A
Myki, che ha mille cose da fare per
la
scuola,
ma
trova
sempre il tempo di starmi vicino.
A
Quidditch, che ha da poco compiuto
diciotto anni.
Auguri
tesoro,
benvenuta nell’età delle decisioni. O
così dicono! XD
A
Black_Witch, che il 22 Marzo ha
compiuto
gli anni!!
A
me,
perché
il 20 Marzo erano tre anni passati su questa fanfic! È stata
dura, ci sono
stati alti e bassi, capitoli che si scrivevano da soli ed altri che
invece mi
hanno fatto dannare, ma sono comunque soddisfatta!
A
volte
vorrei
mollare e passare a scrivere altro, altre invece sento che scrivere
questa
fanfic è tutto ciò che voglio.
Ho
ben
in mente
il finale di questa storia, ma sento che c’è
ancora molto da raccontare.
Allo
stesso
modo, ho già qualche idea per un possibile seguito, che
penso ci sarà, visto
che ho sempre desiderato accompagnare Lily e James fino alla fine.
Perciò,
beh,
un bel respiro e si continua.
Grazie
per
tutto quello che fate per me!
Per
ora
vi
lascio, un mega abbraccio a tutti e Buona Pasqua!
Se
vi
piace la
coppia Draco/Hermione, ho scritto una one-shot su di loro, la trovate
nella mia
pagina!
CAPITOLO
33
SNOW
WHITE PARTY
La
festa di Biancaneve era, da tradizione, una delle feste più
attese dalla
scolaresca di Hogwarts, molto più, ad esempio, di Halloween
o del Ballo
d’Inverno, che veniva sempre organizzato dopo le vacanze di
Natale.
In
realtà non c’era nessuna motivazione valida
perché giovani maghi e streghe
dovessero ritrovarsi un giorno stabilito a zonzo di notte e per di
più al
freddo per il parco del castello, accendendo enormi fuochi e aspettando
l’alba
dandosi ai bagordi, ma era una tradizione che andava avanti da molti
anni.
Da
un po’ di tempo, inoltre, le ragazze avevano voluto dare
ancora più valore alla
di per se già stramba celebrazione, stabilendo una nuova,
terrificante regola:
la notte di Biancaneve, secondo nuovo ordine, sarebbe stata anche
un’occasione
per provare il proprio amore alla persona speciale di turno.
Come?
Regalando
qualcosa di bianco. Bianco come la neve, appunto.
E,
se la maggior parte della popolazione maschile della scuola aveva fatto
la fila
per gettarsi dalla torre di Astronomia, in preda alla disperazione, le
ragazze
si erano dimostrate decisamente entusiaste.
Era
stata Stephanie Hamilton, quando era ancora una bimbetta del secondo
anno, ad
aggiungere questo rituale infernale, guadagnandosi l’odio
della maggior parte
dei ragazzi e la venerazione delle proprie compagne.
Julian
Harris, neanche a dirlo, aveva il sacro terrore della festa di
Biancaneve,
proprio non la poteva sopportare. Aveva solo tredici anni quando
scoprì il
sapore dell’odio, maledicendo in ogni modo possibile il
Mostro. Per lui era già
troppo il dover sopportare San Valentino una volta all’anno,
decisamente non
poteva appoggiare un’altra festività che era
praticamente la sua copia.
Scuro
in volto, aveva commentato il tutto con una delle sue massime.
-Ragazze
dannate, infilerebbero cuori, cioccolatini ed orsetti di peluche anche
in un
funerale, se trovassero una valida scusa.-
Sirius
Black, invece, aveva accettato la cosa di buon grado, anche
perché un nugolo di
ragazze infatuate piene di doni e di attenzioni per lui non gli
dispiaceva
affatto. Anzi.
Poi
c’era James Potter.
E a
James bastava udire la parola “festa” per
illuminarsi tutto, pieno di
entusiasmo. Poco gli importava del pericolo di beccarsi
un’imbarazzante
dichiarazione d’amore con tanto di regalo allegato, gli
bastava sapere che si
sarebbe festeggiato qualcosa, mettendo della musica, bevendo un
po’ e
scorrazzando nella neve fresca.
I
Malandrini
avevano sempre partecipato a quella messa in scena infernale,
trascinandosi
dietro, spesso e volentieri, anche un alquanto recalcitrante Harris.
Anche
quell’anno, Julian lo sapeva, non sarebbe stato diverso.
Ma
non sarebbe stato colto impreparato questa volta. Nossignore!
Ed
ecco perché si trovava lì, in infermeria, alle
otto precise del mattino, dopo
aver praticamente tirato giù dal letto la povera Madama
Chips, che sperava di
potersi riposare almeno il sabato.
La
donna lo guardava incollerita, la faccia trasfigurata in
un’autentica maschera
d’odio che avrebbe spaventato a morte qualsiasi studente,
tranne lui, che
ricambiava lo sguardo con tutta la tranquillità e la
sfacciataggine che
possedeva.
Xenofilius
Lovegood, venuto ad accompagnare l’amico, osservava quel
reciproco scambio
d’occhiate con curiosità, seduto in un angolo.
Dopo
ben quindici minuti esatti, passati a guardarsi negli occhi senza
neppure
battere le ciglia, l’infermiera sbuffò, collerica.
–Ho detto di no, Harris. Tu
stai benissimo ed io non intendo ricoverarti! Per cosa dovrei farlo,
sentiamo?
Sei sano come un pesce!-
Gli
occhi castani di Julian si assottigliarono per il fastidio.
-Ma
io non mi sento bene, Poppy! Sto male, malissimo! Lei deve ricoverarmi
o avrà
sulla coscienza uno studente! Dov’è andato a
finire l’amore per il suo lavoro?-
Madama
Chips ringhiò, oppure emise un suono molto simile.
–E’ rimasto nel mio letto,
dove dovrei trovarmi pure io, Harris!- sbottò, inferocita.
–Per la centesima
volta, dimmi cosa ti fa male. Ti darò una medicina e tu
ritornerai spedito al
tuo dormitorio.-
-Io
non ci torno a Corvonero!- protestò Julian, restando seduto
su uno dei lettini
dell’infermeria miracolosamente vuota. –Ho mal di
testa e mi brucia la gola. Lo
stomaco mi fa un male terribile e un dente mi dà delle fitte
lancinanti.-
elencò, fermamente convinto di ciò che diceva.
Poppy
Chips lo guardò poco convinta e sospirò.
–In
pratica, lei sta per morire, signor Harris.-
-Più
o meno.- fece il biondo Corvonero, annuendo.
-E
immagino che Lovegood abbia dovuto trascinarla fino a qui.-
continuò la donna.
-Esatto.-
rispose il ragazzo, facendosi grave.
-Bene.-
decise l’infermiera, scura in volto. –Io non so per
quale motivo lei abbia
tutto questo desiderio di restare in infermeria fino a domani, ma io
non
intendo occupare nessuno dei miei letti inutilmente. Perciò,
ecco la mia
risposta. Si rifaccia trascinare alla torre di Corvonero da Lovegood,
Harris. E
ora fuori!-
-Cosa?!-
saltò su Julian, furioso. –Allora lei non ha
capito un accidente!-
-Ho
capito tutto benissimo, invece! E ora via di qui, tutti e due!-
berciò Poppy,
fulminando con lo sguardo i due ragazzi.
A
quanto pareva, il piano era miseramente fallito.
Per
un Corvonero, maestro di astuzie, non c’era nulla di
più umiliante.
Infastidito,
Julian Harris fu costretto a lasciare l’infermeria,
maledicendo i padri
fondatori di Hogwarts, gli stupidi giorni di festa e, ultima ma non per
importanza, Stephanie Hamilton, il Mostro per antonomasia.
Xeno,
mani in tasca e aria svagata, gli andò dietro.
I
corridoi del castello erano ancora deserti, nessuno poteva essere
sveglio a
quell’ora del mattino, non il sabato, quando non
c’erano lezioni da seguire.
-Maledetta
Chips! Uno adesso non può essere più libero di
starsene in infermeria, se
vuole.- borbottò Julian, mentre vagava per il castello,
senza decidersi a tornare
al proprio dormitorio.
Era
fottuto, doveva ammetterlo.
L’unica
possibilità di salvezza stava nel farsi ricoverare da Madama
Chips, non c’erano
altre vie di scampo, altre motivazioni valide che avrebbero potuto
evitargli di
partecipare a quella celebrazione di demenza cosmica, conosciuta anche
come
festa di Biancaneve.
Già
anche il nome era tutto un programma.
Chi
lo aveva coniato doveva essersi fumato qualcosa di forte, oppure doveva
avere
dei problemi mentali non indifferenti.
Ad
ogni modo, urgeva trovare una via di fuga.
Il
dannato James Potter non sarebbe riuscito a portarlo alla festa anche
quella
volta, Julian aveva fatto quella promessa a se stesso l’anno
precedente, quando
una ragazza di Tassorosso – che purtroppo non era Annabel Cox
– lo aveva
trascinato lontano dagli altri, gli aveva regalato un paio di mutandine
da
femmina, ovviamente bianche come dettava la celebrazione, e aveva
tentato di
stuprarlo. A quel punto il Corvonero aveva finalmente realizzato che
quel capo
di biancheria apparteneva alla violentatrice stessa.
Harris
non era mai stato un moralista, tutt’altro.
Non
aveva nulla contro il sesso occasionale e, da bravo ragazzo
diciassettenne in
piena botta ormonale, benediceva quelle fanciulle che, invece di
tirarsela
all’inverosimile, avevano deciso di darsi alla svendita,
facendo un bene per la
comunità maschile.
La
trovata di quella Tassorosso, però, non gli era piaciuta.
Per
niente.
E
quella sera la storia avrebbe potuto ripetersi, se non fosse riuscito a
liberarsi.
Il
problema era Potter.
Quel
demonio incarnato – e James era davvero per metà
una creatura infernale, tutto
tornava, in effetti! – non lo avrebbe mai lasciato in pace,
non gli avrebbe mai
concesso di fare l’asociale che lui tanto voleva essere.
Avrebbe
potuto anche barricarsi nella sua stanza, ma Potter avrebbe tirato
giù l’intera
torre di Corvonero per andarlo a prendere; nessuno poteva fermare
quell’uragano, il povero Julian lo sapeva bene.
L’unica
sua ancora di salvezza, appunto, era darsi malato. Meglio se a rendere
ufficiale
il tutto ci fosse stato anche il ricovero in infermeria.
Ma
Madama Chips non voleva saperne di collaborare.
Tutto
questo, dunque, portava ad una decisione estrema.
A
Julian non andava di fare quella cosa
neppure un po’, ma l’alternativa erano tentavi di
violenza sessuale, ragazze
svenevoli e pupattole dei primi anni desiderose di rincorrerlo
cinguettando da
una parte all’atra.
Come
facesse ad essere così popolare con le donne, Julian non
riusciva proprio a
saperlo. Lui non era Sirius Black, che sbatteva gli occhioni blu e
regalava
sorrisetti ambigui ad ogni soggetto di sesso femminile, e non era
neppure James
Potter, nota personalità carismatica, sempre allegro e di
buon umore.
No.
Lui, Julian Harris, era silenzioso, spesso e volentieri scontroso ed
intrattabile. Adorava starsene da solo e il troppo vociare gli dava il
mal di
testa.
La
sola cosa che lo portava ad interessarsi alle ragazze era unicamente la
sua
libidine che, una volta soddisfatta, svaniva, facendolo tornare ad
essere
palesemente misogino. Sì, perché lui non riusciva
proprio a tollerarle, le
femmine.
In
special modo quando parlavano.
Infine,
beh, lui aveva la sensibilità di un Dissennatore e non si
preoccupava di
nasconderlo.
Eppure,
nonostante tutto, le fanciulle lo adoravano.
Si
sarebbero svenate per un suo sorriso. Peccato che invece di un sorriso,
fino a
quel momento, erano riuscite a beccarsi, nella migliore delle ipotesi,
una
smorfia schifata.
Ma
perseverare, si sa, è diabolico. Ed il male è
difficile da estirpare.
Julian
era sicuro che anche quella sera sarebbe stato vittima di veri e propri
agguati,
anche perché James e Sirius erano ormai fuori portata, visto
che entrambi
avevano la ragazza. Una buona parte della fauna femminile sarebbe stata
tutta
per lui, dunque.
Il
solo pensiero lo fece impallidire.
Doveva
farlo. Doveva farlo, assolutamente.
E
adesso era lì, al portone principale del castello, pronto ad
uscire nella neve.
Xeno
Lovegood, che si era limitato a seguirlo in silenzio, si permise di
aprire
bocca.
-Secondo
me, non è una buona idea, Julian.-
-Taci.-
fu la laconica risposta.
Senza
indugiare oltre e sfoderando quel poco di coraggio misto a demenza
tipicamente
Grifondoro, Julian si tolse il mantello, gettandolo tra le braccia
dell’amico,
che assisteva impotente. Poi, prendendo un bel respiro, si decise ad
eliminare anche
il maglione nero che indossava sopra la camicia.
-Ti
prenderai un malanno.- gli ricordò Xeno, pacato.
-E’
quello che voglio.- dichiarò Harris, ghignando di
soddisfazione per la sua idea
folle e disperata. –Se mi presento con la febbre alta, la
Chips non potrà
mandarmi via.-
-Giusto!-
si illuminò Lovegood, che finalmente era arrivato a capire.
–Sei davvero
geniale, amico mio!-
Ok,
farsi dare del geniale da Xenofilius Lovegood non era esattamente un
buon segno,
ma Julian decise di non pensarci.
-Visto
che esci, potresti cercarmi delle uova di Fata dei Ghiacci? Le
depongono sotto
i la neve, sai?- chiese Xeno, tranquillo e per nulla preoccupato dal
fatto che
un suo amico stava probabilmente andando incontro al suicidio.
Harris
neppure gli rispose, mentre apriva il portone e si decideva ad uscire
con solo
pantaloni e camicia nel freddo pungente del parco.
Ma
il suo piano, di nuovo, non andò a buon fine.
Si
udì un rumore di passi veloci sul pavimento, una
quantità di imprecazioni
irripetibili e Julian si sentì afferrare con rabbia per il
colletto della
camicia e ritirare indietro.
Quando
si voltò, inferocito, si ritrovò davanti qualcuno
molto, molto più arrabbiato.
Jasper
Joyce, Caposcuola di Corvonero e, disgraziatamente, suo migliore amico,
pareva
sul punto di commettere un omicidio. Anzi, un doppio omicidio.
Quell’aria
indemoniata non si addiceva per nulla a Jasper che, con i suoi occhi
celeste
chiaro ed i ricci capelli biondi, assomigliava di più ad una
creatura angelica.
-Tu
sei un emerito imbecille, Julian Harris.- scandì, lapidario.
–E tu – aggiunse,
puntando lo sguardo di fuoco su Xeno – tu sei più
imbecille di lui!-
-Non
rompere, Jasper! Lo farò, che tu lo voglia o no!-
sbottò Julian, convinto.
-Hai
completamente perso il cervello o cosa?!- urlò Jasper,
puntandogli contro la
bacchetta. –Adesso rinsavisci e torniamo in Sala Comune,
oppure giuro che uso l’incantesimo
della pastoia su di te, coglione!-
Harris
sbuffò, mentre si rimetteva la maglia, immusonito.
Va
bene, forse aveva un tantino esagerato. Solo un tantino.
-Mi
sono rotto le palle, pezzo di idiota! Ogni volta che senti nominare la
parola
festa la tua intelligenza finisce chissà dove e raggiungi il
quoziente
intellettivo di Xeno! E non è un complimento!-
sbottò il Caposcuola,
inferocito. –Lo sapevo che avresti commesso qualche stronzata
anche questa
volta! Ma ora basta! Smettila di fare il Grinch!-
-Il
cosa?- fece Xeno, curioso.
Nessuno
dei due compagni lo calcolò, continuando a squadrarsi in
cagnesco.
Decisamente
preoccuparsi dei propri amici idioti non era affatto una passeggiata,
ecco
perché Jasper e Remus andavano così
d’accordo. Si capivano.
-In
Sala Comune, adesso. O azzero il punteggio nella clessidra di
Corvonero.-
minacciò Joyce, lapidario. –Muovere il culo, ora!-
Chiuso
il portone principale, i tre Corvonero si avviarono in religioso
silenzio verso
il loro dormitorio. Xeno perplesso, Jasper, che pareva pronto a
sbranare
qualcuno, e Julian, che continuava a borbottare sottovoce.
Non
era il caso di ribellarsi, Joyce non aveva ancora riposto la bacchetta.
Maledetti
gli amici, si ritrovò a pensare Harris, imbronciato. Chi li
aveva voluti, poi?
Lui no di certo.
Jasper
si era auto proclamato suo migliore amico fin dal primo anno, decidendo
di
stargli appiccicato giorno e notte, obbligandolo a fare i compiti
insieme e a
sedersi vicini in classe ed in Sala Grande. Una seccatura.
Poi,
un giorno, si era aggiunto pure Xeno. Altra seccatura.
E
si erano ritrovati in tre.
Una
vera scocciatura per Julian, che amava vivere fregandosene del prossimo.
Eppure,
avere intorno quei due era ormai diventata una consuetudine. La
quotidianità.
Una
piacevole quotidianità, aveva ammesso con se stesso.
Ma
non lo avrebbe rivelato a nessuno, soprattutto ai due diretti
interessati.
Che
stesse diventando sentimentale come Potter?
Merlino,
era davvero fottuto.
***
Quella
sera il parco di Hogwarts era irriconoscibile, pareva proprio che il
comitato
addetto alle feste, capeggiato da Stephanie Hamilton, avesse dato il
meglio di
se.
La
neve aveva ormai ricoperto ogni cosa con il suo candido manto e
sembrava
brillare di luce propria nel buio già avanzato delle ore
successive al
crepuscolo.
Era
un autentico spettacolo.
Grossi
fuochi erano stati accesi nei pressi della Foresta Proibita, lunghi
tavoli
erano stati sistemati in fila, ricchi di abbondanti vivande gentilmente
preparate dalle cucine e di bibite di qualsivoglia genere, dal
più semplice ed
inoffensivo succo di zucca ad un profumato Whisky Incendiario, in grado
di far
ubriacare qualcuno anche solo con i suoi fumi, che piano si innalzavano
dal suo
contenitore.
Le
luci erano ovunque.
Piccole
sfere magiche luminose che galleggiavano nell’aria, come
lucciole, dando
all’ambiente un che di suggestivo, irreale.
Era
una serata calma, placida, non vi era un filo di vento, anche se il
freddo
continuava ad essere pungente. Forse, avrebbe nevicato ancora.
Molti
degli studenti di Hogwarts erano già lì, formando
capannelli vicino al fuoco,
oppure passeggiando lungo le rive del Lago Nero, dove la presenza di
quelle
piccole luci si intensificava, creando un autentico spettacolo.
Voci
divertite già invadevano l’aria, rendendola
vivace, carica, trasportatrice di
risate serene, lontane, per una sera, dalle atrocità che
stavano accadendo in
Inghilterra.
Ragazze
tirate a lucido, con bellissime acconciature e dai volti truccati ad
arte, ben
vestite sotto le giacche indossate per ripararsi dal freddo; ragazzi
che,
invece, vociavano divertiti, già servendosi da bere o
condividendo una
sigaretta.
Lily
Evans si guardò intorno, meravigliata e affascinata da
quello spettacolo; non
aveva mai partecipato alla Festa di Biancaneve e adesso se ne pentiva
seriamente, quella sera il parco era di una meraviglia da non perdersi.
Avanzava
lenta nella neve alta, osservando le luci fluttuanti con sincera
ammirazione,
stringendosi nel lungo cappotto bianco panna che la proteggeva fino
alle
ginocchia, da lì si vedevano poi le calze massicce ed un
paio di stivaletti
scuri.
I
suoi lunghi capelli rossi, lasciati sciolti sulla schiena, sembravano
incendiarsi ogni qual volta che incontravano uno dei numerosi fuochi
accesi.
James
le camminava poco davanti, tenendola per mano e portandola con
sé, mentre lei
lo seguiva docilmente. Lui pareva conoscere tutti i presenti, non solo
i
ragazzi del settimo anno. Era impressionante!
Lily
lo trovava bellissimo nella sua semplicità caratteristica,
solo un pratico paio
di jeans strappati in vari punti ed un montgomery grigio scuro di
ottima
fattura.
I
capelli neri in disordine, come sempre.
Tutti
lo salutavano, richiamando la sua attenzione, e lui rispondeva,
allegro;
talvolta, si fermava un po’ a parlare, includendo anche lei
nella discussione.
Lily,
che era stata da sempre una ragazza timida ed un poco chiusa,
potè giurare di
non aver mai parlato con così tanta gente in vita sua.
James, invece, era
perfettamente a proprio agio, nel suo centro.
Con
la mano stretta alla sua, lei non riusciva a togliergli gli occhi di
dosso,
riscoprendosi sempre più innamorata ad ogni respiro.
Lo
vedeva ridere, scherzare, rispondere alle battute e non poteva fare
altro che
dire a se stessa che lo amava, lo amava totalmente, disperatamente.
E
allora il ricordo del giorno precedente la assaliva, provocandole un
dolce
calore nel petto, riportandole alla mente le parole che si erano
scambiati e
poi i baci, le carezze, quella morsa allo stomaco che sembrava volesse
soffocarla, ma poi erano state le labbra di James a darle
l’aria, l’ossigeno,
la vita.
Si
erano addormentati senza neppure andare a cena e quella mattina, quando
si era
svegliata, lui dormiva ancora accanto a lei, tenendola stretta a se con
un
braccio.
E
non c’era cosa più bella, più dolce,
più devastante di quella.
Vederlo
dormire accanto a lei e pensare che avrebbe voluto che accadesse per
sempre.
Aprire
gli occhi e trovare James.
Svegliarsi,
sorridersi, scambiarsi un bacio e poi separarsi per qualche minuto,
ognuno
nella propria stanza a lavarsi e cambiarsi alla svelta, per poi
ritrovarsi e
scendere insieme in Sala Grande per colazione, dove avevano dovuto
subire un
autentico interrogatorio sul dove fossero finiti la sera precedente.
Potter
aveva raggirato le domande e cambiato argomento con una maestria
invidiabile,
anche se Sirius Black aveva continuato a fissare il proprio migliore
amico con
un’espressione che diceva a chiare lettere che non si era
fatto fregare.
Lily
non aveva più visto James per tutto il resto del pomeriggio,
lasciandolo andare
dai suoi amici, mentre lei trascorreva qualche ora finalmente in
compagnia di
libri sempre più polverosi, che reclamavano imploranti la
sua attenzione.
I
M.A.G.O. erano alle porte e lei, invece di concentrarsi al massimo
sullo
studio, passava il tempo a trastullarsi tra le braccia del suo ragazzo.
Il
suo ragazzo.
James
Potter.
Il
solo pensarlo le provocava incredulità e, allo stesso tempo,
una dolce morsa
allo stomaco mista ad euforia.
Dovevano
parlare di ciò che era accaduto la sera precedente nella
stanza di James?
Forse
era meglio lasciar perdere. O forse no.
Cosa
avrebbe potuto dirgli?
Lui
non le aveva detto nessuna parola a riguardo. Non era affatto in
imbarazzo, si
comportava con lei come sempre, naturale come al solito.
Lily
invece non faceva che arrossire ogni volta che il ragazzo si voltava a
guardarla.
In
quel momento James, che ancora la teneva per mano, rispose al saluto di
due
Tassorosso del terzo anno, fermandosi a parlare con loro.
I
due ragazzini lo fissavano con un’ammirazione che la Evans
giudicò preoccupante,
in fondo Potter era pur sempre un normale ragazzo del settimo anno, non
un
giocatore di Quidditch di fama mondiale.
Ma
quella era la magia di James.
Incantare.
Pareva
essere nato per condurre gli altri, a tutti piaceva James, lui era la
classica
persona in grado di suscitare simpatia e approvazione.
Un
tempo, lei aveva invidiato e disprezzato questa sua
capacità; adesso la
ammirava.
Era
talmente intenta a guardarlo, che neppure si rese conto che i
Tassorosso se ne
erano andati, lasciandoli nuovamente soli.
Fu
un attimo.
Un
breve istante in cui registrò James farsi più
vicino, poi la sua mente fu del
tutto presa a registrare un paio di braccia che la stringevano e poi
quella
bocca sulla sua.
Ed
anche il pungente freddo di Dicembre sembrò sparire.
Quando
si separarono, lui sorrideva.
-Ti
vedo un po’ assente, stasera. Tutto bene?- le
domandò, mentre le accarezzava
teneramente una guancia con i polpastrelli.
Lily
si affrettò ad annuire. –Sto bene, sono solo un
po’ stanca.- si giustificò,
sbrigativa.
Il
sorriso di James si accentuò, mentre andava a depositare un
piccolo bacio sulla
sua fronte fresca. –Povera testolina.- le disse, dolce.
–Quanto sei rimasta
china su quel maledetto libro di Storia della Magia, eh?-
-Sono
rimasta indietro con lo studio.- si giustificò lei, alzando
le spalle.
James
assunse un’aria falsamente meravigliata. –Ah, si? E
come mai?-
Lily
rise, scuotendo la testa. –Per colpa di un idiota che
pretende le mie
attenzioni ad ogni ora del giorno.- rispose, tentando, con scarso
successo, di
apparire severa.
Lui,
per tutta risposta, le rubò un altro bacio.
-Io
però ti porto a feste come queste.- le disse, sicuro di
sé.
E
lei non potè fare a meno di soffermarsi ad ammirare la
bellezza del parco di
Hogwarts interamente coperto di neve, le luci, le voci, i colori,
quell’aria di
festa.
Non
aveva mai visto nulla del genere.
-Ti
piace?- le domandò lui, mentre tornava a stringerla al petto.
Sentendo
il proprio cuore perdere un battito, la ragazza annuì.
–E’ bellissimo!-
mormorò, estasiata, mentre i suoi occhi verdi osservavano
tutto, curiosi, avidi
di apprezzare quella meraviglia.
–Non
ci sono Serpeverde.- aggiunse ad un tratto, colpita.
James
scosse il capo. –Non sono stati invitati
quest’anno.- le disse, piano.
Questa
notizia non la turbò come avrebbe potuto fare anni fa, la
lasciò quasi
indifferente. –Lo capisco.- si limitò a dire.
Infondo
non era un mistero che praticamente tutti i Serpeverde fossero figli o
parenti
di Mangiamorte, coloro che andavano mietendo sempre più
vittime innocenti.
Potter
sospirò. –Io invece penso sia uno sbaglio. Non
è emarginando Serpeverde che
risolveremo le cose.- mormorò, abbassando lo sguardo.
Lily
lo guardò, in silenzio. Poi scosse il capo.
-Sei
davvero troppo simile a Silente, James.- fece, seria in viso.
-Ed
è tanto terribile?- le domandò lui, sorridendo.
-Non
lo so.- rispose lei con sincerità. –A volte
sentirti dire certe cose mi rende
orgogliosa di te, dico sul serio. Altre ho solo paura, mi preoccupo.
Sei troppo
buono, ti fidi eccessivamente degli altri ed io… io ho il
terrore che possano
approfittarsi di questo e farti del male.- mormorò,
apprensiva.
James
rise, stringendola di più a sé.
–Nessuno mi farà del male, devi stare tranquilla!
E non c’è nulla di terribile nel dare fiducia al
prossimo, mi fa sentire bene.-
Era
bello sapere che al mondo esistevano persone candide come James Potter
o Albus
Silente, questa consapevolezza le riempiva il cuore e le dava forza.
Eppure
non riusciva proprio a vedere le cose con la loro stessa prospettiva,
forse era
troppo disillusa e fredda per riuscirci; la vita l’aveva
portata ad essere
sempre abbastanza scettica e chiusa, almeno all’inizio.
Lily
Evans era una riflessiva nata.
Lei
e James erano davvero l’uno l’opposto
dell’altro.
Questo
pensiero la fece sorridere.
Lui
la prese di nuovo per mano ed insieme si avviarono verso il tavolo
delle
bibite, zigzagando tra i compagni intenti a parlare, ballare,
rincorrersi,
tutto in un vortice colorato.
Lily
riconobbe la voce furiosa di Victoria Olsen ancora prima di vederla.
L’esuberante
Grifondoro si trovava proprio vicino ai lunghi tavoli disposti per il
rinfresco
e da come gesticolava con le braccia pareva fuori di sé.
Sirius
Black, un bicchiere di idromele alla mano, ascoltava la sua ragazza
berciare
senza sembrare molto turbato. Piuttosto, era divertito.
Con
il cappotto nero e lungo fino al ginocchio, Black sembrava veramente un
principe.
-Che
problema avete?- chiese James, una volta che li ebbero raggiunti.
Sirius
alzò gli occhi blu al cielo e scosse il capo, facendo cenno
all’amico di
chiudersi la bocca, ma fu troppo tardi, perché Vick aveva
già puntato Potter e
Lily.
Aveva
un diavolo per capello.
-Sono
ovunque, ovunque! Non riesco a sopportarlo! Ma a lui, ovviamente,
sta bene! Black della malora!- strepitò, agitando le
braccia. –Non so se odiare di più loro o lui!-
-Olsen,
stai esagerando…- fece Sirius, esasperato. –Mi
stavano solo salutando!-
-Volevano
rifilarti il regalo di Biancaneve, non sono stupida!- berciò
Victoria,
incenerendo il proprio ragazzo con lo sguardo. –E tu eri
tutto un sorridere! Ti
sembra normale, stupido Black? Volevi addirittura accettare i regali!-
Lily
osservava la discussione in silenzio, trattenendosi dallo scoppiare a
ridere;
James, vicino a lei, spostava lo sguardo ora su Sirius, ora su Victoria
e
scuoteva la testa.
-Vick,
non devi essere così gelosa…- cominciò
Potter, comprensivo, ma fu subito azzittito
dall’occhiata di fuoco che ricevette.
-Io
non sono gelosa! Per niente!- sbottò Victoria, incrociando
le braccia sotto il
seno, gli occhi assottigliati dalla rabbia. –Solo che
è una questione di
principio! Sirius ha già ricevuto il suo dono, da me! Le
altre devono stare al
loro posto!- spiegò, perentoria.
Lily
notò in quel momento la sciarpa bianca che Sirius aveva al
collo, doveva essere
il regalo di Victoria.
Le
venne da sorridere; Vick era chiaramente gelosa e le faceva tenerezza,
ma era
ingiusto che soffrisse a tal punto per dei regali e per delle ragazze,
che
Sirius non avrebbe affatto considerato.
-Razza
di galline! Che si impicchino, sono stufa!- borbottò la
Olsen, sempre più
rigida.
Sirius
sbuffò ed in cambio ricevette un colpo in testa dalla sua
dolce metà, non
propriamente dolce in quel momento.
A
salvare la situazione fu l’arrivo di Jasper Joyce in
compagnia della sua
ragazza, Nina Green, una graziosa Corvonero del quinto anno. La ragazza
sfoggiava un paio di guantini bianchi adorabili, da poco ricevuti in
regalo dal
compagno.
-Dov’è
Julian?- domandò subito James, sospettoso. –Quando
oggi sono passato a dirgli
che lo aspettavo alla festa, non aveva l’aria troppo felice.-
-Deve
essere in giro.- gli rispose Jasper, l’aria stanca di uno che
non ne può più
delle stramberie del proprio migliore amico.
–L’ultima volta che l’ho visto
stava per affogarsi nel Whisky Incendiario, ma sono intervenuto in
tempo.-
-Povero
Julian, proprio non ama le feste.- fece Nina, preoccupata.
–Avremmo dovuto
lasciarlo al dormitorio, Jasper.-
-Tranquilla,
Green! Harris ha la pellaccia dura!- disse Sirius con un ghigno.
-Peter
e Remus?- chiese Joyce, guardandosi intorno.
-Da
qualche parte chissà dove.- rispose James, divertito.
–Remus tenta di sfuggire
agli agguati di quella ragazza di Tassorosso a cui ha dato ripetizioni
di
pozioni!-
-Ancora
lei?- fece Victoria, stupita.
-La
tipa non molla.- disse Sirius, sghignazzando. –L’ho
vista, è carina! Non
capisco perché Lunastorta fa tanto il prezioso! Sarebbe la
volta buona che…-
Lo
schiarirsi di voce di James lo fece azzittire in tempo, prima di
spararne una
delle sue in presenza di tre signorine.
Sirius
sbuffò e fece spallucce, Victoria lo fulminò con
un’occhiataccia.
-Beh,
noi continuiamo la nostra passeggiata. Ci vediamo in giro, ok?- fece
Jasper,
divertito, prima di andarsene con Nina, che salutò gentile
con un gesto della
mano.
-Lei
sì che è carina, non come un certo rospo che mi
sta appresso…- dichiarò Black,
lugubre, scoccando un’occhiata alla propria ragazza.
Vick,
neanche a dirlo, gli rifilò uno scapaccione di tutto
rispetto.
-Impiccati,
Black!- sbottò, furiosa, mentre incrociava le braccia al
petto.
-Volete
finirla?- fece James, con un sorriso bonario. –Vedete di non
scannarvi almeno
fino a fine serata, ok? Non ho affatto voglia di tenervi
d’occhio.-
-Ah,
non preoccuparti.- sibilò Victoria, inviperita.
–Io tolgo il disturbo, visto
che Sirius Black ha tanto da lamentarsi. Che si goda pure le sue
ochette
stucchevoli!- borbottò, prima di dare le spalle a tutti ed
andarsene.
Sirius
rimase a fissarla allontanarsi con un’espressione basita sul
viso.
-Non
la segui?- fece subito Lily, severa.
-Certo
che no.- rispose Sirius, scuro in volto. –Non sopporto quando
si comporta da
mocciosa. Io non le ho mai dato motivo di preoccuparsi, la gelosia
è un
problema suo. Che se lo risolva da sola.- aggiunse, accendendosi una
sigaretta
con indifferenza.
-Dannato
di un Black!- esplose Lily, piccata. –Non capisci niente di
Victoria, allora!-
-La
capisco meglio di te.- fece lui, tranquillo. –Vado a cercare
Remus e Peter, ci
si vede dopo ragazzi.- dichiarò, prima di andarsene a sua
volta e sparire tra
la folla di studenti.
La
Evans era a dir poco allibita, si voltò verso James, in
silenzio al suo fianco,
e restò sorpresa dell’espressione placida di lui.
-Non
dirmi che non te ne frega niente.- fece, stupita.
Potter
sorrise e scosse il capo. –Va bene così, stai
tranquilla.-
-No!
Non va affatto bene!- fece lei, preoccupata. –Il tuo amicone
è un idiota!-
-E
tu sei prevenuta, Lily.- le disse, sospirando.
–Perché non puoi rivalutare
Sirius?-
-Perché
non mi sta dando molte alternative.- rispose, acida.
James
rise, alzando gli occhi al cielo. –Andrà tutto
bene tra loro, devono solo
trovare il giusto punto d’incontro. Come abbiamo fatto anche
noi.- le disse, mentre
andava ad accarezzarle una guancia fresca.
Era
vero, ammise Lily dentro di se.
A
lei e James c’erano voluti anni per trovare un compromesso,
una strada da
percorrere in comune, senza più litigi ed incomprensioni.
Sperava
solo che non servisse il medesimo tempo anche a Victoria e Sirius.
Le
venne
da sorridere.
-Cosa
c’è?- le domandò Potter, accortosi del
suo cambiamento d’umore.
-Niente.-
fece lei, divertita. –Stavo solo constatando quanto tu sappia
essere saggio!-
lo prese in giro, mentre tornava ad abbracciarlo.
Lo
udì ridere, poi avvertì chiaramente le braccia di
lui circondarla.
-Ho
un pensierino per te.- le disse James, sottovoce.
Lily
sollevò subito lo sguardo. –Cosa?-
Lui
rovistò un attimo in una delle tasche del montgomery e ne
estrasse un piccolo
sacchetto di plastica, chiuso da un fiocco azzurro. Al suo interno
c’erano dei
cioccolatini di fine cioccolato bianco.
-Per
te.- le disse, sorridendo. –Buona festa di Biancaneve o
quello che è!-
Non
c’erano parole per descrivere ciò che
provò in quel momento, fu tutto troppo
forte, troppo dolce, troppo tutto.
Erano
solo cioccolatini. Solo cioccolatini.
Ma
era stato James a regalarglieli e non c’era davvero modo per
poter descrivere
la sua felicità. Avrebbe solo voluto abbracciarlo e non
lasciarlo più andare.
Adorava
quei suoi piccoli gesti, quel suo dimostrarle quanto fosse importante
per lui
anche con le piccole cose.
-Grazie.-
riuscì soltanto a dire, con la voce un poco incerta.
Era
consapevolissima di essere arrossita, ma non poteva davvero farci
niente.
James
rise, spensierato come sempre. –Hey, è solo
cioccolato!- fece, divertito.
Tentando
di riprendersi, Lily fece appello a tutto il suo spirito di Caposcuola.
-Come
te li sei procurati?- domandò, sospettosa, prendendolo in
contropiede.
L’espressione
pacifica di Potter non mutò di una virgola. –Li ho
comprati oggi a Hogsmeade,
mentre eri a studiare.- le rispose con la sua clamorosa faccia tosta.
-Non
si può andare al villaggio nei giorni in cui non
è permesso.- lo riprese subito
lei.
Il
sorriso di James si ampliò. –Io sono James Potter,
posso fare tutto.-
Lei
si impose di rimanere seria e di non scoppiare a ridere.
-Fingerò
di non aver sentito una parola e mi convincerò che i
cioccolatini si siano
materializzati nella tua stanza. Grifondoro ha già perso
abbastanza punti a
causa tua.- dichiarò, facendosi credere severa.
Potter,
fermo davanti a lei, ghignò. –Ed io
fingerò di non vedere la tua adorabile
quanto falsa espressione da Caposcuola oltraggiata, così da
evitare di saltarti
addosso davanti a tutti.- le disse con aria furba.
A
quell’ultima affermazione di lui, Lily diventò
carminio.
James
rise e tornò ad abbracciarla, stringendola a se con
delicatezza. –Sto
scherzando.- le disse, divertito.
-No,
io non credo.- fece lei, ancora rossa in volto.
Lui
rise di nuovo e Lily si aggrappò a quel riso con tutta se
stessa, imponendosi
di impararla a memoria, di chiuderla da qualche parte dentro di
sé, perché
sentir ridere James era così bello, che non avrebbe mai
voluto dimenticarlo.
Avrebbe
voluto vivere per sempre cullata da quella risata allegra, travolgente,
spensierata nonostante tutto.
-Mi
spiace.- disse ad un tratto. –Io non sapevo nulla di questa
festa e non ti ho
regalato niente.- mormorò, dispiaciuta.
Lui
la strinse maggiormente a sé. –Il cappotto che
indossi è bianco, no?-
-Sì.-
rispose lei, confusa da quella domanda.
-Allora
mi hai fatto il regalo più bello che potessi mai ricevere.-
Lily
ci mise un po’ a capire, ma quando comprese il significato
delle parole di
James, allora avvertì il proprio cuore battere fortissimo,
prepotente.
Era
davvero possibile amare così tanto una persona?
Era
possibile innamorarsi ogni giorno di più?
-Vieni
via con me, Lily?- le domandò lui ad un tratto, parlandole
piano all’orecchio.
Lei
non gli rispose neppure, limitandosi a prenderlo per mano e a lasciarsi
guidare.
James
la condusse lontano dagli altri, lasciando la festa alle loro spalle,
portandola in una zona buia dell’immenso parco di Hogwarts.
Non
arrivavano luci, né rumori, eppure lei non ebbe affatto
paura.
Si
ritrovò con la schiena premuta contro le mura del castello,
la bocca di James
sulla sua, famelica e dolce allo stesso tempo.
Le
gambe che tremavano, il cuore impazzito.
Il
buio si riempì del suono di baci e sospiri.
***
Ok,
poteva dire di averla scampata quella volta.
Era
salvo, salvo per miracolo, anche se non poteva certo definirsi un tipo
credente.
Aveva
seminato le pupattole impazzite dei primi anni, che lo avevano placcato
senza
pietà fin dal suo arrivo alla festa/martirio, ed era
riuscito a rispedire alla
mittente un mazzo di rose bianche, che avevano avuto su di lui lo
stesso
effetto di due dita in gola.
Per
non parlare poi del resto.
A
neppure metà serata, Julian Harris poteva dirsi distrutto.
Non
aveva trovato James Potter, la causa di tutti i suoi mali, da nessuna
parte e
la cosa lo indispettiva alquanto, visto che prendersela con lui, che lo
costringeva a partecipare ad ogni stronzata studentesca, lo avrebbe
fatto
sentire meglio.
Fortunatamente,
si era imbattuto sulla sua strada niente di meno che Burt Bruden,
l’edonista
bisessuale di Corvonero.
La
manna dal cielo!
Burt,
che modestamente si intendeva bene sia dell’animo femminile
che di quello
maschile, aveva compreso tutto, senza che Harris parlasse.
-Vai
a farti una canna, amico.- aveva detto, porgendo l’oggetto in
questione con un
sorriso serafico. –Fatta da me, niente ti sballa come questa.
Ti ritroverai ad
amare la vita senza neppure accorgertene.-
Bruden
era uno strano ragazzo e non tutti ad Hogwarts gradivano la sua
compagnia, molti
lo trovavano un po’ troppo stravagante e fuori dagli schemi.
Julian,
invece, lo vedeva come un’anima affine alla sua e non
disdegnava mai di farci
due chiacchiere, quando aveva tempo ed era incline alla parola.
Quanto
allo sballarsi, Harris non era un abitudinario, preferiva di gran lunga
avere
il controllo della situazione.
Ma
quella sera ci voleva, decisamente.
E
adesso si trovava al sicuro tra i primi alberi della Foresta Proibita,
finalmente da solo, nascosto agli occhi degli altri, seduto sul vecchio
tronco
di una quercia, dando le spalle alla festa ancora al culmine.
Aveva
da poco acceso la sigaretta regalata da Bruden e già dopo
due boccate sentiva
la testa più leggera, un’autentica meraviglia.
Si
chiese cosa diavolo Burt avesse usato, le serre di Erbologia non
avevano mai
avuto segreti per quel ragazzo.
Non
si accorse neppure del rumore di passi dietro di lui e, quando si
sentì
chiamare, sussultò, girandosi di scatto.
Ciò
che si ritrovò di fronte non poteva essere reale.
Annabel
Cox in persona.
I
lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, i limpidi occhi chiari ed
un
meraviglioso cappotto rosso scuro a proteggerla dal freddo.
Aveva
il naso e le guance un poco arrossate per la bassa temperatura, ma
sorrideva
gentile come sempre, tenendo un vassoio tra le mani.
Il
primo pensiero di Julian Harris fu che, a quanto pareva,
l’effetto delle canne
di Bruden era più veloce e devastante di quanto potesse
immaginare.
Cazzo,
provocavano pure le visioni!
E
che visioni!
-Julian?-
chiamò di nuovo Annabel, osservandolo preoccupata.
–Hey, ti ho cercato
ovunque!- esclamò, sorridendo contenta.
Cavolo,
appariva più reale del previsto! Come visione era
più che perfetta!
Ovviamente,
lui non rispose, limitandosi ad osservarla come un idiota completo.
-Ti
senti bene?- domandò la Tassorosso, avvicinandosi.
–Hai gli occhi lucidi.-
Harris
sbuffò, contrariato. –Per essere un miraggio,
parli anche troppo.- borbottò.
Anna
inarcò un sopracciglio, confusa. –Un miraggio? Io
sono reale!- disse, scrutando
bene in viso il Corvonero.
I suoi
occhi chiari si puntarono quasi subito sulla sigaretta ancora accesa
che il
ragazzo teneva tra le dita e si assottigliarono, severi.
-Julian.-
mormorò, decisa. –Dammi quello schifo.-
ordinò, allungando la mano.
Se
avesse avuto davanti chiunque altro, probabilmente Harris lo avrebbe
mandato al
diavolo, tenendosi la propria canna e tanti saluti.
Ma
con lei…
Con
quella maledetta Tassorosso era diverso, era sempre stato diverso.
Annabel
avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa e lui, da bravo stupido,
avrebbe
ubbidito senza fiatare, chinando la testa da bravo servitore.
La
sigaretta di Bruden finì a terra, schiacciata sotto la
scarpa della ragazza, e
Julian restò ad osservare il poco fumo che ancora si
innalzava, debole.
Quella
era davvero una serata terribile.
Chissà
cosa avrebbe pensato Annabel di lui, adesso.
Roba
da mettersi a ridere.
La
testa gli girava, gli occhi bruciavano, eppure riusciva a vederla,
lì, davanti
a lui.
-C’è
qualcosa che non va?- domandò Anna, preoccupata.
Sì,
ti amo.
-No,
sto bene.- le rispose,
abbassando lo
sguardo. –Volevo solo divertirmi.-
Annabel
aveva l’espressione di una che non se l’era affatto
bevuta. –Senti, lo so che
non abbiamo molta confidenza, ma se vuoi parlarne…-
Non
voglio parlare.
Ti
amo.
Ti
amo
e non te ne accorgi.
Ti
amo
e non te ne frega
niente.
-E’
solo uno spinello, Cox! Non sono dipendente da questa roba, ok? Non ho
nessun
tragico problema alle spalle o stupidaggini del genere.- le disse,
facendo
spallucce.
-Va
bene.- fece lei, continuando a guardarlo in viso. –Scusa,
sono stata
invadente.-
Julian
scosse il capo, poi si perse un attimo ad osservarla; era davvero raro
ritrovarsela così vicino, senza amiche o fidanzato nei
paraggi.
I
Tassorosso avevano la cattiva abitudine di aggirarsi sempre
“in branco”.
Anna
era di una bellezza indescrivibile, per Harris non esisteva ragazza
più bella
al mondo, ne era letteralmente attratto.
Era
stata la prima creatura vivente a suscitare interesse in un tipo
apatico e
indifferente come lui.
Era
capitato per caso, cogliendolo alla sprovvista, come sempre accade.
Un
giorno come tanti, l’aveva vista sulla riva del Lago Nero,
con le sue amiche,
intenta a correre per sfuggire agli schizzi d’acqua, mentre
teneva in mano una
mela appena morsa. E lui non era più riuscito a toglierle
gli occhi di dosso.
Erano
passati anni, ma niente era cambiato.
Anzi,
a voler pensarci bene, qualcosa di diverso c’era.
La
piccola fedina che lei portava all’anulare sinistro.
Annabel
Cox e Mike Miller erano fidanzati.
Molti
li vedevano come la coppia perfetta, altri, invece, erano convinti che
si
sarebbero lasciati, convinti che un amore nato in età
così giovane non potesse
durare.
A
Julian queste stronzate non importavano.
Anna
era felice, innamorata, spensierata. Ed il ragazzo che aveva accanto
non era
lui.
Questo
faceva male, ma aveva imparato a conviverci.
Si
era costretto, perché non poteva fare altro.
Quando
si accorse del silenzio che li circondava, quasi si maledisse, non
voleva
metterla a disagio con i suoi mutismi prolungati.
Annabel
però sorrideva.
-Sai,
mancavi solo tu!- gli disse, andandogli vicino. –Ho preparato
dei biscotti alla
vaniglia per tutti come dono di Biancaneve, spero siano venuti buoni!-
fece,
divertita. –Ti ho cercato ovunque per darne qualcuno anche a
te! Avanti,
prendine quanti vuoi!- lo sollecitò, porgendo il vassoio
pieno di biscotti.
Julian
pensò a un sacco di cose da dirle, anche un semplice
“grazie”, eppure ciò che
pronunciò senza riflettere fu: -Non mi piacciono i dolci.-
Un
momento dopo avrebbe voluto prendere un tronco d’albero a
testate, anche perché
ciò che aveva detto non era affatto vero.
Non
riusciva a capacitarsi della sua risposta, forse, semplicemente, non
voleva
ricevere nulla da lei. Non voleva avere niente di suo.
Annabel,
tuttavia, non si lasciò scoraggiare.
-Sempre
con quest’aria seria, Julian!- lo riprese, divertita, mentre
con un dito andava
a sollevargli un angolo della bocca verso l’alto.
–Sorridi, brontolone!- rise,
allegra.
Fu
come ricevere una scossa e il Corvonero si ritrasse dal suo tocco,
fingendo di
passarsi una mano sugli occhi stanchi.
Non
toccarmi.
Fa
troppo male.
-Fai
uno sforzo per me, ci ho messo tanto per prepararli!- aggiunse la
ragazza,
mentre prendeva un biscotto e glielo porgeva. –Non fare il
difficile, su!-
Julian
lo accettò, mormorando un ringraziamento.
Parlare
era ancora più difficile del solito.
-Beh,
allora torno da Mike ora!- fece Anna, mentre cominciava ad
allontanarsi. –Gli
ho promesso che gli ultimi biscotti sarebbero stati tutti suoi!-
aggiunse, gli
occhi che scintillavano di affetto e divertimento. –Se non ci
vediamo domani,
ti auguro Buon Natale, Julian!-
-Buon
Natale anche a te, Annabel.- si limitò a dirle, restando poi
in silenzio ad
osservarla voltargli le spalle ed andarsene via, sparendo nella neve.
Accorgiti
di me.
Accorgiti
di me…
Il
biscotto
alla vaniglia cadde a terra, senza essere neppure stato assaggiato.
Sollevando
lo sguardo al cielo, a Julian venne da sorridere.
Avrebbe
davvero dovuto tenersi più stretta la sigaretta miracolosa
di Bruden.
***
Era
ormai notte inoltrata, quando la neve cominciò a scendere
dal cielo,
sorprendendo alquanto i partecipanti alla festa, che videro
quell’evento
meteorologico come un segno di serata conclusa. Era ora di tornare al
castello.
Sirius
Black, mani in tasca, camminava lentamente, scendendo per la ripida
collina, e
sorrise, quando davanti ai suoi occhi apparve la casa di Hagrid.
La
piccola abitazione, completamente al buio, pareva ricoperta di panna.
Victoria
Olsen se ne stava seduta sui gradini della piccola dimora del
guardiacaccia, in
rigoroso silenzio. Osservava la neve cadere senza battere ciglio.
Non
si voltò, nonostante lo avesse sentito arrivare.
Sirius
prese posto vicino a lei, senza fiatare, e per un po’
restarono così, in
silenzio, l’uno vicino all’altra, ad osservare il
paesaggio mozzafiato che
offriva loro il magico parco di Hogwarts.
-Tregua?-
le disse lui ad un tratto.
Victoria
si limitò ad annuire, senza dire una parola.
A
lui venne da sorridere e, senza neppure rendersene conto,
andò ad accarezzarle
i capelli, umidi per la neve.
-Vick,
qual è il problema?- le domandò, pacato.
–Non ci credo che quelle ragazze siano
riuscite a farti arrabbiare così tanto. Sei davvero
così gelosa? Io sto con
te.-
Era
vero, Sirius aveva perfettamente ragione, però…
C’era
un però, una vocina che non le dava tregua e che non faceva
altro che
logorarla.
Victoria
sospirò, osservando le nuvolette di vapore che si erano
formate davanti alla
propria bocca.
Ricordò
di una discussione avuta con Lily giorni prima.
Lily
era l’unica con cui ne aveva parlato.
-Diglielo,
Vick.- le aveva detto, sorridendo. –Se è questo
ciò che ti tormenta, allora ne
dovresti davvero parlare con lui.-
Doveva
dirglielo, chiarirsi quel suo dubbio, ma non era affatto facile.
Non
era facile per lei, orgogliosa Grifondoro, ammettere quella sua
debolezza.
-Allora?-
fece Black, mentre continuava ad accarezzarla. –Guarda che ti
conosco bene,
Olsen. Non credere di potermi fregare così facilmente.-
Qualcosa,
in quel momento, le avvolse il cuore in un caldo abbraccio, riempiendo
poi ogni
cellula del corpo di calore.
Era
la voce di Sirius.
Lui
aveva sempre avuto quell’effetto su di lei.
-Non
è per le ragazze.- si decise ad ammettere, senza avere il
coraggio di guardarlo
negli occhi. –E’ per… è colpa
mia, credo.- mormorò.
-Non
ti seguo.- le disse lui, ora immobile al suo fianco. –Cosa
c’è che non va?-
Victoria
scosse il capo e si prese il volto tra le mani. –Sono io,
Sirius. Sono
terribilmente insicura e non vorrei esserlo, ma non ce la faccio!-
confessò,
decidendosi a far uscire la voce. –Io… io ho paura
che un giorno tu possa
cambiare idea e decidere di voler tornare ad essere come prima. E
allora mi
dico che forse abbiamo sbagliato, forse… forse dovevamo
restare amici…-
Lui
non la lasciò continuare. –Queste erano le mie
paure, non le tue. Ero io quello
che all’inizio si era fatto questi problemi, non tu. Ma che
ti prende, Vick?-
fece, costringendola a guardarlo. –Hey, quando mai ti ho dato
l’impressione di
avere cambiato idea su di noi?-
La
ragazza scosse il capo, sentendo gli occhi bruciare. –No, no
non è per te,
davvero.- disse, guardandolo. –Sono io che, quando si tratta
di te, sento cose
che prima non avevo mai provato, come la paura di poterti perdere o di
non
essere abbastanza. Tu… tu mi metti soggezione e prima non
succedeva mai!-
-Non
voglio che tu mi veda così.- le disse lui, serio in volto.
–Vick, sono sempre
io.-
-Sì,
certo.- fece lei, sorridendo mesta. –Ma per me, a volte,
è ancora impossibile
credere che, tra tante, tu abbia deciso di stare con me. Ho aspettato
tanto
tempo, non ci avevo mai sperato e mi ero rassegnata a starti vicino
come amica.
Ora… ora ho il terrore di poter ritornare a quella
condizione e non potrei
accettarla come una volta, non più. Mi distruggerebbe.-
mormorò, stringendo le
gambe al petto.
E
Sirius, inaspettatamente, rise, mentre la stringeva a se.
-Stai diventando molto brava a crearti seghe mentali, Olsen.- le disse, divertito.
–Continuando
su questa strada,
potresti riuscire a battere Lunastorta, sai?-
-Non
ridere!- borbottò Vick, con il volto premuto sul petto di
lui. –Non è
divertente!-
-Sì
che lo è!- fece lui, sorridendo. –Stai diventando
una mocciosetta piagnucolona,
proprio tu che eri una specie di ragazzo intrappolato nel corpo di una
femmina!
È decisamente spassoso!- la prese in giro, beccandosi un
pugno sul braccio che
lo fece scoppiare a ridere più forte. –Non pensavo
di avere un effetto simile
su di te!-
Victoria
rimase in silenzio, la bocca piegata in un sorriso felice.
Stranamente,
tutto era già passato.
Bastava
un sorriso, un abbraccio, una risata di Sirius e tutte le sue paure
svanivano.
Era
vero, della granitica e maschiaccia Victoria Olsen non c’era
più traccia ed era
tutta colpa di quel dannato Malandrino!
L’amore
riusciva a mutare così tanto l’animo delle persone?
Faceva
un po’ paura in effetti, ma poteva sopportarlo.
Poteva
farci l’abitudine.
Quel
perenne sconvolgimento che sentiva dentro, non era poi così
terribile.
Forse
Sirius non si sarebbe mai completamente reso conto
dell’effetto devastante che
aveva e che avrebbe sempre avuto su di lei.
-Togliti
questi brutti pensieri dalla testa.- le disse all’improvviso.
–Mi sono buttato
su questa strada e non cambierò idea, Vick. Non mi
pentirò mai, te lo giuro.
Certo, non posso prometterti che vivremo per sempre felici e contenti,
cavolo,
ho solo diciassette anni!, ma sappi che non ho dubbi su me e te, devi
credermi.-
-Ti
credo.- fece lei, ancora stretta a lui.
-E
poi penso sia sbagliato pensare troppo ai “se” ed
ai “ma”, in questo modo
rischiamo di non goderci affatto il presente.-
Questa
volta fu Victoria a ridere. –Da quando sputi fuori perle di
saggezza, Black?-
lo punzecchiò, allegra.
-Beh,
a forza di stare con Remus qualcosa imparo pure io!- fece lui,
indispettito.
-Stento
a crederlo!- continuò lei, sorridendo maligna.
-Zitta,
rospo!-
-Sta
zitto tu, cagnaccio! E baciami.-
-Cosa?
Io non ti bacio a comando! Baciami tu, piuttosto!-
-Non
ci penso neppure! Te l’ho chiesto prima io!-
-Chiesto?
Vorrai dire ordinato.-
Rimasero
a sfidarsi con lo sguardo solo una manciata di minuti,
dopodichè non seppero
mai chi tra i due fosse stato il primo a cedere.
Si
trovarono a metà strada e, quando le loro bocche si
incontrarono, quel futile
bisticcio perse di importanza, come ogni altra cosa.
Non
erano mai stati tipi da scambiarsi troppe effusioni, ma quella notte
era
diverso, ne sentivano un bisogno disperato. Anche solo per rassicurarsi
a
vicenda.
Sono
qui,
penso solo a te e non ti lascio.
Poi,
come da regola, Sirius Black riuscì a distruggere
l’atmosfera, confermando
ancora una volta che coppia antiromantica fossero.
-Chissà
se il caro vecchio Hagrid è a Hogsmeade,
stanotte…- mormorò, meditando, nella
pausa tra un bacio e l’atro.
-Cosa?-
fece Vick, confusa.
-Beh,
stanotte mi sembri un poco più arrendevole, sai? Sarebbe un
peccato non
approfittarne, non trovi? E se la casetta fosse libera, beh…
io so dove Hagrid
nasconde le chiavi!- le disse con un sorriso furbo, che voleva essere
accattivante.
Il
ruggito della Olsen si udì per tutto il parco, tanto che
molti degli studenti
ancora rimasti alla festa si decisero a tornare al castello,
preoccupati dal
fatto che qualche mostro stesse per uscire dalla Foresta Proibita.
Il
povero Sirius ruzzolò i tre gradini di scale della casa del
guardiacaccia,
ritrovandosi inzuppato nella neve.
-Sei
un maniaco, Black! Crepa!- sbraitò Vick con gli occhi che
mandavano scintille.
-E
tu non sei per niente femminile!- sbottò lui, offeso.
–Frigida! Guarda che per
noi ragazzi il sesso è una necessità!-
-Black!-
tuonò lei, stringendo i pugni. –Vuoi morire
adesso, oppure preferisci aspettare
ancora qualche anno?-
-Fallo
vivere ancora un pò, per favore.- si intromise una terza
voce con tono pacato.
Quando
i due innamorati si voltarono per vedere chi si fosse messo in mezzo,
si
trovarono davanti il fuggitivo numero uno della serata: Remus J. Lupin.
Lunastorta
aveva l’aria stanca, probabilmente non ne poteva
più di scappare da
quell’invasata della sua ammiratrice.
Una
cosa era certa, non avrebbe più dato ripetizioni a nessuno.
-E’
arrivato l’uomo invisibile.- fece Sirius, osservando
l’amico con un ghigno
divertito.
-Non
c’è nulla da ridere, Felpato!- borbottò
Remus, scuro in volto.
-Per
te forse no, Rem. Per me sì!-
Lunastorta
alzò gli occhi cerulei al cielo e si impose di non badare
troppo alla mente
bacata del proprio amico. Sospirò.
-Vi
cercavo.- disse, spostando lo sguardo su Victoria. –Sono
andati via
praticamente tutti, ma i peggiori, tra cui James, sono rimasti e stanno
architettando una delle loro. Vi unite?- chiese, già
aspettandosi la risposta.
-E
ce lo chiedi?- rispose Sirius, che già si era alzato in
piedi, insieme a
Victoria.
-Come
non detto…- esalò Remus, tornando ad incamminarsi
nella neve.
Gli
altri due Grifondoro gli andarono dietro, la discussione precedente
già
dimenticata, tanto erano presi a pensare a ciò che poteva
aver architettato
James Potter.
Ad
un tratto, Sirius aumentò il passo, superando Vick e
raggiungendo Lupin; nel
fare ciò toccò
quasi casualmente la
giacca della ragazza e quando la Olsen, per caso, andò ad
infilare le mani
infreddolite nelle tasche, avvertì con sorpresa qualcosa
nella tasca sinistra.
Era
una piuma bianca di zucchero di Mielandia, constatò.
Immediatamente,
un enorme sorriso comparve sul suo viso.
Sirius
Black, proprio quel Sirius che non aveva mai regalato nulla a nessuna
ragazza,
le aveva comprato qualcosa per la festa di Biancaneve.
Era
talmente assurdo che non riusciva a crederci!
Alzò
lo sguardo su di lui e lo vide camminare scanzonato accanto a Remus, un
braccio
intorno alle spalle dell’amico, che borbottava, protestando
per qualcosa.
Forse
non era l’unica a stare perdendo la testa, si disse.
Forse
anche per Sirius era lo stesso.
Le
venne voglia di ridere e correre da lui, ma si trattenne, non volendo
dare a
quel maniaco una soddisfazione del genere.
Quando
arrivarono al luogo d’incontro, trovarono ad aspettarli un
piccolo gruppo di
studenti del settimo anno, gli unici a non aver veramente
più rispetto per gli
orari, e poche eccezioni.
Mike
Miller, il fidanzato di Annabel Cox, se ne stava con altri suoi due
amici.
Poco
distanti da loro, stavano Nina Green e Jasper Joyce, con Xeno, Julian,
Burt
Bruden e quell’oca di Kelly Logan, affiancata da due sue
compagne.
C’era
poi tutto il settimo anno di Grifondoro.
James
e Lily se ne stavano un poco in disparte, lui la abbracciava da dietro,
tenendo
il mento poggiato sulla testa rossa della Caposcuola.
Vick
intercettò lo sguardo di Potter e gli mostrò la
piuma di zucchero, trionfante,
ed il ragazzo le sorrise, strizzandole l’occhio.
-Avete
fatto pace?- domandò Lily, quando la Olsen li raggiunse.
-Sì!-
rispose Victoria, allegra. –E dopo abbiamo litigato di nuovo!
Ma va bene così.-
aggiunse, facendo spallucce. –E voi?-
-Noi?
Noi due andiamo alla grande!- fece James, euforico, prima di depositare
un
piccolo bacio sulla guancia della Evans, che arrossì,
restando in silenzio.
In
effetti tra di loro stava andando a meraviglia, si disse Lily,
ripensando a una
mezz’oretta prima. Non riuscivano più a stare
separati e, quando si ritrovavano
da soli, finivano con le bocche incollate l’una
sull’altra.
Doveva
decisamente ricomporsi, adesso.
Con
un sospiro, sciolse l’abbraccio di James, già
immaginandosi le sue proteste,
che non tardarono ad arrivare.
Sorrise.
-Dove
vai?- le chiese il suo ragazzo, con l’aria di un cucciolo
ferito.
-A
parlare un po’ con Remus.- rispose lei, divertita.
–Dammi un po’ di tregua,
Potter!-
James
scoppiò a ridere, capendo a cosa alludeva la rossa.
–Ok,
ti do tregua fino a domani! Poi ricomincio!-
-Andata!-
Ramoso
osservò Lily raggiungere Lupin, poi posò il
proprio sguardo su Victoria.
-Allora
mi abbracci tu, sorellina?- fece, sorridendo.
-Non
c’è neanche bisogno di chiederlo!- rispose Vick
allegramente.
Il
ragazzo le passò un braccio intorno alle spalle, lei gli
cinse la vita, e
presero a passeggiare chiacchierando, andando dietro agli altri, che
avevano
cominciato ad avviarsi.
Era
piacevole essere abbracciati da James, pensò la Olsen,
felice, era come farsi
coccolare da un fratello maggiore. Quello che poi lui rappresentava per
lei.
Potter,
Lupin e Minus erano sempre stati dei fratelli per Victoria.
-Tutto
bene?- domandò ad un tratto al ragazzo, puntando gli occhi
azzurri su di lui.
-Non
abbiamo più parlato molto di quello, dopo quella volta in
infermeria.- mormorò.
Il
sorriso di James si ampliò. –Sto bene.- la
rassicurò, dolce. –Faccio regolarmente
degli esercizi di controllo con Silente e per adesso sembra tutto in
regola.
Stai tranquilla!-
-Menomale!-
sospirò lei, rasserenata.
Potter
la strinse un po’ di più, con affetto.
–Grazie di tutto, Vick!-
La
Grifondoro scosse il capo, come a dire che non erano necessari
ringraziamenti.
-Dove
stiamo andando, piuttosto?- chiese, curiosa.
-Sulle
rive del Lago Nero ad aspettare l’alba.- le rispose lui,
guidandola, mentre il
gruppo si addentrava tra gli alberi della Foresta Proibita.
–E passiamo da qui!
Abbiamo pure convinto Lily! All’inizio lei non voleva.-
Vick
rise. –Domani niente Hogsmeade, saremo stanchi morti!-
-Beh,
dormiamo tutta la mattina e ci andiamo di pomeriggio, no?- fece subito
lui,
pratico. –Nessun problema!-
-Per
te non c’è mai nessun problema, James!- lo prese
in giro la ragazza, giocosa.
Risero
insieme e Sirius Black, che li precedeva di poco, si voltò a
guardarli,
camminando all’indietro. –Ramoso, sei un vermicolo!
Che fai, ci provi con la
ragazza di un altro? Anzi, ci provi con la ragazza del tuo migliore
amico?-
accusò, fingendosi scandalizzato.
-E
tu sei forse geloso?- fece Potter, divertito. –Beccato,
Felpato!-
Sirius
fece una buffa smorfia, poi corse da Minus, che se ne stava un poco in
disparte, e lo abbracciò in quello che sembrava
più un assalto che un gesto
d’affetto.
Ridevano
entrambi, sia lui che Peter.
James
restò ad osservarli con un sorriso disteso, il loro
Codaliscia stava diventando
sempre più chiuso e distante, perciò era bello
vederlo interagire di nuovo con
loro.
La
camminata procedeva, il Lago Nero era sempre più vicino ed
il parco immerso
nella notte apparteneva completamente a tutti quanti loro.
Lily
rabbrividì per il freddo e sollevò lo sguardo
verso la volta celeste, dalla
quale scendevano, leggeri, piccoli fiocchi di neve. Bellissimo.
Remus,
che camminava vicino a lei, imitò il suo gesto e sorrise.
Ogni
cosa era meravigliosa quella notte, si disse la Evans, la sua
felicità stava
per toccare le stelle e tutto pareva perfetto, lontano da tutto.
Si
voltò, pronta a cercare lo sguardo di James, ma non lo
trovò vicino a Victoria
anzi, la Olsen era sola ed aveva un sorriso furbo sul viso che non
prometteva
nulla di buono.
Lily
si guardò intorno, preoccupata.
-Dov’è
James?- domandò, piano.
Potter
spuntò all’improvviso dagli alberi della foresta,
cogliendo il povero Julian
Harris, che già era stufo della serata, alle spalle.
Oltre
all’imprecazione da record di Julian e alla risata sguaiata
di James, si
aggiunse lo strillo terrorizzato di Kelly, che non si aspettava
quell’improvvisata
idiota da parte del Grifondoro.
-Hai
veramente rotto le palle, James! Ammazzati!- ringhiò Harris,
stanco e con un
diavolo per capello, mentre l’amico se la rideva alla grande
in compagnia di
Black.
-Povero
JuJu!- fece Sirius, in tono falsamente dolce. –Cosa
c’è? Hai avuto tanta
paura?- domandò, per poi voltarsi verso Potter.
–Ramoso, che cattivo, non si
fa!-
Potter
rise più forte. –Julian, hai fatto un salto
assurdo! Cosa credevi che fossi,
eh? Un mostro brutto e terrificante?- disse, piegato in due dalle risa.
Il
Corvonero assottigliò lo sguardo, assumendo
un’espressione pericolosa.
-Voi
due…- sibilò, stringendo i pugni.
-Non
scherzare, Ramoso!- fece Sirius, cercando di restare serio.
–Potevi essere
un’Acramantula! Che creature terribili!-
-Oppure
un Berretto Rosso!- suggerì James, dopo averci pensato.
-O
anche un Avvicino!- aggiunse Black.
-O
un Ippogrifo!-
-Un
Lupo Mannaro!!!- strillarono insieme, per poi scoppiare a ridere.
A
quel punto quella povera anima in pena di Julian Harris
mandò i due allegramente
al diavolo, per poi voltarsi ed andare a rifugiarsi tra i suoi compagni
Corvonero.
-Chissà
se ce ne sono stanotte in giro…- meditò Sirius,
con fare preoccupato.
–Dovrebbe
esserci la luna piena per farli uscire, giusto Ramoso?-
-Mmm…
non saprei Felpato, vecchio mio.- rispose James, con aria saputa.
–Ho sentito
dire che si trasformano con la luna piena, ma non posso esserne
certo…-
-Però
mi pare di aver sentito dire che rispondono al richiamo della loro
specie…-
-Oh,
davvero?-
Presero
ad ululare insieme di punto in bianco, mentre i compagni intorno a loro
non
riuscivano più a smettere di ridere.
Victoria
li guardava con un sorriso e scuoteva la testa. –Ecco, sono
impazziti.-
dichiarò, divertita, mentre raggiungeva Lily e Remus.
La
Evans guardava i due ragazzi, sforzandosi di non mettersi a ridere.
–Qualcuno
dovrebbe spiegare loro che non siamo più al primo
anno…- sospirò.
Lupin
se ne stava in silenzio e scuoteva la testa, senza parole, mentre quei
due
idioti dei suoi migliori amici continuavano in quella scenetta che
altro non
era che uno stratagemma per prendere in giro lui.
-Felpato,
questo Lupo Mannaro non si fa vedere!- protestò ad un tratto
James, fingendosi
deluso. –Come mai?-
-Non
so, Ramoso.- fece Sirius, meditabondo. –Forse è un
tipo timido.-
-Timido?
Dici sul serio?-
-Già!
Talmente timido da non essere neppure in grado di relazionarsi con una
ragazza,
azzarderei!-
-Un
lupo un po’ sfigato, quindi!-
-Decisamente
sfigato, mio caro!-
Il
povero Remus si morse la lingua, prima di esplodere e fregarsi da solo,
ma
prese mentalmente nota di strozzare quei due imbecilli non appena ne
avesse
avuto l’occasione.
Lily
Evans, che camminava vicino a lui, non disse una parola e si
limitò a
lanciargli solo un’occhiata, senza dire nulla.
Quando
raggiunsero il Lago Nero, Potter e Black si erano buttati nelle
imitazioni
della professoressa McGranitt ed intorno a loro non si trattenevano le
risate.
Si
disposero tutti in cerchio, chi seduto per terra, chi sistemato sopra
un
vecchio tronco o una roccia, con Julian che protestava per
l’ora tarda ed
insisteva per andarsene a letto.
Mike
Miller trovò qualche rametto e con un incantesimo di
incendio fornì un po’ più
di luce e calore al gruppo, prima di sedersi vicino ai suoi amici.
James
prese posto su un tronco consunto e, sorridendo, fece segno a Lily di
raggiungerlo; non appena la ragazza gli fu vicino, le passò
un braccio intorno
alle spalle, cercando di scaldarla un poco.
Vista
l’ora e l’ambientazione un poco lugubre,
l’argomento di discussione si era
inevitabilmente spostato su racconti di paura e fatti misteriosi.
Kelly
Logan, neanche a dirlo, aveva già cominciato a piagnucolare.
Dopo
la bizzarra storia di Jasper Joyce, che giurava
sull’esistenza di un’armatura
maledetta al quarto piano che sembrava pedinarlo fin da quando aveva
messo
piede ad Hogwarts, il testimone passò a Sirius, che si
lanciò nella descrizione
di una vecchia strega pazza, che abitava in una lugubre casa fuori
Londra e
che, per diletto, si divertiva ad avvelenare animali e a mozzare le
teste dei
propri elfi domestici, per poi ricavare dai loro corpicini piccoli
oggetti come
spille o guanti.
Tutte
quante le ragazze presenti erano impallidite, insieme a Frank Paciock.
James
scoppiò a ridere e scosse il capo.
-Felpato,
questa non è altri che tua zia Elladora! Non è un
vero racconto di paura!-
Black,
scoperto in fragrante, mise il broncio.
-Raccontane
uno tu, allora!-
Il
sorriso di Potter si ampliò, facendosi preoccupante.
–Ne sei sicuro?-
-R-Ragazzi,
basta…- piagnucolò Peter, che conosceva bene cosa
fosse capace di inventarsi la
mente di James.
Ormai
però era tardi, tutti pendevano dalla bocca del Grifondoro,
in un misto di
curiosità e timore.
-Me
l’ha raccontato mio zio Andrew.- disse James, mentre intorno
a lui si
diffondeva il silenzio. –E’ una storia vera, pare.
E risale ai tempi della
fondazione della scuola.-
Lily
si voltò a guardare il suo ragazzo, inquieta.
Era
proprio nato per fare l’oratore, si disse. In pochi minuti si
era già
guadagnato la totale attenzione dei compagni.
-Conoscerete
la storia di Godric Grifondoro e di Salasar Serpeverde, immagino.- fece
James,
facendosi serio. –Erano rivali, in eterno conflitto su chi
dovesse imparare la
magia e poi, un giorno, Serpeverde se ne andò, giurando
vendetta.-
-Questa
storia la conosciamo tutti.- fece Lily, più tranquilla.
Il
ragazzo sorrise, furbo. –Oh, sì. Ma non sapete
tutto.- fece, tetro. –Si narra
che, prima di andarsene per sempre, Salasar decise di lasciare qualcosa
qui,
nel castello, che continuasse il suo lavoro di epurazione magica. Un
mostro
spaventoso ed immortale, che avrebbe dormito da qualche parte per
l’eternità,
pronto a risvegliarsi in qualsiasi momento e a uccidere i nemici del
suo
signore.-
Remus
scosse il capo. –Non ci sono mostri ad Hogwarts!-
-Non
puoi saperlo, Remus.- obiettò James, sicuro.
–Esistono molti esseri millenari e
malvagi che un mago potente come Salasar sarebbe stato in grado di
controllare.
Penso di conoscere Hogwarts meglio di Silente e non sono mai riuscito a
trovare
stanze con un mostro nascosto all’interno, ma suppongo che
Serpeverde avesse
trovato il modo di nascondere bene la sua creatura.-
-Fammi
capire, tu hai provato a cercarlo?- fece Victoria, sconvolta.
-Ovviamente!-
rispose Potter, quasi ritenendo sciocca la domanda. –Se ne
parla in qualche
libro e in alcuni vecchi annali degli studenti, sapete? Ci sono varie
supposizioni su che cosa possa essere, ma non si sa nulla di certo.-
disse,
parlando piano. –Tutti però dicono che ami
spostarsi nel buio e che colpisca le
proprie vittime quando sono da sole, cogliendole sempre di spalle. Ci
pensate?
Uno di noi se ne va a fare un giro per i nostri amati corridoi
e…-
-Basta,
Potter! Non è divertente!- strillò
un’amica della Logan.
-Sono
avvenute molte strane morti ad Hogwarts nella storia, alcune
inspiegabili, e ci
sono state altrettante sparizioni…- continuò
James, imperterrito. –Forse dietro
ad esse c’è proprio il mostro di Serpeverde! Chi
può dire di no?-
Nessuno
rispose ed intorno a loro rimase soltanto un cupo silenzio, spezzato
soltanto
dal rumore del piccolo fuoco che scoppiettava e dei piccoli fruscii
provenienti
dalla Foresta.
Sirius
Black sbuffò. –L’unica cosa che mi viene
da pensare è che, guarda caso, c’è
sempre di mezzo Serpeverde! Quel dormitorio andrebbe bruciato con tutti
gli
occupanti all’interno!- disse con risentimento.
-Non
hai tutti i torti, Black.- fece Mike Miller, cupo. –Sappiamo
tutti che
diventeranno Mangiamorte, una volta fuori di qui! Come siamo a
conoscenza di
ciò che è accaduto a Olsen ed Evans in
biblioteca, mesi fa.-
Lily
e Vick si scambiarono un’occhiata, condividendo per un attimo
quel terribile
ricordo, ma restarono in religioso silenzio.
-Non
possiamo generalizzare in questo modo!- protestò Remus,
decidendosi a parlare.
–Non tutti i Serpeverde sono così, ragazzi!-
Subito
si levarono borbottii di dissenso.
-Lupin,
hai perso il cervello?-
-Sono
tutti uguali, quelli là!-
-Avete
visto che faccia ha Avery?-
-Bellatrix
e Malfoy non aspettano altro che farci fuori tutti!-
James,
che non si aspettava di certo di suscitare una discussione simile con
il suo
racconto, sospirò, arruffandosi i capelli.
Sirius
Black si alzò in piedi, furente. –La Caposcuola
Ames è una serpe come tutti gli
altri, Remus! Non credere che sia diversa!- esplose, sapendo dove
colpire
l’amico. –Ti vedo parlare un po’ troppo
con lei, ultimamente! Cos’è?! Non sei
più capace di farti delle buone amicizie?-
-Che
cosa?- fece Remus, incredulo. –Che
cosa?!
Io scelgo di essere amico di chi voglio, Sirius Black! E tu non hai
voce in
capitolo!-
-Remus
ha ragione, Siri.- intervenne James, serio.
-Ha
dato di volta il cervello anche a te, James?!- scoppiò
Sirius, fulminando
l’amico con lo sguardo. –Quei figli di puttana
volevano marchiare a fuoco la
tua ragazza!-
Molti
dei presenti sussultarono a quelle parole, Lily compresa.
Potter
si irrigidì. –Questo lo so da solo. E so anche che
la Ames non era con loro.-
-Bravo!-
ruggì Black, furente. –Allora diventa amico loro,
James! Anzi, perché non te ne
vai in giro a braccetto con Mocciosus, eh?- aggiunse, con la
maggioranza dei
compagni a dargli ragione.
Potter
non rispose, limitandosi a scuotere la testa.
Anche
Lily non disse una parola. Quella discussione non le piaceva affatto
ma, se
doveva essere sincera, ultimamente aveva cominciato a pensarla come
Sirius e ad
avercela a morte con i Serpeverde.
Anche
con Severus.
-Adesso
basta, Sirius! Sei ridicolo!- lo riprese Remus, mentre si alzava a sua
volta.
-Ridicolo?!
Tu sei ridicolo!- fece Black, ignorando i richiami di Victoria.
–Mi sto solo
preoccupando per te, idiota!-
Nessuno
parlava più, adesso.
Gli
occhi di tutti erano puntati su di loro.
-Davvero?-
domandò Remus con ironia. –E’ davvero
solo questo, Sirius? La verità è che ti
sei fissato, ma sai che c’è? Non puoi rifartela
con tutta Serpeverde se hai
problemi con la tua famiglia!-
In
molti trattennero il fiato e Julian, che in tutto quel trambusto si era
appisolato, se ne uscì con un sentito:- Oh,
cazzo…-
Gli
occhi di Sirius si spalancarono impercettibilmente, mentre il suo corpo
si
irrigidiva, diventando come di marmo. –Vattene.-
sibilò a Lupin, con rabbia.
–Vattene sul serio, o ti spacco la faccia, Remus! Non
scherzo!-
-La
verità fa male, eh?- disse invece il Caposcuola di
Grifondoro, ignorando la
minaccia.
Alzando
gli occhi al cielo e maledicendo i suoi due migliori amici, James si
decise ad
intervenire, mettendosi in mezzo.
-Finitela,
tutti e due.- disse, cercando di restare calmo. –Dovrebbe
essere una festa
questa, vi pare? State dando uno spettacolo non richiesto! Datevi una
regolata.-
Black
non cambiò minimamente atteggiamento, anzi, strinse i pugni.
Lupin
invece abbassò lo sguardo. –Stà
tranquillo, James. Io me ne vado.- dichiarò,
scuro in volto. –Ne ho abbastanza.- terminò, prima
di voltarsi e dirigersi verso
il castello, sparendo nel fitto della notte.
Non
ci fu nessuno che osò dire una singola parola.
Miller
scosse la testa, le ragazze di Corvonero parevano attonite, i restanti
Grifondoro si limitarono a sospirare, già avvezzi alle liti
tra Black e Lupin.
-Complimenti.-
commentò poi James con stizza, rivolto al suo migliore
amico.
-Ha
cominciato lui, non io.- borbottò Sirius, tornando a sedersi
sotto lo sguardo
furioso di Victoria, che non aveva approvato affatto i suoi modi di
fare.
Di
nuovo, ritornò il silenzio.
Ognuno
rimase infreddolito al proprio posto, magari fissandosi le scarpe o
scambiando
qualche occhiata con un compagno, ma nessuno aprì
più bocca.
La
serata si era decisamente conclusa e all’alba mancava ancora
qualche ora.
Julian
Harris, stranamente, sollevò lo sguardo e lo diresse verso
quella sagoma scura
in lontananza che altro non era che il castello.
La
sua espressione, da indifferente, si fece pensosa.
-Povero
Remus, sta tornando al proprio dormitorio tutto da solo.- disse ad un
tratto,
senza un particolare tono di voce. –Mica se lo
mangerà il mostro di
Serpeverde?-
Note
dell’autore
E
con questo intervento assolutamente fuori luogo di Julian, chiudo il
capitolo.
State
tranquilli, Remus non incontrerà nessun Basilisco e se ne
andrà a letto sano e
salvo! XD
Che
dire? Sono mortificata per il ritardo, avrei voluto terminare il
capitolo 33
molto tempo prima, ma a causa dell’università non
ne ho avuto modo.
Resta
il fatto che ne è valsa la pena, perché adesso
sul mio libretto si è aggiunto
uno strameritato 28, che avrebbe potuto essere stato un 30, se non
avessi
commesso quel maledetto sbaglio, ma vabbè!
Tornando
al capitolo, beh, finalmente una discussione che non riguarda il povero
James,
che in genere torturo sempre! Comunque state tranquilli, non prevedo
aria di
tempesta. E cercate di capire sia Remus che Sirius. Hanno entrambi le
loro
ragioni per comportarsi così ed hanno due caratteri opposti.
In
realtà si vogliono un bene dell’anima e lo
sappiamo tutti!
Direi
che in questo capitolo c’è veramente di tutto.
Lily e James ( che fatico sempre
di più a trattenere, prima o poi si salteranno addosso, me
lo sento… XD), Vick
e Sirius ( che stanno raggiungendo il loro equilibrio di coppia a
piccoli passi
e prima o poi ci arriveranno, ma con i loro tempi; ho molte aspettative
su di
loro, abbiate fede!) e, non ci credo neppure io, ma ho scritto una
scena con
Julian ed Annabel, da soli!
Quei
due mi danno parecchio da pensare, ora come ora non intendo
sbilanciarmi, mah.
Solo
non mi aspettavo certe reazioni da parte di Julian, mi ha fatto
tenerezza
questo suo lato. Alla fine ha ragione James, Harris non è
poi così
indifferente.
O,
almeno, non lo è sempre! Non con tutti! XD
Ed
ho terminato il tutto con un tema che accompagna un po’
l’intero capitolo,
ovvero, la sfiducia verso Serpeverde. Una Serpeverde ghettizzata agli
estremi,
giustamente o ingiustamente, ognuno può pensarla come vuole.
Nemmeno
nell’epoca di Harry Serpeverde è stata
così odiata, credo, ma cercate di
capire, siamo ai tempi di estremo potere di Voldemort.
Le
parti sono molto estremizzate, sia i buoni che i cattivi.
Credo
di aver detto veramente tutto adesso, vi ringrazio davvero per il
vostro
affetto e per la vostra pazienza! Grazie!
Lady
Tsepesh
Myki:
Mia
cara, eccomi! Grazie
davvero per la dedica, io adoro Blake! E, in tutta umiltà,
non conoscevo quella
poesia, quindi… wow! Grazie! *_*
Direi
che il tuo ragionamento su Bella e Reg è perfetto, sul
serio. Come è azzeccato
il tuo pensiero sulle gerarchie all’interno della storia.
La
verità è che ogni personaggio è in
continua evoluzione, perciò non posso
stabilire IL forte, IL debole ecc… Mi è piaciuto
così e spero di aver fatto
bene.
Il
mondo è in movimento, giusto? Magari un giorno
sarà lo stesso Peter a tenere
tutto in mano, chi lo sa? Resta il fatto che i più
pericolosi restano Voldemort
ed Edward, su questo non avere dubbi!
Fai
bene a temere Regulus, che è una specie di bomba in procinto
di esplodere.
Tutto
sta nel vedere chi deciderà di distruggere, alla fine.
Kreacher
lo odio pure io, quindi siamo in due. U_U
Le
compagne di stanza di Bella, dunque. Venute fuori assolutamente per
caso,
inizialmente solo per fare da contorno. Su Aida ho poco da dire, ma
l’altra…
beh, mi piace. Vedrò che farne.
Paragone
tra Eva e Sirius. Ma lo sai che mi hai letteralmente colto di sorpresa?
Giuro,
non avevo davvero mai fatto un aggancio simile, sei un genio!
Direi
che condivido il tuo pensiero!
Sulla
Ames posso dirti poco, perché è il mio
personaggio più fumoso. Anche con me è
sfuggente e si fa capire poco, ormai mi sono rassegnata e la adoro
così! XD
Innamorata?
Sì, forse. Direi che, piuttosto, è sulla buona
strada.
Spero
invece di aver chiarito tutto su James e Lily. ^^ E direi che ormai gli
ormoni
sono entrati in circolo, povera me! Devo stare attenta a questi due o
Harry mi
nasce prima del previsto! XD
Su
Severus e Lily, sì, il discorso è ampio!
Bisognerebbe parlarne a voce!
Della
lotta tra Stria e Voldy ne vado fiera, non credevo avrei tirato fuori
un
intrigo del genere. A volte mi stupisco da sola! XD
Ti
ringrazio tanto per esserci sempre, tesoro!
Un
bacione!
LilyProngs:
Tesoro, grazie tante per le
recensioni! Mi vizi troppo! <3
Risponderò
ad entrambe! Prima parte: Sono contenta che l’amicizia tra
James e Julian ti
piaccia, in affetti hai ragione, è diversa da quella dei
Malandrini. A me
piace, la trovo originale, anche perché credo che Jamie sia
l’unico che riesca
a capire quella mente contorta che è Harris! XD Vick e
Sirius devono ancora
prendere il volo, a mio parere. Provano sincero affetto l’uno
per l’altra, ma
ancora devono imparare il vero significato di amore e lo faranno
insieme!
Diventeranno più maturi piano piano.
Lily
e Piton, pezzo che ha suscitato sommosse! XD Apprezzo Severus, ma non
lo amo.
Resta il fatto che mi piace attenermi ai fatti, quindi non posso e non
potrò
mai negare o occultare il legame tra i due. Sono felice che approvi! J
Seconda
parte: quoto! Siri e Reg sono due Black fenomenali, li adoro entrambi!
Ma se il
primo è un tornado scatenato, il secondo, beh, agisce
nell’ombra, senza fare
rumore, per questo lo ammiro! Eva Ames può piacere e non
piacere, è un
personaggio poco chiaro anche a me, giuro! Non ho mai idea di cosa
farà!
Vederla
con Remus… mah, non lo so! Il tempo chiarirà i
nostri dubbi! XD
Il
tuo commento alla scena Lily/James mi ha fatta gongolare! Sono contenta
che ti
sia piaciuta, ho fatto di tutto per farla arrivare a voi, pulita, meno
volgare
possibile ( perché non trovo che una lemon sia adatta a
loro), ma comunque
intensa. Bah, spero di aver fatto un bel lavoro! E comunque il bello
deve
ancora venire! ^_-
Grazie
davvero per tutti i tuoi complimenti, riesci sempre a farmi restare
senza
parole! Posso solo dire grazie, grazie e ancora grazie! Spero di non
deluderti!
Un
bacione!
Silverine85:
Ciao!
Grazie per recensire
sempre!
Regulus
non è ancora un Mangiamorte ufficiale, ma diciamo che lavora
già per la causa e
Voldemort lo apprezza molto più di altri. Eva…
Eva non può scappare, purtroppo.
Per un sacco di ragioni, ma, prima di tutto, per la sua famiglia.
Sono
felice che la parte tra James e Lily ti sia piaciuta! Sono soddisfatta!
XD
Le
trame di Edward e Voldemort? Segreto! ^^ Ti dico solo che non lavorano
insieme.
No,
tra Lucius e Bella non c’è nulla.
A
Lucius piace Bellatrix, ma lei non ricambia, ha in testa solo James.
Grazie
davvero! Un bacio!
Cassandra:
Ciao,
grazie mille per la
recensione! Sì, è vero, Reg è
inquietante e misterioso e mi fa piacere vedere
come tutti voi stiate cercando di inquadrarlo. Purtroppo non posso
rispondere
alla tua domanda, ma credo che riuscirai a trovare la risposta da sola.
Grazie
davvero per i complimenti, mi hanno fatto davvero piacere!
Sono
contenta che Bailee ti piaccia, ho intenzione di studiarci su. Vedremo
che
verrà fuori! Ancora grazie e a presto!
Cicci92:
Salve
mia carissima! Mi
spiace che ci sia voluto tanto per questo capitolo, spero non ricapiti
più o
finisce che vi ritrovo tutti sotto casa! XD Allora io aspetto fiduciosa
la
statua, ho un bel giardino dove starebbe benissimo! XD
Davvero
ho superato me stessa? Wow! Adesso gongolooooooo! >.<
Ecco,
sono felice che ti piacciono i miei Lily e James e mi fa piacere che
approvi il
mio andarci piano. Lo faccio per tanti motivi. Il primo è
che i tempi sono
diversi, non siamo nel 2010 per intenderci. Ok,
c’è Sirius che fa il
dongiovanni, ma credo che a quel tempo per una ragazza come Lily il
sesso fosse
una cosa su cui andare piano. E poi, beh, lo faccio anche
perché penso che
essere troppo precoci sia sbagliato, io credo
nell’intensità dei sentimenti e
non nel bruciare le tappe. È un mio punto di vista, ma credo
che James e Lily
siano perfetti per esprimere tutto questo.
Regulus
sta attirando l’attenzione di tutti, vedo, e ne sono
soddisfatta! Sta
succedendo tutto quello che mi aspettavo! Sì, Bella lo teme
e fa bene,
aggiungo!
Hai
ragione su tutto ciò che hai detto su Eva, mi fa piacere che
provi a capirla.
Con
il tempo spero di rendervela un po’ più chiara! ^^
Grazie
mille per la tua presenza costante, non so cosa farei senza di voi!
Baci
LiebenLily:
Genio
del male a rapporto,
mia cara! XD
Figurati,
mandarti la mail è stato un piacere, anzi, se hai dubbi, non
esitare a
contattarmi! ^^ Sono felice che la scena tra Lily e James ti sia
piaciuta e…
direi che hai già capito molto più di quanto io
immaginassi! *me ride furba*
Accontenta,
in questo ultimo capitolo ho parlato un po’ di tutti!
Evvai,
Stria ha fatto colpo! Mi fa piacere, ovviamente! In effetti
è stata una tosta,
devo ammetterlo! XD Il Voldemort tarocco non ha prezzo, ci ho riso per
una
settimana, anzi, ora che ci penso, quasi ho riso in faccia al proff!
Povera me!
:D
Ti
adoro! E grazie di tutto!
Baci
_Antonella_Black:
Ebbene
sì, gli ormoni sono
entrati in circolo! Povero Jamie, è da una vita che non
aspetta altro! XD Ormai
non manca molto, dico solo questo!
Sì,
è Reg la spia e si tiene in contatto con Voldemort tramite
Kreacher!
Grazie
per la recensione!
Baci
Mimmyna:
Ciao!!
Sono contenta che
Stria ti intrighi, è nata per questo, devo ammetterlo! E lo
scontro con Voldy è
piaciuto anche a me!
I
due piccioncini hanno preso il volo, te lo assicuro! Da ora in poi
saranno
sempre più audaci, infondo sono nel pieno della
gioventù e James, beh, è tanto
che aspetta! XD
Sì,
Lily andrà a stare da James per Natale, quindi …
*me con ghigno*
Grazie
mille per tutto, carissima! Mi spiace di avere aggiornato tardi! :(
Baci
La
Nika:
Ciaooo! Wow wow, che
entusiasmo! Sono proprio felice! Eh sì, era ora che tra i
due accadesse
qualcosa in più! E vedrai che da ora ce ne saranno di scene
del genere! XD
Comunque grazie per i complimenti, mi fanno davvero piacere! Sono
contenta che
il mio modo di raccontare ti piaccia, è vero, sono una
romanticona, non posso
farci nulla! XD Mi fa piacere che hai apprezzato anche la parte su
Voldemort e
Stria, ci ho messo un po’ a scriverla, anche se erano poche
righe.
Grazie
davvero! Baci
Kokilinda2:
Ma
ciaoooo! Eh? Davvero ti
sogni la mia storia di notte? Wow! Questo è ciò
che ogni scrittore vorrebbe
sentirsi dire, perciò… GRAZIE! Mi fa piacere,
cavolo! *_* Cioè, tutti questi
complimenti mi mandano in brodo di giuggiole, e poi mi monto la testa!
Meglio
se sto con i piedi per terra! Siete troppo gentili! <3
Sono
contenta che Regulus ti piaccia, così come Bella. Io la vedo
come te. So che è
pazza e cattiva, ma mi affascina! Grazie per l’appunto sulla
pozione, avevo
dimenticato ed hai fatto benissimo a dirmelo! Appena ho un minuto
correggo
subito!
Eva.
Su Eva è un po’ un discorso complicato, sappi solo
che non può proprio
scappare. Sì, potrebbe parlarne con qualcuno, confidarsi, ma
ha un carattere
talmente chiuso che non riesce a farlo, purtroppo.
Per
Lily e Jamie, sì, va tutto bene! Anzi, benissimo! XD
Sì, prima o poi tutti
sapranno di James e Bella. E ci sarà anche un testa a testa
tra Lily e
Bellatrix.
Tutto
a suo tempo! ^_^
All’ultimo
ci sono state un sacco di cose! Sì, Bella ha in mente
qualcosa per Remus, non
tanto perché ce l’ha con lui, ma per colpire James
e Sirius ferendo il loro
amico.
Voldy
vuole James a tutti i costi, appena saprà chi è,
partirà deciso. Stria è una
grande e sono contenta che ti piaccia! Sì, Reg è
la spia e sta in contatto con
Voldemort tramite Kreacher! E se lo becca Stria, povero lui! XD
Grazie
mille per tutto, carissima!
Baci
Brando:
Ciao!
Grazie mille per i
complimenti! :) Sono contenta che i miei Lily e James ti piacciano,
anche io la
penso come te. Trovo che siano la coppia più bella della
Saga, senza dubbio. Mi
fa piacere che la scena ti sia piaciuta. Sì, ora James
è decisamente più
tranquillo! Stria ha fregato Voldemort, la ammiro pure io! XD E tu hai
notato
una cosa che non so se anche gli altri hanno visto. Gli horcrux! Hai
gli occhi
di falco, vedi proprio tutto, complimenti! Verissimo, Stria ha capito
che c’è
qualche cosa sotto!
Sì,
Reg è la spia. Ed il tramite è Kreacher.
È vero, Regulus piace e non piace.
L’ho creato perché fosse così!
Bella
non piace a molti, in effetti! È una tipa che andrebbe arsa
viva! XD
Su
Eva hai colto nel segno!
Davvero,
hai fatto un’analisi perfetta! Complimenti! E grazie!
Baci
Malandrina4ever:
Ciaooo! Visto? Ho scritto
ancora su Reg, sei contenta? ^^
Anche
io lo adoro, soprattutto quando frega quella stronza di sua cugina!
Quel
ragazzino è un mito, ha la mia totale venerazione! *_*
Su
Eva e Remus… vedrai! :P
Sono
felice che Lily e James ti piacciono! L’ultima parte, dove
andavi a rimpiangere
di non essere la Evans, mi ha fatto troppo ridere! Direi che mi unisco,
andiamo
a rimpiangere tutte insieme! Anch’io voglio un James Potter
tutto per me, uffa!
XD
Grazie
per il commento! Baci
Princesseelisil:
Ciao
ciao, cara! Bene, sono
contenta di essere utile anche in ambito musicale! XD
Regulus… mm, aspetta a
vederlo come cattivo. C’è ancora tanto da scrivere
su di lui, ti consiglio di
dargli ancora il beneficio del dubbio! ^^
Comunque,
avrei voluto vederti infuriata contro Bella, sarebbe stato uno
spettacolo! XD
Vi adoro troppo, tutte quante voi ragazze, oltre ad incoraggiarmi,
riuscite
sempre a strapparmi un sorriso o una risata! Vi lovvo! <3
Che
dire di Eva? La stai vedendo dal giusto punto di vista! Abbi fiducia,
so quello
che faccio! J
E
sappi che adoro i tuoi sproloqui! XD
Termino
dicendo che la tua ultima considerazione su Lily e James è,
beh, da quotare!
Sì, ti quoto in pieno. E penso che sia un po’ il
pensiero di tutte!
Perciò,
scatta la caccia ad un moderno James Potter del 2010? XD
Scherzi
a parte, sono felice che i due piccioncini ti piacciano!
Le
tue ultime parole, poi, mi hanno fatto venire gli occhi lucidi. Posso
solo
ringraziarti, anche se so che non è abbastanza! Sono davvero
felice di riuscire
ad emozionarti tanto e spero di esserne sempre in grado.
Grazie,
grazie davvero! Bacioni
Deviata:
Mia
cara, l’affetto è
ricambiato! ^^
Grazie
per i complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!
Mi
fa piacere che Reg ti piaccia, missione compiuta! Yatta! XD
Bella
sì, andrebbe scuoiata viva, ma purtroppo mi serve in vita!
XD In effetti ha
intenzione di giocare un brutto tiro al povero Remus, aspetta e vedrai!
Su
Eva abbi fede, non è cattiva!
E
poi James e Lily! *_* Sono contenta che ti piacciano! <3
Su
Stria, sì, so che hai fatto il tifo per lei! già
ti vedo con gli striscioni! XD
Grazie
mille per esserci sempre, carissima!
Un
bacione
Black_witch:
Sorella cara, eccomi! *_*
Visto,
tutto sistemato tra i piccioncini! OTTIMO e lo sottolineo! XD
Abbi
fiducia, Sirius e Lily diventeranno buoni amici, hanno solo bisogno di
tempo,
per adesso, si studiano, tipo due gatti! XD
Beh,
Eva non ha molte alternative per ora. Ma non è una cattiva
ragazza, credimi. È
solo molto sfortunata! Dovresti leggere la recensione di Myki, ha
capito Eva
molto meglio di me, credimi! XD
Ultimamente
ci sono molte cose a cui fare attenzione nei capitoli. Peter, tienilo
d’occhio!
XD Poi Voldemort, Stria, Edward…
Sto
preparando la fase centrale della mia fanfic, allacciati le cinture!
Sono
contenta che il capitolo ti piaccia, grazie mille per la recensione!
Un
bacione, sister!
Beky:
Salve!
Wow, grazie mille
dei complimenti! *me felice*
Sono
contenta che la storia ti stia prendendo, significa che sto facendo
bene il mio
lavoro di fanwriter! Ebbene sì, è arrivato pure
Voldemort! Ma per ora Stria
l’ha fregato!
Sono
felice che la scena tra Lily e James ti sia piaciuta, davvero! E tu sei
gentilissima!
Per
Eva, beh, mi impegnerò affinché riesca a farla
piacere anche a te! *_*
Su
Reg… tranquilla, dagli tempo e vedrai cosa ho in mente per
lui.
Grazie
davvero per i complimenti, grazie mille!
Baci