarissima. Dolcemente, apparentemente senza sforzo, il bisturi penetra di qualche centimetro nella carne. Lui non abbandona la sua solita espressione seria e rilassata, mentre osserva il proprio sangue scivolare rapido in rivoli ordinati e cadere gocciolando al suolo. Da parte sua, Rin assiste alla scena con gli occhi sbarrati.
Deglutisce a vuoto quando Mayuri le passa lo strumento aguzzo, porgendole l'impugnatura. Sembra non esserci alcun dubbio nei suoi occhi color ambra, incredibilmente gelidi sotto le sopracciglia sottili.
- Gli esperimenti devono essere ripetuti per poterne verificare la riuscita, - commenta semplicemente, e questa è la sua spiegazione.
Ubbidiente, la ragazza preme la lama contro il proprio polso sottile. il liquido scarlatto luccica beffardo alla luce della candela, mescolandosi al sangue di Mayuri che è rimasto sull'acciaio freddo. Lei non può fare a meno di ripetersi che tutto quello che stanno facendo è folle, pericoloso, insensato.
No, un momento... non è vero. E' assurdo, forse, ma  non insensato. In effetti quel giovane che la scruta impaziente, con un braccio sanguinante ed un sogghigno un po' sghembo sulle labbra è l'unica cosa che abbia un senso in tutta la sua vita.
Kutotsuchi è la sola persona di sua conoscenza che abbia il coraggio di dire quello che pensa, e di pensare quello che vuole. Il solo che abbia accettato di essere messo da parte e considerato un pazzo pur di non abbandonare le proprie aspirazioni. E, a dispetto di quello che tutti dicono di lui, è anche un maledettissimo genio.
Per questo motivo, il sangue che Rin ha versato per la scienza in cui crede, per la scienza in cui Mayuri le ha insegnato a confidare, non è affatto perduto.
- Alla salute, - sogghigna in ragazzo con una luce un po' inquietante nello sguardo mentre versa qualche goccia del liquido magico sul polso di Rin.
Lei sussulta impercettibilmente: la sostanza brucia a contatto con la pelle come fosse acido, e attorno ai labbri netti del taglio si forma una leggera schiuma. Intanto Kurotsuchi ripete il gesto sul proprio braccio, osservando il preparato color oro pallido luccicare nella fialetta mentre la ripone.
- C'è ancora da lavorare, - mormora infine fra sé, flettendo le dita della mano.
Rin annuisce di rimando, mentre il liquido si asciuga e sul suo polso appare una candida cicatrice un po' arrossata. Solo una cicatrice, dove prima c'era una ferita sanguinante e slabbrata. Ma non è ancora abbastanza, almeno non per Kurotsuchi... invece, la ragazza non può fare a meno di scrutare con quieto stupore quel piccolo miracolo della chimica. E' stupefacente, assurdo, spaventoso.
Dovrà nascondere il braccio per un po', non sarà facile giustificare la presenza di un taglio che sembra risarcito da giorni agli occhi di persone che l'hanno vista sana come un pesce fino a qualche ora prima. Dovrà anche stare attenta, d'ora in poi: nella sua giovane mente, e sulla sua pelle candida, è custodito un segreto che si farà più pesante ogni giorno che passa, un fardello che sarà difficile riuscire a sopportare.
Tuttavia, mentre ripone gli oggetti che lei e Mayuri hanno usato per l'esperimento, la Shinigami capisce che i suoi dubbi adesso non hanno alcuna importanza: per la prima volta da quando è nata, sente di aver finalmente trovato qualcosa per cui vale la pena di lottare.


1. Mayuri è effettivamente ambidestro.
2. Credo che tutti abbiate capito di che "pozione" si parla in questo capitolo, dal momento che Mayuri ne utilizza una versione potenziata per curare le proprie ferite dopo lo scontro con quel cretino di Ishida... :D
  
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