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Autore: Emma Bennet    03/04/2010    4 recensioni
Però, quel giorno, Andromeda non badò a quello, ma piuttosto a quello che l'altra teneva in mano. Un pacco di lettere, che riconobbe immediatamente. Erano di Ted. La ragazza non disse niente, rimanendo in silenzio a fissare la sorella, aspettando. Anche Narcissa rimase zitta per un po', abbassando gli occhi. Quando tornò ad incrociare le iridi castane di Andromeda, quest'ultima notò che erano pieni di lacrime.
«Come hai potuto?» mormorò la bionda, con voce rotta.

E se Narcissa avesse scoperto di Andromeda e Ted Tonks molto tempo prima della sua fuga? Cosa avrebbe fatto? Avrebbe mantenuto il segreto... o avrebbe tradito sua sorella?
Scritta per l'iniziativa 2O1O: One Year Together del Cos. Dedicata a Silvia ♥
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Back to Black'
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Betray.
(03 Aprile)




Nel declinare ancora crescerai,

in chi è tuo: da quanto abbandoni:
quel che è giovane investi, il fresco sangue,
tuo puoi chiamarlo al mutare dei giorni.



Andromeda Black camminava pigramente per i viali alberati del giardino di casa sua, godendosi il sole primaverile. I lunghi capelli castani, per una volta, erano lasciati sciolti, e morbide onde le ricadevano sulle spalle, accarezzandole il corpo. Il viso era alzato, come per godere al meglio dei raggi del sole, per colorare la pelle sempre così chiara.
Era serena, quel giorno, era completamente serena, cosa abbastanza rara, per lo meno quando si trovava a casa sua. Normalmente, la propria casa dovrebbe significare un rifugio, felicità, calore familiare. Per lei, però, non era niente di tutto questo. Per lei, casa equivaleva a doveri, menzogne, apparire in un certo modo. E dopo diciassette anni, era stanca di tutto ciò. Ad Hogwarts, invece, le cose erano diverse, soprattutto ora che Bellatrix non frequentava più la casa di stregoneria e  magia più famosa del Regno Unito. Lì poteva passare inosservata, anche agli occhi di Narcissa, nell'ultimo periodo sempre così svagata. E ad Hogwarts, c'era lui. Aveva paura anche a pronunciarne il nome, ma quando lo faceva, sussurrandolo tra sè e sè, un brivido di gioia segreta mista trasgressione le attraversava la schiena. Ted Tonks. Un Nato Babbano, un Sanguesporco, una persona impura e indegna di lei. Così lo aveva ritenuto a lungo, ma poi si era dovuta ricredere, perchè se c'era qualcuno di indegno, quello era lei, e la sua famiglia. Altro che toujour pur! Puri nel sangue, forse, ma non certo nell'animo: i suoi parenti si erano macchiati di così tanto sangue innocente! Senza contare quella stupida causa del Signore Oscuro, in cui tutti sembravano credere così tanto. Rimpiangeva di aver pensato anche lei di essere superiore ad altre persone solo per il suo sangue, solo perchè era una Black. Ma era da tempo, ormai, che non riusciva più a considerarsi tale.


Poco dopo, decise di rientrare, siccome si avvicinava l'ora di pranzo.
«Santo Cielo, Andromeda, levati immediatamente quel... coso di dosso!»
L'antipatica voce di sua madre la fece voltare, e rimase a fissarla per qualche secondo, apaticamente. «Intendi il mio vestito, madre?» domandò, osservando l'abito che indossava: semplice, giallo chiaro, con un merletto come orlo, bianco.
«E' orrendo! Ti renderai conto di non poterlo indossare, spero» continuò la donna, squadrandola con disappunto. Una risata crudele le raggiunse le orecchie, ma Andromeda non perse neanche tempo a vedere chi fosse: lo sapeva già. Bellatrix le passò accanto, mangiando una mela. Nel suo abito bordeaux scuro, e con i capelli raccolti in un severo chignon, stava benissimo, sembrava persino meno pazza del solito. «Madre, Andromeda non si rende conto di niente più, non te ne sei accorta?» sogghignò, prendendola in giro.
Sua madre liquidò entrambe con un gesto seccato. «Oh, non mi interessa. Vedi solo di indossare qualcosa di più decente per l'arrivo dei tuoi zii e dei tuoi cugini»
A quelle parole, Bellatrix fece una smorfia. «Viene anche quell'idiota di Sirius?»
«Non parlare così di tuo cugino, Bella» la riprese Druella, con tono sussiegoso.
«Perchè? E' vero. Sirius è uno spostato!»
Andromeda si morse la lingua, trattenendosi dal farle notare che l'unica spostata era lei. Sua sorella era così cambiata, dopo la fine della scuola. Era sempre stata particolarmente sarcastica e acida, ma mai proprio cattiva. D'altronde, neanche ora era cattiva: ora, era semplicemente malvagia. Si era unita al Signore Oscuro, e la cosa doveva averle dato parecchio alla testa. Eppure, Andromeda le voleva bene, perchè era pur sempre sua sorella. Ricordava di come erano state unite, le tre graziose sorelle Black, ammirate da tutti. Ma ora, sembrava non esserci più traccia della spensieratezza dell'infanzia, in Bella.
«Vado a cambiarmi» annunciò in tono piatto, decisa a lasciare quella stanza.
Salì le scale con calma, per poi trovarsi di fronte alla porta della propria camera, che aprì sospirando. All'interno, trovò sua sorella Narcissa seduta sul letto, con un'espressione indecifrabile in faccia. Indossava un vestito azzurro chiaro, il suo colore preferito, che le faceva risaltare gli occhi, i capelli biondissimi erano raccolti in una treccia alla francese, perfettamente acconciati. Come sempre, era stupenda.
Però, quel giorno, Andromeda non badò a quello, ma piuttosto a quello che l'altra teneva in mano. Un pacco di lettere, che riconobbe immediatamente. Erano di Ted. La ragazza non disse niente, rimanendo in silenzio a fissare la sorella, aspettando. Anche Narcissa rimase zitta per un po', abbassando gli occhi. Quando tornò ad incrociare le iridi castane di Andromeda, quest'ultima notò che erano pieni di lacrime.
«Come hai potuto?» mormorò la bionda, con voce rotta.
«Non l'ho fatto apposta» rispose l'altra, mettendosi sulla difensiva.
«Lo voglio ben sperare! E' un mezzosangue, Andromeda, un mezzosangue!» esclamò Narcissa, lo sdegno percepibile ad ogni parola. Andromeda rise, amaramente, vedendo sua sorella trasformarsi in Bellatrix ogni giorno di più.
«So benissimo cos'è, Cissy»
«Perchè lui?»
«Io lo amo»
Per Narcissa fu come ricevere uno schiaffo in faccia. «Non puoi dire sul serio»
«Hai frugato nel mio armadio» sottolineò Andromeda, pensandoci. «Come ti sei permessa?»
«Cercavo il tuo nastro blu. Non pensavo avessi qualcosa da nascondermi, non ci sono mai stati segreti tra noi. Non sospettavo neanche avessi un doppiofondo!»
«Ah no? Allora perchè non mi hai detto di essere innamorata?»
La bionda arrossì sotto lo sguardo della maggiore. «Non sono innamorata»
«Lo sei, Cissy, te lo vedo scritto in faccia. E poi, di Lucius Malfoy
«Cos'hai contro di lui? E' un rispettabilissimo purosangue!»
«E' un pazzo!» urlò Andromeda, in preda all'ira.
«Sempre meglio di Theodore Tonks!»
«Diventerai come loro, come tutti loro» osservò la castana, come se lo stesse realizzando per la prima volta, abbassando la voce. «Come Bella, come Malfoy... pazzi. Tutti pazzi. Tutti votati a una causa ancora più pazza di loro!»
«Non osare parlare male del Signore Oscuro!»
Andromeda sorrise amaramente, scuotendo la testa «Pensavo che tu fossi diversa. Pensavo che sotto il tuo bel faccino ci fosse qualcosa»
«Dimmi che è uno scherzo, Dromeda... dimmi che non è vero» piagnucolò Narcissa, lasciando da parte la sua posa gelida e altezzosa che aveva di solito.
«Io lo amo» ripetè Andromeda.
«Non ti lascerò buttare al vento l'onore della nostra famiglia!»
L'altra la guardò, impassibile e fredda come solo una Black, infondo, poteva essere.
«Tu non farai niente, tu non mi tradirai»
«E cosa te lo fa credere?»
«Mi vuoi bene» ribattè la castana, semplicemente, guardando Narcissa negli occhi. Una sola lacrima solcò la guancia di sua sorella, silenziosamente. «Cissy...» aggiunse, sussurrando, guardando quella che era stata la sua sorella preferita, la sua migliore amica «Non deve andare per forza così» continuò, avvicinandosi a lei, come per abbracciarla.
L'altra, però, si scostò, ancora scioccata. «Devo andare a prepararmi» mormorò, sparendo.


Esattamente un anno dopo, Narcissa Black sedeva sul letto che era stato di sua sorella. Nella sua mente, le immagini di ciò che era successo trecentosessantacinque giorni prima le attraversavano la mente. Dopo soli due mesi alla discussione tra loro, Andromeda era fuggita, con Tonks. Non aveva più avuto notizie da lei, solo una lettera che ne confermava la sparizione. Invano, i suoi genitori avevano tentato di cercarla, di contattarla, promettendo di nascondere il suo disonore agli occhi degli altri: Andromeda non si era fatta trovare.
Guardava le pareti della camera di quella che non doveva neanche considerare sua sorella, bianchi, con qualche foto appesa quà e là. Presa da un impeto improvviso, Cissy spalancò il grosso armadio in noce, aprendo il doppio fondo in cui un anno prima aveva trovato quelle lettere incriminatorie. Un foglio bianco risaltava sul marrone del legno, sul quale c'era scritto il suo nome, nell'ordinata calligrafia di Andromeda. Con un involontario tuffo al cuore, Narcissa si affrettò ad aprirlo. "Non so se leggerai mai queste parole, Cissy, forse deciderai di bruciare questa lettera appena noterai che l'ho scritta io, o forse non la troverai mai. Però, volevo dirti che nel mio cuore ci sarà sempre posto per te, e anche a casa mia. Se un giorno cercherai rifugio per te, per qualcuno a cui vuoi bene... pensa a me. Quando eravamo piccole, te lo promisi: per sempre. Ti voglio bene, Cissy. Tua sorella Andromeda". Una lacrima bagnò la lettera, mentre Narcissa pensava a quella sorella che tanto aveva amato e che, in cuor suo, avrebbe continuato ad amare. Le aveva lasciato il suo nuovo indirizzo, ben sapendo che avrebbe potuto consegnarla ai loro genitori in un baleno. E non solo a loro.
In quel momento, la porta della stanza venne spalancata, e Bellatrix entrò, storcendo il naso alla vista di sua sorella minore inginocchiata per terra.
«Che ci fai quì?» domandò, assottigliando gli occhi.
«Cercavo... il nastro blu»
Bellatrix rimase a guardarla, come per assicurarsi che stesse dicendo la verità, e Narcissa rimase impassibile, sostenendo il suo sguardo. «Sei migliorata in Occlumanzia» disse la maggiore. L'altra sorrise, piatta.
Nuovamente, Narcissa Black non fece la spia. Nuovamente, non tradì sua sorella.












Tea Corner: la citazione iniziale è presa dall'undicesimo sonetto di Shakespeare. Questa one shot è stata scritta per l'iniziativa 2O1O: One Year Together del CoS - Collection of Starlight, con il prompt #177 I Segreti di Mia Sorella nel Doppio Fondo dell'Armadio. Inutile dire che l'ho trovato praticamente perfetto per Andromeda e Narcissa, che io credo siano state molto unite, in giovinezza. Voglio dedicarla a quella che è un po' la mia sorella maggiore, così come io sono la sua copia piccola: Silvia. Ti voglio bene, sul serio <3

   
 
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