Film > Sherlock Holmes
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Autore: ladyElric23    03/04/2010    3 recensioni
' “Ed inoltre Watson…” aggiunse passandogli un articolo ritagliato da un giornale, “Legga! Legga qua!” Lo lesse a bassa voce, quasi tra se e se. “Donna uccide il marito per ereditare ogni suo bene materiale… Dio, Holmes!!!” lo guardò, a metà tra l’esasperato e l’indignato. Ogni volta che voleva fargli conoscere una donna con cui usciva era sempre la solita storia. “Questi sono i fatti Watson! E per questo ci dovrebbe pensare due volte prima di sposare quella Lucy!” terminò, guardandolo con sguardo eloquente, mentre dava con dei gesti, con ancora un biscotto in mano, maggiore enfasi al suo discorso. Non faceva una piega come ragionamento! “MARY!” rispose, chiudendo gli occhi per non abbandonarsi all’isteria. “Si chiama Mary!! E che le piaccia o no, è la mia fidanzata!" '. Mia prima storia su Sherlock Holmes, nonchè ovviamente Holmes/Watson. Spero che vi piaccia. ^^
Genere: Commedia, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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My Damn Genius

 

Capitolo 1.

Era una mattina grigia, fredda, senza colore, una di quelle giornate che il miglior detective di Londra, nonché uno dei pochi, avrebbe definito “malsana”, quando il suo fedele amico, il Dott. Watson, entrò esasperato in quella camera buia e senza il minimo accenno di ordine o pulizia.

Come immaginava, lo trovò steso sul grande tappeto, scompostamente, con accanto delle boccette vuote; le conosceva bene lui, erano le stesse che usava lui stesso durante le sue visite oculistiche.

Si, il più geniale detective di Londra si faceva di roba per oculistica, e ancora una volta questo pensiero gli fece alzare gli occhi al cielo.

Ma cosa aveva fatto di male?

“Holmes!” lo chiamò, con voce ferma, guardandolo dall’alto in basso, ricevendo però in risposta solo un verso gutturale.

Si innervosì, come tutte le volte, e come sempre avanzò deciso verso la finestra, scostando violentemente le tende.

“Ah, ma che magnifica giornata!” esordì, con un sorriso finto, mentre sentiva l’altro lamentarsi a causa della luce, che improvvisamente era arrivata a ferirgli gli occhi.

“Watson!!” ruggì, alzando finalmente la testa, le pupille ancora lievemente dilatate. “Poteva essere più delicato!”, aggiunse, mentre gattonava verso una zona d’ombra.

Ma lui, come al solito, aveva fatto finta di non sentirlo.

Erano anni che condividevano lo stesso appartamento, con sommo dispiacere della padrona di casa, e quindi ormai era abituato a quei suoi comportamenti.

“Holmes, sa da quanto tempo non esce da questa stanza?” gli chiese, e nel vedere la sua faccia, capendo che stava per obiettare, rispose lui stesso, velocemente. “Quasi due mesi Holmes! Deve cercarsi un nuovo caso!”

“Grazie mille per rendermi partecipe dello scorrere del tempo, Watson. Lei è efficiente come al solito!”, gli disse, in quel tono velatamente ironico che sapeva fare solo lui.

Battibeccarono ancora un po’ sul fatto che non avesse ancora accettato un nuovo lavoro, cestinando ogni singola proposta, definendole scontate e poco intellettualmente stimolanti, e alla fine, come ogni volta, l’ebbe vinta Holmes, che infine si mise a leggere il giornale che l’amico aveva portato con se, rubandoglielo dalle mani.

Dopo alcuni minuti di silenzio, in cui i suoi occhi vagarono sapienti  sul giornale, Watson lo stupì con un  “Si dia una sistemata Holmes, oggi andiamo a pranzo fuori…”, ricevendo in cambio uno sguardo stranamente stupito, luminoso.

“… con Mary, la mia fidanzata” terminò infine la frase il dottore.

E Holmes, che intanto si era alzato in piedi, lo guardò, nel più assoluto silenzio, incupendosi.

“Mi spiace, ma ho già un impegno…” disse, camminando verso il piccolo tavolincino dove erano posate una teiera ancora fumante, una tazza e qualche biscotto.

Si versò una tazza di tè e, dopo essersi accertato che la cara Mrs Hudson non aveva cercato di avvelenarlo, si mise a sorseggiarlo tranquillamente, ancora in piedi.

Watson sbuffò.

“Ah, ma davv..EHI! Ma quello è il mio cane??” esclamò, indicando col bastone quello che una volta doveva essere stato il suo sanissimo e curatissimo Gludstone, adesso ridotto a una massa informe di pelo.

Holmes guardò nella direzione da lui indicata, per poi girare nuovamente la testa, emettendo un semplice, e dal tono quasi scontato, “Si”.

“Ma che gli ha fatto?” protestò il dottore, indignato

“Oh, non si preoccupi Watson! Sto solo testando un nuovo anestetico. Se funziona poi lo rifilo alla nonnina di sotto…”

“HOLMES!”

“suvvia, Watson, stavo scherzando!”

Ancora quel tono! Doveva ammettere che certe volte gli veniva voglia di prenderlo a pugni.

In alcune occasioni, se pur rare, lo aveva fatto, in effetti…

“ E comunque… che ha da fare di così importante?” gli chiese, poggiandosi alla sua scrivania, ormai ricoperta da ritagli di giornali, fogli ed alcune  sue invenzioni, l’ultima delle quali un congegno che, applicato alla pistola, avrebbe dovuto attutire il rumore dello sparo. Ovviamente Holmes aveva avuto la magnifica idea di testare la sua invenzione in casa, così che, oltre a constatare che era presente un errore di valutazione nel suo progetto, ora aveva anche dei fori di proiettile sui muri.

“Un pranzo…”

“Ah, davvero? E con chi?” chiese, indagatore

A quel punto il detective spostò lo sguardo su alcuni vecchi quotidiani sparsi sul tavolino.

Gli serviva un’idea. Un nome.

“con Lestrade!” disse, leggendo il primo nome che trovò.

Con Lestrade??! Ma che diavolo…??, si disse mentalmente, sempre però continuando a sorridergli. In fondo, in quegli anni aveva imparato che a volte non era importante cosa una persona diceva, ma il modo in cui la diceva.

“Con Lestrade?” ripetè Watson, alzando un sopracciglio.

“Si, con Lestrade! Dobbiamo parlare di un caso… hanno chiesto una mia consulenza, quindi… mi spiace Watson, non ho proprio il tempo di venire a pranzo con lei ed Elisabeth!”

“Si chiama Mary!” protestò

“si, come vuole” gli disse, agitando in aria una mano.

“Ed inoltre Watson…” aggiunse passandogli un articolo ritagliato da un giornale, “Legga! Legga qua!”

Lo lesse a bassa voce, quasi tra se e se.

“Donna uccide il marito per ereditare ogni suo bene materiale… Dio, Holmes!!!” lo guardò, a metà tra l’esasperato e l’indignato. Ogni volta che voleva fargli conoscere una donna con cui usciva era sempre la solita storia.

“Questi sono i fatti Watson! E per questo ci dovrebbe pensare due volte prima di sposare quella Lucy!” terminò, guardandolo con sguardo eloquente, mentre dava con dei gesti, con ancora un biscotto in mano, maggiore enfasi al suo discorso.

Non faceva una piega come ragionamento!

“MARY!” rispose, chiudendo gli occhi per non abbandonarsi all’isteria. “Si chiama Mary!! E che le piaccia o no, è la mia fidanzata, con cui io e lei oggi ci godremo un magnifico pranzo! E adesso si dia una sistemata!”

E con questa sua ultima ammonizione autoritaria se ne tornò nella sua camera, mentre Holmes sospirava, finendo di sorseggiare il suo tè, con sguardo spento, rivolto ad un punto indefinito della parete,  con il pensiero che  vagava negli angoli più remoti della sua mente geniale.

Ed era in quei brevi, rari, momenti che si disprezzava per il suo genio, e per le sue acute capacità deduttive. Era in quei momenti che avrebbe desiderato non essere lo stramaledetto genio che in realtà era.

Era in quei momenti che avrebbe preferito non capire cosa gli stava succedendo.

 

To Be Continued…

 

 

Salve miei cari lettori. È con piacere che ho postato la mia prima fic su Sherlock Holmes, l’uomo della mia vita! xD (ovviamente ispirata dal film).

Ovviamente,  essendo il mio animo puramente yaoista, non poteva essere altro che una Holmes/Watson.

E quindi… niente, spero solo che vi sia piaciuta, almeno questa prima parte. ^^

Fatemi sapere che ne pensate. ^^

Ci vediamo, se vorrete, al secondo capitolo.

Buona Pasqua a tutti!!

Ciao!!

 

ladyElric92
   
 
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