Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: malandrina4ever    05/04/2010    26 recensioni
Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo. Sono un cervo...
Sono un coglione.
Sì, decisamente meglio.
Sono un coglione.
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che me ne sto in piedi da quasi mezz'ora al centro di una stanza pressoché vuota, ad occhi chiusi, a ripetermi nella mente che sono un cervo.
Quando è evidente che io non sono un cervo.
Ora come ora sono solo un coglione.
Anche se sono certo che Sirius, al mio posto, apparirebbe ancora più stupido.
Mentre apparirebbe meno stupido ripetere qualcosa come "Sono un leone”.
Sì, sarebbe sicuramente più dignitoso.
Ma purtroppo secondo quello stupidissimo libro io sono un cervo, sono un cervo, sono un cervo...
- James?
- ‘ono un cervo, sono un cervo, sono un ce...
- James.
- Mh?
Apro lentamente gli occhi, ritrovandomi a fissare quelli del mio migliore amico che, comodamente stravaccato su una poltroncina blu, mi osserva criticamente.
- Ci sono miglioramenti?
- Sono un cervo, Sirius?
- No, - risponde lui squadrandomi da capo a piedi.
- Mi sono spuntate delle corna o una coda a ciuffo?
- No.
- Quindi ci sono miglioramenti?
- No.
- Ecco.
*****
James sembra davvero un coglione.
Genere: Azione, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

CAPITOLO 10.

 

 


So no one told you life was gonna be this way
It's like you're always stuck in second gear
When it hasn't been your day, your week, your month, or even your year

 

 


Il raggio di luce impolverata che filtra dalla finestrella rotta della Stamberga mi acceca per un attimo, non appena socchiudo gli occhi. Subito faccio leva sull’avambraccio e sollevo il mento dal legno duro e scheggiato del pavimento, perdendomi per un istante nell’osservazione della mia pelle ricoperta di graffi, ma priva di quelle ferite che sono sempre puntualmente lì, ogni mattina dopo la luna piena. Non sento l’odore forte ed acre del sangue, del mio sangue, e per un attimo mi concedo di chiedermi il motivo, prima che la voce di James si faccia strada nella mia mente, così come i visi dei miei amici, tutti e tre in piedi di fronte a me un attimo prima che io perda del tutto la lucidità. Un attimo prima che il lupo perda il mio posto.

Il panico mi mozza il fiato in gola.

I miei amici erano lì e non se ne sono andati.

Il dolore alle ossa, quello così forte che è solo colpa della luna, lo stesso che mi fa pensare di aver passato la notte a sbattere contro un muro di cemento, perde improvvisamente importanza e con una forza che non sapevo di avere mi tiro su di scatto, mettendomi a sedere e lasciando vagare lo sguardo per la stanza, mentre prego un Dio in cui non ho mai creduto di non trovarvi il sangue dei miei amici. Se ho ferito uno di loro, allora nulla avrà più senso. Niente sarà mai come prima e niente sarà mai più sopportabile. Ma poi la porta socchiusa entra nel mio campo visivo ed io emetto un impercettibile sospiro di sollievo: sono riusciti ad uscire.

Ma anche tu sei uscito, e non c’è davvero niente che io possa fare per mettere a tacere la vocina maligna che mi sussurra all’orecchio, ricordandomi che non c’è possibilità alcuna che il lupo sia rimasto qui tutta la notte con la porta aperta. E il panico mi blocca di nuovo l’aria in gola, perché non loro, non loro, non loro. Abbasso lo sguardo sul mio corpo nudo e tremante e una risata sgraziata mi scappa dalle labbra, graffiando e raggiungendo ogni singolo centimetro di me, scuotendomi forte, perché non dovrei essere sollevato di non essere ricoperto dal sangue dei miei migliori amici. Dovrebbe essere la norma e invece non lo è affatto ed è mentre la risata si confonde col pianto, che li noto, in un angolo della stanza.

Le zampe magre e ricoperte di graffi sono piegate appena sotto il muso, le corna ramificate svettano alte e maestose sopra le palpebre scure calate sugli occhi, il respiro calmo e rilassato che smuove appena i baffi del piccolo roditore che ha le zampine davanti posate sui suoi zoccoli e gli occhietti liquidi e attenti puntati su di me, la coda ritta verso l’alto.
Li fisso come ipnotizzato per diversi secondi, fino a quando non avverto il tonfo felpato delle zampe del cane che atterrano sul pavimento di legno scricchiolante, lasciando vuoto il materasso lacerato alle sue spalle. E dovrei chiedermi cosa diavolo stia succedendo e preoccuparmi dei miei amici, ma la verità è che gli occhi grigi del cane, così chiari nel bel mezzo del pelo folto e nero come la notte, hanno un effetto calmante su di me e mi incollano qui, davanti alla porta socchiusa. E sono stupito di non essere solo nella stanza, ma allo stesso tempo non lo sono affatto, perchè la loro presenza qui è naturale come l'aria stessa.

Sento le mie labbra schiudersi, ma il suono che rimbomba nella stanza non è la mia voce, ma il latrato del cane e subito la testa del cervo si solleva di scatto, gli occhi nocciola ora fissi su di me. Ed è allora che do le spalle alla porta e le mie gambe iniziano a portarmi lentamente verso il cervo, perché in qualche modo so che non è attraversando quella porta che troverò i miei amici, che non è uscendo che troverò le risposte alle mie domande, perchè sono già tutte qui, negli occhi nocciola del cervo. E la mia mano si solleva da sola davanti a me, le mie dita percorrono piano le corna ramificate e ne riconoscono ogni singolo graffio, ogni singola scheggiatura; e all'improvviso riesco quasi a sentire il rumore degli zoccoli che corrono sull’erba umida e scura della notte, mentre il mio ululato arriva su fino alla luna.

E quando le corna iniziano a ritrarsi lentamente sino a sparire ed io mi ritrovo i capelli scuri e arruffati di James tra le dita, trattengo il fiato, ma la realtà è che non sono realmente sorpreso.

La mia mano scivola dai suoi capelli fino al mio fianco, inerme, ed in qualche modo l’ho saputo dal momento in cui ho aperto gli occhi.

- Te lo avevamo promesso, no, Moony? – James sorride appena, senza staccare gli occhi dai miei. - Che avremmo trovato il modo di aiutarti.

E il mio cuore manca un battito.


  

But I'll be there for you
(When the rain starts to pour)
I'll be there for you
(Like I've been there before)
I'll be there for you
('Cause you're there for me too)

 

 

Lo hanno fatto per te.

Questo pensiero si fa lentamente largo dentro di me, pervadendomi piano e scorrendo caldo in ogni mia vena, contrastato da mille vocine che mi affollano la testa e mi ricordano che non è possibile, che questa è una magia di gran lunga al di là della portata di tre studenti del quinto anno, che è illegale e pericoloso, che è qualcosa di così grande che è impossibile qualcuno l’abbia fatto per me. Perchè mi ci sono rassegnato anni fa a passare una notte al mese a strapparmi la pelle coi denti, artigliandomi la carne e ululando disperato la mia solitudine alla luna. E non importa quanto ho sognato che qualcuno giungesse a salvarmi e mi strappasse da questa maledizione: l’ho imparato anni fa che i sogni restano sogni e solo gli incubi si avverano.

 


Your mother warned you there'd be days like these
But she didn't tell when the world has brought you down to your knees

 

 

- Ce l’abbiamo fatta, Remus, siamo diventati Animagus, - Il topo ha smesso di squittire da un po’ e Peter è all’improvviso al fianco di James, l’aria sfinita ma felice. - Ed ora non dovrai stare solo mai più.

Solo mai più. 

- Cos’è, pensavi di poterti liberare di noi almeno una notte al mese?

Il pelo del cane non mi sfiora più la gamba nuda ed ora Sirius mi osserva con un ghigno compiaciuto e una scintilla eccitata in quegli occhi grigi che per primi mi hanno riportato alla realtà; e di colpo le mille voci che mi affollano la mente si azzittiscono. Perché non importa se è impossibile e se nessun quindicenne potrebbe essere in grado di farlo, non importa se nessuna persona sana di mente vorrebbe anche solo provare a farlo, i miei amici non sono affatto dei quindicenni come gli altri, non sono sani di mente e lo hanno fatto. E lo hanno fatto per me.

E finalmente smetto di pensare e mi getto in avanti.

 

 

I’ll be there for you
(When the rain starts to pour)
I’ll be there for you
(Like I’ve been there before)
I’ll be there for you
(‘Cause you’re there for me too)

 


James indietreggia sotto la mia spinta e Sirius e Peter vengono trascinati con lui dalle mie braccia contro il muro di legno della Stamberga. C’è stato un rumore ad un certo punto come di una testa che sbatte contro il muro e questo spiegherebbe il gemito dolorante di James, mentre i versi che stanno uscendo da Peter sono probabilmente molto simili a quelli di un animale che sta venendo soffocato. Sirius, che nel suo non essere incline alle dimostrazioni d'affetto fisische è molto simile ai Black, si divincola così forte che per poco non mi fa venire le lacrime agli occhi per il dolore quando il suo gomito sbatte contro il mio naso, ma la verità è che niente di tutto questo ha importanza ed io posso solo stringerli ancora più forte, sempre più forte, perché sono i miei migliori amici e sono diventati Animagus per me.

Sono esuberanti e molesti, pretendono sempre di copiare i compiti da me, mi rubano le Cioccorane, non mi lasciano mai leggere in pace, a volte dimostrano l’età mentale di un infante ubriaco e sono distruttivi, chiassosi, infantili e generalmente tutto quello che mi infastidisce in una persona; sono spesso arroganti ed eccessivi, incuranti, un po’ egocentrici e hanno appena infranto probabilmente ogni singola regola della scuola oltre che una legge magica, hanno rischiato la vita e di farci finire tutti ad Azkaban e sono sicuro che la cosa non li preoccupi nemmeno un po' e sono indubbiamente gli amici migliori che avrei mai potuto desiderare. 

Sono i miei migliori amici e hanno fatto tutto questo per me.

 


No one could ever know me, no one could ever see me
Seems you're the only one who knows what it's like to be me
Someone to face the day with, make it through all the rest with
Someone I'll always laugh with
Even at my worst, I'm best with you

 


E per la prima volta in vita mia, credo davvero che sia solo un piccolo problema peloso.  

 

 

 


***

 

 

 


Madama Chips mi lancia un’ultima occhiata vagamente perplessa mentre mi chiudo la porta dell’Infermeria alle spalle: non riesce a spiegarsi l’assenza delle solite profonde ferite che hanno sempre caratterizzato i miei risvegli, né tantomeno la mia aria felice. Ha insistito un po’ nel domandarmi se avessi per caso avertito qualcosa di diverso questa notte, ma alla fine ha ceduto: d’altro canto non potevo dirle che tre studenti del quinto anno sono diventati Animagus illegalmente e hanno speso la notte in compagnia di un lupo mannaro. Dovrei sentirmi in colpa, perché i miei amici hanno rischiato la vita ed io sto tradendo la fiducia di Silente, ma la realtà è che non riesco proprio a controllare l’angolo destro delle mie labbra, impercettibilmente, ma ostinatamente piegato verso l’alto.

E sto ancora sorridendo quando apro la porta del mio dormitorio, trovando Sirius e Peter profondamente addormentati sulle coperte dei loro baldacchini, sfiniti per la notte passata a tenere a bada un lupo invece che a dormire. James invece se ne sta a gambe incrociate sul tappeto a giocare distrattamente col boccino e non appena apro la porta incrocia il mio sguardo.

- Ehy, Moony.

Sorrido.

- Ehy, Prongs.

James aggrotta la fronte, un sorriso perplesso a increspargli le labbra.

- Come mi hai chiamato?

 


***

 


- Allora, Mister non me ne sono stato con le mani in mano per tutto questo tempo, sentiamo un po’, cos’è che avresti fatto?

- Questa.

Sirius guarda scettico l’ampia pergamena giallognola che ho appena posato sul letto sotto gli occhi perplessi dei miei amici.

- Beh, è, - James sposta incerto lo sguardo dalla pergamena vuota alla mia aria soddisfatta, incerto. – Carina, Moony.

- Sì, possiamo usarla per prendere appunti o qualcosa del genere, - Peter annuisce, spostando dubbioso lo sguardo da me e a James. Sirius resta in silenzio, ma i suoi occhi mi informano silenziosamente del fatto che ora lui pensa che io sia pazzo.

- Non è ancora completa e per finirla ci dovremo mettere sotto tutti e quattro, ma sono a buon punto, - spiego estraendo la bacchetta, mentre posso vedere ognuno dei miei amici sforzarsi per non sottolineare che la pergamena è vuota e a nessunissimo buon punto. – Inizialmente serviva solo per scoprire dove spariste sempre voi tre, ma a un certo punto ho realizzato che potevo estendere la cosa a una scala più ampia.

- Ma che sta blaterando?

- Lo abbiamo perso, ragazzi.

- Completamente fuori di testa.

- Così ci ho lavorato per conto mio ed ora, guardate e ammirate: giuro solennemente di non avere buone intenzioni.    

La pergamena si spiega sul letto davanti a noi e subito l’inchiostro scuro inizia a correre veloce lungo la superficie giallastra, articolandosi in un migliaio di righe e piccoli puntini in movimento, mentre i miei amici spalancano gli occhi incantati, una volta tanto senza parole.

- Messer Moony è lieto di presentarvi la Mappa del Malandrino.

 



Someone to face the day with, make it through all the rest with
Someone I'll always laugh with
Even at my worst, I'm best with you

 

 


- Fatto il misfatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: malandrina4ever