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Autore: donny93    05/04/2010    6 recensioni
Si dice che tanto tempo fa un Purosangue e una Mezzosangue, completamente diversi, proprio come diversi sono tra loro i colori dell'arcobaleno, riuscono ad amarsi, andando contro tutte le leggi del loro mondo.
Erano diversi, opposti. Ma perfetti insieme.
Dopo 500 anni può un ballo avvicinare altre due anime completamente incompatibili tra loro e il cui destino sembrava essere quello di odiarsi per sempre?
Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy si ritroveranno ben presto a dover collaborare fianco a fianco, andando contro tutti i principi e gli ideali in cui avevano sempre creduto fino a quel momento.
Momento in cui le loro vite sono cambiate per sempre.
Momento in cui si sono visti eletti Re e Regina del Ballo Arcobaleno.
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Ballo Arcobaleno

"1. Un inizio sorprendente"

Londra. Quella mattina una pioggia leggera cadeva sui tetti della città.
Pochi erano i temerari che avevano deciso di sfidare il freddo mattutino delle strade abbandonando il tepore della propria casa, tanto che il silenzio regnava sovrano.
Solo un leggero vociferare rompeva la quiete.
Intorno alla zona della stazione infatti, gridolini e chiacchiere allegri riempivano la brezza mattutina: grandi imprenditori, pendolari, donne con valige e figli per mano, uomini in fila per i biglietti creavano un vero e proprio sciame ronzante.
Tante piccole teste, ognuna con i propri pensieri e le proprie preoccupazioni.
Se però anche solo una di queste si fosse fermata per un istante si sarebbe resa conto delle molte famiglie che, come ogni anno, approfittando del caos sparivano indisturbate a intervalli regolari al di là del muro situato tra la 9° e la 10° banchina.
Alcuni semplicemente sbarravano gli occhi sorpresi mentre passavano alla vista sui carrelli di strani volativi in gabbia o di enormi scope, ma presi com’erano, alcuni dai loro impegni, altri dal ritardo in cui si trovavano, tiravano avanti credendo solo di aver messo troppo zucchero nel caffè quella mattina e di aver immaginato tutto.
Proprio in quel momento apparve sulla banchina magica la figura di una ragazza.
Folti capelli ricci, un semplice paio di jeans e una camicetta bordò, a richiamo della casata cui apparteneva, cercava di spingere da sola un carrello forse troppo pesante per lei, facendosi disperatamente largo tra la folla.
A quanto pareva anche la precisissima Hermione Granger a volte poteva essere in ritardo.
- Scusate.. Scusi.. Permesso.. Mi scusi vado di fretta..
chiese quella, sempre più spazientita.
Mannaggia a me e agli stupidi aggeggi babbani! Abituata com’ero a Hogwarts a essere svegliata da Ginny ho dimenticato di mettere la sveglia! E per di più i miei sono in viaggio per lavoro, sono dovuta venire fin qui a piedi!
disse quella, continuando a spingere il carrello, ormai però al limite delle forze a causa della lunga corsa.
I suoi genitori, Elisabeth e Alexander Granger erano dottori, per la precisione dentisti e capitava non di rado che fossero chiamati a prendere parte a raduni di lavoro in tutto il mondo.
Quella settimana erano stati chiamati a Berlino.
Hermione ricordava ancora le raccomandazioni ricevute poco prima che partissero a stare attenta, a prendere tutto quanto, ma soprattutto a non fare tardi.
Doveva sbrigarsi, con che coraggio avrebbe detto ai suoi che aveva perso il treno e così l’anno scolastico?
L’avrebbe uccisa di sicuro!
Non erano maghi e non avevano poteri magici, ma erano pur sempre due genitori.
E due genitori arrabbiati possono essere molto più pericolosi di una Maledizione Senza Perdono.
Uffa! Giuro che se perdo il treno fatturo il primo che mi ritrovo davanti! E non scherzo!
si ritrovò a imprecare dentro di se, in preda all’ansia.
Il carrello si ritrovò a essere più volte sbalzato tra la folla, cosa che, a dire dai miagolii continui che si potevano udire giungere da una gabbietta tra le altre valige, non furono graditi all’animale al suo interno, un bel micio rosso dal naso schiacciato.
- Grattastinchi ora non ti ci mettere anche tu! Dobbiamo trovare Harry e gli altri e con tutta questa gente sarà quasi impossibile riuscirci! Non posso pensare a te ora, quindi buono.
Le undici meno dieci.
Doveva sbrigarsi se davvero non voleva perdere il treno, la partenza era prevista per le undici in punto, non un minuto oltre, lo sapeva bene ormai.
Iniziò quindi ad accelerare la corsa, fin quanto il carrello che portava con se glielo permettesse, finchè non lo vide: un grande e possente treno scarlatto, con a capo un’enorme locomotiva fiammante troneggiava sui binari, affiancato sulla banchina laterale da una folla incredibile di ragazzini di tutte l’età con le loro famiglie, chi visibilmente emozionato per il suo primo viaggio, chi invece già stressato al solo pensiero dei G.U.F.O. o dei M.A.G.O. che avrebbe dovuto sostenere a fine anno.
Avvicinatasi, iniziò a spostarsi lungo il fianco del veicolo alla ricerca di un’entrata e soprattutto di un vagone vuoto, ma presa com’era non vide una figura alta e muscolosa ferma davanti a se.
Lo scontro frontale tra i due carrelli fu inevitabile.
- Ehi ragazzina, levati di mezzo! Non lo sai che i Purosangue meritano un certo rispetto?
disse con disprezzo una voce che, al solo sentirla, fece ribollire il sangue nelle vene alla ragazza.
Non è possibile, non è possibile.. Ti prego..
Si ritrovò a pensare quella, disperata.
Anche se sapeva c’era poco da sperare, come confondere quella voce?
Solo.. di tutta la gente che c’era in stazione in quel momento, non..
- Ragazzi, guardate un pò chi abbiamo qui, Miss So Tutto Io. Quanto tempo oserei dire.
.. Lui.
Draco Malfoy era ritto in piedi davanti a lei, il solito ghigno stampato sul volto.
Indossava un paio di pantaloni neri da uomo, eleganti come sempre e una camicia bianca di seta, i cui primi bottoni erano stati lasciati appositamente aperti, per permettere così a chiunque di riuscire a intravedere il fisico, a detta della maggior parte, se non di tutte le ragazze di Hogwarts, mozzafiato.
La ormai solita sigaretta alla mano fumava tranquilla, alzando una leggera scia di fumo che si disperdeva nell’aria circostante.
Hermione si chiedeva come potesse guidare il carrello con la mano impegnata, lei stessa aveva fatto fatica con due, ma le bastò voltare di poco la testa per ottenere risposta.
Il biondino infatti, era affiancato come al solito dalla Parkinson, sempre avvinghiata al suo braccio come, il paragone le venne spontaneo, una serpe viscida e dai suoi due scagnozzi senza cervello, Tiger e Goyle, che si erano assunti l’incombenza – o forse posti sotto costrizione, molto più probabile – di portare il carrello del ragazzo fin sopra il treno.
Mentre Hermione tentava di rialzarsi da terra, raccogliendo alcuni libri caduti in seguito allo schianto, e di pulirsi i jeans leggermente impolverati, furiosa come non mai, alzò gli occhi nella direzione del ragazzo, quest’ultimo improvvisamente intento a guardarsi intorno con attenzione.
Si ritrovò a chiedersi il perché di tale atteggiamento e pochi secondi dopo lo capì da sola.
- Come mai sola? Non dirmi che San Potter e Lenticchia hanno finalmente deciso di piantarti in asso. La prima cosa buona delle loro inutili vite, devo dire.
disse a quel punto il biondino con il suo solito ghigno che Hermione odiava tanto.
Non fosse stato per il fatto che sarebbe stata non solo espulsa seduta stante dalla scuola, ma poi anche sbattuta ad Azkaban, l’avrebbe fatto fuori.
E in quel preciso istante.
- Malfoy, chi non muore si rivede purtroppo. Dove siano i miei amici non è affar tuo. Perché è questo quello che sono. Amici. Non una corte dei miracoli da portarsi dietro quando più ne ho voglia come hai sempre fatto tu. E come stai facendo anche ora, vedo.
disse lei, indicando con un cenno del capo i compagni del ragazzo.
– Li tieni ancora tutti con te? Non pensavo fossi così disperato.
Una risata acuta ruppe l’aria.
- Lui disperato? Ti ricordo che stiamo parlando di Draco Malfoy, carina. L’unica disperata che vedo qui in questo momento sei tu. Ma guardati, sei vestita peggio di mia nonna. Ti sei vista prima di uscire di casa? O forse avevi paura di arrivare tardi e rovinare così la tua reputazione da perfetta ragazza Grifondoro, tanto da vestirti senza accendere nemmeno la luce?
disse a quel punto fiera di se Pansy Parkinson.
Hermione rimane stupita.
Ma non tanto del fatto che prendesse le difese di Malfoy, ormai era un classico.
Rimase stupita del fatto che sapesse addirittura formulare una frase di senso compiuto tutta da sola.
- Sai Faccia da Carlino, non pensavo avessi un cervello tuo. Sono sorpresa, dico davvero. Da quando in qua sai usare la lingua per qualcosa che non riguardi la camera da letto?
- Ma come osi?! Brutta racchia ora ti faccio vedere io, impara a stare al tuo posto! – rispose, mentre prendeva la bacchetta.
Hermione stava per fare lo stesso, quando vennero fermate da Malfoy.
- Pansy buona, non vorrai finire nei guai per colpa di una Mezzosangue. Arriverà il suo momento, ora calmati.
le disse, tornando poi a rivolgersi a Hermione, mentre l’altra serpe riponeva l’arma e si faceva docile.
– E tu vedi di tenere a freno la lingua Granger. Siamo Serpeverde ricorda. E da brava secchiona quale sei, saprai bene anche che i Serpeverde non godono di un’ottima fama, soprattutto se fatti arrabbiare. Non irritarci. Potresti ritrovarti a piangere da sola in un angolino..
- Non mi fate paura, siete solo dei falliti esaltati. Chi credete di spaventare? Me non di certo.
Malfoy la fissò minaccioso negli occhi e un brivido percorse la schiena di lei.
Un brivido non di paura, non di emozione.
Un brivido di disgusto, puro e semplice disgusto.
- Ne sei così sicura?
- Non mi fai paura.
ripetè lei a testa alta, senza interrompere il contatto visivo.
Il mondo intorno a loro sembrò sparire, mentre i due continuavano a fissarsi per lungo tempo, lo sguardo pieno d’odio.
Il ghiaccio e il fuoco si fusero tra loro.
Due anime diverse, guidate da ideali diversi.
Un Serpeverde e una Grifondoro.
Niente li avrebbe mai potuti accomunare.
Erano destinati a odiarsi.
Un fischio della locomotiva richiamò alla realtà entrambi.
- Malfoy, il treno è in partenza e non vorrei perderlo, specialmente per colpa tua. Felice di non aver disturbato le tue vacanze. Ora se permetti tu non disturbare me, la tua, anzi, la vostra presenza inizia a darmi alquanto sui nervi. Ci si vede Malferret.
e detto ciò si allontanò rapidamente, portando con se il carrello con i bagagli.
Sentire ancora una volta la voce snervante di Malfoy era davvero l’ultima cosa che voleva.
Nemmeno era cominciato il nuovo anno che già avevano ripreso a litigare come sempre, non poteva davvero reggere la situazione.
Continuò imperterrita la sua ricerca di un vagone vuoto, anche se ancora un po’ irritata per il precedente incontro.
Ripromise però a se stessa di non pensarci più, non voleva rovinarsi la vita già da ora solo per colpa di un biondino pallone gonfiato.
Voleva un pò di pace, l’anno che le si presentava davanti era lungo, ci sarebbe stato tempo per fargliela pagare.
Trovato il vagone e dopo aver mostrato il biglietto, si fece aiutare da un controllore a portare sul treno tutti i bagagli che aveva con se, dirigendosi poi verso i posti liberi che aveva notato prima dalla banchina.
Mentre attraversava il corridoio del treno due urla improvvise, talmente intense da superare il normale vociare degli altri studenti e indurli a girarsi spaventati, riecheggiarono nell’ambiente.
- Hermione! Finalmente!
Due voci che avrebbe riconosciuto ovunque.
Due voci che sentiva ormai da ben sette anni sempre accanto a se.
Due voci che mai l’avevano e l’avrebbero abbandonata.
I pensieri tristi si interruppero di colpo e il sorriso riaffiorò sulle sue labbra rosee.
Harry Potter e Ron Weasley procedevano nella sua direzione a passi rapidi, ansiosi di riabbracciare l’amica dopo un’intera estate passata lontani gli uni dall’altra.
Hermione aveva infatti deciso di partire con i suoi genitori per un lungo viaggio in Europa, per poter trascorrere almeno un po’ di tempo insieme prima dei mesi di scuola, durante i quali sarebbe stata lontana da casa.
Era la prima volta che il Trio si divideva per l’estate, era ormai abitudine per loro da ben sette anni ritrovarsi infatti tutti insieme alla Tana.
- Ragazzi come sono contenta di vedervi! Quanto mi siete mancati!
disse quasi commossa, mentre rischiava il soffocamento per la stretta salda e contemporanea dei due, continuando poi a parlare subito dopo.
- E scusate se non vi ho raggiunti prima, non sono riuscita a trovarvi, la folla era davvero troppa.
- Non importa ‘Mione, non importa. Ti salutano tutti, soprattutto la mamma. Le sei mancata tanto quest’estate, sai?
le disse il rosso sorridendole.
- Siete mancati tantissimo anche a me, tutti quanti. E’ stata dura non potervi vedere per tutto questo tempo. Ormai è diventata quasi un’abitudine per me d’estate svegliarmi la mattina alla Tana con i raggi del sole che entrano caldi dalla finestra della camera mia e di Ginny. Però quest’anno volevo stare un po’ con i miei, ne avevamo proprio bisogno. Tra la scuola che impegna me e il lavoro che impegna loro non ci vedevamo quasi più ormai. E’ stato bello poter dedicare un po’ di tempo solo a noi tre.
- Immagino Herm, non ci devi nessuna spiegazione. E poi abbiamo tutti questi mesi davanti per rifarci del tempo perso! Sento che sarà un anno fantastico, pieno di emozioni per tutti quanti.
disse allora il Bambino Sopravvissuto.
- Come se ne avessimo vissute poche fino ad ora!
rispose la riccia ridendo, e trascinando nella risata gli altri due.
Se ci ripensava solo ora si rendeva davvero conto di quante esperienze avessero vissuto in quegli anni.
Erano dei semplici bambini quando tutto era iniziato, chi l’avrebbe mai detto sarebbero arrivati fino a quel punto?
Insieme erano cresciuti, erano diventati più forti.
Insieme avevano affrontato davvero di tutto, da cani a tre teste a basilischi, da schiere di Dissennatori a lupi mannari, da file di Mangiamorte a viaggi indietro nel tempo.
Per poi arrivare fino a lui, il mago oscuro peggiore che il mondo magico si sia mai trovato a dover affrontare.
Voldemort, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
Se l’erano vista brutta in molti momenti per colpa sua e dei suoi seguaci, ma ce l’avevano sempre fatta.
Perchè si sa, la forza dell’amicizia e dell’amore vince su ogni cosa.
Anche sul male più oscuro e potente di tutti.
- Spero solo abbiate studiato entrambi almeno qualcosa anche in mia assenza. Perché avete studiato.. vero?
chiese a quel punto, speranzosa, la Grifondoro.
Il silenzio imbarazzato da parte dei due rispose per loro.
- Proprio di questo.. ehm.. volevamo parlarti..
iniziarono quelli, mentre Hermione, anche se aveva già capito dove volessero andare a parare, alzò un sopracciglio scettica, in attesa di spiegazioni.
- Sentiamo allora.
I due ragazzi, a giudicare dalla fronte che iniziava ad imperlarsi di sudore, dovevano essere parecchio in difficoltà.
A Hermione venne quasi da ridere a guardarli gesticolare senza senso.
- E’ che la tua assenza alla Tana si è sentita per tutto il tempo. Troppo. Nessuno che ci assillava dicendoci di studiare.. era davvero tutto troppo calmo.. e il tempo è volato..
- Il tempo è volato.. Mhmm.. Già, tre mesi sono davvero pochi, non capisco come i professori ci possano dare tutti questi compiti avendo così poco tempo per farli..
disse lei, stando al loro gioco.
- Esatto! Sapevo ci avresti capiti ‘Mione!
esordì Ron, il volto più rosso dei suoi capelli.
- Quindi.. questo vuol dire che possiamo copiare.. i tuoi?
terminò Harry.
Ron, dietro di lui, incrociava le dita disperato.
O la va o la spacca.
Ma la riccia decise di farli sudare ancora un pò.
- Mhmm, non lo so.. Quest’anno ci sono i M.A.G.O. dovete studiare, altrimenti come pensate di superarli? Non posso farvi copiare.
- Ma Herm, ti prego!
- No Harry, non insistere, lo dico per il vostro bene, davvero.
- Ma se non portiamo il tema sulle proprietà degli incantesimi di difesa a Piton domani quello ci fattura! Ci devi aiutare! Per favore.
Chiese il rosso di casa Weasley disperato.
Se Hermione non avesse acconsentito a fargli copiare, o almeno ad aiutarli nel fare i loro compiti, come avrebbero fatto?
Hermione ci pensò su, dovevano essere parecchio nei casini se arrivavano addirittura a implorare il suo aiuto.
Pensò, sorridendo tra se e se, che potesse bastare.
- E va bene. Ma la prossima volta li farete da soli, sia chiaro, questa è l’ultima! Dovete studiare, non stavo scherzando prima. Tra poco avremo gli esami da sostenere e..
nemmeno il tempo di finire la frase che si ritrovò complessata in un altro abbraccio stritolatore dei due ragazzi.
- Lo giuriamo Herm, questa è davvero l’ultima!
Le venne da ridere.
Quante volte aveva già sentito questa frase?

***

Il treno era partito già da qualche minuto.
Aveva abbandonato velocemente la banchina e i tre Grifondoro, dopo aver riposto i bagagli nel vagone apposito, avevano preso posto in un altro solo per loro.
Le delicate tendine appese al finestrino, le lampadine semplici e decorate con piccoli motivi floreali e la tappezzeria scelta sicuro da qualcuno con un grande senso del gusto, rendevano l’Hogwarts Express un treno stupefacente, in grado di emozionare ogni qualvolta lo si vedesse.
Hermione sedeva di fronte ai suoi due amici, intenti a parlare di Quidditch dal momento della partenza, e accarezzava lentamente Grattastinchi sulle sue ginocchia, quando un’ombra improvvisa calò sul suo volto.
- Che succede Herm? Sei strana. Ti stiamo annoiando con questi discorsi?
chiese a quel punto Harry, preoccupato per la sua amica.
- No ragazzi, non è per questo. Ho solo avuto a che ridire con il Furetto prima, le solite cose. Era troppo bello per una volta poter cominciare l’anno senza problemi. Ma ormai si sa, Malferret è Malferret e dobbiamo tenercelo così com’è. Purtroppo. Ma niente di grave, davvero.
- Mhmm, è da tanto che ci penso. Un bel Cruciatus e vedete come cambierebbe atteggiamento quel pallone gonfiato.
disse il rosso, mentre ora era intento, più che a leggere, a sfogliare svogliatamente la Gazzetta del Profeta alla ricerca di notizie interessanti.
- Non sei l’unico ad averci pensato Ron, ma ti ricordo che si tratta sempre di una delle Maledizioni Senza Perdono ed io sinceramente di essere sbattuto ad Azkaban per colpa sua non ci tengo minimamente, non so voi.
disse il Bambino Sopravvissuto.
- Indifferenza ragazzi, è la cosa migliore, a volte fa più male delle parole. Prima o poi si stancherà e capirà di essere solo un buffone. Davvero, lasciatelo perdere, non ci pensate. Siamo noi tre, di nuovo insieme. E un nuovo anno ci attende. Questo conta ora, no?
disse Hermione, con uno di quei sorrisi che solo lei sapeva fare.
Era davvero una grande amica e una grande ragazza, Harry e Ron se ne rendevano conto ogni giorno di più.
Era passato tanto tempo ormai dal primo anno e quella bambina impacciata e timida, ma a volte anche sicura di se, con la mano sempre alzata in classe e i capelli ricci e folti, era scomparsa.
Un piccolo anatroccolo che diventa cigno.
Ora infatti Hermione era cresciuta, era diventata una donna.
Il fisico da bambina aveva lasciato il posto a forme sinuose ed eleganti, che attiravano non pochi sguardi della fauna maschile di Hogwarts e i capelli, sempre raccolti e crespi, ora danzavano al ritmo dei suoi movimenti liberi sulle sue spalle, avvolti in leggeri e delicati boccoli.
Per non parlare degli occhi.
Dorati, del colore dell’oro fuso.
Dolci, ma fieri.
Languidi, ma tenaci.
Rassicuranti, ma altezzosi.
E in grado di sciogliere con il loro calore anche i ghiacci più freddi.
Un leggero bussare alla porta del loro vagone indusse i tre a destarsi dai loro discorsi e a voltarsi per vedere di chi si trattasse.
- Ragazzi, posso offrirvi qualcosa? Non avete fame? Il viaggio è ancora lungo.
disse molto amichevolmente la signora del carrello dei dolci.
Erano ormai sette anni che la vedevano, sempre lei e nonostante l’età che aveva era sempre stata carina con gli studenti, sempre con il sorriso sulle labbra.
Neanche a dirlo, alla vista degli enormi vassoi carichi di dolci e leccornie varie la mascella di Ron subì un tracollo, tanto che Hermione avrebbe giurato che tra poco si sarebbe staccata dal mento del ragazzo per cadere a terra, lasciando il solco nel pavimento.
- Ron, chiudi la bocca o prima o poi ci entreranno le mosche.
gli disse la riccia.
- Ragazzi scusatemi, ma ho troppa voglia di Gelatine Tutti i Gusti, non posso resistere.
- E quando mai tu non hai avuto voglia di qualcosa che fosse commestibile? Possibile pensi sempre a mangiare Ron? Davvero, ma non ti riempi mai?
- Che ci posso fare Herm, ho fame.
rispose il rosso, dirigendosi con occhi sognanti verso il carrello.
Hermione alzò gli occhi al cielo, divertita.
- Ragazzi, le Gelatine fanno un galeone.
Ron divenne improvvisamente rosso.
- Ehm.. Harry, non è che per caso.. sai com’è..
Harry capì al volo dove volesse andare a parare l’amico, lo conosceva bene.
- Dai ragazzi, mi sento generoso oggi, offro io.
disse quello, senza nemmeno dargli il tempo di finire la frase.
- Grande Harry! Lo sai che ti voglio bene, vero amico?
- Sei incredibile Ron..
disse la riccia, alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.
La signora con il carrello dei dolci andò via poco dopo, lasciando i tre intenti a rosicchiare, leccare o masticare le sostanze più strane e colorate, piene di zucchero e praline candite.
Sotto i loro piedi sentirono il treno prendere sempre più velocità, segno del fatto che ormai fossero già lontani dalla stazione e stessero attraversando le verdi e sconfinate colline inglesi.
Il sole intanto calava sempre più, offrendo al passaggio su di un ponte, la vista di un sole splendente riflesso sulla superficie limpida del lago sottostante.
Ancora non se ne rendeva conto davvero nessuno dei tre, ma era così.
Un nuovo anno a Hogwarts li attendeva ancora.

***

Il sole era ormai scomparso quasi del tutto, come a volersi tuffare nelle profonde acque del Lago Nero, quando la locomotiva fischiò e il treno, dopo una leggera scossa finale, si fermò del tutto.
Era il segnale, erano arrivati in stazione.
Il Trio scese così a prendere i bagagli e a cercare subito dopo una carrozza libera che li portasse al castello.
I brontolii allo stomaco non smettevano infatti di ricordare ai tre che l’ora di cena era vicina.
Raggiunsero allora una delle tante diligenze libere, come al solito sotto lo sguardo perplesso del rosso e della riccia che, sin dal primo anno, non erano mai riusciti a vedere i famosi Threstral, non avendo ancora assistito alla morte di un loro caro.
- Sinceramente non mi sono mai fidata molto di queste carrozze, siamo davvero convinti che siano così sicure? disse Hermione, guardandole una per una con occhio incerto.
- Per non parlare di questi Threstral poi. Anche quando siamo andati al Ministero, durante il quinto anno, non mi sono sentita così a mio agio devo dire. Questi animali non mi ispirano per niente sicurezza.
continuò subito dopo.
- L’avevamo intuito Herm.
disse Harry, ricordando la fatica che ci era voluta per convincerla a salire su uno di quegli animali.
Per non parlare degli strilli di paura durante tutto il tragitto fino a Londra, una cosa da uscirne pazzi.
Ma si sapeva, una delle peggiori paure della loro amica era proprio quella: il volo.
Al contrario di Ron e Harry, entrambi con una parte nella squadra dei Gryffindor e con l’amore per l’ebbrezza del vuoto, lei aveva sempre avuto paura del solo staccare i piedi da terra.
- Che ci posso fare ragazzi, sapete che l’altezza mi fa paura. Per me è stata una grande prova seguirvi fino a Londra. Poi fosse stato su delle scope.. era su dei cavalli alati! Che, a dirla tutta, nemmeno potevo vedere. Era come stare sospesi nel vuoto.
sentenziò a quel punto la ragazza.
- Nessuno ti hai mai chiesto di venire con noi, ti ricordo.
- Ron, ma che dici, lo sai bene che sono coinvolta ormai quanto tutti voi. Come sai benissimo che senza di me non sareste arrivati molto lontano.
- Forse. Ma almeno ci saremmo arrivati con ancora tutti e due i timpani sani.
- Piantatela voi due, non mi pare il caso di cominciare a litigare. Prendete le borse e andiamo, la carrozza non aspetta noi.
disse a quel punto il Bambino Sopravvissuto ai due, intenti a sbuffare sonoramente e a fare come gli era appena stato detto.
Arrivarono al castello poco dopo e ai ragazzi venne subito ordinato di lasciare accatastati all’entrata i bagagli, che sarebbero stati smistati in seguito dagli elfi domestici nelle varie stanze.
Ma di questo se ne curarono poco, ciò che premeva maggiormente gli studenti era raggiungere la Sala Grande, dove erano sicuri li attendesse un sontuoso banchetto di benvenuto.
Una volta aperta la porta principale lo spettacolo che apparve agli occhi degli studenti ancora una volta li lasciò senza parole.
Le quattro lunghe tavolate apparecchiate in modo impeccabile e ricolme di cibarie di ogni genere, i preziosi stendardi appesi ai muri, le candele sospese nell’aria a rendere il tutto ancora più magico di quanto già non fosse, ma soprattutto il soffitto, quella sera stellato e senza ombra di nuvole, incantarono Hermione che si ritrovò a fissare estasiata l’intera sala per tutta la sua lunghezza.
Ci volle poco però a rovinare l’atmosfera.
- Ehi Sfregiato, Lenticchia, allora ci siete anche voi. Pensavo aveste intenzione di fare anche quest’anno una vostra entrata trionfale in ritardo, proprio come al secondo. Magari però questa volta ci sarebbe davvero scappata l’espulsione, peccato.
disse un biondino di loro conoscenza, venutogli incontro spavaldamente dopo averli visti da lontano e seguito da quello che era conosciuto essere il suo migliore amico, Blaise Zabini.
Pelle scura quasi da gitano, capelli nero corvino, occhi blu cobalto e una discendenza italiana alle spalle, riuscivano ad attirare l’interesse di non poche studentesse di Hogwarts, che erano arrivate a considerare entrambi i Serpeverde come le prede maschili più ambite dell’intera scuola.
- Malferret come vedi siamo ancora qui. E l’anno è ancora lungo. Fossi in te inizierei a stare in guardia.
disse Harry, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo e fissandolo negli occhi.
- Non vedo l’ora Potter.
Erano ormai vicinissimi, quando intorno a loro il silenzio iniziò a pesare sempre di più, segno del fatto che ormai la maggior parte delle persone avesse preso posto a tavola.
- Malferret, ancora tu. Perché non te ne torni dai tuoi amichetti Serpeverde? Ti staranno aspettando, non stressare noi.
disse la riccia, voltandosi poi subito dopo verso Harry.
- Noi invece andiamo e andiamo ora, Ginny ci starà aspettando. L’ho incontrata prima sul treno e ha detto che ci avrebbe preso i posti a tavola nel caso fosse arrivata prima di noi.
- Il Salvatore del Mondo Magico che si fa comandare a bacchetta da una Mezzosangue, come stiamo cadendo in basso.
- Malfoy io ti..
ma venne trascinato via dalla ragazza che, spazientita, lo spingeva con tutte le sue forze verso la tavola rosso oro.
- Lascia perdere, è una causa persa, lo sai.
gli disse, mentre guardava lo Slytherin andare via spavaldo per sedersi poi dopo vicino ai suoi compagni, accolto quasi fosse un re, un leader.
Si, il leader degli idioti, giusto quello, si ritrovò a pensare la ragazza.
- Ti giuro Herm, quando lo vedo fare così il pallone gonfiato avrei voglia di.. di..
- Lo so. Ma lascia perdere.
- Ragazzi! Volete sbrigarvi?
Una ragazza dalla chioma rossa e la voce cristallina, alzatasi apposta in piedi da tavola, richiamò i tre con la mano, ormai mancavano solo loro per cominciare.
- Si Ginny, arriviamo subito.
E detto ciò i tre si diressero velocemente ai posti assegnati apposta per loro dalla giovane, non volevano togliere altro tempo al Preside per il suo solito discorso.
I due ragazzi come loro solito dimenticarono tutto e iniziarono sin da subito ad ingozzarsi di cibo, rischiando quasi il soffocamento, mentre la rossa di casa Weasley chiacchierava tranquillamente con l’amica seduta accanto a lei.
- Ma cos’è successo prima? Vi ho visti parlare con Malfoy.
- Le solite cose Ginny, l’ennesima prova che Gryffindor e Slytherin non possano andare d’accordo. Piuttosto gelerebbe l’inferno.
disse Hermione, mandando giù una forchettata di purè caldo.
- Se ne sei così convinta. Dico solo Herm che le persone possono cambiare, le persone qualche volta possono stupirci. Anche quelle più impensabili. Alla fine tutti abbiamo un cuore. Anche Malfoy.
Hermione si voltò a guardarla sconvolta, come se avesse detto chissà quale atrocità.
- Ma che dici? E’ di Malfoy che parliamo! Lui non ha un cuore.
- Ripeto. Tutti possono stupirci. Che possa farlo anche lui un giorno?
e subito dopo si allungò a prendere una coscia di pollo fumante e qualche foglia di insalata.
Davvero le persone possono cambiare? Anche Malfoy? si ritrovò a pensare Hermione.
Intanto era ormai quasi finito lo smistamento dei nuovi studenti e all’urlo per un giovane del nome Serpeverde da parte del Cappello Parlante si voltò verso la casata verde argento ritrovandosi così a incrociare con lo sguardo l’oggetto dei suoi pensieri.
Tutt’intorno regnava il caos più totale, tutti emozionati per l’arrivo di nuove reclute e per il ritrovo di vecchi amici.
Tutti, ma non lui.
Se ne stava in silenzio, serio, tra i suoi compagni a pensare a chissà quali cose.
Si chiese quali problemi potesse avere un Malfoy.
Che avesse anche lui dei sentimenti?
Che avesse anche lui un cuore?
No, era impossibile.
Per quanto Malfoy potesse essere odioso ed egocentrico e per quanto si sperava un giorno potesse migliorare, lui era così e così dovevano tenerselo.
Era ora dopo sette anni di farsene una ragione.
Un leggero tintinnare di metallo su un bicchiere richiamò gli studenti di tutte e quattro le casate, compresa la stessa Hermione, all’attenzione.
Silente stava per fare il suo discorso.
- Buonasera ragazzi e benvenuti a un nuovo anno a Hogwarts. E sono felice di dare un ancora più caloroso benvenuto mio e di tutti i professori miei colleghi ai nuovi studenti che vengono a passare qui con noi il loro primo anno scolastico. Troverete tutte le spiegazioni riguardo le lezioni, le uscite e le attività extrascolastiche nelle bacheche delle rispettive sale comuni e in caso di necessità ricordate che potete sempre rivolgervi ai prefetti della vostra casa. In primo luogo voglio annunciare a voi tutti che, come ben saprete, il professor Horace Lumacorno è molto avanti con l’età e a causa di problemi di salute che persistono già da tempo non potrà più continuare l’insegnamento presso la cattedra di Pozioni. Annuncio quindi che tale ruolo, insieme contemporaneamente a quello di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, verrà attribuito al nostro professor Piton.
Tale affermazione suscitò un immediato e sommesso vociare in tutta la Sala Grande: questo voleva dire che tutti gli studenti avrebbero visto l’odiato professore, direttore dei Serpeverde, per il doppio delle ore!
- Cominciamo male. Molto male.
disse Ron, già esausto al solo pensiero delle continue ramanzine a cui i Gryffindor sarebbero stati sottoposti e di tutti i punti che vedeva sfumare davanti ai suoi occhi già da ora.
- Secondo poi volevo informarvi di un fatto che, immagino, vi farà molto piacere. La nostra scuola è stata scelta come sede per l’allestimento di un ballo che si ripete ormai, nella tradizione magica, ogni cinquecento anni in occasione di particolari fenomeni atmosferici. Si tratta del famoso “Ballo Arcobaleno”. Come immagino sappiate tutti quanti, l’arcobaleno è identificato come uno dei fenomeni naturali più particolari e straordinari che esistano al mondo, un esempio di come la natura, seppur senza la magia delle bacchette, riesca lo stesso a lasciare senza fiato l’occhio umano. - L’arcobaleno.. -
e detto ciò, con un colpo di bacchetta, Silente fece scomparire il precedente cielo stellato per sostituirlo con una nuova e lunga scia di colori fusi tra loro, che fece alzare immediatamente gli occhi agli studenti stupiti, incollandoli al soffitto.
Poi con un sorriso, riprese.
– Come dicevo, l’arcobaleno è composto da sette differenti colori: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto, tutti diversi tra loro, ma tutti indispensabili l’uno all’altro, la mancanza di anche uno solo di questi porterebbe alla distruzione della magia che lo caratterizza. Ed è proprio ciò che da decenni e decenni questo ballo vuole trasmettere: la concordia e l’unione reciproca. Rosso come Gryffindor, giallo come Hufflepuff, verde come Slytherin e indaco come Ravenclaw. Quattro ideali diversi, quattro fondatori diversi, quattro case diverse. Ma senza anche solo una di queste Hogwarts crollerebbe. Bisogna perciò fare tesoro delle diversità che ci caratterizzano, considerarle un punto di unione, di forza, non di distacco. Abbiamo tanto da imparare da chi non è come noi, così come tanto da far imparare loro. Tradizione vuole da sempre che sia il ministero a interessarsi dell’organizzazione di tale evento, ma io e tutti gli altri professori abbiamo deciso di apportare una piccola modifica a tale decreto, decidendo di affidare a voi studenti il tutto. Se è infatti la concordia che dobbiamo promuovere occorre farlo dalle basi e lasciare che siate voi a confrontarvi in ogni tipo di scelta, dagli addobbi agli inviti alla musica. Per la precisione saranno i due studenti migliori delle due casate rivali per antonomasia, Grifondoro e Serpeverde a occuparsi di tutto. Quindi, a questo punto non mi resta che presentarvi il nostro amato Ministro della Magia, Rufus Scrimgeour.
Un sonoro applauso si diffuse in tutta la Sala Grande, ma si spense ben presto alla vista di un ulteriore ospite inatteso, ormai dimenticato dal corso del quarto anno.
Il Calice di Fuoco.
- Buonasera Silente.
- Benvenuto Rufus, è un piacere averti con noi.
disse l’anziano preside, le mani strette in una salda e reciproca presa.
- Non sarei potuto di certo mancare, un evento così importante richiedeva la mia presenza.
- Ti ringrazio.
e poi tornò a rivolgersi agli studenti, dall’alto del suo scrittoio dorato.
- Come penso abbiate già visto, da quella che è stata la vostra precedente reazione, questo il Calice di Fuoco. Sarà proprio lui infatti a fare i due nomi tanto attesi, quelli delle due persone più adeguate a tale compito. Quelle persone che, oltre a occuparsi di tutto, verranno ricordate anche per essere il Re e la Regina del Ballo Arcobaleno.
Inizialmente la folla trattenne unanime il respiro sorpresa, ma poi subito dopo un chiacchierio si diffuse sempre più forte per la sala.
Tutti erano visibilmente emozionati per la notizia appena ricevuta, soprattutto le ragazze.
- Re e Regina del ballo? Ma vi immaginate! Sarebbe bellissimo poter essere eletta Reginetta!
- Si Ginny, ma ricordati che non si tratterà solo di bei vestiti, diademi e lustrini, si tratterà anche di fatica e sudore, organizzare un ballo non è una cosa da tutti i giorni.
- Sono pronta a tutto Herm, cosa vuoi che sia per me. Io e le feste andiamo d’accordo da sempre, chi meglio di una Ginny Weasley può interessarsi dell’organizzazione di un evento di tale portata?
Hermione scosse la testa.
Conosceva ormai troppo bene la sua amica e sapeva che qualsiasi cosa riguardasse lustrini o musica la attirasse come non mai, era sicura che se il Calice avesse scelto lei avrebbe saputo fare davvero un ottimo lavoro.
- Silenzio ragazzi, per favore. La prego Ministro di portare avanti il Calice.
disse a quel punto Silente.
Rufus, con l’aiuto del professor Piton, fece come gli era stato chiesto e in poco tempo l’enorme coppa venne posta al centro del rialzo adibito alla tavola degli insegnanti.
- Ragazzi chi l’avrebbe mai detto che avrebbero ritirato fuori quello strano aggeggio? E soprattutto chissà chi sceglierà.
disse Ron a quel punto, visibilmente emozionato.
- Spero solo non scelga te, se l’organizzazione del ballo dipendesse da te andremo allo sfacelo più totale, poco ma sicuro.
- Grazie per la fiducia Ginny, davvero.
le rispose il rosso, offeso.
- Davvero ragazzi, mi chiedo chi verrà scelto. Ma soprattutto c’è da ricordarsi che dovrà stare continuamente con una di quelle serpi. Cercare di far combaciare le decisioni di un Griffyndor con quelle di uno Slytherin è quasi impossibile, c’è da uscirne pazzi.
disse il Bambino Sopravvissuto, terrorizzato al solo pensiero di veder uscire dal Calice il suo nome.
Era già successo una volta, cosa gli assicurava che non lo avrebbe ritenuto degno anche ora?
Al solo pensiero gli vennero i brividi.
Silente si avvicinò alla coppa e con un colpo di bacchetta affievolì a catena tutte le luci della sala, facendo scomparire sia candele che arcobaleno, permettendo a un buio diffuso di calare nella stanza.
Il recipiente magico a quel punto iniziò a vibrare, emanando lingue di fuoco azzurro e sputando fuori all’improvviso un piccolo foglietto di pergamena, che dapprima volteggiò in aria per poi ricadere leggero in mano al preside.
Il momento era arrivato, l’ansia quasi la si poteva sentire addosso.
- Sono lieto di annunciare che il rappresentante per la casata dei Grifondoro.. è.. Hermione Jane Granger.
Un applauso generale, unito a grida di approvazione si diffusero nell’aria, la scelta a quanto pareva era stata approvata da tutti gli altri.
- Non ci credo.. ‘Mione!
- Sei stata scelta! Chi l’avrebbe mai detto, la nostra Herm!
- Brava Hermione, siamo sicuri farai un ottimo lavoro!
- Siamo con te, fai del tuo meglio!
Ma la diretta interessata nemmeno ascoltava i commenti tutti intorno a lei, era ancora scioccata per quanto era appena accaduto.
Avrebbe dovuto stare a stretto contatto con un Serpeverde, i loro nemici da sempre, avrebbero dovuto collaborare, e inoltre per chissà quanto tempo.
E nemmeno sapeva ancora chi fosse questo Serpeverde, sapeva solo che la cosa avrebbe richiesto, se lo sentiva, più pazienza di quanta avesse anche solo immaginato.
Silente intanto aveva appena preso in mano il secondo foglietto di pergamena.
- E il rappresentante invece..
Devo iniziare a organizzarmi da subito, ci sono talmente tante cose da fare: gli inviti, gli addobbi, la musica, gli abiti, le cibarie..
- della casata dei Serpeverde..
Chissà se posso chiedere a Silente di potermi far aiutare da Ginny, è così piena di idee, sicuramente saprà consigliarmi benissimo.
- E’..
Voglio riuscire a fare ancora una volta colpo sui professori, mostrare il mio talento, farò davvero fatto del mio meglio. Spero almeno di avere dalla mia parte una persona che mi renda il compito meno difficile, che si preoccupi anche solo minimamente di tale incarico.
Pensò per un attimo a chi potesse essere tale Serpeverde e immediatamente pregò che non fosse chi stesse pensando.
No, ma che vado a pensare. Il Calice non lo sceglierebbe mai. Ha parlato della persona più degna per svolgere tale compito, ha parlato di alleanza, di aiuto reciproco. No, non può proprio essere che il Serpeverde in questione sia..
- Draco Lucius Malfoy.
Il silenzio calò nella Sala Grande, nessuno credeva a quanto era appena stato annunciato dal preside, ma subito dopo un attimo di perplessità un leggero ed educato applauso si diffuse nell’aria.
Neanche a dirlo, la tavolata dei Serpeverde iniziò ad alzare cori di malcontento, non era possibile che gli eredi di Salazar e Godric collaborassero tra loro.
Per non parlare invece delle ragazzine che, al solo udire il nome di Malfoy, voltarono in parte le teste sbavanti in direzione del biondino, gli sguardi agonizzanti, in parte in direzione della Gryffindor che, senza rendersene conto si sarebbe ritrovata in quel momento, se solo fossero state legali, oggetto di parecchie Maledizioni senza Perdono.
- Cosa? Malfoy?! Ma stiamo scherzando?! Herm, non dici niente?
le chiese sconvolto il Bambino Sopravvissuto.
Ma Hermione, se prima non aveva udito nessuno dei commenti dei suoi compagni, paralizzata com’era dalla scelta del Calice, ora le uniche parole captate dal suo cervello furono: Draco Lucius Malfoy.
Con gli occhi sbarrati, si ritrovò senza volerlo a voltare il capo e a fissare il biondino in questione.
Lo vedeva agitarsi a tavola e a giudicare dal tono e dallo sguardo doveva essere parecchio sconvolto anche lui per la scelta appena fatta.
La Grifondoro lo udì da lontano infatti dire parole come “pazzo”, “vecchiaccio”, “cos’ha in mente di fare”, “Avada Kedavra”, “Purosangue e Mezzosangue” o “disonore”.
Saranno delle giornate lunghe. Molto lunghe. Che Merlino me la mandi buona, si ritrovò a pensare amaramente la ragazza.
- Dovrò farmene una ragione, la mia migliore amica sarà la Regina del Ballo Arcobaleno. Sono sicura che renderai onore all’importanza dell’evento. Pensa fosse capitata una Faccia da Carlino. Sicuro la festa sarebbe sfociata nel pacchiano più assurdo.
Hermione non riusciva a parlare, era come le si fosse impastata la lingua.
Doveva bere qualcosa.
- Mi darai una mano, vero?
fu l’unica cosa che riuscì a dire, mentre riempiva d’acqua il suo bicchiere.
- Ma non c’era nemmeno bisogno me lo chiedessi! Pensavo lo sapessi ormai, dove c’è una festa ci sono anche io. Sia che sia da organizzare da cima a fondo sia che ci sia solo da scatenarsi.
Hermione intanto, che aveva preso da bere apposta per calmarsi, si rese però presto conto che l’acqua gelata non le fece l’effetto sperato, soprattutto perché invece di godersela lentamente la mandò giù tutta in un solo sorso.
- Solo.. non dire che io non l’avevo detto eh.
Hermione si voltò a fissarla senza capire.
- Cosa?
- Io te l’avevo detto, e anche poco fa. Le persone possono cambiare. E che sia proprio questa l’occasione giusta per il nostro piccolo Furetto per riuscirci?
- Ma che dici Ginny. Stiamo parlando di Malfoy.
- Dai non dire così Herm. E poi starà sempre con te, ci penserai tu a metterlo in riga.
- Io non metto in riga proprio nessuno. Mettiamo in chiaro la situazione da ora, le cose sono due: o mi segue e collabora o lo fatturo, semplice. Lascio a lui la scelta.
- Chi lo sa, vedremo col tempo. Stiamo a vedere.
concluse furba la rossa, sotto lo sguardo carico di sdegno della riccia.
Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy.
Quei due nomi continuavano a rimbombarle nelle orecchie sin dal momento in cui il preside li aveva pronunciati.
Il Calice di Fuoco aveva scelto proprio loro, una Grifondoro e un Serpeverde.
Ancora non se ne rendeva conto.
Draco Lucius Malfoy e Hermione Jane Granger avrebbero collaborato per la prima volta nelle loro vite.
Draco Lucius Malfoy e Hermione Jane Granger sarebbero stati Re e Regina del Ballo Arcobaleno.
  
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