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Autore: Hily_Mad_Hatter_    05/04/2010    0 recensioni
- Cosa mi è capitato? Per cominciare stamattina la mia sveglia mi ha fatto un'attentato. Sono arrivata a scuola in ritardo e il professore mi ha messo in punzione! Poi ho avuto il pranzo con i miei genitori che come al solito si è trasformata in una litigata! Poi sono andata in biblioteca e chi altri potevo non incontrare se non quell'idiota di Bradlyn Stevens? Naturalmente abbiamo litigato! E adesso dovrò stare alzata tutta la notte per fare una maledettissima ricerca sulla plebe del 1800!- Per saperne di più leggete e recensite!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noi due

CAPITOLO 1


Una delle solite giornate



Il sole brillò alto nel cielo. Un tiepido tepore annunciò una tra le prime giornate primaverili. La sveglia suonò ininterrottamente per più di venti minuti. Fu scaraventata malamente per terra dalla sua proprietaria. Ma continuò ostinatamente ad avvertirla che era già troppo tardi. Quando finalmente la ragazza si degnò di aprire gli occhi non si rese conto subito della situazione. Scosse la testa ripetutamente per cercare di formulare qualche pensiero di senso compiuto ma era un'impresa ardua. Fu quando scese dal letto e il metallo freddo e appuntito della sveglia entrò con forza dentro il suo piede si svegliò del tutto. Borbottò imprecazioni con la voce ancora impastata dal sonno e si diresse davanti lo specchio. Diede un'occhiata all'oggetto che aveva rovinato il suo risveglio e quando lesse che ore fossero per poco non le venne un colpo. Trattenne un urlo sconfortato e velocemente si preparò. Sarebbe arrivata in ritardo. Di nuovo. E non l'avrebbe passata liscia questa volta. Era già stata avvisata. Si ritrovò davanti l'aula di filosofia e trattennne il respiro. Una forte luce l'investì non appena aprì la porta e poi vide la faccia contratta da lineamenti severi e stanchi del suo professore. Lo guardò con po' di tristezza e delusione. Si tolse gli occhali e cominciò a massaggiarsi gli occhi.

- Signorina Mayer è in ritardo.-

- Sì,mi scusi professore ma quando sono uscita dal dormitorio mi sono ricordata di aver dimenticato i compiti di Biologia e non riuscivo a trovarli!-

disse cercando d'inventare una storia più o meno verosimile.

- Mi dispiace ma sa' perfettamente che sono messo alle strette. E' dall'inizio dell'anno che lei arriva ogni giorno in ritardo. Punizione. Oggi dopo la scuola. Si fermi dopo la lezione.-

era un'ordine e non ammetteva nessuna replica. Si sedette amareggiata al suo posto sotto lo sguardo della sua classe. Come al solito al primo banco padroneggiava Lui. Chi ? Semplicemente uno dei ragazzi più odiosi della terra. Anche adesso la guardava con un ghigno sul viso e mostrava la sua solita espressione di superiorità che aveva sempre visto sul suo volto. Abbastanza irritante sapere che giudicava tutto e tutti e si credeva il migliore in assoluto. Aveva bei voti,una media scolastica invidiabile  e una tremenda coscienza di tutto ciò. Gli passò accanto ignorandolo e raggiunse l'ultima fila di banchi. Lì stavano ad aspettarla i suoi amici. Sally spogliava una rivista annoiata dalla lezione,avrebbe poi copiato gli appunti da Ale che scribbacchiava su un pezzo di carta la lezione. Jamie,l'ultima unitasi al suo gruppo,si stava passando uno smalto rosa perla sulle unghie. Le sorrise e si accomodò accanto alla sua compagna di banco Ale. La sua migliore amica tra parentesi. Si conoscevano sin dalla prima elementare ed erano sempre state inseparabili. Opposte come caratteri ma legate come poche possono essere.

- Ha fatto bene.-

furono le sue prime parole alzando lo sguardo dal quaderno e guardandola sconsolata.

- Sì,grazie e davvero confortante sentire come la pensi.-

rispose acidamente uscendo il suo quaderno.

- Sapevi perfettamente che questa volta ti avrebbe messo in punizione.-

- E tu non ti sprechi a ripertermelo o a ricordarmelo vero?-

- Silenzio lì in fondo!-

le apostrò il professore guadagnandosi un'occhiata malevola dalle due. A fine lezione il professore aspettò che l'intera classe fosse uscita prima di parlare con la sua alunna. Non avrebbe voluto metterla in punizione ma non poteva fare altrimenti.

- Lilian cosa devo fare con te?.-

cominciò scartando dei fogli e riordinandoli in ordine alfabetico. Lily sbuffò e incrociò le braccia.

- Potrebbe cominciare con il non mettermi in punizione!-

borbottò sedendosi su un banco di fronte alla cattedra.

- Devo farlo! E che ti serva di lezione! Non puoi fare come ti pare! Ci vuole qualcosa che una volta per tutte ti aiuti ad impegnarti seriamente.-

- I miei voti non sono così male.-

- Non ho detto questo ma sono sicuro che il tuo potenziale va molto oltre.-

- E se si stesse sbagliando?- lo sfidò arrogante.

- lo sentirei. Qui sei tu che conta e non la tua famiglia.-

con la sua ultima uscita la lasciò basita con la bocca aperta. Cosa aveva voluto dire?

 Lasciò perdere e si diresse verso la porta.

- Voglio una ricerca di almeno cinque pagine sulla vita che conduceva la plebe nel 1800 per domani.-

le disse prima di lasciarla andare.

Non appena fuori dalla porta si lasciò andare a un sospiro.

- Che ti ha detto?.-

le chiese Ale facendola sobbalzare.

- Cavolo,Ale mi hai fatto venire un colpo! Non farlo mai più! E poi non dovresti essere alla seconda lezione?-

Ale sbuffò alzando gli occhi al cielo.

- Abbiamo buca alla seconda ora del martedì,l'hai scordato? Che ti ha detto il professore?-

chiese per la seconda volta.

- Che questo pomeriggio sarò occupata a scrivere una ricerca sulla vita della plebe nel 1800.-

- Wow. Non ti è andata male.-

- Già. Mi è andato solo un pomeriggio a monte!-

- Sopravivverai!.-

- Questo lo dici tu!-

replicò stizzita. Niente più del fatto di non poter decidere come impiegare il suo tempo la infastidiva. Soprattutto quel giorno.

- Oggi pranzo dai tuoi?.-

fece Ale tranquilla dirigendosi verso i loro armadietti.

- Sì. Non ricordarmelo! Mi viene il male di testa al solo pensarci.-

replicò mettendo i libri della terza ora dentro lo zaino.

- Tranquilla,passerà.-

- Già. L'unica cosa che mi aiuta a sopportarla.-

Per Lily la giornata scolastica passò troppo in fretta. Le ore le sembravano manciate di minuti e quando lasciò le sue amiche di dormitorio per dirigersi a casa dei suoi aveva la faccia di una che stava andando al patibolo. Il bus arrivò troppo in fretta e altrettando arrivarono. Insomma che fine avevano fatto le code chilometriche e il rosso dei semaferi che sembrava non andasse mai via?

La villa imponente di suo padre la sovrastava per ricordarle per la centesima volta quanto fosse superiore rispetto alla sua piccola stanza di dormitorio che lei trovava così ospitale.

Tutto sempre pulito e perfettamente lucido. Non una cosa fuori posto.

Sfiorò la parete bianca del ampio salone che una volta si era divertita a disegnare. Sua madre era uscita fuori di senno e non le permise di uscire per due settimane. Solo la scuola e la sua camera.

Si era quasi abbandonata ai ricordi quando la voce di Ofèlia Mayer,sua madre,la riportò con i piedi per terra.

- Sei in ritardo di quindici minuti.-

le disse salutandola con uno scostante abbraccio.

- Colpa dell'autobus. Sembrava non volere mai arrivare.-

mentì spudoratamente seguendola in cucina.

- Giorno' a tutti.-

salutò accomodandosi vicino alla sorella maggiore che l'abbracciò felice di vederla. Le sorrise cordialmente. Sua sorella era una persona semplicemente unica. Le voleva un gran bene.

Cominciarono a pranzare in gran silenzio fino al dolce. A Lily stava benissimo così,ma a quanto sembrava per Cassandra no.

- Allora Lily come va? Che ci racconti di bello?-

chiese innocentemente non sapendo di aver accesso la miccia di una bomba.

- Spero che i tuoi voti siano migliorati dall'ultima volta che sono stato chiamato dal preside.-

disse il padre severo.

- Assolutamente,padre-esclamò sorridente - Da C sono passata a C più.-

non era la verità. La sua media era B ma testarda o stupida com'era non glielo avrebbe mai detto. No. Lui non doveva sapere altrimenti si sarebbe firmata la sua condanna a morte.

 Il pugno che battè suo padre sulla tavola era un segno evidente che non aveva apprezzato molto la notizia.

- Come devo dirti che devi impegnarti seriamente? Così non ti creerai mai un futuro!-

roteò gli occhi pronta a quell'ennessimo dibattito.

- Non bisogna avere la lode per riuscire a vivere! C'è chi lo fa benissimo senza essere andata ad Harward o Yale!-

- Sciocchezze! Cos'è quella gente? Non è nessuno che conta! Solo perfetti sconosciuti che non saranno mai nessuno!-

- Dubito che noi lasceremo mai qualcosa che ci ricorderà nei secoli a venire! Per quanto quelle persone non contano per te sono riuscite a crearsi tutto quello che anno con il loro duro lavoro! Con il loro sudore! Noi non potremo mai dire una cosa del genere!-

- Vuoi dire che preferiresti vivere in un comune appartamento,come quello che adesso dividi con le tue amiche,piuttosto che in una villa come questa?-

- Assolutamente! Lì io sono a casa. Io ho trovato quello che qui non c'è mai stato. Forse un giorno mi capirai papà. Devi solo aprire gli occhi.-

disse decisa mandandolo su tutte le furie.

- Tu sei mia figlia! Hai un nome da portare avanti!-

- No. Io sono solo Lily.-

Un silenzio pesante calò nella stanza. Sua madre e sua sorella stavano in silenzio con il capo chino mentre lei stava con gli occhi incollati in quelli del padre con forza.

- Adesso devo andare.-

riprese dopo qualche minuto alzandosi dalla tavola.

- Dove vai?.-

le chiese Ofèlia.

- Sono occupata.-

rispose indifferente prendendo il giubbino e lo zaino.

- Ehy sorellina non mi farai aspettare un'altro mese per rivederti vero?-

le domandò la sorella raggiungendola alla porta d'ingresso.

- Sta' tranquilla. Appena mi sarà possibile mi farò rivedere! Mi raccomando a quei due.-

le disse parlando dei suoi genitori.

- Non preoccuparti. E poi sai com'è papà! Anche tu che lo provochi però!-

- Abbiamo punti di vista troppo diversi.-

- Già. Beh mi raccomado a te invece. Fammi qualche telefonata qualche volta! E spero che la prossima volta che vieni tu non debba andartene per una punizione così presto.-

- Come fai a sapere della punizione?-

- Ehy sei mia sorella! Ti conosco!.-

Avrebbe tanto voluto ritornare  al suo dormitorio ma la biblioteca del campus l'attendeva quel pomeriggio. Non aveva mai messo piede più del necessario in quel posto dimenticato da Dio. Non riusciva a sopportare l'aria viziata,l'odore di chiuso e secondo lei era infestata dai topi!  E poi sapeva perfettamente chi frequentava invece abitualmente la biblioteca. Bradlyn Stevens e la sua combricola da quattro soldi. I cinque ragazzi più ricchi e snob dell'intera scuola. Ottimi voti,oche giulive e insegnanti dalla loro parte. Arroganza e presunzione da vendere. Il Lui di cui aveva accenato all'inizio. Troppo superiori da poter rivolgere la parola agli altri all'infuori del loro gruppo e troppo inteligenti per poter fare conversazione con qualcuno. Stupidaggini! Per lei erano semplici ragazzi idioti con la puzza sotto il naso.

Quando fece il suo ingresso si sentì persa. Dovette abituare gli occhi all'oscurità della sala e per poco non si tappò il naso per evitare di respirare quell'aria.

Prima si metteva all'opera e prima si sarebbe tolta il pensiero.

- Mi scusi,sto cercando un libro di storia sulle condizioni popolari del 1800.-

chiese alla bibliotecaria. Un signora sui trentotto anni dai capelli rossi e degli occhiali neri che circandovano piccoli occhi neri.

- Certamente. Ultimo scaffale della terza fila. Mi raccomando faccia silenziosamente.-

- Sì.-

si diresse seguendo le indicazione della donna con un po' di difficoltà. Ad ogni passo qualcuno alzava la testa verso di lei e la guardava male. Rispose con delle linguacce e decise di far finta di nulla. Voleva solo uscire al più presto. Fu' quando si avvicinò all'ultimo scaffale della terza fila che notò un gruppo di ragazzi seduti nel tavolo di fronte che studiavano. Ma quando vide il volto di chi le stava di fronte per poco non cadde per terra. Bradlyn Stevens alzò lo sguardo verso di lei per poi ignorarla. Sospirò di sollievo e si avvicinò di più mentre man mano tutti si accorgevano della sua presenza. Cominciò a cercare un libro adatto alla ricerca ma sentiva degli sguardi perforarle la schiena. Con una mano tremante fece cadere un libro.

- Cortesemente qui c'è qualcuno che vorrebbe studiare.-

disse Bradlyn arrogantemente guardandola male.

- Mi dispiace disturbarvi ma sto cercando un libro.-

- E a quanto pare non sei in grado di farlo in silenzio!-

replicò piano.

- Non posso farci nulla. Se la mia presenza t'infastidisce tanto spostasti!-

lo riprese secca continuando a cercare. Brad rimase per qualche istante in silenzio.

- Sono qui da prima di te se non te ne sei accorta. Sei tu quella che dovrebbe andarsene.-

.- E chi me lo ordina? Tu forse?-

stava cominciando a perdere la pazienza con quella stupida ragazzina impertinente. Intanto Lily continuava imperterrita a cercare.

- Si può sapere cosa diavolo stai cercando?-

chiese spazientito da quel lieve rumore.

- Non sono affari che ti riguardano.-

- 1800? Questo è il libro più ben informato su tutto quello che riguarda quei tempi. Tieni. E levati dalle scatole adesso.-

disse ad un tratto progendole un libro enorme. Proprio quello che stava cercando.

- No,grazie. Preferisco scegliere da sola il libro adatto.-

e così dicendo scelse un buon libro,congratulandosi con se stessa per non aver accettato quello che quell'essere le porgeva. Lui rimase interdetto per un secondo.

- Peggio per te. Adesso però smamma.-

- Senti con chi credi di avere a che fare? Smamma lo dici a qualcun'altro,chiaro? Adesso me ne vado ma non perchè me l'hai detto tu ma semplicemente perchè a differenza tua io ho una vita all'infuori della scuola e non mi piace passare il mio tempo fra scaffali ammuffiti!-

Bradlyn pensò che fosse troppo piccola per essere così tremendamente irritante. Prima pensava che fosse solo stupida,adesso che fosse anche un'insetto fastidioso. Che comunque era riuscito a zittirlo. Questo non gli piacque e si decise a ricordarsi di zittarla per vendetta non appena ne avrebbe avuto l'occassione.

Lily raggiunse l'uscita il più velocemente possibile. Con chi credeva di parlare quell'idiota? Se credeva che sarebbe stata in silenzio si era sbagliato e di grosso! Aveva incontrato pane per i suoi denti! Non gli avrebbe dato mai la soddisfazione di sopraffarla.

Quando si ritrovò dentro la sua camera nel dormitorio era ancora persa fra quei pensieri e sbattè la porta violentemente. Ale e Jamie leggevano una rivista di moda.

- Cos'è successo?.-

chiesero all'unisono.

- Questa è certamente la giornata peggiore della mia vita!-

esclamò gettando tutto la sua roba sul letto e scaraventadosi su quello di Sally.

- Su dai. Cosa ti è capitato?-

le domandò Jamie cordialmente.

- Cosa mi è capitato? Per cominciare stamattina la mia sveglia mi ha fatto un'attentato. Sono arrivata a scuola in ritardo e il professore mi ha messo in punzione! Poi ho avuto il pranzo con i miei genitori che come al solito si è trasformata in una litigata! Poi sono andata in biblioteca e chi altri potevo non incontrare se non quell'idiota di Bradlyn Stevens? Naturalmente abbiamo litigato! E adesso dovrò stare alzata tutta la notte per fare una maledettissima ricerca sulla plebe del 1800!-

si sfogò sbraitando e gesticolando. Ale alzò un sopraciglio e le rispose con molta calma.

- Prima di tutto se tu non avessi gettato la sveglia per terra lei non avrebbe attentato alla tua vita e se avessi il sonno meno pesante di un'orso che va in letardo non saresti arrivata nemmeno in ritardo. Secondo se tu non dai retta a quello che dice tuo padre e annuisci quando devi a quello che dice eviti sempre le solite liti e terzo potresti anche ignorare quell'idiota di Bradlyn Stevens. E quindi oggi la tua giornata è andata così perchè tu sei così!-

- Vorresti dirmi che è tutta colpa mia?-

- Sì.-

- Bene grazie tante,Ale. Adesso mi metto a fare la ricerca. non so' proprio come farei senz ail tuo aiuto. Ti odio quando ti comporti in questo modo.-

disse risolua avvicinandosi alla sua scrivania davani alla finestra.

- E ora...a lavoro.-

borbottò amareggiata cominciando a spogliare il libro che aveva preso in prestito dalla biblioteca. Aveva cominciato a fare la ricerca alle quattro esatte del pomeriggio  e alle sei e mezza della sera aveva terminato. Cinque pagine esatte. Non una riga in più nè una in meno.

- Non mi sento più la mano!-

si lamentò. In effetti dopo tutte quelle ore a scrivere ininterottamente la mano le duoleva tantissimo.

- Tieni.-

le disse Ale porgendole il suo quaderno di Algebra.

- Ah aspetta almeno un secondo Ale! Sono stanca!-

rispose. Aveva ancora molti compiti da fare ma almeno un minuto per riposarsi se lo meritava.

- Stupida quelli te li ho già fatti io.  Adesso ti manca solo il test di Filosofia che il professore ha assegnato oggi. Non è un gran che,basta dare un'occhiata agli appunti ch oggi hai preso e il gioco è fatto.-

Lily rimase stupita da quel gesto. Ale non sarebbe cambiata mai fortunatamente. Le aveva fatto persino i compiti per aiutarla.

- Grazie Ale! Sei la migliore! Non so' cosa farei senza di te!-

esclamò stritolandola in un'abbraccio.

- Si,va bene,ma adesso staccati!-



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